Castellazzurro
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Ma c'è il sogno dei sogni, anche, che ingombra
piacevolmente molesto, il mio cuore.
Castell'in aria... castello di fumo...
castel di carta... fantasima, ombra
d'un desiderio inutile, bagliore
del fuoco immenso a cui io mi consumo.

Edificare. E non già più quel mondo
novello ch'io sognavo, adolescente,
suscitare per gli uomini, più bello
del vero, più perfetto e più fecondo
di gioie, illuminato dal fervente
sole che ardeva dentro il mio cervello;

no: ma fermare il mondo che m'apparve
peregrinando libero e leggero
con un lieve fardel di poesia;
fermar tutte le musiche, le larve
che furono universo al mio pensiero
nei folli voli della fantasia,

in un angolo, un nido — la mia parte
di Terra — breve al suolo, ma infinita
in cielo. E in cielo accampi le sue mura.
Castell'in aria.., castello di carte...
Modellata ne sia sulla mia vita
e sull'anima mia l'architettura.

Sarà costrutto di semplici marmi,
(Castel di fumo...) appollaiato in alto
culmine, corda alla sonora cetra
dei venti; ed avrà il ritmo dei miei carmi
liberi, con sue torri di cobalto
piantate come spade sulla pietra.

Da una balza vedrà campi e giardini
a tergo, e innanzi a sé fronzute selve
calanti in pendio ripido al gran mare.
Onde, alberi, aquiloni e rii vicini
avran le voci fiere delle belve
che giovinetto io già sognai cacciare.

Solitario fra due vasti orizzonti
d'oceano e rupi, lo popoleranno
soltanto luci, musiche e profumi.
Ebbro d'albe perlacee, di tramonti
fiammei, la notte lo ghirlanderanno
i diademi dei siderei lumi.

Lo sfioreranno con le argentee piume
le comete, magnifiche meduse
del firmamento; lo ingermoglieranno
i pollini giungenti lungo il fiume
dell'aere, e, con perenni ali dischiuse
d'azzurro, i cieli lo solleveranno

a un volo eterno incontro ad incantate
spiagge di gaudio. Ed io, lieto e solingo,
io vagherò pel mitico recesso,
rivedendovi alfin, materiate,
le belle creature che mi fingo
troppo giganti nel mio cuor perplesso.

Ed io ti chiamerò Castellazzurro,
dimora del mio sogno, ultima tule
dei desideri miei, quasi alle porte
d'Empireo; e ti vorrò, li, nell'azzurro
dell'infinito, su plinti di nuvole,
sacrata alla mia vita e alla mia morte.

 
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