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opo gli scontri dei mesi scorsi, dovuti essenzialmente alle tematiche retributive e la loro positiva soluzione, fra le Organizzazioni Sindacali e ABI è stato definito un percorso di confronto nel quale fra gli altri argomenti è stato inserito quello della soluzione ai problemi applicativi del CCNL dell’11/7/’99.
Fra gli argomenti che non hanno trovato una giusta applicazione delle
norme, spicca per importanza innanzitutto quello dell’Area dei Quadri
Direttivi.
L’indagine effettuata nei mesi scorsi dalla FABI, aveva evidenziato
con assoluta chiarezza, il forte disagio che oggi si vive in categoria, a causa di una distorta
applicazione delle norme relative all’introduzione e alla gestione del rapporto
di lavoro dei Quadri Direttivi.
Gli argomenti che formano il contenzioso sono tanti ed estremamente
importanti, vedi: il riconoscimento delle prestazioni aggiuntive per i Q.D.1 e
i Q.D.2, la mancanza in quasi tutte le aziende di chiari percorsi
professionali, il lavoro per obiettivi, l’assegnazione dei Ruoli Chiave, la
mancanza di chiare declaratorie ecc… .
È probabilmente vero che non ci si poteva aspettare una immediata
perfetta introduzione dell’Area. Era scontato che numerosi problemi sarebbero
sorti per l’interpretazione delle norme e per l’introduzione di una vera e
propria nuova cultura sia da parte del
sindacato che delle direzioni del personale.
Ciò che ha stupito però, e che diciamolo francamente non ci aspettavamo, anche dopo alcuni richiami di ABI alle associate, è l’uniformità pressoché generalizzata degli atteggiamenti tenuti dalle aziende in proposito. Un’univocità di interpretazione che lascia pensare ad un indirizzo comune soprattutto verso la totale chiusura al confronto e conseguentemente alla ricerca di accordi. Tutto ciò nello spirito di prendere tutto e subito, che da sempre ha contraddistinto le nostre aziende. È prevalsa dunque la vecchia logica delle politiche del piccolo cabotaggio, per raggranellare qualche guadagno oggi senza pensare al dopo.
Sostanzialmente è stata univocamente ignorata la politica sollecitata
dalle norme contrattuali delle soluzioni condivise, per ricercare invece
quella delle scelte unilaterali, che comunque avrebbe generato delle forti
insoddisfazioni nel sindacato e fra i lavoratori.
Oggi si riparte e c’è da chiedersi quale sarà il comportamento di ABI,
è chiaro che nessuno di noi riesce ad immaginare in questa fase un accordo su
tutta la materia, ma c’è da auspicare almeno un accordo sui punti più
importanti, per poter poi rivedere tutta la materia in sede di contrattazione
collettiva.
Vorremmo solo rammentare ad ABI che i Quadri Direttivi nel futuro
rappresenteranno il 50% dell’intera
categoria dei bancari e che il sindacato non è certamente disponibile ad
abbandonare qualsiasi possibilità di difenderne i diritti.
Probabile futura
suddivisione della categoria dei bancari
La FABI in più occasioni, lo ha detto con estrema chiarezza che, visto
come si è voluta introdurre l’Area,
vanno riconsiderati gli
stessi presupposti della sua
introduzione, primo fra essi un nuovo sistema di relazioni fra le OOSS e le
Aziende essenziale per rilanciare una concreta tutela dei diritti di una
categoria alla quale le aziende sempre più richiedono competenze,
responsabilità e disponibilità, offrendo spesso in cambio forti disattenzioni
se non addirittura umiliazioni.
Ci auguriamo che le organizzazioni sindacali si muovano in modo
univoco, non per difendere gli interessi di una sola parte dei bancari, ma per
riaffermare il principio che deve voler giustamente ripagate le professionalità
e le disponibilità di questa categoria che, come detto, si avvia a divenire la parte più numerosa
fra i lavoratori del credito.