RISCHI SANITARI INDOTTI DALL'ESPOSIZIONE AI  CAMPI ELETTROMAGNETICI.

L'inquinamento indoor o Elettrosmog

L'uomo, come la maggior parte degli esseri viventi del nostro pianeta, è dotato di organi sensoriali capaci di percepire soltanto alcune delle onde elettromagnetiche (ad esemp. frequenze della luce e del calore) che esistono e che vanno a far parte dell'ambiente naturale in cui vengono svolte tutte le funzioni vitali. Ogni corpo che può essere caricato elettricamente e/o magnetizzato, è capace di produrre in uno spazio circostante definito "campo", la sua influenza.  In generale, è possibile classificare i "campi elettromagnetici" in base alla loro sorgente d'origine, differenziandone una di tipo "naturale"ossia già esistente in natura, da un altra di tipo "artificiale" prodotta dall'ingegno dell'uomo.   I campi elettromagnetici naturali, sono i regolatori di molti processi biologici ed in particolare quelli legati al sistema nervoso, al sistema circolatorio sanguigno, nonchè a tutti i processi di crescita e bioritmi.  Una delle caratteristiche più importanti di tale campo è che esso produce un'onda chiamata "elettromagnetica" che s'irradia nello spazio ad una velocità pari a quella della luce (in presenza di vuoto ed in prima approsimazione nell'aria) e che si propaga trasportando energia.

In altre parole si può dire che le onde elettromagnetiche, costituiscono un buon trasportatore di energia che si propaga nello spazio e che si caratterizzano tra l'altro per la loro frequenza, o per il loro periodo o per la loro lunghezza d'onda.   Mentre i campi elettrici possono essere facilmente schermati e i suoi effetti fortemente ridotti dai materiali edili ed organici quelli magnetici riescono ad attraversare in modo indisturbato quasi tutti i metalli, le pareti degli edifici, le piante, il corpo dell'uomo e degli animali e la loro schermatura può avvenire ma con l'impiego di materiali particolari . I campi elettromagnetici possono avere una frequenza bassa o alta e in natura quello più importante è certamente il campo geomagnetico al quale va aggiunto, anche quello prodotto dal sole.  Ai campi prodotti da fonti naturali si sono aggiunti negli ultimi anni altri, provenienti da fonti artificiali caratterizzate generalmente, da forti intensità e da frequenze variabili.  Le più importanti fonti presenti sia all'esterno che all'interno delle costruzioni sono quelle ad alta frequenza (AF) prodotti da forni a microonde, trasmettitori radiotelevisivi, telefoni cellulari , computer, apparecchi per usi sanitari, impianti d'allarme e di sicurezza ecc.; differenziate da quelle a bassa frequenza (BF) prodotte da linee ad alta tensione, trasformatori, installazioni elettriche, coperte elettriche, elettrodomestici per la cucina, apparecchiature utilizzate nella ricerca ecc.

Il campo elettromagnetico a bassa frequenza è generalmente prodotto da tutti quegli impianti ed apparecchi tecnologici che utilizzano corrente elettrica alla frequenza chiamata di rete (che in America è a 60 Hertz, mentre in Europa è a 50 Hertz). In costruzioni ubicate in prossimità di linee ad alta tensione, di linee secondarie di trasporto dell'elettricità o di alcuni elettrodomestici questa esposizione di base aumenta di numerose volte arrivando a livelli anche molto elevati. Le fonti ad alta frequenza sono state sfruttate per usi economici e militari con conseguente sviluppo nel settore delle telecomunicazioni.  Negli ultimi decenni, per coprire il fabbisogno di programmi radiotelevisivi pubblici e privati italiani, si è assistiti all'installazione sul terrirtorio nazionale di circa 60.000 trasmettitori principali e locali con potenze oscillanti da poche decine ad alcune centinaie di migliaia di watt. Accanto a numerosissimi impianti di trasmissione utilizzati anche per la telefonia cellulare, sono presenti nel nostro territorio potentissimi impianti radar ad uso militare e civile.   A queste fonti esterne, come se non bastassero, si sono aggiunte quelle presenti negli ambienti domestici e di lavoro che hanno finito col sottoporre l'uomo ad un borbandamento vertiginoso di radiazioni elettromagnetiche.

Pare che in molte zone metropolitane l'intensità del campo ad alta frequenza risulta aumentato di uno o due milioni di volte rispetto a quello naturale.  Un numero sempre maggiore di studi epidemiologici, stanno tentando di mostrare quali siano i rischi sanitari provocati dall'inquinamento elettromagnetico o elettrosmog nonché le relative conseguenze.  Spesso, in letteratura, si è soliti differenziare le radiazioni elettromagnetiche in ionizzanti e non. In generale diciamo che un fascio di radiazioni è in grado di ionizzare gli atomi di un determinato materiale, quando l'energia ad esso associata è sufficente a liberarne gli elettroni più esterni.  Le fonti dove tali radiazioni vengono prodotte, sono molte e riguardano sia le apparecchiature utilizzate in medicina a scopi diagnostici e terapeutici, nonché quelle connesse all'uso di energia nucleare o a scopi bellici e pacifici.

I danni derivanti da esposizioni a radiazioni ionizzanti riguardano principalmente gli organi riproduttivi, le cui cellule (spermatozoi e ovuli) oltre ad essere distrutte, possono essere danneggiate nella loro composizione genetica, dando eventualmente luogo, alla riproduzione di individui affetti da handicaps di varia natura. (2)  Esistono altre parti dell'organismo che vengono interessate da radiazioni quali il midollo osseo o la cute che risultano più facilmente aggredibili con conseguente comparsa di malattie specifiche , quali anemie, lucemie irritative e tumori della pelle.   Per quanto riguarda le onde eletromagnetiche non ionizzanti esse sono normalmente presenti in natura (reticolo di Hartman) e il loro effetto risulta notevolmente aumentato, dalla presenza di radiazioni provenienti da altre fonti naturali e artificiali.(2)

Da un recente rapporto pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità, è emerso che i soggetti più esposti a possibili rischi leucemici derivanti da esposizioni a campi elettromagnetici a bassa frequenza sono i bambini.(3). In generale, gli scienziati hanno potuto verificare che tutti i soggetti esposti all'irragiamento di impianti di trasmissione, sono sottoposti a disturbi delle funzioni cerebrali nonché ad una iperstimolazione del sistema nervoso.

I pericoli che provengono dalle onde elettromagnetiche artificiali sono state presentate per la prima volta in in simposio del 1969 tenuto a Richmond in America nel quale si ravvisava la necessità di studi scientifici specifici per la valutazione dei danni biologici connessi ad una esposizione duratura. I risultati ottenuti dalla ricerca scientifica sui rischi e sugli effetti che i campi elettromagnetici producono, si riferiscono ad inquinamenti che agiscono sull'uomo e sugli animali per periodi relativamente brevi. In tale situazione, è dunque possibile registrare solamente quegli effetti che intervengono molto rapidamente alla medicina moderna è tuttavia ben noto che la maggior parte delle malattie più gravi dei nostri tempi sono quelle cosidette croniche. Esse sono conseguenza di effetti che insorgono lentamente e che di solito provengono da influssi ambientali coincidenti.  Tali malattie hanno decorso molto lungo e si manifestano in organi che reagiscono molto lentamente ed è proprio la lentezza con cui esse compaiono che crea agli studiosi le maggiori difficoltà nella identificazione della loro causa.  E' stato riscontrato che le persone che vivono o svolgono attività lavorativa nei pressi di linee dell'alta tensione sono i più esposti a disturbi come irritabilità, astenia, insonnia, impotenza, perdita della libido e di diastenia vegetativa.( 1). La molteplicità delle problematiche che provocano la comparsa di questi sintomi non possono allo stato attuale delle informazioni scientifiche essere imputabili esclusivamente alla presenza in determinate aree di campi elettromagnetici, esiste comunque una sua correlazione univoca.

Gli esperimenti condotti per meglio comprendere gli effetti sulla salute dell'elettrosmog, hanno utilizzato campi elettromagnetici di intensità molto elevata prendendo per buono l'assunto che l'effetto sanitario prodotto é proporzionale alla loro intensità.

Questa ipotesi pare non essere valida per l'elettrosmog in quanto è stato possibile verificare che le risposte biologiche delle cellule, degli organi e degli esseri viventi ai campi elettromagnetici, non crescono linearmente con loro intensità ma essi intervengono solo per particolari frequenze e/o intensità.  Si può pertanto verificare che due campi di pari intensità ma frequenze diverse possono provocare due effetti diversi.Le difficoltà che la ricerca deve affrontare è la presenza di eventuali effetti sinergici la cui esistenza è stata riscontrata per la prima volta studiando la tossicità delle sostanze chimiche sugli organismi. Due prodotti possono essere innocui per il sistema biologico se osservati indipendentemente l'uno dall'altro, ma possono incrementare notevolmente la loro tossicità se intervengono sugli organismi contemporaneamente.  L'esistenza di effetti sinergici potrebbe supporsi anche per grandezze fisiche quali le onde elettromagnetiche che potrebbero interagire fra di loro, o con altri fattori ambientali, come farmaci, prodotti chimici ecc. amplificando quindi il loro effetto sugli organismi.  Diventa molto complicato determinare la presenza dei fenomeni sinergici ed in ogni caso questo richiederebbe tempi molto lunghi e investimenti nella ricerca molto elevati.  Bisogna considerare che le condizioni presenti negli esperimenti sono normalmente controllate e che i campi utlizzati sono relativamente costanti.

Nella realtà l'elettrosmog è caratterizzato da una molteplicità spaziale e temporale di frequenze ed intensità che cumulandosi, annulandosi od interagendo possono provocare effetti difficilmente prevedibili. Secondo il prof. David Savitz, docente di epidemiologia all'università del North Carolina è emerso che i soggetti più esposti rischierebbero almeno il 40% in più di quelli meno esposti. (4) In un recente rapporto pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità sono confermati i sospetti delle evidenze scientifiche internazionali sulla esposizione infantile a campi magnetici a 50-60 Hertz (a bassa frequenza), ma ciò che rende così incerta la questione è la mancanza di una spiegazione biologica convincente di come i campi elettromagnetici potrebbero provocare leucemie. (4)  Gli studi effettuati, sono ancora nella fase delle ipotesi e attendono una conferma sperimentale.

La conclusione della nostra trattazione conoscitiva, è stata di evitare, attraverso informazioni errate sui rischi sanitari dall'esposizione ai campi elettromagnetici, il panico tra la popolazione. E' opportuno dunque che la gente sia correttamente informata sui risultati ottenuti dalla sola ricerca scientifica. In ultima analisi, ricordiamo che se questo rischio sarà confermato, si tratterà di un pericolo sicuramente meno insidioso di altre minacce ambientali la cui comprovata pericolosità è di gran lunga superiore.

fonti:

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