LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA

IL 22 DICEMBRE l'Assemblea Costituente approva la COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA con 453 voti favorevoli 62 contrari dopo 170 sedute di discussioni. Entrerà in vigore il 1° Gennaio 1948, con ENRICO DE NICOLA provvisorio Presidente della Repubblica, UMBERTO TERRACINI presidente dell'Assemblea, ALCIDE DE GASPERI capo del governo. STORIA MONDIALE: La contrapposizione tra il blocco sovietico e quello occidentale si radicalizza. La politica di TRUMAN e gli aiuti del "Piano Marshall" pongono apertamente gli Stati Uniti alla guida economica e politica dell'Occidente. Del resto l'America non e' stata toccata dalla guerra, mentre la Russia ne e' uscita martoriata e si sta trascinando  molti problemi irrisolti dalla lontana Rivoluzione d'Ottobre del 1917. Molte cose non hanno funzionato, la dottrina Leninista (quella iniziale solo teorizzata, non quella ultima poi applicata ma fallita perchè ridotta a fare compromessi con i vecchi apparati burocratici giacobini) e' da anni stravolta dal grande apparato di partito che ha trasformato o meglio livellato l'economia e l'iniziativa privata con il collettivismo selvaggio imposto anche con la forza, obbligatorio. Riforme economiche e sociali sono solo rimaste delle utopie, inizialmente varate ma sistematicamente stroncate per non far perdere potere al partito, né farlo perdere ai funzionari diventati ormai una casta peggiore di quella  imperiale, ma con l'aggravante di aver perso (propagandando biechi pregiudizi sul capitalismo occidentale) il senso della realtà, e una distorta visione dell'era moderna che é invece andata a modificare non solo la scienza, la tecnologia, le nuove economie del libero mercato degli altri sistemi, ma anche la qualità della vita di una buona parte della popolazione mondiale che ha scelto il liberismo. Realtà queste che iniziano a muoversi, a camminare e a correre in parallelo da questo dopoguerra in avanti allargando sempre di più il proprio regno sia  nelle nazioni distrutte dalla guerra, o in quelle  emergenti, e che presto nella seconda metà del secolo ne beneficeranno (le coloniali). I Russi si erano alleati in guerra per combattere il nazismo, ma poi gli americani finito il conflitto non avevano affatto dimenticato le dottrine bolsceviche, che erano  in aperto contrasto con il loro mondo del libero mercato. Quindi terminati gli ultimi atti della guerra (i trattati di pace e le spartizioni dei territori sono definitivamente firmati il 10 febbraio di quest'anno) la forte opposizione ideologica prevale nei confronti di un paese comunista totalitario che é lontano anni luce dal pianeta America e non ha nessuna volontà di modificare la sua politica e il suo sistema che non ha ancora ottenuto i risultati sperati a trent'anni dalla rivoluzione d'ottobre. I gruppi delle sinistre di tutti i Paesi che erano stati  protagonisti della Resistenza insieme a tutte le altre forze democratiche per l'Unita' Nazionale, non capaci di formare delle alleanze persino dentro i loro stessi partiti, sono subito esclusi prima dal Governo Belga; poi in maggio é in quello Francese;  in Austria questo accadrà a novembre mentre in Italia De Gasperi sta preparando le stesse condizioni per fare altrettanto, soprattutto nel Nord dove le sinistre sembrano essere in netta maggioranza dentro le grandi città industriali. Questo preoccupa non poco i partiti cattolici e liberali, ma soprattutto preoccupa gli americani. Anche se il "comunista italiano" non ha nulla a che vedere con il bolscevico russo. Il "baffone" una volta arrivato in Italia avrebbe messo a posto tutto lui. Ma il 18 aprile del prossimo anno il fronte politico filorusso come vedremo sarà sconfitto. Il corso degli eventi per un soffio non cambiò, e non e' difficile immaginare, alla luce di quanto ora conosciamo, che cosa sarebbe accaduto se dopo quell'iniziale idillio dei comunisti, fosse seguita una vittoria elettorale che avrebbe cosi consegnato il Paese a Stalin. Sappiamo oggi invece le sorti e le vicende sociali ed economiche che sono accadute in Iugoslavia, in Albania, Ungheria, Romania, Polonia, e nella Repubblica Democratica Tedesca, e tanti altri stati della vecchia URSS. Non serve grande acume e abilità per fare anche con un gioco di simulazione, delle difficili e pessimistiche ipotesi di come oggi sarebbe l'Italia. L'Italia (ma anche diversi Paesi europei) che non avevano in questi ultimi anni del '40 una grande maggioranza partitica unilaterale, ma sempre si era mantenuta oscillante tra uno schieramento e l'altro, deve fare spesso i conti con gli equilibri dei suoi rappresentanti politici, e gli stessi molte volte, causa le contraddizioni e le lacerazioni interne  sia a sinistra che al centro (i due blocchi che contavano) sono ondivaghi. Non erano sicuri gli stessi democristiani;  troviamo a fine gennaio De Gasperi che prima ridimensiona l'apporto finora dato al suo governo dalle sinistre, poi il 31 maggio nel formare il suo quarto governo le esclude del tutto. Infatti il 13 Marzo per ingovernabilità De Gasperi da' le dimissioni dal suo terzo mandato al governo e con un discorso radiofonico alla nazione (poi lo farà al Consiglio dei ministri) sostiene che è impossibile governare con le sinistre, e lancia accorati appelli al "quarto partito", quello delle forze produttive, delle classi agiate, l'unico contenitore dei rappresentanti della classe borghese e media (anche Mussolini nel '22 si rivolse a loro) che finora si erano astenuti (come allora) nello schierarsi apertamente con uno o l'altro blocco, pur avendo queste tre categorie un peso determinante,  avendo in mano le strutture produttive e i capitali, e senza questi nessun programma politico poteva decollare, semmai andavano incontro al fallimento. Tanto meno si potevano varare misure economiche a lunga scadenza se non esisteva questa importante partecipazione alla vita del Paese che rischiava fra l'altro di non ricevere più non solo gli aiuti del Piano Marshall, ma c'era il rischio di far fuggire all'estero i pochi capitali presenti ancora in Italia, e questo per l'effetto della "sindrome del baffone", una psicosi che stava attanagliando tutti i ricchi che temevano di essere da un momento all'altro tutti espropriati di terre, di fabbriche e di capitali. Ma non erano solo i ricchi d' Italia ad averla questa psicosi, in America stava diventando patologica e pandemica in ogni strato della popolazione. Nella epurazione comunista dubitarono perfino di Einstein. Di questi attacchi di repulsione, li avevano soprattutto i maggiori politologhi e quasi tutti gli uomini politici. Troviamo James Burnham il più importante scrittore politico dell'America di questi anni 1940-50 che pubblica con grande successo I difensori della libertà (1947), L'inevitabile disfatta del comunismo (1950) e che sta scrivendo proprio in questi anni Il suicidio dell'Occidente, dove fa una spietata analisi di un certo liberalismo americano (opportunistico) che lo equivale al radicalismo italiano: "Liberali negli Stati Uniti, sostiene, sono i fautori degli esperimenti di centrosinistra in tutto il mondo; sono quei signori che sognano e favoriscono la nascita del centrosinistra italiano o i laburisti in Inghilterra, sono quelli che vogliono i dialoghi, che sono i fautori della distensione, che sono aperturisti". "E' un pericolo gravissimo che minaccia tutto l'occidente, perchè questi cattivi americani minano le difese morali del loro paese, distruggono anche il coraggio residuo delle altre nazioni alleate". "Il declino dell'occidente e' provocato soltanto da tendenze suicide, da forze che operano all'interno del mondo libero. Queste forze sono chiamate "liberali" in America, "radicali" in alcuni paesi dell'Europa, e sono conosciute come espressioni della sinistra". Ecco quindi spiegata la caccia alle streghe che da questo momento si scatena in America nelle forme più palesi e becere coinvolgendo tutta l'opinione pubblica americana. TARCHIANI ambasciatore d'Italia, a colloquio con TRUMAN, infatti, riceve delle indicazioni molto chiare e inequivocabili: gli USA appoggeranno in Italia solo un governo presieduto da DE GASPERI, ma dal quale sono esclusi categoricamente i comunisti. Lo stesso Truman al Congresso (12 marzo) non ha fatto mistero di una minaccia comunista in Europa, e afferma la necessità di far intervenire gli Usa ovunque vi siano delle "minoranze interne" (i comunisti) che minacciano i sistemi democratici. La requisitoria e' molto dura, e l'intero discorso denominato Dottrina di Truman viene chiamata dal politologo Lippman con un termine che farà storia, la Guerra Fredda dei due blocchi in contrapposizione. Un conflitto strisciante, subdolo, ambiguo, dove più che con le armi si assestano ora colpi di carattere economico. Alcuni Paesi, carenti di ogni cosa, solo appoggiandosi a una economia sana e potente come quella americana (che dalla guerra era andata nella stratosfera dell'economia senza aver ricevuto alcun danno in casa) potevano allontanare il pericolo di una  totale paralisi. Le banche - avvertivano i profeti americani - potevano in caso contrario subire un crac colossale nell'arco di un solo mattino. Non dobbiamo dimenticare che l'Italia era indebitata con l'America per decine di anni in denaro che avanzavano ancora dalla prima guerra mondiale (fino al 1988), e fin da allora aveva stipulato contratti di forniture a lunghissima scadenza. Ora come se non bastasse, l'Italia seguitava a fare debiti con gli Usa anche con i gruppi privati, infatti il 17 luglio una delegazione italiana era rientrata dall'America dopo aver ottenuto un ulteriore prestito di 100 milioni di dollari, pari a 60 miliardi di lire di allora. L'Italia era arrivata a un punto con la sua svalutazione, che i 2/3000 americani ancora di stanza in Italia potevano con il loro stipendio e qualche risparmio di alcuni mesi acquistare tutti gli immobili di una intera piccola cittadina, e con gli spiccioli che avevano nelle tasche svuotare tutti i negozi. Ma non si era ancora toccato il fondo. Ad aggravare la situazione economica, ci fu la relazione di Luigi Einaudi, governatore della Banca d'Italia, che portò a conoscenza la gravità della situazione che si protraeva dalla fine della guerra e dove non sembravano proprio esserci soluzioni se non quella traumatica di una grande svalutazione. Il cambio ufficiale del dollaro e' infatti quest'anno di 225 lire, ma sul mercato libero raggiunge le 600 lire. Una situazione insostenibile che culminerà con dei drastici provvedimenti che porteranno la lira a essere svalutata del 68,4 % e quindi il dollaro a essere adeguato (apparentemente) a fine anno al cambio ufficiale di 575 lire. Montagne di biglietti di banca nascosti dagli italiani sotto il "mattone" (ed era l'unico rifugio di chi aveva fatto soldi con la guerra) non valgono più nulla. Si va a ricominciare tutto da capo! Si parte da zero. Della Lira conserviamo solo il nome. In Germania invece si cambia, in America viene progettato il Marco tedesco che dovrebbe nelle intenzioni mantenersi a galla per alcuni anni in attesa degli sviluppi. (mai avrebbero pensato gli americani che questa moneta creata da loro avrebbe dato fastidio negli anni '90 proprio al Dollaro. Ma la Storia della Germania, fin dalle origini, dovrebbe insegnare sempre qualcosa.) Malgrado questa situazione gli italiani della sinistra sono sempre innamorati del Rublo russo e della ideologia comunista stalinista. A Milano dove é alta la concentrazione della sinistra si rischia il 27 novembre una guerra civile, quando il ministro degli interni SCELBA con un provvedimento discutibile, che fa scatenare le ire della sinistra; sostituisce improvvisamente il Prefetto della capitale lombarda, ETTORE TROILO, ex partigiano, comunista, con un largo seguito, che viene prima difeso con uno sciopero generale, poi con in testa Paietta i comunisti occupano la Prefettura e gli edifici pubblici della città e si teme da un momento all'altro lo scontro della forza pubblica e dell'esercito già allertato. Non eravamo in una città di provincia, ma nella grande Milano, dove poteva partire un segnale preciso per tutto il Paese, forse irrazionale e ininfluente, ma comunque pericoloso sotto tutti gli aspetti. La situazione non precipitò solo per il saggio intervento di entrambi i due capi carismatici, TOGLIATTI per i comunisti e DE GASPERI per i democristiani, che riuscirono a riportare la serenità negli animi. Ma questi fatti non passarono inosservati agli americani, e non passarono inosservati neppure ai russi, che fecero forti pressioni politiche ai rappresentanti comunisti italiani, e (lo sapremo poi in seguito) elargirono fondi (non certo pari a quelli americani) per finanziare i gruppi promotori della sinistra italiana sempre attivi e in permanente mobilitazione. Non fu altrettanto saggio l'articolo dello stesso Togliatti sull' Unità, dove senza mezzi termini dava del cretino al Segretario di Stato americano WELLES, accusandolo fra le altre cose di non aver capito nulla di Comunismo esprimendo sulla stampa americana alcuni giudizi su questa ideologia. In America, in piena campagna anticomunista, l'articolo di Togliatti viene riportato da tutti i giornali statunitensi provocando una forte indignazione pubblica facendo salire l'orgoglio nazionale pari e parallelo al disprezzo. Welles non aveva fatto altro che una radiografia dell'apparato totalitario russo e riportava le stesse impressioni di MUSSOLINI del 1921: cioè che il Comunismo leninista era un grande bluff, che il collettivismo bolscevico era una favola e che la Russia stava perdendo il treno della Storia e si avviava al disastro economico. Cioè quello che poi scopriremo e vedremo alla caduta del Muro negli anni '90, che per il momento non è ancora stato costruito. Non siamo infatti ancora arrivati al grande scontro est-ovest che avverrà nei prossimi anni. Che vi sia in Italia in questi primi anni del dopoguerra una situazione esplosiva, con due blocchi ideologici in forte contrasto e molto distanti fra di loro su come affrontare il dopoguerra, lo si avverte dallo stato di tensione che si diffonde nel Paese quando prima a Roma il 22 aprile, poi in altri episodi di intolleranza il 7 a Messina e Cosenza, e infine il 1° Maggio a Portella delle Ginestre a Palermo. Una località quest'ultima dove avvengono dei gravissimi incidenti nella festa dei lavoratori. Incidenti che provocano diversi morti quando la banda del bandito Giuliano (colonnello del movimento separatista siciliano - una espressione dei grossi latifondisti) attacca sparando proditoriamente sui lavoratori in festa. Si contano 8 morti e 30 feriti. Il giorno dopo per lo sdegno viene proclamato uno sciopero generale di protesta, dove però le organizzazioni dei lavoratori della corrente democristiana rifiutano di partecipare, non considerando l'incidente di carattere politico, ma solo una impresa banditesca (non sapremo mai cosa avvenne quel giorno e chi veramente stava dietro a Giuliano). Comunque determinò questo incidente la prima grande frattura all'interno delle forze sindacali dei lavoratori, e  la parte legata alle organizzazioni democristiane sempre di più si dissociò dalle rivendicazioni delle organizzazioni sindacali di sinistra. Non siamo ancora agli scioperi del 1919-20, ma siamo su questa strada. Il 15 -19 Novembre la Democrazia Cristiana al suo congresso di Napoli definisce chiaramente la sua linea politica. Prende le distanze dalle sinistre e dalle destre e intende collocarsi al centro con alcune forze moderate, e quindi con queste, mira a un allargamento del governo. Il Paese è insomma spaccato in due ideologie, entrambe ancora chimeriche, ma alla luce dei fatti del dopo, decisamente più accettabile (e proficua) quella legata al libero mercato e alla libera iniziativa, pur con tutte le distorsioni del selvaggio liberismo che opera con quella filosofia della selezione delle capacità e non con l'appiattimento delle stesse come in quell'apparato collettivistico estremamente gerarchizzato del tipo sovietico che si e' sempre nascosto dietro il paravento o lo ha sempre giustificato essere un apparato in funzione dello Stato Sociale, ma che si rivelò  poi, caduto il muro, essere una struttura di uno Stato totalitario con una vocazione allo sfruttamento, peggiore di quello giacobino, e parassita quanto e più di questo, quindi arretrato di 80 anni. Uno Stato e un sistema che doveva essere d'esempio a tutto il mondo. Gramsci, poverino, ci credeva anche lui, nonostante avesse visto con i suoi occhi a Mosca, alcune distorsioni marxiste leniniste, e le prime epurazioni ed eliminazioni dei dissidenti come Trotskij. (e pensare che Roth aveva scritto già Viaggio senza fine e Viaggio in Russia, nel 1927 dove la realtà in Russia era stata descritta vivisezionandola). Il MOVIMENTO SEPARATISTA SICILIANO preoccupa l'Italia. Era stato capeggiato da ANDREA FINOCCHIARO; un uomo brillante, manovriero, con tante relazioni a Washington e a Londra, con molte amicizie politiche di ogni genere, e che si era fatto garante del territorio siciliano durante lo sbarco anglo americano sull'isola, non sappiamo con quali contropartite. Venne però esautorato quando Eisenhower restituì la Sicilia all'Italia e il suo gruppo cessò il sogno di indipendenza, ma lui non si arrese, si organizzò in un altro modo.