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Presentazione del 2° fascicolo (1996)

di Archivum Historicum Mothycense

 

 

Sabato 1° marzo 1997, nel Palazzo di Giustizia di Modica ha avuto luogo la presentazione del 2° fascicolo (1996) di Archivum Historicum Mothycense, cui si è voluto dare particolare risalto, ivi inclusa la scelta della sede, in ragione della pubblicazione su tale numero di uno studio di Giovanni Modica Scala su I Tribunali della Contea di Modica.

Era presente un numero rilevante di Cittadini che assiepavano la grande e solenne Aula, che fu sede delle udienze della Corte d’Assise.

Il Prefetto della Provincia, il Sindaco della Città, i Parlamentari modicani, nonché il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Modica, vari Giudici e Avvocati, Autorità civili e militari, Assessori e Consiglieri comunali, hanno preso parte a questo alto momento della Città intorno alla sua plurisecolare istituzione giudiziaria.

A presentare ufficialmente il fascicolo della rivista è stato invitato l’on. avv. Giuliano Pisapia, presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati. Presiedeva l’incontro l’avv. Antonio Cassarino, presidente dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Modica.

Dopo il saluto del Sindaco, avv. Carmelo Ruta, ha presentato i vari saggi pubblicati il dott. Giorgio Colombo, presidente dell’Ente Liceo Convitto e curatore della rivista.

Il Relatore ha anzitutto voluto accennare al ruolo che quest’antica ‘Istituzione di scuola ed educazione’, qual è la Fondazione culturale ‘Ente autonomo Liceo Convitto’, ha avuto a Modica. Proseguendo su tale itinerario, il dott. Colombo ha evidenziato il rilievo che tutte le Istituzioni hanno in una Città. Fra queste, in particolare sono state più diffusamente ricordate quelle scolastiche e quelle giudiziarie: le une e le altre segnate a Modica dai secoli e da grande prestigio. Le istituzioni caratterizzano una Città: frutto dell’elaborazione e della fatica di generazioni, ne costituiscono i pilastri e gli strumenti operativi. Il deprivare una Città delle proprie istituzioni - o semplicemente il depotenziarle - è vissuto dai Cittadini come un atto di ingiustizia e di barbarie. Né si può costruire il futuro obliterando il passato: anzi bisogna costantemente farne memoria.

Del resto - ha continuato il Relatore - l’Italia è la patria unica di molte città, tutte pregnanti di storia: una di queste è Modica.

Quanto alla storia di Modica, il Curatore di Archivum Historicum Mothycense, ha poi invitato a non ridurla a quella della Contea; anzi il convergere su Modica a capoluogo della grande Contea trova adeguata giustificazione nella lunghissima ed intensa presenza abitativa intorno e dentro l’attuale centro urbano, come attestano le numerose stazioni archeologiche (non riducibili a Cava d’Ispica).

E dopo la fine dello status comitale (1812/16), dovuta alla fine dell’Ancien Régime, Modica, non solo non verifica una situazione di decadenza, ma vede, nell’‘800 e nei primi decenni del nostro secolo, un rinnovato vigoroso slancio - pur con alterne vicende, com’è proprio di ogni sviluppo storico - in campo urbanistico, imprenditoriale, artigianale, agricolo, scolastico, assistenziale, ospedaliero e giudiziario (ivi incluse le sedute della Corte d’Assise).

Alla luce di tale lunghissima storia, il Relatore ha infine rilevato l’opportunità e l’urgenza di una redistribuzione delle varie istituzioni nell’ambito dell’attuale provincia, in forza anche del criterio del ‘decentramento’, oggi diffusamente decantato.

 

Il Relatore è passato successivamente a presentare gli Studiosi che hanno pubblicato i loro saggi sul fascicolo della Rivista, anzitutto l’arch. prof. Marco Rosario Nobile, studioso ragusano, fra i più attenti e profondi conoscitori delle espressioni architettoniche nella nostra area culturale. Oggetto del saggio pubblicato è ‘La produzione architettonica nella Contea di Modica fra tardogotico e rinascimento’ con particolare riferimento al complesso edilizio di S. Maria del Gesù.

Strettamente collegato a tale studio è quello dell’arch. Emanuele Fidone, che, avendo condotto il restauro della chiesa di S. Maria del Gesù, ha illustrato e le fasi di costruzione dell’edificio e i criteri di restauro.

Altri saggi, frutto di robusto impegno di ricerca sul campo, sono quelli degli archeologi Vittorio Rizzone (sulla chiesa rupestre di ‘Cava Ddieri’) e Anna Maria Sammito (sulla chiesa rupestre di S. Venera, nel quartiere ‘Catena’).

Un pregevole studio, non di carattere storico, è quello di Giorgio Floridia, docente di Diritto industriale presso l’Università Cattolica di Milano.

L’on. avv. Antonio Borrometi, in qualità di segretario della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha quindi presentato e ringraziato l’on. avv. Giuliano Pisapia ed ha evidenziato il rilievo e l’utilità dei Tribunali presenti in Sedi non capoluogo di provincia, fra cui di quello di Modica: ciò in ragione, non soltanto di un forte retaggio storico bensì anche dell’efficace amministrazione della giustizia, oggi.

L’on. Giuliano Pisapia ha effettuato un’elegante, attenta ed incisiva analisi dello studio di G. Modica Scala, entrando ampiamente nel merito della valenza delle modalità di amministrazione della giustizia nelle varie Corti giudiziarie di Modica (Gran Corte, Giudice di tutte le Appellazioni, Corte del Patrimonio, Corti Capitanali, Corti Giuratorie, nonché altre Corti minori), e rilevando pure, ad esempio, il saggio invito ai Cittadini, da parte dello stesso Conte, di presentare eventuali lagnanze contro Giudici e Giurati, che avessero commesso ingiustizie o abusi di qualunque natura. Il Relatore ha poi manifestato la propria chiara convinzione circa la valenza dei Tribunali non provinciali, nella più ponderata considerazione che ipotesi di accorpamenti o riduzione di sedi costituiscono semplicistiche scorciatoie, non rispondenti né alla realtà italiana né alla soluzione dei problemi oggi connessi con l’esercizio sollecito dell’attività giudiziaria.