La pratica della molitura apparve con l'agricoltura durante l'età Neolitica. Mole azionate a mano con moto alternativo erano usate per produrre farina. Questo sistema fu impiegato per migliaia di anni.

L'uso di risorse rinnovabili per molire ebbe inizio con i mulini ad acqua. Antipatro di Salonica (85 a.C. ca) realizzò la prima descrizione nota di mulini in Europa, questi ultimi, tuttavia, furono probabilmente diffusi dai Romani.

I mulini ad acqua si classificano sulla base della posizione della ruota idraulica e sono suddivisi in due famiglie: mulini orizzontali e mulini verticali.

I mulini a ruota idraulica verticale "a stramazzo" ("vertical undershot watherwill") sono impiegati in fiumi particolarmente irruenti e la loro potenza dipende dal diametro e dall' ampiezza della ruota.

I mulini a ruota idraulica orizzontale sono utilizzati in siti collinari laddove è possibile addurre acqua da livelli più elevati. La potenza sviluppata dipende dalla differenza tra il livello di adduzione e di uscita dell'acqua nonché dal flusso della stessa.

Il mulino ad acqua ha dominato la tecnologia del molire in Europa fino al Medioevo. Alla fine del Medioevo l'acqua era la più importante fonte di potere per l'industria ed era impiegata anche per azionare altri meccanismi, come magli, segherie, pompe di aria (per le fonderie) etc. I mulini a vento furono una fonte di energia di primaria importanza fino alla Rivoluzione Industriale. Non esiste alcuna notizia esatta in merito al tempo ed al luogo della loro apparzione o se furono compiute altre invenzioni in parallelo.

Il primo riferimento a mulini a vento (con albero verticale) viene dalla Persia e si data al VII secolo. Nel XX secolo, alcuni mulini a vento con primitive vele verticali sono ancora usati in Afghanistan. All'inizio del II millennio diversi testi arabi menzionano mulini a vento (probabilmente verticali) e si ritiene che proprio gli arabi abbiano introdotto questo tipo di mulino in Europa. Tra il XII ed il XIV secolo, i "post windmills" (mulini a vento ad alberello) sono largamente diffusi in Europa centrale ed orientale.

I mulini a vento, sulla base delle caratteristiche costruttive, sono suddivisi in: mulini orizzontali, mulini verticali, mulini "paltrok" (con laminatoio che può essere girato in direzione del vento), post mills (mulini ad alberello), mulini a torre e "mulini di tipo Americano".

A causa del variare della direzione del vento i mulini più efficienti sono tali da poter ruotare le vele a seconda della direzione del vento. I mulini a vento verticali, viceversa, non sono in grado di adattarsi alla direzione del vento.

Nei "post mills" (mulini ad alberello) tutto l'edificio che racchiude il meccanismo per macinare è supportato da un asse verticale sul quale ruota.

Nei mulini a torre solo la calotta, che include l'albero, ruota. In questo caso, il principale albero verticale deve essere centrato.

Molto spesso i mulini ad acqua e quelli a vento coesistono nella medesima regione coprendo periodi di attività complementari. I mulini ad acqua erano, infatti, utilizzati prevalentemente durante il periodo umido dell'anno, mentre quando l'acqua era scarsa la produzione di farina era assicurata dai mulini a vento.

I "mulini di tipo americano" sono caratterizzati da torri elevate edificate con strutture composte da barre di acciaio. Nel XIX secolo gli USA hanno sviluppato ed industrializzato la produzione di questi mulini a vento. Facilmente trasportabili ed assemblabili, disponibili in varie dimensioni e potenze, possono essere usati anche per pompare acqua e per generare elettricità. Durante la "World's Columbian Exposition" a Chicago, vi fu una enorme mostra di questi mulini che sono stati esportati in tutto il Mondo.

I "tide mills" (mulini a marea) corrispondono ad un tipo speciale di mulino ad acqua con ruota idraulica orizzontale usato presso l'estuario dei fiumi. Questo tipo di mulini sfrutta la variazione del livello dell'acqua dovuta alla marea per azionare la ruota ed il meccanismo per macinare.

I primi "tide mills" furono costruiti in Europa nell'XI secolo; vi erano "tide mills" attivi a Venezia nel 1044 ed a Dover tra il 1066 ed il 1086.

Questi mulini sono costruiti in associazione con una diga, riempita con acqua marina durante l'alta marea. Durante la bassa marea l'acqua trattenuta dalla diga fluisce attraverso la ruota idraulica azionando il mulino.

I mulini a motore comprendono i "roller mills" (mulini a compressore), sviluppatisi nel XIX secolo ed oggi impiegati per la produzione di farina, nonché i mulini tradizionali (ad acqua ed a vento) con motori adattati per azionare le mole.

I primi mulini motorizzati industriali erano azionati dal vapore. Al giorno d'oggi nei mulini si possono trovare motori elettrici ed a scoppio.

Nei territori riuniti nel progetto Euromills (Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) si trova un'ampia varietà di mulini ad acqua ed a vento.

Questo patrimonio testimonia l'economia tradizionale mediterranea attraverso l'antico uso dei mulini in particolar modo per macinare cereali e produrre olio.