Autore del sito
FABIO DARDANO
Questo sito è nato dalla voglia di
condividere la passione per il mondo delle energie rinnovabili, del risparmio
energetico e dello sviluppo sostenibile. Vuole essere un punto di inizio, di approfondimento e condivisione nel mondo della
sostenibilità dello sviluppo. Il punto d’incontro di persone, nascita
di collaborazioni, idee ed opinioni.
“NON
ABBIAMO EREDITATO
Questo detto indiano fa capire
quanto sia urgente invertire rotta, il punto è che lo sviluppo sociale e
tecnologico deve servire ad aumentare il benessere, la serenità, predisporre
gli animi per il raggiungimento della felicità, e non ad aumentare il PIL in
modo cieco e meccanico. PIL = FELICITA’, un equazione non più vera, o meglio vera fino ad un certo livello di reddito procapite, ma che per i Paesi sviluppati non è
assolutamente più conforme alla realtà. Sul “New York Times
del 12 ottobre
Su questo tema, vari studi hanno
messo in luce come nella lotta alla povertà per un individuo come per un Paese
reddito e felicità crescono di pari passo. Ma raggiunta una certa soglia di reddito, tra i 10.000 e i
20.000 dollari (9.000 – 18.000 euro) procapite
l’anno, la felicità non aumenta più allo stesso ritmo. Inoltre dei Paesi sono
molto più felici di quanto dovrebbero. Studiosi dell’Università del Michigan, hanno scoperto che i paesi latino-americani,
ad esempio, registrano tassi di felicità soggettiva superiori a quanto il loro
stato economico lascerebbe supporre.
Mi direte: “COSA C’ENTRA TUTTO
QUESTO CON LE ENERGIE RINNOVABILI”?!?!
C’entra e come, perché da “espertoni” in materia di energia e
insigni studiosi accademici vi sentirete dire che le energie alternative sono troppo costose, che come il caro e vecchio petrolio non c’è nulla e che
oggi alle famiglie importa arrivare a fine mese al meglio e agli imprenditori
importa spendere il meno possibile per guadagnare di più. Ma
dove mettiamo il guadagno in FIL (felicità interna lorda)? Quanto vale andare
in giro per le città dove si può respirare un’aria più sana e salubre? Quanto
vale poter lavorare in fabbriche o industrie che non inquinano il territorio e
per primo chi ci lavora? Quanto vale poter farsi un bel bagno nel proprio mare,
nei propri fiumi o nei propri laghi? Quanto vale
produrre meno gas ad effetto serra principale attore dell’innalzamento della
temperatura media della Terra con conseguente
scioglimento dei ghiacci e tutto quel che ciò comporta?
Inoltre lo sviluppo delle energie alternative,
del risparmio energetico, provoca anche un indotto economico: fabbriche che
producono componenti per impianti a fonte rinnovabile,
installatori, progettisti, consulenti, risparmi sulla bolletta sia per famiglie
che per industrie-uffici-enti pubblici, risparmi che
possono essere reinvestiti e quindi entrare a far parte di un moltiplicatore
economico/sociale virtuoso. Insomma credo che bisogna rompere il ghiaccio e che
al VAN (Valore Attuale Netto), metodo per stabilire il vantaggio economico di
un investimento, si debba sostituire il VAT *(Valore Attuale Totale)
dove per Totale intendo un valore che tenga conto anche dei benefici di
psicofisici e ambientali che tale investimento comporta.
Per spiegarmi meglio farò un esempio
pratico
INVESTIRE IN UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO
¾
Costo di un impianto
fotovoltaico: circa 7.000 euro/ KWp
chiavi in mano (1 KWp sono circa 8m2 di
pannelli).
¾
Costo di un kWh pagato alla rete: 0,21euro/kWh (è un costo ovviamente medio, ognuno sostituisca questo
valore a seconda del contratto che ha sottoscritto)
¾
Costo di un kWh prodotto dall’impianto e
venduto alla Rete Elettrica: 0,445 euro/kWh
¾
Energia prodotta in
una zona del Centro Italia da 8m2 di
pannello esposti a Sud con inclinazione sull’orizzontale di 30°:
¾
Vita dell’impianto
fotovoltaico: 20 anni (anche di più ma il finanziamento durerà per questo
periodo).
¾
Tasso di interesse: 5%
Il VAN = Benefico economico
Annuo Attualizzato – Costo dell’investimento = BA – I
B: Benefico annuo = 1.500 * 0,445 +
1.500 * 0,21= 982,50 euro/anno
BA: Benefico annuo attualizzato =
B * FA = 982,5 * 12,46 = 12.242 euro
FA: Fattore di attualizzazione
(reperibile in qualsiasi testo di economia) = 12,46
VAN = 12.242 – 7.000 = 5.242 euro Ritorno economico semplice si ha in [7.000/982,5] anni
= 7,12 anni Ritorno economico attualizzato si ha circa in 8 anni!!! |
Delusi?!
Vi aspettavate di meglio?
Certamente si può trovare un installatore più economico (6.500 euro/kWp), ovviamente nelle regioni del
Sud Italia ci sarà più produzione di energia e quindi più guadagno, ma
certamente il tempo di ritorno economico (o per usare un termine comune Pay Back Time) non sarà inferiore a 6 anni e con tutti gli
incentivi pubblici, inoltre possibili piccoli guasti e manutenzione
incrementano il suo valore di un altro anno.
Ecco che ritorna tutto, ritorna il Bhutan ed il suo sovrano illuminato, ritornano
gli studiosi ed economisti occidentali che stanno lentamente e faticosamente
capendo che il ritorno economico non l’unico parametro del benessere: ma allo
spietato VAN vogliamo aggiungerci i benefici ambientali, sociali, individuali e
di sviluppo economico e trasformarlo in VAT?
VAT = (B + BNE) * FA BNE: Beneficio Non Economico FA: Fattore di attualizzazione |
In Italia, per produrre un kWh elettrico, le centrali
termoelettriche emettono nell'atmosfera in media
Inoltre ogni m2 di
pannello fotovoltaico installato incrementa la produzione di questa tecnologia
con benefici nell’industria del settore e con l’incentivazione di ricerche
scientifiche con conseguente abbassamento dei prezzi in futuro per in nuovi acquirenti.
Minori emissioni dalle centrali di
produzione dell’energia (oggi la
stramaggioranza dell’energia elettrica è prodotta
dalla combustione di derivati del petrolio) e miglioramento della qualità della vita delle persone
che vivono nel circondario di questi impianti.
Miglioramento
del senso civico ed etico, esempio a figli e a concittadini.
Sapere che con quei 7.000 euro che
ritorneranno economicamente dopo 7-8 anni, si sta
dando una mano a delle persone che abitano dall’altra parte del globo o in
un’altra regione è sicuramente edificante e si guadagna in autostima e
serenità.
Sono allo studio indici di
benessere da accoppiare ad indici economici, e una cosa simile si potrebbe
sicuramente applicare anche al settore delle energie rinnovabili: anzi
lancio una sfida: PROPONETE VOI DEGLI INDICI DI BENESSERE NON ECONOMICO da
applicare al VAT, ovvero, quanto può valere 1 kWh
prodotto da fotovoltaico che evita l’emissione di
Per me il Beneficio Non Economico
del nostro esempio potrebbe essere valutato in 1.000 euro/anno
Quindi il
VAT = (982,5 + 1.000) * 12,46 = 24.701 euro Ritorno economico semplice si ha in [7.000/1.982,5] anni =
3,5 anni Ritorno economico attualizzato si ha circa in 4 anni!!! |
Come si vede il VAT rileva un
investimento a medio termine (e quindi più interessante) mentre i VAN rileva un
investimento a lungo termine. In fondo è un po’ come se comprassi l’energia
elettrica subito per i prossimi 20 anni.
Attendo vostri commenti
sull’argomento, vostre proposte (sono convinto che chi ha
voglia di lavorare e far crescere questo settore debba unirsi) e collaborazione.
ATTENZIONE!!! Non tutte le fonti
energetiche alternative sono così costose come il fotovoltaico: per l’eolico,
biomasse, solare termico, geotermia, biodiesel, oltre la maturità tecnologica si è quasi
arrivati (e in certi casi superata a pieni voti) anche la competitività
economica. |
Esempio economico riguardante il SOLARE TERMICO
La differenza tra il solare termico e il
fotovoltaico è che il primo produce solamente acqua calda, il secondo produce
solamente energia elettrica continua (rese corrente alternata e quindi
immettibile in rete dall’inverter)
[Tratto dal sito del Ministero dell’Ambiente]
Possibilità di copertura del fabbisogno
energetico annuo mediante collettore solare termico
Le
tipologie di collettori solari termici variano molto in termini di costo e di
prestazioni. Per di più, essendo l'energia solare una fonte aleatoria sulla
superficie terrestre, i collettori solari termici vanno realisticamente
considerati integrativi rispetto alle tecnologie tradizionali; essi vanno
quindi considerati capaci di fornire direttamente solo parte dell'energia
necessaria all'utenza, energia che altrimenti dovrebbe
essere prodotta dalla caldaia tradizionale. La percentuale di
energia termica prodotta annualmente da un collettore solare termico
prende il nome di fattore di copertura del fabbisogno termico annuo.
A Roma, per un sistema che ottimizzi il rapporto costi/energia prodotta, questo
fattore non supera il 65%. Questo limite è comune a moltissime tecnologie
basate su fonti rinnovabili, il più delle volte caratterizzate da disponibilità
aleatoria o periodica. A causa di ciò, con il crescere delle dimensioni
dell'impianto, cresce il fattore di copertura del carico termico, ma la
relazione tra il costo dell'energia e l'energia
prodotta resta lineare fino al 55%÷60%. Superato questo
valore, il costo continua ad aumentare linearmente con le dimensioni
dell'impianto, mentre l'energia prodotta aumenta meno rapidamente, il che si
traduce in un maggiore costo dell'unità di superficie di collettore. E'
per questo motivo che un collettore solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria dimensionato correttamente viene
progettato per soddisfare il 60÷65% del fabbisogno termico.
Paragone tra diverse tipologie di impianti per la produzione di acqua calda
In
ambito urbano l'acqua calda sanitaria è per la maggior parte dei casi prodotta
con scaldabagni elettrici o caldaie a gas. La produzione di acqua
calda sanitaria, con l'uso di energia elettrica dissipata dalla resistenza
presente nello scaldabagno, risulta un processo costoso dai punti di vista
energetico, ambientale ed economico, se confrontato con la produzione di acqua
calda con caldaie a gas. L'introduzione aggiuntiva di un collettore solare
termico, che sostituisca parte della produzione di calore, comporta benefici
ancora maggiori. Di seguito vengono analizzati
brevemente gli effetti energetici, economici ed ambientali che l'introduzione
di tre diverse tipologie di impianti per il riscaldamento per acqua sanitaria
possono conseguire, in relazione all'introduzione di un sistema solare termico
attivo, in particolare si analizzeranno le seguenti possibili soluzioni:
Il
primo caso interessa molte utenze domestiche e pubbliche, di piccola taglia,
che non hanno ancora affrontato la questione e, di
conseguenza, potrebbero essere incentivate, in analogia con i provvedimenti
sulle rottamazioni, ad una sostituzione dello scaldabagno elettrico. Nel
secondo caso l'integrazione del sistema gas preesistente con impianto solare,
prevede un costo di integrazione ridotto al minimo; si
tratta di fatto di utenze che hanno già scelto il gas e potrebbero, con sistemi
solari termici, risparmiare il 60 % annuo di gas combusto. Il terzo caso è relativo a realtà in cui il sistema di riscaldamento non
può che essere elettrico, per ragioni urbanistiche o per la particolarità
dell'utente; per esempio campi nomadi o altre strutture di accoglienza.
Per le tre soluzioni impiantistiche verrà eseguito, a scopo indicativo, un bilancio
energetico ed ambientale (in termini di emissioni di CO²
evitate).
Analisi
energetica: calcolo dell'energia pro capite necessaria
In
media, in Italia si consumano circa
Q = G . cs . (Tu
- Ta ) =
Avendo indicato con:
G, massa d'acqua da scaldare (l)
cs, calore specifico dell'acqua (kcal/l)
Tu, temperatura di utilizzo, pari a
Ta, temperatura acqua dell'acquedotto (°C).
Caso di
Produzione di acqua calda con scaldabagno elettrico
In
questo caso, l'utilizzo di energia termica per
produrre acqua sanitaria comprende una doppia trasformazione. In una prima fase
occorre produrre energia elettrica (tipicamente, in centrali termoelettriche,
più raramente in idroelettriche). L'energia elettrica prodotta, poi,
trasportata all'utenza, dovrà a sua volta trasformarsi in energia termica per
effetto Joule per essere conferita all'acqua. Per produrre con uno scaldabagno
elettrico 1500 kcal (1,7 kWh
termici) sono necessari circa 1,94 kWh elettrici,
avendo stimato l'efficienza di conversione dello scaldabagno elettrico pari al
90%. Mediamente, una famiglia di quattro persone utilizza, quindi, 7,74 kWh elettrici al giorno per la
produzione di acqua calda sanitaria. Ma è da considerare che, per la produzione
di ogni kWh elettrico,
vengono consumati dal parco di centrali elettriche italiane, circa 2,54 kWh, sotto forma di energia primaria.
Considerando questa doppia trasformazione da energia primaria in energia
elettrica e da elettrica a termica, emerge che, per produrre l'acqua calda
necessaria giornalmente per soddisfare il fabbisogno pro capite sono necessarie
2,54 . 1,94 = 4,93 kWh
primari equivalenti a 4.240 kcal. In tal modo solo il 35% dell'energia primaria
consumata viene effettivamente utilizzata dall'utente.
Nel caso, poi, di una famiglia di quattro persone, si arriva a 16.960
kcal/giorno, pari a 17,72 kWh
(termici).
Caso di produzione di acqua calda con
caldaia a gas
Una
caldaia a gas ha ovviamente una resa energetica diretta più alta, perché evita
la conversione più energivora (e più exergivora), che consiste nel passaggio energia termica
-> energia elettrica. Per questo la resa globale si aggira sull'80÷85%. La produzione di calore e il
conseguente riscaldamento dell'acqua sanitaria avviene per combustione diretta
del metano. Nel caso peggiore di rendimento del 80%, per produrre 1500 kcal
sono quindi necessarie in un giorno 1875 kcal (ossia 2,18 kWh). Nel caso di una famiglia di quattro persone si
arriva a 7500 kcal/giorno.
Confronto di consumi energetici tra i casi esaminati
La
figura seguente mostra il risultato del confronto tra il fabbisogno energetico
necessario per la produzione di acqua calda sanitaria
con uno scaldabagno elettrico, con una caldaia a gas, un sistema caldaia
gas/collettore solare termico ed un sistema scaldabagno elettrico/collettore
solare termico, ferme restando le ipotesi sopra enunciate ed il quantitativo procapite di acqua necessaria.
Si
osserva allora che, nel passaggio dalla soluzione con scaldabagno elettrico a
quella con caldaia a gas integrata da collettori solari, il consumo energetico procapite passa da
Nel confronto tra il sistema basato sull'integrazione di collettore solare con
una caldaia a gas e la caldaia stessa, si nota come il consumo passi da 2,18 kWh, per il caso della sola
caldaia, a 0,87 kWh, per il sistema integrato. Nel
passaggio dal solo scaldabagno elettrico ad uno scaldabagno integrato da
collettori solari, il consumo energetico scende da
Costi
Nel
caso dei collettori solari il costo al metro quadro è, in
realtà poco indicativo, poiché il vero costo deve essere correlato alla
quantità di acqua calda prodotta in un anno. Una famiglia di 4 persone che
consuma 50÷60 litri di acqua calda a persona ogni
giorno, per un totale di 80÷100 mila litri annui spende circa 1 milione per
riscaldare l'acqua con energia elettrica e 750.000 £ se la scalda con caldaia a
metano. Se l'impianto solare integra la caldaia per un 60÷70% il risparmio annuo oscilla tra 500 e 700 mila lire ed in 5 anni si
ammortizza una spesa di 2,5 ÷ 3,5 milioni di lire. Le agevolazioni statali
consentono, inoltre, di detrarre dalle tasse parte delle spese di acquisto e di installazione.(N.d.A. In realtà in molti
casi si ha anche un ritorno economico in 2-3 anni).
Vantaggi ambientali
Un
primo indicatore di confronto tra le diverse tecnologie a disposizione può
essere ritenuta la quantità di anidride carbonica
mediamente immessa nell'ambiente per produrre, nelle stesse condizioni, acqua
calda sanitaria. Nel corso dell'analisi energetica, si è stimato che il
fabbisogno di energia elettrica di un'utenza monofamiliare (4 persone) per produrre acqua calda
sanitaria con uno scaldabagno elettrico è pari a 7,74 kWh
(elettrici) /giorno. In Italia, per produrre un kWh elettrico, le centrali termoelettriche emettono
nell'atmosfera in media
0,58 kg CO² / kWh (elettrico) .7,74 kWh
(elettrici) /giorno =
Questo significa che, per la sola acqua calda sanitaria, utilizzando lo
scaldabagno elettrico, una famiglia immette quotidianamente nell'ambiente
Nel caso di una caldaia a metano, nella combustione si formano
0,25 kg CO² . 6.97 kWh (termici) =
con una media procapite di 0,435 kgCO²/
giorno.
Nel caso di impianti ibridi solare /gas, ossia
impianti solari posti ad integrazione della caldaia a gas, assicurando lo
stesso comfort durante tutto l'arco dell'anno, è possibile risparmiare, a Roma,
il 60% del consumo di gas: la stessa famiglia produrrà, allora, giornalmente
La figura seguente riepiloga le emissioni di anidride
carbonica generate nei diversi casi analizzati. La riduzione delle emissioni di
CO² ottenuta con il sistema ibrido è
notevole soprattutto rispetto al primo scenario: si passa da
Partecipazione delle fonti primarie alla
produzione di energia elettrica
mondiale nel 2001. (fonte:
Renewables information. IEA
2002,grafico
tratto dalla mia tesi
sugli impianti fotovoltaici)
Partecipazione delle fonti primarie ai consumi
energetici mondiali nel
2001. (fonte: Renewables
Information. IEA,2002,grafico
tratto dalla mia tesi sugli impianti fotovoltaici)