RISPARMIO ENERGETICO
Il
risparmio energetico è una pratica che non attira la attenzione e il consenso
popolare come le energie alternative ma che invece è decisivo per uno sviluppo
sostenibile. Le energie alternative ancora non possono sostituire le fonti di
energie tradizionali per quel che riguarda la domanda energetica. In
particolare se ci concentriamo sulla produzione di energia elettrica il
problema è duplice: in generale le fonti energetiche non sono sempre
disponibili ed aleatorie e soprattutto la energia non è immagazzinabile. Oggi
la produzione di energia elettrica è gestita e coordinata dal GRTN (Gestore
Rete Trasmissione Nazionale) il quale prevede la domanda di energia elettrica
istantanea e decide quanti e quali siti di produzione energetica (centrale
termoelettriche a vapore, a carbone e turbogas) si debbano mettere in funzione
e in che misura e quali debbano fermarsi. Da questo scenario si evince la
necessità di produrre energia elettrica in modo preciso e flessibile, cosa che
ancora non può essere assicurata completamente dalle energie alternative. Tutto
ciò spiega la necessità di effettuare un risparmio energetico serio e
ponderato, per aumentare le efficienze, diminuire gli sprechi, recuperare
calore ed energia altrimenti sprecata. Tutto questo permetterà al GRTN di
ridurre la produzione di energia elettrica nazionale ed evitare tonnellate e
tonnellate di CO2 e polveri in atmosfera; tutto ciò a beneficio della qualità
della vita.
Il
risparmio energetico può e deve essere attuato in diversi ambiti:
Settore
industriale
Settore
pubblico (trasporti, Enti locali, Uffici, Scuole,ecc.)
Settore
privato (esercizi commerciali, condomini e piccole utenze, famiglie)
Sembrerà
strano, ma i più grandi delitti energetici si compiono dentro le case di ognuno
di noi, dentro i condomini dove le caldaie vecchie (magari ancora a carbone) e
mal gestite, sprechi energetici dovuto a stili di vita sbagliati,
elettrodomestici con bassa efficienza e lampade ad incandescenza e non a basso
consumo energetico, fanno salire vertiginosamente i consumi energetici.
Le fonti di energia si possono
classificare in tre grandi tipologie:
La cogenerazione è una strategia
di risparmio energetico con utilizzo dell'energia scaricata inutilmente:
Vi è uno spreco enorme nei R.S.U.:
potenzialmente disponibili dal
punto di vista termico, non utilizzati.
La cogenerazione è una tecnologia
che consente di produrre simultaneamente energia elettrica e termica da
un'unica sorgente di energia primaria, rendendo possibile un risparmio di
combustibile dell'ordine del 44%. Facciamo un confronto fra la produzione
separata di energia termica ed elettrica e la produzione combinata, con
cogenerazione.
Produzione separata
Produzione combinata
Schema di principio di un
motore alternativo a metano con recupero di calore a due livelli termici.
La tecnologia utilizzata è
diversa, a seconda della potenza in esame.
Tecnologia |
Gamma di potenza |
Motore a Ciclo Otto |
0.02 - 5 Mw |
Motore Diesel |
0.1 - 30 Mw |
Turbina a Gas |
0.4 -130 Mw |
Turbina a Vapore |
0.5 -150 Mw |
Cicli combinati |
5 Mw |
La cogenerazione è assimilata
alle fonti rinnovabili d'energia dall'art.1 della Legge 10/91.
Il provvedimento CIP n.6/92 ha
posto la condizione per l'ammissibilità nel valore dell'indice energetico
dell'impianto Ien.
Condizioni tecniche generali per
l'ammissibilità.
CIP 6/1992
ENERGIE ANNUALI
Ec = consumo di combustibile
Ee = produzione elettrica
Et = produzione termica
Ien
= Ee/Ec + 1/0,9 x Et/Ec - a >= 0.51
a
= [ 1/0.51 – 1] x [ 1 - Ee/Ec ]
equivalente
Ee/Ec + 0.5667 x Et/Ec >= 0.51
L'energia elettrica autoprodotta
in eccesso può essere ceduta all'Enel, con i prezzi e le condizioni stabilite
da:
Tali normative
stabiliscono la convenzione tipo, i prezzi e le condizioni per la cessione, e
la compatibilità con il parco di generazione, la rete nazionale e i programmi
di sviluppo.
La situazione
attuale:
Cogenerazione
(grossa taglia, 50 Mw) --- 5000 Mw installati
Cogenerazione
(taglia media,fino a 40/50 Mw) --- 2284 Mw installati
Cogenerazione
(piccola taglia, < 1 Mw) --- 81 Mw installati
prevalentemente nel settore
industriale.
Fornitori di Motori e Gruppi di Cogenerazione presenti in Italia
JENBACH
ALCATEL FACE (ex Cet)
TOPGEN (ex Ergen)
C.G.T. (Cat)
MAIA (Cat)
ALTERTECNO (Avoni)
TESSARI
CEFLA
TECNOENERGIA
BERICAR
SPARK ENERGY
T.TEMA
U.MATTEI
V.TELECOGEN
W.CPL - Concordia
X.JACOROSSI
BIKLIM (TOTEM)
ELETRONIC SOLAR
WARTSILA
TOTAL POWER SYSTEM (Waukesha)
SACM UNIDIESEL
FIAT AIFO - IVECO
GMT - (Grandi Motori Trieste - Fincantieri)
VM (Finmeccanica)
Contributi
Le direttive della legge 10/91
sono contenute nel D.M.I.C.A. del 15/2/91 (G.U. n. 46 del 23.2.1991).
Contributi in conto capitale fino
ad un max del 50% dell'intervento.
Secondo le direttive della Legge
64/86:
Contributi fino al 40%, cumulabili
fino al 75% con la legge 10.
Finanziamenti della B.E.I. a tasso
agevolato, fino al 50%.
Contributo ENEL per il
rifasamento, riferito ad ogni KVAR.
IL PROVVEDIMENTO CIP n. 6 DEL
1992.
Questo meccanismo premia il KWh prodotto
da terzi e ceduto alla rete elettrica nazionale quando questo sia prodotto da
fonti rinnovabili, da rifiuti o da impianti ad alta efficienza (in
cogenerazione):
In questi due anni di attuazione
il Provvedimento CIP
Incentivi Comunitari
PROVVEDIMENTO CIP
Giugno 1992
Graduatoria di priorità
1.
Impianti
che utilizzano fonti rinnovabili propriamente dette;
2.
impianti
alimentati da fonti assimilate con potenza elettrica fino a 10.000 KW;
3.
impianti
atti ad utilizzare carbone o gas prodotto dalla gassificazione di qualunque
combustibile o residuo;
4.
impianti
destinati esclusivamente a funzionamenti in emergenza;
5.
Impianti
maggiori di 10.000 KW, che utilizzano combustibili di processo o residui non
altrimenti utilizzabili, sia per ragioni tecniche che economiche, con impiego
di combustibili fossili nella quantita' strettamente indispensabile
all'utilizzo degli stessi combustibili di processo o di residui;
6.
Impianti
che utilizzano fonti fossili esclusivamente da giacimenti minori isolati;
7.
Altri
impianti, maggiori di 10.000 KW, ordinati in funzione dell'indice energetico,
di cui al provvedimento CIP N.6 del 1992.
Intervento Pubblico
Nazionale:
Regionali:
Settore domestico:
Elenco dei settori di applicazione
della cogenerazione:
1.
Edifici
pubblici (ministeri, Municipi, etc)
2.
Edifici
privati (banche, Assicurazioni, etc)
3.
Ospedali
4.
Scuole
5.
Piscine
6.
Impianti
sportivi
7.
Grande
distribuzione (centri commerciali, supermercati, grandi magazzini)
8.
Teleriscaldamento;
9.
Depurazione
delle acque;
10.
Discariche;
11.
Industria
delle materie prime;
12.
Industria
manifatturiera;
13.
Industria
alimentare;
14.
Agricoltura;
15.
Altri.
Allegato al D.P.R. 412
Tecnologie di utilizzo delle fonti
rinnovabili di energia o assimilate elettivamente indicate per la produzione di
energia in specifiche categorie di edifici di proprietà pubblica o adibiti ad
uso pubblico
Impianti con pannelli solari piani
per produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari destinati ad
abitazioni civili case di pena, caserme, collegi, conventi, comunità religiose,
siti in località con irradianza media annuale su un piano orizzontale maggiore
di 150 W/mq.
Pompe di calore per
climatizzazione estiva-invernale nei casi in cui il volume climatizzato è
maggiore di 10.000 mc (valutare anche eventuale azionamento delle pompe di
calore mediante motore a combustione interna
Refrigeratori con recupero per
climatizzazione di grossi centri di calcolo;
Impianti di cogenerazione di
energia elettrica e termica per strutture ospedaliere con oltre duecento posti
letto (considerare anche possibile abbinamento con macchine frigorifere ad
assorbimento nel caso di potenza elettrica in cogenerazione maggiore di 500
KW);
Pompe di calore destinate a
piscine coperte riscaldate per deumidificazione aria ambiente e per
riscaldamento aria ambiente, acqua vasche e acqua docce;
Pannelli solari piani per
riscaldamento dell'acqua delle vasche delle piscine;
Pannelli solari piani per
produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari destinata a docce in
impianti sportivi con particolare riferimento ai campi all'aperto.
Riportiamo infine quattro tabelle
ove sono evidenziati, in maniera sintetica gli adempimenti da effettuare.
Tabella 1
Ente |
Adempimento |
Oggetto |
Tempo indicativo (mesi) |
Esito |
CIPI Legge 9/91 art. 22 |
richiesta (1) |
progetto di investimento |
3 (perentorio) |
delibera CIPI di autorizzazione |
Min.
Industria |
comunicazione
+ dichiarazione giurata
(Ien >= 0.51) |
cogenerazione
e assimilabilità |
2 |
Min.
Industria: determina indice energetico, comunica impresa e cassa conguaglio |
Enel
- Utif Legge 9/91 art. 22 |
comunicazione |
cogenerazione
e assimilabilità |
--- |
--- |
Min
Industria Min. Ambiente Min. Sanità Comm. Intermin. Regione D.P.R. 203/88 art.17 Accordo Procedimentale
10.4.91 |
domanda
+ perizia giurata per emissioni (2) |
inquinamento
atmosferico |
6 - 8 |
decreto
di autorizzazione del Min. Industria |
1-solo per investimenti 20
miliardi (nuovi impianti), 8 impianti (ampliamenti) 2-Per gli impianti a inquinamento
poco significativo è sufficiente una comunicazione al Min. Industria
Per impianti a metano < 3 Mw basta una comunizìcazione al M.I.C.A.
Tabella 2
Ente |
Adempimento |
Oggetto |
Tempo indicativo (mesi) |
Esito |
ENEL (nel caso di solo autoconsume
le procedure sono semplificate) |
rich. allacciam. relazione conv. Prelim. altri (1) |
cessione |
6 - 12 |
stipula della
convenzione tra ENEL e
impresa |
Comune |
domanda
(2) |
solo
per nuovo edificio o aumento volumetria |
2 - 24 |
rilascio
della concessione edilizia |
ISPESL Legge 47/85 art. 26 solo comunicazione se non
viene costruito edificio |
domanda |
impianti
in pressione |
--- |
certificato di omologazione |
Vigili
del fuoco |
domanda domanda |
esame
del progetto certificato prevenzione
incendi |
1 - 2 1 - 2 |
approvazione
del progetto rilascio del certificato |
(1) Stipula di altri
contratti specifici con ENEL; eventuali altre pratiche presso CIP e Min.
Industria per prezzo di cessione
(2) Nel caso di sole opere interne è sufficiente una semplice comunicazione
Tabella 3
Ente |
Adempimento |
Oggetto |
Tempo indicativo (mesi) |
Esito |
Min. Industria |
domanda
PT 10 MWT PE 3 MWE |
contributo in conto capitale Legge 10/91 artt.11 e 12 |
12 - 24 |
decreto del Min. Industria |
Regione |
domanda PT < 10 MWT PE < 3 MWE |
contributo in conto capitale Legge 10/91 artt. 8 e 10 |
12 - 24 |
Provvedimento
regionale |
USL |
notifica denuncia denuncia |
nuovo
impianto prima dell'inizio dei lavori protezione contro scariche
atmosferiche impianti di messa a terra |
___ ___ |
verbale di verifica verbale di verifica |
Tabella 4
Ente |
Adempimento |
Oggetto |
Tempo indicativo (mesi) |
Esito |
UTIF |
deneuncia (1) |
officina elettrica |
___ |
compilazione del verbale di verificazione |
___ |
___ (2) |
inquinamento acustico (rispetto dei limiti) |
___ |
___ |
SNAM
o azienda distributrice |
richiesta |
fornitura
di gas |
___ |
stipula di contratto (3) |
Regione Comune Min. Industria Min. Ambiente Min. sanità |
notifica
(4) |
messa
in servizio |
___ |
___ |
1.
La
licenza deve essere rinnovata ogni anno
2.
Vi è obbligo
di osservare la normativa, ma mancano adempimenti formali
3.
Per
utenze civili i prezzi sono regolati dai Provvedimenti CIP
4.
La
notifica deve essere inviata almeno 15 giorni prima della messa in servizio
Cogenerazione e DPR 412:interventi di energy-saving
Nel corso dei secoli l'evoluzione
del pensiero ed il progresso scientifico-tecnologicohanno migliorato di molto
la qualità della vita, ma la saggezzadell'uomo moderno è certamente posta in
discussione se si rifletteper un attimo allo spreco di energia che si verifica
ogni giorno sul nostropianeta.
Nelle centrali termoelettriche l'energia primaria del combustibileviene
utilizzata soltanto al 3840% per produrre energia elettrica, mentrela restante
parte del 62-60% quasi sempre si perde e non viene recuperata.Così la
potenziale energia termica contenuta nei rifiuti solidiurbani quasi sempre non
viene utilizzata in alcun modo. Gli esempi di questisprechi sono molteplici ed
un modo di risparmiare energia è quellodi aumentare i rendimenti, riutilizzando
le 8randi quantità di energia,che vengono invece inutilmente scaricate.
La cogenerazione e il DPR 412/3. La cogenerazione è una tecnologiache consente
di ottenere questo risultato di simbiosi di più processicon macchine "ad
energia totale", che producono simultaneamente energiaelettrica ed energia
termica da un'unica sorgente di energia primaria.
Confrontando la produzione separata di energia termica ed energia elettricacon
impianti convenzionali e la produzione combinata con gruppi di cogenerazione,si
ha mediamente un risparmio del 44% di energia primaria di combustibile.Nello
stesso tempo viene salvaguardato l'aspetto ecologico sia perchèle emissioni
inquinanti sono ridotte notevolmente, sia perché inalcuni gruppi di
cogenerazione esistenti sul mercato viene utilizzato comecombustibile il gas
tratto da biomasse.
Il D.P.R. 412 del 26108/93, al punto E3 dell'allegato D (comma 1 8dell'art. 5),
prescrive al progettista di valutare l'utilizzo della cogenerazione.Vale
certamente la pena di effettuare un'analisi di fattibilitàperché il recupero
degli extracosti dell'impianto di cogenerazionerispetto ad un impianto
convenzionale è, mediamente, inferiore altempo di pay-back prescritto dall'art.
5 comma 16 del D.P.R 412, perchéla tecnologia cogenerativa disponibile sul
mercato è ormai in fasemolto avanzata e sicura.
Il Flow-chart progettuale si puo sintetizzare in tre fasi,
strettamentecollegate:
I) Normativa tecnico-legislativa.
II) Diagnosi energetica.
III) Studio di fattibilita e progettazione dell'intervento.
1) Normativa
tecnico-legislativa
Viene elencata in ordine cronologico la normativa cui far riferimentonel
percorso progettuale e nella fase degli adempimenti legislativi:
Decreto del 20/07/1939 - Norme per strutture ospedaliere
- D.P.R 27/04/1955 n. 547.
- Circolare del Ministero dell'lnterno n. 31 del 1978 che riguardanorme di
sicurezza per impianti di autoproduzione.
- Legge 406 del 1980 sulla prevenzione incendi nelle attivitàal berghiere.
- C.M.I. N° 835114122 del [982 sulla normativa antincendio nelleattività
ospedatiere.
- Norme CEI 34-22 del 1983: parte IIa. - Legge N° 818 del 07/12/1984e normativa
seguente.
- Norme CEI 11-20 del 4 sugli impianti di autoproduzione fino a 3000Kw.
Norme CEI 64-8 del 1987 variante V5 del 91.
- Norme CEI 64-50 del sugli impianti elettrici nell'edili residenziale.
- Schede d'impiantistica eleca CEI gruppo 2 per le applicazi terziarie.
- Legge N° 46 del 1990 e D. F 447192.
- C.M.I 13148/4188 sull'istallazione dei gruppi cogenerazione.
- Norme CEI 64-2 e 64-4 1990.
- Legge 9/91 (artt.20 e 22) L ge 10/91 (artt. l-8-9-10-13)
- Decreto M.I.C.A. 15/02/1c (direttive alle Regioni per i cor butidella legge
10).
- Decreto M.I.C.A. 15/02/19.
- Circolare M.I.C.A. 21 9/F 02/03/1992.
- Delibera C. I. P. del 29/ 1992.
- D.P.R. 412 del 26/08/1993; decreto M.I.C.A. del 13/12/1993 -
CircolareM.I.C.A. del 23, 1993.
II) Diagnosi energetica.
La diagnosi energetica si concretizza nell'individuazione degli sprechidi
energia termica o elettrica e della terapia costituita da specificiinterventi
di energy-saving.
La diagnosi andrà fatta sulla base di un'accurata analisi deidati raccolti a
tavolino, ma sopratto rilevati da un sopralluogo tecnicosul posto, effettuato
sui due percorsi reali dei flussi energetici termicoed elettrico dal punto di
produzione (o di alimentazione) al punto di utilizzazione.
Per l'energia elettrica si potrebbero così individuare sprechidi energia per
contratti di fornitura inadeguati insufficiente
rifasamento,sovradimensionamento di trasformatori e di utilizzatori nel
funzionamentoattuale, impianti elettrici ed utilizzatori non più adeguati
allemoderne tecnologie di energy-saving ecc.. Per l'energia termica si
potrebberoindividuare cause di spreco in contratti di fornitura e/o
combustibiliinadeguati, coibentazione termica insufficiente,
sovradimensionamento deigeneratori di calore e degli utilizzatori, generatori
di calore ed utilizzatoriobsoleti e/o con rendimenti troppo bassi, manutenzione
inadeguata, recuperidi calore non effettuati, ecc..
Eventuali processi di lavorazione esistenti vanno rivisti ed adeguatialle
moderne tecnologie di energy-saving.
Raccolta dei dati
E' indispensabile rilevare i seguenti dati con la fattiva collaborazionedel
responsabile tecnico della committenza.
Energia elettrica
- Schema elettrico dell'impianto con i valori delle potenze utilizzatee del
tempo di utili7zo giornaliero nell'arco di un mese e per un periodoannuo.
- Contratto di fornitura ENEL, prezzo del KWh, valore del sovrapprezzotermico,
delle imposte e del corrispettivo di potenza.
- Dati Enel delle misure mensili per il periodo di uno/due anni: potenzaattiva
massima energia attiva - energia reattiva, fattore di potenza.
- Analisi ed individuazione dei periodi temporali di funzionamentodei carichi
elettrici nell'arco del mese e per un periodo annuo. Tali dativanno collegati
con i dati elettrici del punto precedente, anche tramiteuna tabella che
consenta poi di ricavare i diagrammi del carico elettricogiornaliero, mensile e
annuale (potenza elettrica in funzione del tempo).Volendo procedere in maniera
sperimentale con risultati più esatti,riscontrati direttamente sull'impianto, è
possibile utilizzare un'attrezzaturaabbastanza diffusa sul mercato:
analizzatore di energia a microprocessore,che può essere inseritodirettamente e
stabilmente sull'impiantoper ri}evare automaticamente il diagramma temporale
del carico elettricoed altre grandezze.
Energia termica
- Contratto di fornitura del metano, già esistente o da effettuare,con i valori
del costo a Nm 3 e dei costi accessori.
- Consumi e costi mensi!i di combustibile (metano o altro combustibile)per il
periodo di un anno.
- Schema dell'impianto termico esistente con i dati di targa dellecaldaie, lo
sviluppo della rete termica, i valori delle potenze termichedegli utilizzatori
e del tempo di utilizzo giornaliero, nell'arco mensilee per un periodo annuo.
- Rilievo del diagramrna di carico termico giornaliero, mensile ed annuale
(potenza termica in funzione del tempo).
Individuazione degli interventi
Da uno studio analitico dei dati rilevati e descritti in
precedenza,s'individuano gli sprechi d'energia élettrica e termica ed i
tipid'intervento più semplici ed economici per risparmiare energia,come quelli
già elencatì all'inizio.
Soltanto dopo queste verifiche è corretto prendere in
considerazionel'intervento cogenerativo.
III) Studio di fattibilita' e
progettazione dell'intervento
Scopo dello studio di fattibilità è quello di dimostrarela convenien7a
dell'istallazione del gruppo di cogenera_ione secondo icriteri dell'art. 5, comma
16 del D.P.R 412/93.
I requisiti generali necessari per tale convenienza, già esistonoper gli
ospedali, cliniche e case di cura indicati nell'allegato D al comma18 e cioè:
- adeguata domanda di energia elettrica;
- adeguata domanda di calore a bassa temperatura;
- numero elevato di ore di contemporaneità della richiesta dienergia termica ed
elettrica.
Dimensionamento e scelta dei gruppo di cogenerazione.
Il dimensionamento più conveniente dal punto di vista economicoattribuisce al
gruppo di cogenerazione il compito di erogare una potenzaelettrica PE pari alla
base del diagramma di carico elettrico, e quindi almeno pari al 20% in più
della potenza elettrica minima richiesta dall'utenza nei vari periodi
dell'anno, mentre la rete ENEL erogheràil surplus del fabbisogno elettrico. Per
il settore considerato (ospedali,cliniche, case di cura) esistono sul mercato
motori primi a gas metanoa ciclo otto (tra 100 KW e 2000 KW), oppure motori
DIESEL per le zone sprovvistedi gas metano.
In base alla potenza elettrica PE prima individuata ed al tipo di
combustibile,si sceglie il gruppo di cogenerazione tra i modelli esistenti sul
mercato.
La potenza termica erogata in uscita dal gruppo è pari a: PT=ITPE dove IT è
l'indice termico che varia, ad esempio, tra 1,2 e1,8 per i motori a gas metano,
valori specificati dalla Ditta costruttriceanche per gli altri modelli &
gruppi cogenerativi.
Poichè il dimensionamento più conveniente del gruppoprevede che la potenza
termica cogenerata venga tutta utilizzata, èbene verificare dai dati raccolti
in sede di diagnosi che la potenza termicaPTG del gruppo sia inferiore o uguale
alla potenza termica PTU richiesta dall'utenza.
Individuato il modello disponibile sul mercato si può risalirea tutti i dati
necessari per lo studio di fattibilità, poichèla ditta costruttrice li fornisce
in dettaglio, ad esempio: la potenzatermica introdotta, il consumo orario di combustibile,
la potenza termicaed elettrica in uscita, il rendimento dell'alternatore, la
velocitàe coppia al I 'asse del motore primo, i m3/ora di acqua calda prodottaa
70/80°C, ecc..
Le ore di contemporaneità annue e quindi il periodo di erogazionesimultanea di
energia termica ed energia elettrica si ricavano dai dati rilevati in sede di
diagnosi.
Il contratto di fornitura ENEL ed eventualmente il contratto SNAM,ove esista,
devono essere ridimensionati, poichè il gruppo di cogenerazionefornisce una
data potenza elettrica PEG ed una data potenza termica PTG.
Studio di fattibilità
Avendo a disposizione i dati necessari, si può effettuare oralo studio di
fattibilità secondo un diagramma di flusso, le cuifasi sono di seguito
specificate.
1. Calcolo del costo annuo dei KWh prelevati dalla rete ENEL e da
gruppielettrogeni, in assenza di cogenerazione: C . A . Kwh . s . c 2.
Calcolodel costo annuo, dei Kwh in presenza di cogenerazione prelevati dalla
reteENEL, compreso il costo aggiuntivo del contratto di soccorso ENEL per
iguasti accidentali ed i periodi di manutenzione programmata: C . A . Kwh. c .
c
3. Calcolo del costo aggiuntivo annuo per il consumo di combustibiledel gruppo
di cogenerazione, C . A . A . C, tenendo conto nel calcolo delleseguenti
detrazioni:
- defiscalizzazione per i Kwh autoprodotti (solo per il metano );
- costo del combustibile risparmiato ed equivalente all'energia termicaprodotta
dal gruppo;
- agevolazioni tariffarie per il costo del metano, espresse in riferimentoai
KWh aUtoprodotti. 4. Calcolo del costo annuo di manutenzione del gruppo,C,A.
M.G . .
5. Calcolo del costo annuo d'imposta U.T.I.F. per i KWh autoprodotti.Per lo
studio di fattibilità per impianti a metano la SNAM èdisponibile a concedere un
contributo fino ad un massimo del 50%, qualoral'impianto venga realizzato.
Inoltre
- nell'istruttoria delle pratiche per l'ottenimento dei contributiprevisti
dalla legge n° 10/91 e dalla legge 64/86, che sono cumulabilicon altre incentivazioni
a carico del bilancio dello Stato fino al 75%dell'investimento complessivo;
- nell'individuazione dei finanziamenti più idonei (Banca Europeaper gli
investimenti che eroga prestiti a tasso agevolato fino ad un massimodel 50% per
7-12 anni, mutui bancari, ecc.).
Convenienza economica
dell'investimento.
Per valutare la convenienza economica si calcola il PAY-BACK PERIODed il
V.A.N., utilizzando i dati precedenti;
PAY BACK PERIOD = costo d'investimento/beneficio netto annuo
Il costo dell'investimento è il costo del gruppo di cogenerazione"chiavi
in mano". Il beneficio netto annuo si ricava dalla formula:
BN .A= CAKwhsc -CAKwhcc-CA.A.C.-CAMCC,UTIF+-RAKWhA
ove RAKwhA. è il ricavato annuo per i KWh autoprodotti in eccessoe vend uti al
I ' EN EL e C. =UTIF è il costo dell'imposta U.T.I.F.sui Kwh annui
autoprodotti.
Il pay-back period calcolato deve essere nei limiti previsti dall'art.5 comma
16 del D.P.R. 412/93 riferito agli impianti termici di nuova
istallazione,nonchè per quelli sottoposti a ristrutturazione.
Analisi di redditività.
Costo dell'investimento, beneficio, annuo sui costi di esercizio, incrementonel
tempo del costo dell'energia, tasso d'inflazione, tasso di sconto deldenaro e
vita economica dell'impianto sono i parametri principaìiper sviluppare
l'analisi di redditività col metodo dei "flussi dicassa scontati",
oppure col metodo più rapido del V.A.N., cosìcalcolato: V.A.N.= Bn.a . x
FATTORE ANNUALITA' - COSTO INVESTIMENTO
ove il fattore di annualità è tabellato in funzione deglianni di vita economica
dell'impianto e del tasso reale di attualizzazione.
Collegamento con la rete pubblica e schema dell'impianto
Il collegamento del gruppo di cogenerazione in parallelo con la retepubblica si
effettua per ottenere i seguenti vantaggi:
1. Migliore qualità dell'energia prodotta per la maggiore stabilitàdeDa
tensione e della frequenza e per la maggiore potenza di corto circuitodella
rete pubblica rispetto a quella del gruppo di autoproduzione.
2. Maggiore stabilità di funzionamento del gruppo di autoproduzionecon minori
sollecitazioni meccaniche e termiche per il motore pnmo.
3. Modifiche trascurabili aD'impianto elettrico esistente dell'utenzae maggiore
affidabilità per la presenza di due sorgenti di alimentazione.
Il collegamento alla rete pubblica è effettuato secondo le normetecniche
congiunte CEIENEL, CEI 11-20 ed ENEL DV 1603, ove viene specificatoanche il
tipo di protezione d'interfaccia richiesto a seconda della potenzae del tipo di
generatore. Quando si manifesta un'interruzione dell'alimentazioneENEL, per
qualsiasi motivo, la protezione d'interfaccia stacca rapidamenteil sistema di
autoproduzione dal parallelo sia per evitare d'inviare sullarete ENEL apporti
di energia dannosi, sia per evitare al gruppo di cogenerazionedi subire le
conseguenze dei guasti della rete pubblica e, soprattutto,per riprendere
l'alimentazione di rete in condizioni ottimali di sincronizzazione,evitando
così forti sollecitazioni alle macchine ed alI'impiantoelettrico.
Caratteristiche costruttive
Anche se il gruppo deve essere realizzato dalla ditta produttrice secondole
norme tecniche di legge, è opportuno verificare almeno i seguenti aspetti
costruttivi.
- Calcoli di verifica per la coppia massima al traferro della macchina
elettrica e per il funzionamento del motore primo secondo le prescrizionidella
norma CEI 1 1-20 capitolo 5 sez.3, così da sopportare eventualisollecitazioni
meccaniche derivanti dal parallelo con la rete pubblica.
- Verifica sulle dimensioni del generatore sincrono secondo le
pre9clizionidella variante alla norma CEI 11-20, per le macchine che devono
funzionarein isola, oppure isola/parallelo come nel nostro caso.
Sn>l,l (1/0,9) . h . Pm> Sa ove Sn= potenza nominale del generatore(KVA),
Pm = potenza all'asse del generatore (KW), h = rendimento generatore,
0,9= fattore di potenza convenzionale,
Sa = potenza apparente dei carichi alimentati in isola.
Il committente è tenuto a fornire lo schema dell'impianto d'utenza e dei dati
elettrici caratteristici .
Quadro di comando e di controllo
Secondo le norme CEI 11-20 Cap. 4 Sez. 1. Tale quadro deve essere istallato in
un locale separato ed in prossimità del gruppo di cogenerazione.Le Ditte
costruttrici dei gruppi di cogenerazioni forniscono anche tale quadro che è
essenziale per avere un'automazione efficiente delservizio, ed è bene
verificare che nel quadro sia no previsti iseguenti apparati, insieme ad altri
accessori.
- Dispositivi specifici di protezione e controllo del motore primaper
salvaguardare la sicurezza del regolatore di velocità secondoper man tenere
costante la frequenza.
- Protezioni elettriche del generatore sincrono secondo le prescrizionidelle
norme CEI 1120.
- Protezioni d'interfaccia con la rete ENEL secondo le prescrizionidelle norme
CEI 1120 ed ENEL DV 1603.
Sistema di sincronizzazione e risincronizzazione automatica per realizzare il
parallelo automatico con la rete.
Regolazione automatica di scambio minimo con la rete.
Regolatore automatico della tensione dell'alternatore
Regolatore della potenza attiva tramite ripartitore di carico e modulatore di
potenza. Regolatore di potenza reattiva e fattore di potenza.
Regolazione termica, con comando diretto dal PLC, della valvola a tre vie dello
scambiatore di calore recupero.
Regolazione termica, comandata dal PLC, programmato opportunamente,con by-pass dello
scambiatore termico e con avvio dei fumi di scarico direttamenteal camino.
Contatore UTIF per la contabilizzazione energetica.
Controllore programmabile (PLC) a microprocessore che garantisce
l'automazionenella gestione automatica dell'avviamento, dell'arresto e fuori
servizio,dei blocchi di sicurezza, parallelo rete, funzionamento in isola per
cadutarete, ripristino rete, coordinamento delle regolazioni e delle
protezioni,regolazione e gestione della energia terrnica, regolazione e
gestione dell'energia elettrica, misure di controllo e allarmi.
Considerata la complessità delle grandezze in gioco e la lorovariabilità è
indispensabile una programmazione accurata del PLC che realizzi insieme a tutti
i dispositivi specifici un'automazione completa ed affidabile.
Conclusioni
Da un'indagine ENEA del 1988 sulla situazione della cogenerazione
nell'EuropaOccidentale è risultato che 11talia è al terzo posto conuna
produzione di 13,7 TWh (13,2 TWh nell'industriale 0,5 nel civile)
precedutadalltOlanda con20,5 Twh (10+ 10,5)edalla Germania Occidentale con 44
TWh(30,5 + 13,5). Si vede quindi che nel settore civile italiano siamo
agliinizi di uno sviluppo che certamente si farà sentire nei prossinlianni,
considerato l'orientamento europeo e mondiale in tal senso, gli incentiviintrodotti
dalla legge n° 9 e n° 10 del 1991, il perfezionamentodella tecnologia
cogenerativa, la considerazione che in ltalia l'energiatermica dístribuita a
bassa temperatura (inferiore a
Nicola De Nardi
GRUPPI DI COGENERAZIONE CON MOTORI DIESEL IVECO |
||||||
|
||||||
Modello motore |
Cilindrata
cmimages/image65.gif" WIDTH="9" HEIGHT="19"> |
Potenza introdotta |
Potenza elettrica |
Potenza termica |
||
Kg/h |
Kcal/h |
kW |
Kcal/h |
kW |
||
8210 SI 02 |
13798 |
37.3 |
380460 |
160 |
170000 |
197 |
8210 SRI 25 |
13798 |
45.3 |
462060 |
200 |
190000 |
236 |
8281 SI 15 |
17174 |
56.4 |
575280 |
240 |
258000 |
300 |
8281 SRI 25 |
17174 |
65.3 |
666060 |
280 |
297600 |
346 |
8281 SRI 26 |
17174 |
71.5 |
729300 |
320 |
320000 |
372 |
Gruppo di cogenerazione alimentato a gas Metano JW
212GS.N-LC-11,56 BAR (JENBACHER – BOLZANO) |
Caratteristiche tecniche:
|
Il cogeneratore provvederà ad
erogare l’acqua calda utilizzata nel processo produttivo. La caldaia sarà
utilizzata per la produzione del vapore. |
Caratteristiche di gruppi di cogenerazione |
||||
Tipo di gruppo |
KCal/h |
KW Minimi |
KW Normali |
Combustibile |
Turbina a vapore |
3.100 |
1000 |
100.000 |
Qualsiasi |
Turbina a gas |
1.700 |
500 |
30.000 |
Gasolio/Metano |
Totem |
2.000 |
15 |
15 |
Metano |
Diesel |
1.100 |
60 |
1.000 |
Gasolio/Metano |
Tipo di gruppo |
Costo impianto
Lire x 10images/image67.gif" WIDTH="9"
HEIGHT="19">/kWe |
Temperatura erogazione calore |
Dimensioni convenienti |
Rendimento elettrico |
Turbina a vapore |
1.8/2.5 |
140/200 °C
MAX |
> 100 |
38 % |
Turbina a gas |
0.9/2 |
|
Da |
28% |
Totem |
0.9/2 |
|
Da |
36 % |
Diesel |
1.2 |
|
0.015 |
26% |
Nota. I costi sono riferiti
al 1991. |
Bibliografia
- A Luciano Silveri, Cogenerazione e gestione del calore in Italia,Milano, F.
Angeli Editore
- Cispel, Produzione combinata di energia elettrica e calore, Milano,F. Angeli
Editore -A. LucianoSilveri, teleriscaldamento, Milano, F AngeliEditore
- AA.VV., Produtbvità dell'energia e innovazione nella piccolae media
industria, Milano, F. Angeli Editore.
- A. Giorgio Cortellessa, La questione energetica e l'ltalia, EdizioniAssociati
- Notiziario dell'Enea, Aprile-Giugno 1991. - Notiziario
dell'Enea,Aprile-Giugno 1992 - Promozione tecnica Snam, La cogenerazione con
metano.
- L'istallatore italiano, luglio 1988.
- Automazione, energia, informazione, ottobre 1993.
- Automazione, energia, informazione, marzo 1986.
INTERVENTI DI RISPARMIO ENEGETICO
INTERVENTO DI ENERGY SAVING: SOSTITUZIONE GENERATORE DI CALORE |
Istallazione caldaia (alto rendimento)
Finalità dello studio
Il presente studio si pone
l’obiettivo di valutare la fattibilità tecnico-economica della sostituzione
della caldaia (rendimento 70%) con un’altra ad alto rendimento (rendimento 90
%).
Metodologia
I dati per la verifica economica
sono estratti da un questionario tecnico generale, dal questionario tecnico
guida e dalla diagnosi energetica.
Nell’analisi dei costi si tiene conto
solo del costo iniziale, in quanto i costi di esercizio e di manutenzione sono
uguali, sia nella situazione attuale (caldaia a basso rendimento) che in quella
futura (caldaia ad alto rendimento).
UNITÀ DI MISURA |
|||||
[Potenza]= kW |
[Energia]= kWh |
||||
K = 1.000 =10^3 |
M = 1.000.000=10^6 |
G = 1 Miliardo =10^9 |
|||
1 kWh = 860 kcal |
1 kWh = 3600 kJ |
1kcal = 4,16 kJ |
1 Nmc di metano = 8250 kcal |
||
Caratteristiche tecniche e Calcolo del risparmio energetico |
Situazione esistente e dati in ingresso |
|
Potenza P resa al fluido |
104,65 kW |
Rendimento h |
0,70 |
Ore di funzionamento annue h |
950 h |
Combustibile |
Metano |
Potere calorico del metano |
8250 kcal/mc |
Costo a Nmc |
|
Valutazione |
La caldaia attuale risulta un
po’ sovradimensionata, per cui è sufficiente una caldaia di 93 kW |
Previsione: |
|
Sostituzione del generatore
di calore esistente con altro ad alto rendimento, con le seguenti
caratteristiche: |
|
Potenza P resa al fluido |
93 kW |
Rendimento h |
0,90 |
Valutazione del risparmio energetico |
|
(Energia primaria / anno) consumata prima dell’intervento |
(E.P./Anno) = = 860x950x104,65x0,7 = = 122,14 x 10^6 kcal = 508 GJ |
(Energia primaria / anno) consumata dopo l’intervento |
(E.P./Anno)= = 860 x 950 x 93 x 0,9 = = 84, 24 x10^6 kcal = 351 GJ |
(R.E.P. in un anno) Risparmio di energia primaria in un anno |
(122,14 - 84, 24) x 10^6 kcal = = 37,72 x 10^6 kcal = 157 GJ |
(R.E.P. /12 anni) Risparmio di energia primaria in 12 anni di vita utile |
(37,72 x 10^6) x 12 = = 452,6 x 10^6=1883 GJ |
Valutazione tecnico economica |
|
Il generatore di calore da
sostituire non ha valore residuo, consideratolo stato e il numero di anni di
vita. |
|
Costo dell’investimento |
L. 5.450.000 |
(R.E.P. /Investimento) Risparmio di energia primaria [G J/ML] Investimento |
ID [G J/ML] = = 1883/5,45 [G J/ML] |
Nmc di gas metano risparmiati in un anno |
(37,72 x 10^6) / 8250 = = 4572 Nmc |
(Lire / Anno) Risparmiati |
4572 x 930 = 4.252.000 |
Calcolo del valore attuale netto V.A.N. |
Considerando 12 anni di vita
utile ed un tasso reale di attualizzazione Fa del 5%, ricavato dalla tabella,
si ha: |
V.A.N. = [Beneficio netto
annuo x Fa] – [Investimento] ossia [4.254.000 x 8,86] – [5.450.000] = 32.223.000 Lire |
Calcolo del tempo di ritorno |
Pay Back Period = [Costo investimento / Beneficio netto annuo] P.B.P. = [5.450.000 / 4.252.000]= 1,3 anni |
Conclusioni: Esaminando i risparmi di
energia primaria e delle spese annue di combustibile, si conclude che
l’intervento è vantaggioso. Anche per quanto riguarda le soglie minime
richieste per ottenere il contributo del 30% previsto dall’art. 10 della L.
10/91, i risultati della valutazione tecnico-economica sono positivi, per cui
deve essere compilata la scheda tecnica (IC) prevista dall’ENEA. |
INTERVENTO DI ENERGY SAVING: ADEGUAMENTO DEL FATTORE DI POTENZA E DELLA POTENZA ELETTRICA CONTRATTUALE - PISCINA COMUNALE |
Potenza rilevata di effettivo impegno |
|||
Periodo |
Potenza media |
Potenza minima |
Potenza max |
1994 |
34 |
26,9 |
43 |
[Gen. / Apr. 1995] |
38,4 |
31,2 |
45,6 |
Fattore di potenza mensile rilevato |
|||
Periodo |
Valore medio |
Valore minimo |
Valore max |
1994 |
0,77 |
0,717 |
0,831 |
[Gen. / Apr. 1995] |
0,806 |
0,786 |
0,826 |
Dati di energia attiva rilevati |
|||
Periodo |
kWh/Anno Consumati |
kWh Fatturati |
Data Riferimento |
1994 |
59988 |
--- |
--- |
[Gen. / Feb. 1995] |
27702 |
--- |
--- |
Importo fattura del mese di
Novembre 1994: |
L. 568.225 |
Diagnosi energetica di primo intervento |
|
1 . Somme pagate dal Comune per penali riferite all’anno 1994 |
|
Corrispettivo di potenza |
19100 |
Prezzo del kWh |
58 lire |
KW max disponibili (= kW
contratt.) x 1.25 |
31,25 kW |
Nel 1994 è stata pagata la
seguente penale |
L. 2.143.650 |
2. Somma pagata per deficienza del fattore di potenza (ove < 0.9) |
|
Prezzo del kVARh al di sotto
del 50% dei kWh |
Zero |
Prezzo del kVARh tra il 50%
ed il 75% dei kWh |
62,70 |
Prezzo del kVARh al di sopra
del 75% dei kWh |
81,55 |
Somma pagata per deficienza del fat. di potenza < 0.9 |
L. 2.045.000 |
INTERVENTI PROPOSTI |
1.
Adeguamento
della potenza contrattuale per evitare di pagare la penale per supero di potenza,
bisogna portare la potenza impegnata a 36/38 kW. |
Adeguamento del fattore di
potenza (rifasamento). |
Mese Anno 1994 |
KWh |
kVARh |
COSFP |
PMAX |
TGFP |
TGFD |
KVAR=P (Tgfp-Tgfd) |
|
Gen |
7221 |
6119 |
0,763 |
34,8 |
0,847 |
0,484 |
12,6 |
kVAR |
Feb |
8664 |
5802 |
0,831 |
43 |
0,67 |
0,484 |
8 |
kVAR |
Mar |
5306 |
3858 |
0,809 |
41,9 |
0,726 |
0,484 |
10 |
kVAR |
Apr |
8312 |
6375 |
0,793 |
36,9 |
0,768 |
0,484 |
10,5 |
kVAR |
Mag |
5000 |
3948 |
0,785 |
28,2 |
0,789 |
0,484 |
8,6 |
kVAR |
Giu |
9896 |
8966 |
0,741 |
36 |
0,906 |
0,484 |
15,2 |
kVAR |
Lug |
10800 |
10001 |
0,734 |
28,6 |
0,925 |
0,484 |
12,6 |
kVAR |
Set |
9170 |
8910 |
0,717 |
26,9 |
0,972 |
0,484 |
13 |
kVAR |
Ott |
5339 |
4558 |
0,761 |
27,9 |
0,852 |
0,484 |
10,3 |
KVAR |
Apparecchiatura autoregolata da 17,5 kVAR ; 400 V |
||||||||
Somme totali annue
risparmiate.
|
Investimento: Considerando L. |
Calcolo del valore attuale netto V.A.N. |
Considerando 12 anni di vita
utile ed un tasso reale di attualizzazione Fa del 5%, ricavato dalla tabella,
si ha: |
V.A.N. = [Beneficio netto
annuo x Fa] – [Investimento] ossia [2.045.000 x 8,86] – [875.000] = 17.243.700 Lire |
Calcolo
del tempo di ritorno |
Pay
Back Period = [Costo investimento / Beneficio netto annuo] P.B.P.
= [875.000 / 2.045.000]= 0,43 anni |
Dati ENEL |
|
COD. TARIFFA |
5341 00 |
FASI -TENSIONE |
3 FN-000380 |
POTENZA IMPEGNATA |
25,0 |
QUOTA FISSA/CORR. POT. |
19100 |
PREZZO kWh |
58,00 |
Data Lettura |
Energia attiva |
Energia reattiva |
Cosfi |
Cod let |
Data Lettura |
Pmax |
00/GEN/1994 |
7221 |
6119 |
0,763 |
|
00/GEN/1994 |
34,8 |
00/FEB/1994 |
8664 |
5802 |
0,831 |
|
00/FEB/1994 |
43 |
00/MAR/1994 |
5306 |
3858 |
0,809 |
|
00/MAR/1994 |
41,9 |
20/APR/1994 |
8312 |
6375 |
0,793 |
N |
20/APR/1994 |
36,9 |
17/MAG/1994 |
5000 |
3948 |
0,785 |
N |
17/MAG/1994 |
28,2 |
15/GIU/1994 |
9896 |
8966 |
0,741 |
N |
15/GIU/1994 |
36 |
13/LUG/1994 |
10800 |
10001 |
0,734 |
N |
13/LUG/1994 |
28,6 |
15/SET/1994 |
9170 |
8910 |
0,717 |
N |
15/SET/1994 |
26,9 |
21/OTT/1994 |
5339 |
4558 |
0,761 |
N |
21/OTT/1994 |
27,9 |
RISCALDAMENTO
La legge n. 10 del 1991 e i
successivi decreti di attuazione, in particolare il D.P.R. n. 412 del 26 agosto
1993, (pubblicato come supplemento alla G.U. n. 242 del 14 ottobre 1993) hanno
trasformato i più recenti criteri tecnici per l'uso razionale dell'energia in
disposizioni alle quali tutti devono attenersi.
La progettazione, l'installazione,
l'esercizio e la manutenzione degli impianti di riscaldamento è stata
modificata con l'obiettivo di contenere i consumi di energia.
Edifici nuovi e
ristrutturazioni
Gli edifici nuovi, per i quali
siano stati iniziati i lavori di costruzione dopo il 1^ agosto 1994, devono
essere progettati e realizzati in modo da rispettare le nuove normative. Queste
considerano l'impianto termico e l'edificio come un unico sistema che deve
essere quanto più possibile efficiente dal punto di vista energetico e,
naturalmente, essere sicuro.
Lo stesso vale anche in caso di:
Insieme alla denuncia di inizio
lavori di costruzione dell'edificio o di ristrutturazione dell'impianto, il
proprietario deve depositare presso il comune una relazione che contenga:
Le parti che compongono l'impianto
termico sono:
Questi componenti dell'impianto
termico devono essere scelti e progettati insieme all'edificio e non, come
spesso avveniva prima, in una fase successiva.
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ
L'installazione deve essere
effettuata da una ditta specializzata e in possesso dell'abilitazione prevista
dalla legge n. 46 del 1990. La ditta deve rilasciare al proprietario una
dichiarazione di conformità dell'impianto necessaria, anche, per ottenere il
certificato di abitabilità dell'immobile.
E' composta da un bruciatore che
miscela l'aria con il combustibile e alimenta una camera di combustione (il
focolare), da una serie di tubi (tubi di fumo) attraverso i quali i fumi caldi
prodotti dalla combustione scaldano il fluido termovettore e da un involucro
esterno di materiale protetto da una lamiera (mantello).
Ogni caldaia è caratterizzata da:
VALORI DEI RENDIMENTI MINIMI DI LEGGE |
||||||||
Potenza utile (Pn) |
Potenza al focolare |
Caldaia installata dopo il 29/10/93 acqua calda |
Caldaia installata dopo il 29/10/93 aria calda |
|||||
Individuali |
||||||||
kW |
kcal/h |
kW |
kcal/h |
100% Pn |
30% Pn |
100% Pn |
||
17,44 |
15.000 |
19,30 |
16.600 |
86.5 |
83,7 |
85,5 |
||
23,20 |
19.950 |
25,30 |
21.760 |
86.7 |
84.1 |
85,7 |
||
31,40 |
27.000 |
34,77 |
29.900 |
87,0 |
84,5 |
86,0 |
||
Centralizzati |
||||||||
44,19 |
38.000 |
49,07 |
42.200 |
87,3 |
84,9 |
86,3 |
||
87,21 |
75.000 |
96,86 |
83.300 |
87,9 |
85,8 |
86,9 |
||
208,95 |
179.000 |
230,93 |
198.600 |
88,6 |
87,0 |
87,6 |
||
348,95 |
300.100 |
383,95 |
330.200 |
89,1 |
87,6 |
88,1 |
||
400,00 |
344.000 |
444,40 |
512.180 |
89,2 |
87,8 |
88,2 |
||
Per potenze
superiori valgono i valori relativi a 400 kW |
||||||||
1 kW = 860 kcal/h; 1 kcal/h = 1,163 W |
||||||||
La scelta della potenza della
caldaia da installare dipende dalle caratteristiche dell'edificio,
dall'ubicazione dalla destinazione d'uso.
E' una scelta importante che deve essere
fatta da un professionista qualificato e attento ai problemi energetici.
Se la potenza necessaria a
scaldare l'edificio supera i 350 kW, è necessario installare due o più caldaie.
In questo modo si evita che caldaie molto grandi lavorino, in particolare nelle
stagioni intermedie, a basso regime e quindi con bassi valori di rendimento.
Al di sopra di 116 kW (100.000
kcal/h) è necessario un Certificato di Prevenzione Incendi rilasciato dai
Vigili del Fuoco.
Temperatura massima
Durante la stagione di riscaldamento,
la temperatura media degli ambienti delle abitazioni non deve superare i
Periodo e numero di ore
Il periodo dell'anno nel quale è
consentito tenere in funzione gli impianti di riscaldamento e il numero massimo
giornaliero di ore di accensione dipendono dal clima della località dove è
ubicato l'edificio.
L'Italia è stata divisa in cinque
zone climatiche dalla A, la più calda, alla F, la più fredda in funzione del
numero dei "Gradi Giorno"; quanto più alto è il valore dei Gradi
Giorno (GG) tanto più il clima è rigido.
Ad esempio: nella zona climatica A
si trovano poche località molto calde, come le isole di Salina e Lampedusa;
Palermo e Reggio Calabria appartengono alla fascia B; Napoli, Bari, Imperia
alla C; Roma, Firenze, Ancona alla D; in fascia E si trovano Milano, Torino,
Venezia, L'Aquila; nella F solo località montane come Cortina D'Ampezzo e
Abetone.
Per conoscere con esattezza in
quale zona climatica è situato un immobile, e quindi in quale periodo dell'anno
si possono accendere gli impianti di riscaldamento e per quante ore al giorno,
basterà rivolgersi al Comune.
Fascia |
Gradi Giorno |
Periodo di riscaldamento |
Numero di ore massimo giornaliero |
A |
Inferiore a 600 |
1.12 - 15.3 |
6 |
B |
601 - 900 |
1.12 - 31.3 |
8 |
C |
901 - 1400 |
15.11 - 31.3 |
10 |
D |
1401 - 2100 |
1.11 - 15.4 |
12 |
E |
2101 - 3000 |
15.10 - 15.4 |
14 |
F |
Superiore a 3000 |
Nessuna limitazione |
Nessuna limitazione |
In caso di condizioni atmosferiche
eccezionalmente avverse, si possono accendere i riscaldamenti, anche al di
fuori dei periodi previsti per non oltre la metà delle ore massime giornaliere
consentite.
Verifica del rendimento
Le verifiche strumentali che la
legge impone di fare periodicamente consistono nella misura della temperatura
dei fumi che fuoriescono dalla caldaia, del loro contenuto di ossigeno o di
anidride carbonica (CO2), di monossido di carbonio (CO), di particelle
incombuste. I valori rilevati servono per calcolare il rendimento di combustione della caldaia, cioè il suo grado di
efficienza.
ANALISI DELLA COMBUSTIONE
Occorre inserire e fissare la
sonda prelievo fumi nel punto di misura e posizionare correttamente la sonda
aria comburente. Si verifica il corretto collegamento di tutti gli attacchi
alla sonda e allo strumento.
Se è disponibile una presa a 220 v
- 50 Hz, la si utilizzerà per alimentare lo strumento. In caso contrario il
funzionamento sarà garantito dalle batteria ricaricabile incorporata.
Se necessario, si collega
all'esterno il tubo d'aspirazione aria fresca. Si predispone un recipiente per
la raccolta della condensa scaricata dalla pompa sul lato destro dello strumento.
Scelta del combustibile |
|||
Combustibile |
CO2 max |
||
Gasolio |
15,4 |
||
Metano |
11,8 |
||
Gas città |
11,7 |
||
Gas Koke |
10,2 |
||
G P L |
14,0 |
||
Esempio |
|||
O2 |
4,6% |
T. Fumi |
|
CO2 |
12,0% |
T. Aria |
|
CO |
8 ppm |
Press |
-0,05 hPa |
Rend. |
93,5% |
Rugiada |
|
Perdite |
6,5% |
|
|
Lambda |
1,28 |
La misura del CO
Nelle caldaie a gas atmosferiche è
importante misurare la concentrazione di CO nei gas di scarico, ma poiché
il prelievo deve avvenire a valle del dispositivo rompitiraggio, la
concentrazione di CO nei fumi prelevati è "diluita" in una
notevole quantità di aria secondaria. Sarà quindi necessario, partendo dal
valore di CO misurato, calcolare il valore di CO riferito allo 0%
di ossigeno moltiplicando il CO misurato per il fattore LAMBDA (eccesso
d'aria).
La norma UNI 10389 richiede la misura di CO nei fumi
secchi e "senza aria", ovvero con riferimento allo 0% di ossigeno.
La formula che si applica è la
seguente: CO(O) = CO x LAMBDA
Esempio |
|
O2 |
17,7 |
CO (O) |
782 ppp |
CO |
123 ppm |
Lambda |
6,36 |
Per una corretta misura di CO e di
O2 nelle caldaie a gas atmosferiche, occorre considerare che nel punto
di prelievo indicato dalla legge (2 diametri a valle del dispositivo
rompitiraggio), la distribuzione delle concentrazioni sulla sezione del camino
non può essere omogenea, poiché l'ingresso dell'aria secondaria è troppo vicino
al punto di prelievo stesso.
IL RIFASAMENTO DEI CARICHI ELETTRICI
Il rifasamento è una tecnica di
uso razionale dell’energia: migliorando il fattore di potenza delle macchine e
degli impianti, consente di ottenere sensibili risparmi economici, con vantaggio
sia dell’utente che del produttore e distributore. I risparmi sono tanto più
consistenti quanto più elevato è il fabbisogno di energia elettrica: per questo
motivo le Aziende industriali medie e grandi dovrebbero esservi particolarmente
interessate, qualunque sia lo specifico settore di attività.
Svantaggi di un basso fattore
di potenza
Un basso fattore di potenza causa
nell’impianto diversi inconvenienti che si riflettono, oltre che sul
rendimento, anche sui costi d’esercizio.
Un basso cos f comporta infatti:
La normativa del CIP
Il provvedimento del Comitato
Interministeriale Prezzi n. 12/1984 pubblicato sul supplemento straordinario
alla Gazzetta Ufficiale n.104 del 13/4/1984 ha stabilito le modalità di
addebito per basso fattore di potenza relativamente alle forniture con potenza
impegnata superiore a 15 kW regolate da tariffe non multiorarie.
L’addebito è duplice: per i
quantitativi di energia reattiva, espressi i kVARh, compresi tra il 50% e il
75% del corrispondente prelievo di energia attiva espresso in kWh (e cioè per
fattore di potenza medio mensile compreso tra 0,9 e 0,8) si applicano i
seguenti corrispettivi:
Per i quantitativi di energia
reattiva numericamente eccedenti il 75% del corrispondente prelievo di energia
attiva (e cioè per fattore di potenza medio mensile inferiore a 0,8) si
applicano, invece, i seguenti altri corrispettivi:
Per le forniture regolate da tariffe
multiorarie occorre tenere conto che i limiti indicati sussistono solo per
i prelievi di energia reattiva effettuati in ciascuna delle fasce orarie alle
ore di punta invernali e alle ore piene invernali ed estive; in questo caso le
penali per i quantitativi di energia reattiva compresi tra il 50% e il 75% del
corrispondente prelievo di energia attiva sono le seguenti:
Infine, per i quantitativi di
energia reattiva eccedenti il 75% del corrispondente prelievo di energia attiva
si applicano i seguenti corrispettivi:
Risulta evidente, da quanto
esposto, che all’utente conviene sempre prelevare energia elettrica con un
corretto fattore di potenza, perché ciò equivale ad economicità nell’uso
dell’energia.
Come si migliora il fattore di
potenza
Per migliorare il fattore di
potenza si può ricorrere ad accorgimenti tecnici di tipe tipi: uno, diretto,
tendente ad eliminare o limitare i prelievi di energia reattiva; il secondo,
indiretto, che consiste nel fornire all’impianto l’energia reattiva richiesta senza
prelevarla dalla rete.
Il sistema diretto consiste
nell’utilizzare le macchine in modo razionale. In particolare:
L’altro sistema, indiretto, non
esclude certamente il primo, ma piuttosto lo integra: si tratta del rifasamento
vero e proprio. Questo, riducendo la corrente assorbita da un impianto di
utilizzazione:
E’ quindi importante ricordare che
il rifasamento apporta vantaggi di due ordini:
Esempi |
|||||
Influenza del B.F.P. sul
prelievo di corrente dalla rete |
|||||
1.
Lampada
tubolare fluorescente da 80 watt (con reattore) alimentata da 220 Volt |
|||||
Se cos f = 1 |
Assorbe I = P/V cos f = 80/220 x 1=0,36 A |
||||
Se cos f = 0,7 |
Assorbe I = P/V cos f = 80/220 x 0,7=0,52 A |
||||
Cioè il 44% in più |
|||||
Motore trifase da 10 CV (cioè
7500 Watt) alimentato a 380 Volt con rendiemento h = 0,8 |
|||||
Se cos f
= 1 |
Assorbe I = P/(3)0,5 V cos f h = 7500/(3)0,5380
x 1 x 0,8 = |
||||
Se cos f = 0,7 |
Assorbe I = (3)0,5 V cos f h = 7500/(3)0,5 380 x 0,7 x 0,8 = |
||||
Cioè il 43% in più |
|||||
Potenza
reattiva da installare |
Pr = Q1 – Q2 = P (tgf 1 - tgf 2) (kVar) |
||||
Perdite interne per effetto Joule |
|||||
monofase |
P = VI cos f |
I = P / V cos f |
J = RI2
(kW) |
||
trifase |
P = (3)0,5VI cos
f |
I = P / (3)0,5V cos f |
J = 3RI2
(kW) |
||
R rappresenta la
resistenza del conduttore. |
|||||
Metodologia e Criteri di
intervento
Partendo dai dati contenuti nella
relazione di diagnosi energetica e da quelli forniti dall’Enel, si calcolerà la
potenza reattiva della batteria dei condensatori da installare e si valuterà la
fattibilità tecnico-economica dell’operazione in termini di:
L’energia elettrica viene
utilizzata direttamente per:
Ogni utenza elettrica che impegna
potenza attiva e reattiva è caratterizzata (dal punto di vista dell’utilizzo
dell’energia elettrica) dal rapporto tra le suddette grandezze.
Valori limite del fattore di potenza
Primo caso:
potenza
reattiva = 50% della
potenza attiva
tag Fi
= Q/P = 0,5 quindi cos Fi = 0,892 ; quindi, cosFi circa 0,9
Secondo caso:
potenza
reattiva = 75% della
potenza attiva
tag Fi
= Q/P = 0,75 quindi cos Fi = 0,8
Terzo caso:
potenza
reattiva = 100% della
potenza attiva
tag Fi
= Q/P = 1 quindi cos Fi = 0,707
Per 0,9 £ cosFi < 1 non si paga penale, in quanto la potenza
reattiva risulta minore del 50% della potenza attiva
Per 0,8 £ cosFi < 0,9 (tutta l’energia reattiva è compresa tra il
50% ed il 75 % dell’energia attiva) l’Ente fornitore fa pagare una penale per
ogni kVARh tra il 50% ed il75% rilevato dal contatore.
Per cosFi < 0,8 (l’energia
reattiva è superiore al 75 % dell’energia attiva) l’Ente fornitore fa pagare
una penale per ogni kVARh oltre il75% superiore a quella del punto precedente.
VANTAGGI DELL’OPERAZIONE RIFASAMENTO
L’operazione di rifasamento del
carico consiste nel riportare il basso valore di cosFi posseduto dall’impianto
al valore di cosFI 0,9.
Ciò si ottiene con l’immissione di
potenza reattiva di tipo capacitivo, allo scopo di compensare la potenza
reattiva induttiva richiesta, con l’inserimento di condensatori in parallelo al
carico stesso.
Diagramma delle potenze:
Cos
Fi1=0,9
Cos
Fi2=0,8
Cos
Fi3=0,7
Q = potenza reattiva necessaria al
carico
Qc1 = potenza reattiva fornita dai
condensatori
Qc2 = potenza reattiva fornita e
trasportata dalla linea
Per rifasare da 0,7 (cosFi3) a 0,9
(cosFi1) è necessaria una potenza reattiva del tipo capacitivo del valore:
Qc1 = P x (tgFi3 – tgFi1)
Si può notare che passando da 0,7 (cosFi3)
a 0,9 (cosFi1) metà della potenza reattiva viene fornita dalla linea, l’altra
metà dai condensatori.
Dalla figura si evidenzia che,
rifasando è possibile ottenere una sensibile riduzione del valore di Ip
(corrente sulla linea), e precisamente:
Id1 = Ip x (0,7/0,9)
Vantaggi del rifasamento:
Riduzione delle perdite per
effetto Joule nei trasformatori e nei cavi a monte del punto di installazione
dei condensatori, le perdite diminuiscono in quanto la corrente diminuisce; la
riduzione D Pd delle perdite è:
D Pd = Pp x [1- (cosFip/cosFid)2] (Fonte
ENEL).
Il pedice p indica la situazione
prima del rifasamento e il pedice d la situazione dopo il rifasamento.
Cos f desiderato |
0,90 |
0,95 |
1,00 |
Cos f
iniziale |
|||
0,10 |
9,45 |
9,60 |
9,96 |
0,20 |
4,41 |
4,57 |
4,90 |
0,30 |
2,70 |
2,85 |
3,18 |
0,40 |
1,81 |
1,96 |
2,29 |
0,42 |
1,68 |
1,83 |
2,16 |
0,44 |
1,56 |
1,71 |
2,04 |
0,46 |
1,45 |
1,60 |
1,93 |
0,48 |
1,34 |
1,50 |
1,83 |
0,50 |
1,25 |
1,40 |
1,73 |
0,52 |
1,16 |
1,31 |
1,64 |
0,54 |
1,07 |
1,23 |
1,56 |
0,56 |
1,00 |
1,15 |
1,48 |
0,58 |
0,92 |
1,08 |
1,40 |
0,60 |
0,85 |
1,00 |
1,33 |
0,62 |
0,78 |
0,94 |
1,27 |
0,64 |
0,72 |
0,87 |
1,20 |
0,66 |
0,65 |
0,81 |
1,14 |
0,68 |
0,59 |
0,75 |
1,08 |
0,70 |
0,54 |
0,69 |
1,02 |
0,72 |
0,48 |
0,63 |
0,96 |
0,74 |
0,42 |
0,58 |
0,91 |
0,76 |
0,37 |
0,53 |
0,86 |
0,78 |
0,32 |
0,47 |
0,80 |
0,80 |
0,27 |
0,42 |
0,75 |
0,90 |
|
0,16 |
0,48 |
In corrispondenza del valore
esistente del cos f e di quello da
ottenere si legge direttamente in tabella il coefficiente per il quale si
devono moltiplicare i kW dell'impianto per ottenere i kVAR della batteria di
rifasamento.
Esempio: Se la potenza mediamente
prelevata è pari a 150 kW e il cos f è 0,54, qualora l’utente desideri rifasare a 0,90 trova in
tabella, in corrispondenza dei due valori (riga 0,54 – colonna 0,90) il
coefficiente 1,07. La batteria di rifasamento dovrà pertanto avere potenza Q =
150 x 1,07 = 160 kVAR
Dove si installano i
condensatori rifasatori
I condensatori possono essere
installati in ogni punto dell’impianto in cui il fattore di potenza risulti
basso, per fornire in quel punto l’energia reattiva richiesta. A seconda del
tipo dei carichi, della loro ubicazione e della contemporaneità della loro
alimentazione, si possono riconoscere tre diversi metodi di rifasamento: il
rifasamento distribuito, il rifasamento per gruppi, il rifasamento
centralizzato.
Questi metodi saranno esaminati in
dettaglio ai punti 23, 24 e 25 ma fin da ora è possibile dire che per uno
stabilimento alimentato in media o alta tensione (che costituisce una impianto
abbastanza esteso e complesso) risulta preferibile, nella maggior parte dei
casi, un sistema di rifasamento misto, cioè:
I sistemi di rifasamento
Non è facile dare un suggerimento
universalmente valido per la scelta di un metodo anziché un altro: infatti, le
caratteristiche dell’impianto da rifasare devono essere accuratamente studiate
per la scelta dello schema più conveniente. Ecco, comunque, i vantaggi e gli
svantaggi di ciascuno dei tre sistemi.
Rifasamento distribuito.
E’, dal punto di vista tecnico, la
migliore soluzione in quanto permette di ridurre le perdite e le cadute di tensione
in tutti i conduttori sino ai morsetti dell’apparecchio utilizzatore; inoltre,
non richiede, salvo casi particolari, organi di protezione e manovra appositi
per il condensatore, perché si fa uso di quelli stessi dell’apparecchio che si
deve rifasare. Se, però, gli apparecchi da rifasare sono molti e non vengono
usati contemporaneamente, questa soluzione può risultare meno economica delle
due seguenti.
Rifasamento per gruppi.
Consiste nell’installare uno o più
condensatori di potenza complessiva adeguata per ogni gruppo di apparecchi
alimentati da uno stesso cavo o disposti in uno stesso reparto. Questo sistema
comporta, in genere, il collegamento dei condensatori al quadro di
distribuzione del reparto o ad un sistema di sbarre: sarà pertanto un rifasamento
a bassa tensione nella maggior parte dei casi, ma talora anche a media
tensione. Se poi il prelievo degli apparecchi utilizzatori da rifasare è molto
variabile nel tempo, è opportuno prevedere un sistema di inserzione e
disinserzione automatico costituito da un relè amperometrico o da un regolatore
di cosFi.
Rifasamento centralizzato.
Consiste nell’installare una
batteria di condensatori unica per tutto l’impianto. Tale batteria sarà di
norma posizionata in parallelo alle sbarre in uscita dal secondario del
trasformatore riduttore di tensione.
Per il rifasamento centralizzato è
consigliabile, a maggiore ragione , il dispositivo di comando automatico
predetto. La batteria deve essere inserita all’inizio del lavoro e disinserita
al termine dello stesso per evitare di fornire alla rete, nei periodi di
inattività dello stabilimento, potenza reattiva. Dal punto di vista economico,
si tenga presente che, a parità di potenza reattiva, i condensatori a MT
costano meno di quelli a BT, ma richiedono l’installazione di una
apparecchiatura di manovra e protezione più costosa. In conclusione questo
schema di rifasamento potrebbe apparire il più semplice, ma non riduce le
cadute di tensione e le perdite nell’impianto a valle, all’interno dello
stabilimento. Risulta, quindi evidente che il rifasamento è tanto più efficace
quanto più è decentrato.