COORDINAMENTO NAZIONALE BANCA NAZIONALE DEL LAVORO Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Uilca
RIPARTIAMO
DAL PIANO INDUSTRIALE L’incontro con l’A.D. Davide Croff sul Piano
Industriale, è stato il primo passo per la ripresa del confronto
strategico tra azienda e sindacato, dopo un non breve periodo di
confusione destabilizzante creato da una ridda di notizie, quasi sempre
senza fondamento, sul futuro aziendale del Gruppo BNL e sui suoi probabili
partner. Una assurda situazione che aveva favorito una forte volatilità
del titolo BNL, che peraltro si era dovuto anche confrontare con un trend
borsistico negativo e con continui attacchi speculativi. L’incontro, che è stato lungo e dettagliato, si è
aperto con una relazione dell’A.D. ed è proseguito con un articolato e
approfondito contraddittorio. Partendo da un’analisi dello scenario virtuale e
reale in cui si è trovato ad agire il gruppo dirigente della BNL, si sono
affrontati i temi inerenti la redditività e la patrimonializzazione della
BNL, il difficile clima aziendale, le dinamiche del nuovo Piano
Industriale con tutte le difficoltà
incontrate per sintonizzare l’azienda, l’attuale fase riorganizzativa
e gestionale ed il modo con cui si intende procedere. Alla luce di questo confronto, il Coordinamento
Nazionale ritiene, in assenza di una precisa politica sul futuro della BNL
da parte della proprietà (tutt’ora rappresenta l’elemento di maggior
debolezza della BNL), che il contesto generale rende impraticabili, allo
stato, operazioni di aggregazione e in special modo nei confronti della
BNL. Il valore di privatizzazione del titolo, l’attuale
valutazione di mercato, la logica delle fusioni a costo zero, il modello
italiano di OPA e la generalizzata assenza di liquidità, autorizza a
ritenere che occorra ripartire dal Piano Industriale “stand alone” e
da una politica delle alleanze in sintonia con reali prospettive di
sviluppo, cogliendo e costruendo opportunità. Il nuovo Piano Industriale deve uscire dalle ambiguità
e porsi come obbiettivo il riposizionamento del Gruppo BNL nella nuova
realtà economica e sociale del paese, rifiutando con fermezza la politica
delle dismissioni fini a sè stesse, e la logica di un lento ed
inesorabile ridimensionamento.
Le nuove linee di sviluppo del Piano Industriale debbono essere
costruite in un rapporto interattivo con il mercato attraverso la
costruzione di flussi informativi leggibili e circolari, capaci di
produrre condivisione ed operare
aggiustamenti in corso d’opera. Occorre,
soprattutto, ripartire da: “cosa siamo, cosa sappiamo fare, quali mezzi
abbiamo a nostra disposizione e cosa abbiamo da offrire al mercato”,
senza i voli pindarici dei passati Piani Industriali. Solo in questo modo
sarà possibile coniugare le prospettive di una diversa e più articolata
collocazione nel mercato, con una praticabile politica organizzativa,
gestionale e formativa. Occorre “RIDARE CERTEZZE”. Solo seguendo questa parola d’ordine è
possibile creare quel clima di fiducia e di tranquillità di cui hanno
bisogno tutti i dipendenti della BNL e per far questo, occorre realizzare
un modello articolato di confronto che conduca al superamento
dell’attuale “modello” emergenziale, la cui massima rappresentazione
si basa su un’esasperazione dei rapporti tra le strutture e tra gli
individui. Come Sindacato, alla luce del confronto con l’A.D. e delle sue affermazioni relative al modello di relazioni sindacali che s’intende realizzare in BNL, riteniamo, da subito, aprire un confronto a tutto campo partendo dagli elementi di debolezza già, da tempo, identificati: le nuove Aree Territoriali, la riorganizzazione della Direzione Centrale e il funzionamento della Macchina Informatica, e contemporaneamente rilanciare un momento di verifica contrattuale sugli inquadramenti e sui modelli di sistema incentivante e premiante. Alla luce di questa situazione è indispensabile che ognuno faccia la propria parte, nel rispetto del proprio ruolo, ma che soprattutto il gruppo dirigente si assuma per intero le sue responsabilità interpretando il proprio ruolo senza reminiscenze burocratiche e con l’autorevolezza e la capacità innovativa che richiede il momento. A
conclusione dell’incontro, il Sindacato alla luce dei precedenti
confronti e dello scenario politico sud-americano, ha invitato,
nuovamente, la BNL ad uscire dal consorzio per la costruzione
dell’oleodotto OCP in Ecuador, dismettendo la propria quota. Una scelta
di civiltà, che si propone anche di aprire un dibattito sui modelli ed i
criteri d’intervento finanziario sulle aree protette e ad interesse
planetario. Roma, 4
novembre 2002
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