20 MARZO - I giudici
della Corte di Assise d'Appello di Catanzaro assolve dal reato di strage
- per insufficienza di prove- tutti gli imputati maggiori dell'attentato
di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 a Milano che causò la morte di
16 persone; Franco Freda e Giovanni Ventura sono condannati a 15 anni (3
condonati) di reclusione solo per associazione sovversiva.
MA LO SCANDALO E' UN
ALTRO
L'Italia che
conta, trema. Si parla già da mesi dei 500 grandi esportatori di
valuta, ed ecco spuntare i 962 iscritti alla fantomatica P2. Tutto inizia il 17 marzo di quest'anno.
Da notare che negli Stati Uniti al giuramento del nuovo Presidente
Reagan, invitato e presente c'è un personaggio italiano: Licio Gelli.
Mentre in Italia si sta indagando sul dissesto Sindona-Ambrosiano-Calvi
"Arezzo, 17 marzo 1981- La villa di Licio Gelli a Castiglion
Fibocchi in provincia di Arezzo è stata perquisita dai carabinieri per
ordine dei magistrati milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone.
Sembra che si sia trovata, fra l'altro, una lista di 962 iscritti alla
loggia, denominata P2, di cui Licio Gelli è "maestro
venerabile" (Comunic. Ansa del 17 marzo 1981, ore 12,18)
"6 MAGGIO 1981 - Roma - La sede della massoneria italiana a
Palazzo Giustiniani è stata perquisita per ordine della magistratura
romana. L'operazione è stata compiuta dai carabinieri, che per tutta la
notte scorsa, sotto la direzione del sostituto procuratore DOMENICO
SICA, hanno esaminato numerosi carteggi e il contenuto di tutti gli
archivi". ( Ib. ore 13,27).
Al centro dell'inchiesta c'è l'attività della Loggia P2, il cui capo
è LICIO GELLI. Il suo nome è balzato più colte in questi ultimi tempi
alla ribalta della cronaca. Ciò ha indotto il procuratore Achille
Gallucci ad ordinare l'apertura di un'inchiesta che comunque non
interferirà sui procedimenti che su Gelli sono in corso da tempo in
altre città italiane. La procura vuole accertare la fondatezza delle
numerose accuse che in questi ultimi tempi sono state rivolte da
quotidiani e settimanali alla Loggia P2, della quale farebbero parte
personaggi di primo piano della vita nazionale" ( Ib. ore
16,30).
"21 MAGGIO 1981 - ROMA - L'ufficio stampa della presidenza del
consiglio dei ministri ha distribuito in serata l'elenco dei nomi degli
iscritti alla P2. Si tratta di fotocopie. Ogni nome è preceduto da un
numero di fascicolo e da un numero di gruppo; segue un
"codice", al quale talvolta segue il numero della tessera e un
appunto relativo alle quote sociali". (Ib. ore 00,22)
Nella lista ci sono 52 alti ufficiali dei carabinieri, 50 dell'esercito,
37 della Guardia della Finanza, 29 della marina, 11 questori, 5
prefetti, 70 imprenditori, 10 presidenti di banca, 3 ministri in carica,
2 ex ministri, il segretario di un partito di governo, 38 deputati, 14
magistrati. Ma chi è mai questo Licio Gelli che già Paese Sera parlava
di lui? Un "gran burattinaio" egli si definisce in
un'intervista. Sembra che abbia una copia dei fascicoli (rapporti)
personali che, per ordine del governo, il Sifar avrebbe dovuto bruciare
tutti nell'inceneritore di Fiumicino il 10 agosto del 1974. E proprio
per questi rapporti del servizio segreto in suo possesso viene colpito
da un mandato di cattura per procacciamento di notizie sulla sicurezza
dello stato. Lui fugge all'estero. Verrà poi arrestato a Ginevra nel
settembre dell'82, mentre sta prelevando da un "conto" 180
miliardi. Evade dal carcere un anno dopo. Poi si costituisce e viene
estradato dalla Svizzera in Italia nel febbraio del 1988, ma solo per
alcuni reati; per gli altri non potrà essere processato, sebbene il suo
nome sia stato coinvolto nell'omicidio Pecorelli, nell'affare Sindona, e
perfino nella strage di Bologna.
Ma proseguiamo la cronaca di quest'anno e anche dei successivi per
dare un quadro completo sugli sviluppi della vicenda.
"22 MAGGIO 1981 - Roma - Ordine di cattura per Licio Gelli.
La procura della repubblica ha emesso ordine di cattura contro Licio
Gelli e contro l'ex ufficiale dei carabinieri Antonio Viezzer. Ad
entrambi viene contestato l'art. 257 del codice penale che punisce lo
spionaggio politico o militare con al reclusione non inferiore a 15
anni". (Ib. ore 17,48)
5 GIUGNO 1981- Il tenente colonnello Luciano Rossi, l'ufficiale
che era stato chiamato dal sostituto procuratore a testimoniare sulla
Loggia P2, e sul ritrovamento dei documenti a Castel Fibocchi,
viene rinvenuto cadavere al secondo piano della sede del nucleo centrale
della polizia tributaria in via dell'Olmata a Roma. E stato trovato con
un colpo di pistola sparato con la sua calibro 9 d'ordinanza alla
tempia. Si parla subito di suicidio e il caso subito archiviato.
E' il primo "cadavere eccellente", e il primo
"suicidio".
7 LUGLIO 1981 - Primo effetto (o panico) degli "affaires"
P2 (Corriere, Calvi, Gelli. Ambrosiano, Sindona ecc.). La Borsa di
Milano dopo una valanga di vendite che fa bruciare in un mattino
miliardi su miliardi con un ribasso dei titoli del 20% sono sospese le
contrattazioni e viene chiusa per 6 giorni. Quando riapre il 13, i
titoli perdono un altro 10%.
9 LUGLIO 1981 - Roberto Calvi tenta il suicidio in carcere.
Ha assunto dei barbiturici e si è svenato il polso destro con una
lametta da barba. E' stato rinvenuto dopo cinque ore, alle sette del
mattino. Ricoverato al Mangiagalli è fuori pericolo. Il mattino alle 9
doveva presentarsi dal sostituto procuratore Gerardo d'Ambrosio. Si
svolge una movimentata seduta in Parlamento. Longo sulla P2 (c'è anche
il suo nome fra gli iscritti) parla di "scandalismo" su tutta
la vicenda e si dichiara "inorridito da certe Pubbliche
amministrazioni nei riguardi di presunti iscritti alla P2".
"Anche CRAXI dedica la parte più significativa del suo intervento
alla P2 e alla magistratura. Secondo il leader socialista nell'indagine
sulla Loggia massonica sono stati commessi degli "errori", il
primo dei quali è stato di assumere come vera tutta la lista ritrovata
nelle valigie di Gelli, col risultato di mescolare "notori
farabutti" con "galantuomini" (Ma non fa i nomi dei
"farabutti").
Ma continua "...è cresciuta una campagna che a un certo punto ha
cominciato a puzzare di maccartismo, che ha fatto vittime spingendo
molti alla disperazione e financo a suicidio"
Craxi sferra l'attacco specifico alla magistratura milanese, colpevole
di aver messo le manette a Calvi "Quando si colpiscono finanzieri
che rappresentano in modo diretto o indiretto gruppi che contano per
quasi metà del listino di Borsa è difficile non prevedere
incontrollabili reazioni psicologiche. Il tentato suicidio di Calvi
ripropone con forza il clima inquietante di lotte di potere condotte con
spregiudicatezza e violenza intimidatoria, contro il quale bisogna agire
per ristabilire la normalità dei rapporti tra Stato e cittadini"
("Con questo ragionamento i russi non sarebbero dovuti entrare a
Berlino per il timore che Hitler si sarebbe ammazzato" è stata la
battuta di un deputato".(La Repubblica, sabato 11 luglio 1981,
articolo di Lucio Caracciolo)
(Da notare: che, "Secondo la ricostruzione fornita da Franco
Giustolisi sull'Espresso del 4 ottobre 1981 e che Calvi nella sostanza
non smentì mai, mentre si trovava in carcere avrebbe confessato ai
giudici di aver aperto una linea di credito estero su estero a favore
del PSI tramite il banco Andino-Ambrosiano. Il credito ammontava a 26
miliardi di lire. Una iniziativa nella speranza di essere in qualche
modo protetto dalle "persecuzioni" della procura milanese.
Craxi smentì sempre vibratamente tutta la faccenda). (Nota riportata
a più dell'intervista fatta a Calvi da Enzo Biagi su La Repubblica, l'1
agosto, 1981 (appena Calvi si era ripreso dal tentato suicidio)
pubblicata nello speciale "Dieci
anni 1981", supplemento a "La
Repubblica" n. 59 del 11-3-1986)
Non meno
"inquisitorio" "PICCOLI della DC con il suo attacco alla
magistratura ha assunto toni apocalittici: "Non possiamo nascondere
la nostra inquietudine nel vedere così rapidamente bruciate le tappe
che portano attraverso l'uso di strumenti di giustizia a situazioni di
palmare e clamorosa ingiustizia. Il lavoro dei tribunali troppe volte
sconfina dal campo del diritto a quello della politica, per converso, la
lotta politica emigra indecorosamente nel terreno della
giustizia"..."bisogna far cessare lo spettacolo inverecondo di
certi modi di azioni giudiziarie, per cui si hanno verdetti emanati a
priori" Al termine del suo "grido di libertà", Piccoli
ha chiesto al Guardasigilli Darida di "esercitare il suo potere di
indagine" sul caso Calvi" (Ib.)
Il 24 luglio il Governo Spadolini decide lo scioglimento della loggia
P2, nell'ambito delle norme che puniscono le società segrete e i loro
appartenenti.
Il 9 dicembre viene formata la commissione d'inchiesta sulla P2 (20
deputati e 20 senatori) presieduta dalla democristiana Tina Anselmi. Al
suo insediamento ha affermato "Non lasceremo nulla di intentato per
far luce di verità su un fenomeno tanto inquietante nella vita della
repubblica" (ib 9 dic. 1982, ore 14,32).
"TREMA LA MILANO DEGLI AFFARI!"
E MOLTI QUESTA NOTTE NON DORMIRANNO"
"13 SETTEMBRE 1982 - Roma- Licio Gelli è stato arrestato a
Ginevra" ( Ib. ore 18,45).
"E' finita dopo 500 giorni la latitanza di Licio Gelli, il capo
della loggia massonica P2, protagonista del più grande scandalo
italiano del dopoguerra. In una intervista, poco prima che venisse alla
luce la vicenda della P2, disse che da piccolo sognava di fare il
burattinaio. Non era una battuta. Per anni Licio, toscano di 63 anni, è
stato il burattinaio di alcune tra le più oscure vicende o, come lui
stesso ha sempre detto. "il confessore di questa
repubblica".
Figlio di un mugnaio, nato a Pistoia, a 17 anni, nel '36, venne
espulso "da tutte le scuole del regno". Volontario nella
guerra civile in Spagna con il corpo di spedizione fascista, tornò in
Italia 18 mesi dopo e scrisse il libro "Il fuoco". Nel 1941
era in Jugoslavia come rappresentante fascista a Cattaro e dopo l'8
settembre 1943 aderì alla repubblica di Salò. In quel periodo a
Pistoia, secondo alcuni documenti, fece il doppio gioco, aiutando anche
alcuni partigiani. Dopo la liberazione andò in Argentina, paese al
quale è sempre rimasto legato.
Negli anni Cinquanta cominciò la sua carriera di industriale nella
società di materassi "Permaflex".
Agli inizi degli anni Settanta divenne dirigente della "Giole"
di Arezzo". ( Comunic. Ansa, del 13 settembre 1982, ore 20,33).
Un ora dopo: ore 21,20 - "Roma - LA TELA DEL
RAGNO DI LICIO GELLI - Ma il potere che ha accumulato negli anni
non nasce dalla sua attività industriale. La sua fortuna coincide con
il suo ingresso nella massoneria, dove, con pazienza, negli anni
Sessanta cominciò a tessere la sua tela. Iniziato in una loggia
toscana, Gelli divenne nel 1972 segretario organizzativo della loggia
"Propaganda due", la più esclusiva di tutto il "Grande
Oriente d'Italia", nata ai primi del '900 con lo scopo di farvi
aderire personaggi pubblici desiderosi però di riservatezza. Era
infatti una loggia in cui i "fratelli" non si conoscevano tra
di loro ed erano esentati dal partecipare a riunioni. Lino Salvini il
"grande maestro" dell'epoca la demolì, ma Gelli nel 1975 la
ricostruì e partì per quell'impresa che, sei anni dopo, ha fatto
cadere un governo, perdere il posto a ministri, generali, ufficiali dei
carabinieri, giornalisti.
Amico intimo di Lopez Rega, oscuro personaggio che guidò l'Argentina
alla fine degli anni Settanta, nominato consigliere diplomatico, con
tanto di passaporto speciale, divenne, per "fratellanza
massonica" amico e depositario dei segreti di MICHELE SINDONA, da
tempo latitante. L'Aver messo la mano in segreti è stato uno dei motivi
che gli hanno aperto le porte della Roma politica, ancora sotto il
terrore del crac provocato dal finanziere di Patti, Sindona gli presentò
CALVI, il presidente del Banco Ambrosiano e uomo di tutte le transazioni
targate P2. Ma è stata proprio l'inchiesta su Sindona a provocare la
fine dell'impero di Gelli. I magistrati milanesi che indagavano
sull'omicidio AMBROSOLI vollero vedere le carte del maestro venerabile e
mandarono in tutta segretezza a marzo una pattuglia di finanzieri nella
villa e nell'ufficio di Gelli a Cariglion Fibocchi. Ne uscirono molte
ore dopo con quattro valigie di documenti: vi erano tutti i segreti
della P2". (Comun. Ansa, 13 settembre 1982, ore 21,20).
Nel 1982 si svolgono le indagini. Il 17 Marzo 1983, viene depositata la
sentenza ordinanza riguardante alcuni episodi emersi durante la vicenda
della Loggia P2.
"Il magistrato ha prosciolto in pratica tutti gli imputati o ha
applicato l'amnistia e solo in alcuni casi ha stralciato fatti sui quali
dovranno essere fatti accertamenti. Per quanto riguarda i circa 200
dipendenti pubblici che erano stati indiziati per aver partecipato ad
una associazione segreta, il giudice ha deciso per l'archiviazione, in
quanto il fatto all'epoca della loro associazione non era previsto come
reato" (Ib. 17 marzo, ore 12,49).
"Licio Gelli è stato amnistiato per la truffa ai danni degli
iscritti alla P2, e per quanto riguarda l'accusa di rivelazioni di
segreto d'ufficio in concorso con Calvi" (Ib. ore 14,14).
"Ma con questa sentenza il discorso sulla p2 non deve
considerarsi concluso. Altre vicende saranno oggetto di indagini. Tra
queste l'uccisione di Mino Pecorelli, delitto per il quale recenti
rivelazioni fatte da un pentito hanno rilanciato le indagini che si
ricollegano sempre alla figura di Gelli, in quanto sarebbe stato proprio
il capo della P2 a decretare l'eliminazione del direttore di
"Op". Gelli inoltre deve sempre rispondere di cospirazione
politica mediante associazione nella sua veste di capo assoluto e
manovratore unico della P2" (Comun. Ansa, del 17 marzo 1982,
ore 15,40).
"10 AGOSTO 1983 - Ginevra- Licio Gelli sarebbe fuggito dal carcere
di Champ Dollon, dove era detenuto dal 12 settembre dell'anno scorso. La
notizia è stata appresa da fonti bene informate" (Ib. 10
agosto 1983, ore 11,13).
Qualche giornale titola avanzando i dubbi e preoccupazioni. I
dubbi perché il successivo 19 agosto la Svizzera ha concesso finalmente
l'estradizione (ormai inutile). E preoccupazioni perché si pensa che
sia stato rapito (la pagine del giornale é quella riportata nell'agosto
1983 - vedi)
Altri avanzano inquietanti dubbi: è stato fatto evadere dopo le
pressioni delle banche? Lo hanno forse rapito e lo ritroveremo appeso
sotto qualche ponte?
"9 MAGGIO 1984 - Roma - La RELAZIONE ANSELMI - Le liste trovate
nella villa di Gelli nel 1981 sono aiuentiche. Licio Gelli faceva parte
dei servizi segreti fin dal 1950. La P2 è una organizzazione che aspira
non alla conquista del potere nelle sedi istituzionali ma al controllo
di esse in forma surrentizia. Sono alcune delle affermazioni contenute
nella prerelazione, di circa 200 cartelle, che la presidente Tina
Anselmi ha letto alla commissione parlamentare sulla Loggia P2, facendo
il punto su ciò che è emerso durante l'indagine e offrendo una chiave
di lettura dell'"universo piduista". (Ib. ore 19,19)
Nelle conclusioni del capitolo che analizza il progetto politico
della P2, l'Anselmi afferma che la loggia di Gelli entra come
elemento decisivo in alcune vicende finanziarie -quella di Sindona e
quella di Calvi, che hanno interessato il mondo economico italiano -
"in modo determinante". In questo contesto, la loggia P2 ha
anche acquisiti il controllo del maggior gruppo editoriale italiano,
mettendo in atto nel settore primario della stampa quotidiana una
operazione di concentrazione di testate non confrontabili ad altre
analoghe e riconducibili a sia pur preminenti centri di potere
economico. La presidente si pone quindi l'interrogativo se "non
esista una sproporzione tra l'operazione complessiva e il personaggio (Gelli)
che di essa appare l'interprete". (Ib. ore 19,57)
"Roma - Ancora sulla relazione Anselmi - Ricorrendo ad una
metafora, la Anselmi ha parlato di una piramide il cui vertice è
costituito da Licio Gelli, e di un'altra piramide sopra a questa,
rovesciata, che vede il suo vertice inferiore appunto in Licio Gelli.
"Questi è infatti il punto di collegamento fra a piramide
superiore, nella quale vengono identificate le finalità ultime, e
quella inferiore, dove esse trovano pratica attuazione". Quale
forse si agitino nella struttura superiore "non ci è dato di
conoscere sia pure in termini sommari, al di là dell'identificazione
del rapporto che lega Gelli ai servizi segreti". (ib. ore
21,25)
"10 LUGLIO 1984 - La commissione P2 ha concluso oggi suoi
lavori, approvando a larga maggioranza la relazione (31 voti favorevoli,
quattro contrari). La commissione era oggi alla sua 147ma seduta,
L'inchiesta si è protratta per oltre due anni e mezzo. Intervenendo per
dichiarazione di voto, il democristiano Padula, ha detto che la DC non
ritiene preclusi ulteriori approfondimenti sulla vicenda P2 e ha negato
che ci siano stati "processi alle streghe"; ha tenuto anche a
sottolineare che "non si possono trarre conclusioni personali da un
documento che per sua natura non può contenere nessun dispositivo su
condizioni particolari; a ciascuno deve essere assicurata la possibilità
di precisare la propria posizione personale". (Ib. ore 19,06).
21 SETTEMBRE 1987 - "Ginevra - Licio Gelli si è costituito
stamani a Ginevra. Lo hanno annunciato i suoi avvocati" Si
vuole costituire perchè non vuole finire i suoi giorni da fuggitivo, e
intende affrontare i suoi giudici tanto in Italia quanto in
Svizzera" (Ib. ore 11,19).
19 NOVEMBRE 1991 - "Dopo dieci anni si è conclusa con il rinvio
a giudizio di 16 persone, tra le quali Licio Gelli, l'istruttoria penale
sull'attività della loggia P2. I reati contestati vanno dalla
cospirazione politica, allo spionaggio, al millantato credito,
all'attentato contro la costituzione. Il GI ha disposto innanzitutto il
rinvio a giudizio per i reato principale, la cospirazione politica, di
Umberto Ortolani, dei generali Franco Picchiotti, Gianadelio Maletti, Raffaele
Giudice, Pietro Musumeci e Giulio Grassini, del colonnello Antonio
Vezzier, del capitano Antonio Labruna. Del reato era imputato anche
Gelli, ma non essendo stato estradato per questa accusa, il magistrato
ha disposto per lui il non luogo a procedere." (Ib. ore 12,19)
"Gelli è stato anche prosciolto dalle imputazioni di
procacciamento di notizie riguardanti la sicurezza dello stato, di
rivelazioni di segreti d'ufficio e di estorsione (ai danni di Roberto
Calvi). Gelli risponderà invece di millantato credito nei confronti dei
magistrati di Milano in relazione all'inchiesta sul dissesto del Banco
Ambrosiano e di calunnia nei confronti degli stessi magistrati. Tutta
l'attività, secondo 'accusa, fu svolta in funzione degli obiettivi
perseguiti dalla loggia massonica P2, che mirava a diventare un centro
di potere in grado di condizionare il funzionamento dello stato. (Ib.
ore 14,05).
16 APRILE 1994 - Roma - "La loggia massonica P2 non fu una
struttura che cospirò contro lo stato. Lo ha stabilito la corte di
assise di Roma, che ha assolto gli imputati, perchè il fatto non
sussiste, dall'accusa di cospirazione politica mediante associazione. I
giudici hanno condannato Licio Gelli a 17 anni di reclusione, di cui
cinque condonati, per millantato credito, calunnia e procacciamento di
documenti contenenti notizie riservate, e il generale Gianadelio Maletti
a 14 anni, di cui cinque condonati, per procacciamento di notizie
riservate. Assolti gli altri imputati, fra i quali Ortolani, il
colonnello Vezzier e il capitano Labruna. Il PM che aveva chiesto la
condanna di tutti, ha preannunciato che ricorrerà in appello; prima ha
detto "Se mai è esistita una associazione di condizionamento,
questa è la P2" (Ib. ore 10,51)
Termina così una lunga vicenda che era partita indicando tutti
criminali, e che invece si è rivelata essere (secondo le commissioni, i
processi, e gli stessi coinvolti) una associazione con dentro molti
arrivisti, tanti schiocchi, e qualcuno si è assolto da solo affermando
di essere stato "tanto cretino".
Ma la vicenda non è stata poi così tanto sciocca. E neppure tanto
ridicola.
Ci sono stati crolli di imperi bancari, la rovina di case editrici (Rizzoli)
le tempeste dentro i giornali (Il Corriere della Sera), tanti
licenziamenti, dimissioni di governi, di ministri; tanti atti di
espiazione di alcuni personaggi coinvolti, e anche lutti.Tutto termina
nella settimana che Berlusconi forma il suo governo, Andreotti
viene indagato, e il processo Enimont si chiude, dopo aver tenuto banco
con tutta la casta politica nella dissoluzione più totale. |