Paolo
Copello
Inizi
e conclusioni
- Una sera che fuggiva
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dentro al grigio, dentro al buio,
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via da un male sconosciuto
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in quel mare di città,
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- il presente ed il passato
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le gravavan sulle spalle
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e di lacrime una valle
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gli occhi verdi le bagnò.
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- Un dolore avea nel sangue,
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l’asfalto sembrava fango,
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lei pensava “Se io piango
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tutto il mondo piangerà.
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- Io non volli mai
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incatenarmi a chicchessia:
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questa vita è solo mia,
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chi mai me la strapperà?
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- Non voglio guardar
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verso il bivio atroce infame;
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da ogni parte sangue, fame
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e il dolore – deja vù.
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- Non so più cos’è
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quella luce all’orizzonte,
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una croce sopra un monte,
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memoria di chi?
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- Bramo la mia patria
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dove anche la nebbia è calda,
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devo esser forte e salda:
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un dì la raggiungerò.
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- Ma dietro di me
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una porta sta sprangata,
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di Avalon terra sognata
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la via non ricordo più.
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- Questa è la realtà:
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devo viverla davvero,
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e perfino se dispero
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so che qualcosa accadrà.”
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- E poi nessuno sa cos’è successo
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nella diaspora dei suoi pensieri,
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ma tutto quello che è successo ieri
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è un peso immenso che la tira giù.
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- E se il passato non si può bruciare,
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con gli occhi aperti lo vuole implorare
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perché dissolva il male in un momento,
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come le stelle quando nasce il giorno.
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- Così il destino le aprirà le porte
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guardando, ricordando e non mentendo,
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vivendo, insomma, perché il suo futuro
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è un libro bianco e aspetta solo lei.
Copyright © 1999-2006 Paolo Copello.
Tutti i diritti sono riservati.
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