Cos’è il deficit di G6PD?
Il deficit di G6PD o favismo è una condizione determinata dalla carenza dell’enzima
glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD), importante in una via
metabolica minore del glucosio. Questa via metabolica è uno dei modi in cui
l’organismo utilizza il glucosio disponibile, ed è importante soprattutto nei
globuli rossi maturi per proteggere la membrana
cellulare dai danni ossidativi causati da numerosi farmaci e sostanze.
Il deficit di G6PD è definito una condizione farmacogenetica: i sintomi della
malattia si manifestano, nella maggioranza delle persone affette, solo in
seguito all’esposizione a fattori scatenanti, quali ingestione di fave (da cui
il nome favismo), ma anche digiuno, infezioni, somministrazione di alcuni
farmaci (ad esempio aspirina, antimalarici, sulfamidici). Un numero ristretto di
pazienti mostra costantemente i sintomi della malattia.
Come si manifesta la malattia?
Il difetto di G6PD si manifesta con emolisi, cioè rottura della membrana dei
globuli rossi e conseguente rilascio di emoglobina, necessaria per il trasporto
di ossigeno ai diversi tessuti. Per questo motivo si può instaurare un’anemia
(basso numero di globuli rossi) di tipo emolitico (cioè dovuto alla rottura dei
globuli rossi). Nella maggioranza delle persone affette l’emolisi si manifesta
solo in seguito ad esposizione ai fattori scatenanti. Nei pazienti che mostrano
costantemente emolisi, l’esposizione ai fattori scatenanti può aggravare il
quadro clinico.
Perché si manifestano i sintomi della malattia?
Nelle persone affette da deficit di G6PD, a causa dell’insufficiente attività
dell’enzima
G6PD i globuli rossi diventano estremamente sensibili allo stress ossidativo.
Determinate sostanze sono in grado di causare, in misura più o meno intensa,
stress ossidativo: si tratta di un processo chimico che può danneggiare, se non
viene contrastato da appositi meccanismi naturali, diversi componenti della
cellula. Nelle persone non affette lo stress ossidativo è “assorbito”
grazie anche a reazioni piuttosto complesse cui partecipa l’enzima
G6PD.
Nelle persone affette, i globuli rossi maturi mancando di nucleo
e ribosomi (organelli importanti per la sintesi delle proteine)
sono incapaci di produrre nuove proteine
per sostituire quelle degradate e quindi lo stress ossidativo porta a lisi
selettiva dei globuli rossi più vecchi.
I globuli rossi giovani hanno livelli più alti di attività del G6PD rispetto
ai globuli rossi più vecchi e quindi sono più resistenti al danno ossidativo:
in un soggetto con deficit di G6PD ma per il resto normale, il midollo osseo
risponde allo stress ossidativo aumentando la produzione di globuli rossi; finché
il midollo osseo è in grado di aumentare la produzione di globuli rossi
l'anemia emolitica (anemia derivante dalla lisi dei globuli rossi) è
auto-limitante.
A cosa è dovuto il deficit enzimatico?
Le informazioni necessarie per la produzione deIl’enzima
G6PD sono contenute in un gene
che si trova sul cromosoma
X.
Esistono numerose varianti di questo gene
che portano alla produzione di G6PD con diverso grado di attività.
Le forme che causano manifestazioni patologiche sono caratterizzate da una grave
riduzione dell’attività enzimatica.
Le varianti di G6PD vengono distinte in 5 classi a seconda del livello di
attività enzimatica e delle manifestazioni cliniche: la classe 1 comprende le
varianti con minore attività enzimatica e che presentano emolisi cronica (le
forme più gravi ma anche più rare). All’aumentare della classe aumenta il
livello di attività di G6PD e le manifestazioni cliniche sono meni gravi. I
soggetti portatori di varianti di classe 2 o 3 manifestano l’emolisi solo in
seguito ad esposizione a fattori scatenanti.
Come si trasmette la malattia?
Il difetto si trasmette come carattere legato al cromosoma
X, dato che il gene
interessato si trova sul cromosoma
X. Il quadro clinico è più grave nei maschi: essi possiedono un unico cromosoma
X e se il gene
è alterato presentano unicamente la copia alterata del gene.
Nelle femmine, che possiedono 2 cromosomi X, il difetto del gene
alterato è parzialmente mascherato dalla copia corretta del gene
presente sul secondo cromosoma
X ed il quadro clinico è generalmente più lieve.
Come fa il medico a diagnosticare un deficit di G6PD?
Un difetto di G6PD deve essere preso in considerazione in ogni caso di emolisi
cronica e specialmente nei casi di emolisi acuta.
I soggetti portatori del difetto possono essere identificati sia mediante
analisi biochimiche, che permettono di valutare l’attività dell'enzima
G6PD, sia con analisi diretta del gene
interessato.
Esiste una terapia per il deficit di G6PD?
Non esiste attualmente una terapia in grado di restituire funzionalità all'enzima
G6PD nelle persone affette; pertanto i portatori del difetto devono evitare
accuratamente tutte le sostanze che possono causare crisi emolitiche.
Riepilogo
informazioni sulla patologia:
Frequenza:
|
variabile |
Gene
Investigato: |
G6PD |
Metodica
Impiegata: |
Sequenziamento
Automatico |
Referto:
|
Relazione
Tecnica |
Consenso
informato: |
Non
necessario |
Diagnosi
Prenatale: |
Possibile |
Ereditarietà:
|
Legata
al Cromosoma X |
Consulenza
genetica: |
consigliata |
Tempi di Risposta |
15 gg. |
Campioni biologici su cui è possibile eseguire il test:
Prelievo
ematico in EDTA |
2
ml |
Liquido
Amniotico |
10
ml |
Villi Coriali |
10
mg |
DNA
|
2
ug |