ESPANSIONISMO HITLERIANO

 

LA FOTO RITRAE I PROTAGONISTI DEL PATTO DI NON AGGRESSIONE STIPULATO DA GERMANIA E UNIONE SOVIETICA NELL'AGOSTO DEL 1939; A SINISTRA IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO MOLOTOV; AL CENTRO IL MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO VON RIBBENTROPP; A DESTRA, IL CAPO DEL GOVERNO SOVIETICO, STALIN.

 

Nel novembre 1939, un mese dopo la firma dell’asse Roma-Berlino, Hitler strinse con il Giappone il patto anti-Komintern (“Komintern” veniva chiamata la terza Internazionale, cioè l’organizzazione che riuniva i partiti comunisti internazionali, egemonizzata dall’Unione Sovietica), il cui obiettivo era l’accerchiamento politico-militare dell’Urss. Anche l’Italia vi aderì l’anno seguente. Il patto dichiarava l’alleanza fra i fascismi europei e il Giappone, che nel corso del secolo aveva conosciuto un grande sviluppo economico, divenendo una potenza di primo piano; a tale sviluppo si erano accompagnate l’instaurazione di un regime politico fortemente autoritario e l’avvio di una politica espansionista e imperialista in Asia, concretizzatasi soprattutto in un’aggressione alla Cina, cui era stata sottratta la Manciura. Gli Stati Uniti, interessati a contenere la presenza nipponica nel Pacifico, e l’Urss erano i due grandi ostacoli che si frapponevano all’espansionismo di Tokyo: si spiega così, oltre che con le affinità ideologiche fra i regimi, l’alleanza fra Giappone, Germania e Italia: essa avrebbe dato alla guerra un carattere veramente “planetario”, finendo inevitabilmente per coinvolgere nel conflitto, come vedremo, gli Stati Uniti.Forte di queste alleanze, la Germania potè intrapendere con decisione la conquista di quello “spazio vitale” che era stata sin dall’inizio una delle parole d’ordine di Hitler. Il primo passo fu l’annessione dell’Austria (marzo 1938), accettata da Mussolini, a differenza di quattro anni prima, quando l’Italia si era erta a paladina dell’indipendenza austriaca. Blanda fu la reazione delle potenze occidentali, cosa che incoraggiò Hitler a pretendere con forza l’annessione alla Germania dei Sudeti, regione cecoslovacca in cui era presente una forte componente tedesca. La conferenza di Monaco (settembre 1938), convocata per dirimere la questione, fu un successo per Hitler: inglesi e francesi accettarono l’annessione dei Sudeti alla Germania, dietro l’impegno di Hitler di garantire l’indipendenza del resto del paese. Monaco, tuttavia, non salvò né la Cecoslovacchia né la pace, come avevano sperato Londra e Parigi adottando nei confronti dell’aggressività hitleriana la fallimentare politica dell’appeasement, della “moderazione pacifica” : nel marzo 1939, prendendo a pretesto i conflitti etnici fra boemi e slovacchi, i tedeschi invasero la Cecoslovacchia, che venne divisa in due parti: la Slovacchia, stato formalmente indipendente, ma in realtà vassallo della Germania, e la Boemia-Moravia, che fu integrata nel terzo Reich, l’”impero” tedesco. Il mese successivo, per testimoniare una sua autonoma iniziativa verso i Balcani, Mussolini invase l’Albania, che venne annessa all’impero italiano. Il 22 maggio dello stesso anno Germania e Italia sottoscrissero il patto d’acciaio, che impegnava i due paesi ad appoggiarsi in caso di conflitto, qualsiasi ne fosse la causa. Quando Hitler iniziò a manifestare intenzioni aggressive verso la Polonia, le potenze occidentali abbandonarono la politica dell’appeasement, assicurando la loro protezione a quel paese. Nell’immineza del conflitto, si infittirono i contatti fra Londra, Parigi e Mosca per un’alleanza in chiave anti-hitleriana: ma le reciproche diffidenze fecero fallire tali tentativi. L’Unione Sovietica firmò invece con la Germania, il 23 agosto 1939, un patto di non aggressione, cui era aggiunto un protocollo segreto che prevedeva le future zone di influenza nell’Europa orientale, assegnando ai sovietici parte della Polonia, le repubbliche baltiche e la Bessarabia, ai confini con la Romania. Stalin si cautelava in tal modo da un’aggressione tedesca e si assicurava al tempo stesso un’espansione nell’Europa orientale. Il patto fra i due acerrimi nemici, il nazismo tedesco e il comunismo sovietico, fu lo scrollone definitivo ai possibili equilibri di pace: cautelatosi sul fronte orientale, Hitler poteva dare inizio al conflitto, iniziando l’invasione della Polonia (1 settembre 1939), cui seguirono le dichiarazioni di guerra alla Germania da parte di Gran Bretagna e Francia.