Per
Montale il mondo non può essere visto in chiave di scienza, di progresso, perchè
in questo modo si fallisce. Non esiste il rapporto di causa-effetto,anche la
matematica è posta in discussione. Quest'ultima è un sistema che non si può
autogiustificare. Il crollo della realtà è totale, non permette di rifare gli
strumenti su cui ricostruirsi, il sistema è chiuso. Per avere gli strumenti
bisogna avere la costruzione, per avere la costruzione bisogna avere gli
strumenti (ontologia negativa), quindi è un circolo vizioso, una limitazione
invalicabile. Montale mette a fuoco il problema dell'existere. L'existere per
vivere è una colpa, perchè è l'uscire dall'essere. Il reale non è, l'essere
non può unirsi con l'esistere, è un grande nulla, costretto ad esistere, ma
senza tutte le possibilità dell'essere. L'essere è assoluto, ha la totalità,
mentre l'esistere è frantumato (se sono x, non sono y). L'essere è di tipo
probabilistico e le probabilità sono finite. Questa è la condanna del mondo,
in quanto il reale esiste, ma ha un arco di probabilità che non è infinito.
Siamo nella necessità. Siamo nel regno della casualità, ma una casualità
finita, già prevista. Quando Montale parla di abisso, non parla del fondo in
cui vi è tutto, ma intende il niente. Ontologia negativa significa
"assenza di essere", siamo in una rete, e quindi non siamo, perchè
non possiamo essere ciò che vogliamo. Gli oggetti di Montale sono fisici e
metafisici allo stesso tempo, sono scarnificati, diventano cifre, segni. La
poesia è il miracolo, è una via di salvezza che cerca l'anello tolto, ma è
un' impresa impossibile. Vi sono i simboli del muro, dell'orto, del mare.
L'impossibilità è l'anello che non tiene. I poeti per Montale non sono quelli
laureati, quelli che proponevano una soluzione formale. Montale vuole i
contenuti, non il gioco delle forme. Montale ha una poesia di oggetto. La poesia
non è la libertà, ma la speranza della libertà, è mettersi nella posizione
che se non c'è il miracolo non c'è niente. Il poeta è necessario perchè ci
da l'idea di un'esistenza bloccata, è l'unica attività libera. Se il poeta
aspetta il miracolo, non è certo la scienza che può risolverlo. |