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Il Volo

della Memoria.

I paesaggi di G.Erba, con i loro conflitti di prospettive, con l’intersecarsi di inconciliabili piani di visione, disegnano un universo in bilico tra visibile ed invisibile, tra reale e fantastico.

 

Reale è indubbiamente ogni connotazione dello spazio, che si manifesta come declinazione dell’ordinario: case, vie, alberi.

 

 

Fantastica è invece la dimensione spaziale in cui l’ordinario si dispone: quelle case, quelle vie, quegli alberi si dispongono infatti su un reticolo spaziale che non ubbidisce alle leggi prospettiche che regolano la rappresentazione in pittura.
Differenti visioni, dalla manifesta impossibile simultaneità, si sommano fino ad imprimere alle linee del disegno una deformazione che arriva a flettere gli alberi, a sciogliere la rigidità ortogonale delle architetture in plastica duttile, che si gonfia e arretra, come scossa dalle profonde vibrazioni di una respirazione animale. Campagna
Ed è proprio questa deformazione fantastica a staccare il racconto di Erba dalle acrobatiche “visioni-ventaglio” della stagione dell’aereopittura e ad iscrivere la sua pittura, non nel registro della geometria delle idee, ma in quello del chiaroscuro del sentimento.

I paesaggi di Erba sono colti dall’alto di un volo compiuto sulle ali della memoria: sono il tracciato di un’esperienza emozionale del mondo.

Testimoniano altresì la vocazione al ricordo di questo artista le opere polimateriche, in cui Erba, con straordinaria minuzia, ricostruisce in tridimensione dettagli delle sue visioni fantastiche.

Case fatate, angoli suggestivi, pronti ad accogliere la visita incantata di chi conosce il piacere antico di guardare.

Marina Pizziolo

 


Opera polimaterica in 3D

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