Secondo Telone
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SECONDO TELONE

SCENA I.

Una ricca sala nel palazzo imperiale, con arazzi e cortinaggi, aperta in fondo — per un grande arco — su una piattaforma invasa da cascate di rose gialle e rose rosse che profumano acutamente l'aria.

Nel cielo, lontano, si accampano le chiese, i palazzi e le torti di Aquisgrana, la capitale franca.

Sulla piattaforma, trai fiori, nella luce pomeridiana, stanno: Bradamante in piedi, come assente, appoggiata alla lancia; Alda, che fila con fuso e conocchia; Bramimonda che tesse con telaio e spola; il Messo di Alda seduto ai piedi della sua signora. Presso l'arco, ma nell'interno, Astolfo che canta accompagnandosi con la sua piccola cetra, e un falconiere con un astore incappucciato sul pugno. Più in avanti due paggi ruzzano con due levrieri. A sinistra, su molli cuscini, Angelica si guarda in un specchio d'argento, mentre due schiave negre la sventolano con lunghe piume di struzzo. Più in qua Malagige, seduto su un seggiolone, muto e impenetrabile.

ASTOLFO

A differenza di colui che amate
e che ancora non sa qual di voi ama,
il mio cuore vi brama
tutte, e altre ancora, o belle innamorate.
Io v'amo per l'amor vostro. L'amore
d'Alda è simile a cielo mattutino
ove l'oro si fonde nel turchino.
L'amor di Bramimonda
è fuoco di camino
in una sera rigida invernale.
L'amor di Bradamante è notte fonda,
ma tempestata del barbaglio astrale.
E l'amore d'Angelica è meriggio
ardente…

BRADAMANTE

Smetti, dunque, il tuo ròccolo da uccello
senza artigli.

ASTOLFO

                    L'airone, infatti, è senza
artigli; ma vola alto più del gheppio.

BRADAMANTE

È fatto solo per le aquile il cielo;
le aquile che divorano chi tenti
raggiungerle.

ALDA

                    Ma le aquile raffrenano
l'ali, se un canto d'usignolo ascenda
fino a loro.

BRAMIMONDA

                    Sorelle mie, tacete.
Non è meglio ascoltare la scïenza
di Malagige? Negromante, è vero
che voi potete farci anche vedere
il futuro? Mostrarci dove andremo
noi?

MALAGIGE

        Forse.

ASTOLFO

                Distoglietene il pensiero.
Il futuro che mostra egli è sovente
buio: io lo mostro invece sempre pieno
di luce.

MALAGIGE

            Ma il mio solo è veritiero.

BRAMIMONDA

Svelaci, allora, alcuno dei misteri
che sai. Dinne qual'è fra noi più degna
di colui che desideriamo assieme.

ANGELICA

Mago, e vedi di coglier nelle tenebre
una stella, o una lucciola, per me!…

ALDA

Per me taci, ti supplico, maestro.

(entrano violentemente da sinistra 
contendendosi il
passo, furibondi, Rinaldo 
e Ferraù, in costume di
corte e inermi.
)

FERRAÙ

Io precedevo.

RINALDO

                    Ed io voglio precederti.

FERRAÙ

Tu mi precederai solo all'inferno.

ANGELICA 

(balzando)

Principi… no, vi prego… entrate assieme.

RINALDO

Perché non torni fra i tuoi mori? Sei
come un rinoceronte fra gazzelle,
qui. Vuoi che ti riporti nel tuo regno
appeso come un otre alla mia sella?

FERRAÙ

Io partirò, credo, domani stesso
se tu mi cada, prima di stasera,
fra le ugne. Partirò con la tua testa
attaccata al mio scudo per insegna.

(Entra Truffaldino in costume 
da Gano, camminando,
gestendo e parlando 
esageratamente da burattino.
)

TRUFFALDINO

Io propongo il certame. E chi riuscirà vincitore sarà il cavaliere della regina Angelica.

BRADAMANTE

È vergogna veder due cavalieri
impazziti così per una femina.

RINALDO

Taci tu, ch'io conosco anche una femina 
così impazzita per due cavalieri.

BRADAMANTE 

(à un moto di rabbia; vorrebbe 
inveire contro Rinaldo,
ma si frena e si rivolge 
minacciosa ad Angelica
)

Tu pagherai anche per mio fratello! 

(esce)

ALDA 

(che s'è levata)

Andiamo, Bramimonda. Fino a ieri
i guerrieri più prodi aveano insieme
il vanto d'essere anche i più cortesi;
troverem cortesia fra gli scudieri.

(Alda e Bramimonda escono, 
lasciando i toro lavori, e
seguite dal messo e dal falconiere.
)

ANGELICA

È per me… Perdonateli, Alda bella!…
Io voglio ritornare alle mie terre.

(Truffaldino le si accosta e le parla piano)

RINALDO

Ài capito, villano? ed è per te
che le dame ci lasciano scontente.

FERRAU'

Sei tu che parli da palafreniere!
Ma io…

ANGELICA

                Basta, terribili guerrieri!
Datevi un po' di pace! Io vi prometto
che sceglierò tra voi per cavaliere
e per guida chi ne sarà più degno…

RINALDO

Io proverò che son più forte…

FERRAU

                                            Ed io…

ANGELICA

Ma no, ma no! Non chiedo già inaudite
imprese: giuro che sarà gentile
con quel di voi che più capace sia
non a' colpi di spada, ma a servizi
umili. Già conosco gli eroismi,
ed i vostri urlan troppo e mi stordiscono.
Chi sarà buono e dolce come un bimbo?
chi imparerà a spazzare ed a cucire?

RINALDO 

(si guarda attorno, vede il 
telaio abbandonato da
Bramimonda
)

Ebbene, io saprò tessere. 

(si pone al telaio)

FERRAÙ 

(prendendo il filo e la conocchia di Alda)

                                        Ecco, io filo!

ANGELICA

Oh bravi! come mi piacete! E... zitti!

(I paggi sghignazzano in disparte. 
Astolfo pizzica la
cetra tentennando il capo.
)

ASTOLFO

Anche per Onfale, Ercole, vestì
su le sue pelli insanguinate, lini
da donna.

MALAGIGE

                E dopo, Ercole ne morì.

FERRAU' 

(a Rinaldo, filando)

tu come lui.

RINALDO 

(a Ferraù, tessendo)

                    Ti colga la pipita!

TRUFFALDINO

Egli sa già filare come ai tempi di Berta...

FERRAU' 

(alzandosi e andandogli 
incontro, irato, lo urta con un
dito e lo atterra
)

Scricciolo, io sono buono a incenerire
con un sol fiato un toro, anche se filo
come una donna…

TRUFFALDINO

A modino, a modino! Non vedete che sono un cavaliere anch'io? Mi ammaccate l'armatura.

(alzandosi, gli dice piano)

Zitto, maestà, sono un vostro amico: ò da parlarvi. Vediamoci da soli fra un'ora.

    ANGELICA  

(a Ferraù)

                            Ma se tu continui
con gli urli, è segno che ti dài per vinto.

FERRAÙ 

(fremente)

Quanto durerà ancora il tuo capriccio?

TRUFFALDINO 

(piano ad Angelica)

Il mio suggerimento è andato bene, eh? 

(Angelica ride)

RINALDO

Tu che borbotti, Gano di Magonza?
Più ti guardo e più non ti riconosco
da qualche giorno. Il diavolo ch'ài in corpo
pare che saltabecchi più dei solito.

TRUFFALDINO

Ah, ah! vostra eccellenza mi è simpatico perché è allegro e ridanciano come me.

RINALDO

Come te? vile aborto! il paragone
non mi garba. Tu ci diverti come 
sulla strada lo scarabeo che rotola
una palla di sterco.

MALAGIGE 

(sentenzioso)

                            Anche il colosso
Morgante rise per uno scorpione.
Ma fu punto e morì.

RINALDO

                                Crepi l'astrologo!

TRUFFALDINO 

(piano a Rinaldo)

Vossignoria lasci dire e lasci fare; ma ricordi bene quel che le ò promesso. Fra un' ora vediamoci e le parlerò.

ANGELICA

L'incantagione, Malagige, e bella!
Qualcosa che risponda a quel che spero.

RINALDO

Falle, dunque, l'augurio ch'ella chiede.

MALAGIGE

Non un'incantagione ma un secreto
ch'è su di te: secreto ch'io ti svelo,
ma di cui non ti so per incantesimo
dire la fine.

(entra dal fondo Orlando e 
rimane sull'arco ad ascoltare
)

ANGELICA

                    Che la fine resti
ignota, ma la gioia sia palese.

MALAGIGE

C'è in mezzo delle Ardenne, ove più cupa
è la foresta, fra liane e pruni
intossicati e covi di colubri,
una spelonca dove mai non giunge
sole. Lungo i! sentiero che conduce
all'antro, in una rocca di bitume
acceso che perennemente fuma,
sta re Cimosco, armato d'archibuso,
tuono e lampo che fora ogni armatura.

TRUFFALDINO 

(a parte)

Ecco un'arme che mi farebbe comodo.

MALAGIGE

Se i rovi, i serpi e il re mago tu superi,
un basilisco enorme oltremisura
ti appare: à denti come spade ed unghie
come lance, ed à occhi come fulmini.

TRUFFALDINO 

(a parte)

C'è di buono che questo mostro sarà finto.

MALAGIGE

Se per alta magia o per valore
del braccio saprai vincere anche il mostro,
potrai entrar sicuro dentro il covo
che s'illuminerà d'uno splendore
improvviso. Tu penetra e nel fondo
t'apparirà una gemma come un sole.
Tu prendila. È la gemma della gioia
che invano altrove tu cercasti, è il sole
della Felicità. Prendila e donala
ad Angelica: solo questo dono
potrà per sempre avvincerla a un eroe.

TRUFFALDINO 

(a parte)

Se questo tesoro esistesse davvero, io lo prenderei, ma per tenermelo.

ASTOLFO

La gemma, i mostri, il cuore... Quante belle
gesta per i miei canti io ne farei!

ORLANDO 

(avanzandosi)

Ciurmerie! Ciurmerie sono coteste!
una donna che s'ama non s'à a prezzo
d'una gemma.

TRUFFALDINO 

(a parte)

Qualche volta ne occorre più d'una.

ANGELICA

                        Ed infatti io la torrei
soltanto dalle mani di chi penso.

ORLANDO 

(la guarda, non resiste ai 
suoi occhi, si volge ai
cavalieri
)

L'onta di rammollirvi come femine
cesserà per voi, presto, cavalieri;
ricingete le spade e riponete
l'armatura di ferro su la cera
dei cuori. Preparatevi alla guerra. 

(esce sul terrazzo)

RINALDO

E a lui che importa? Pure con la spola
in mano, io sono bravo da far volgere
un esercito!

FERRAÙ

                    Ed io con conocchia
saprei pure strappargli la famosa
Durendala!

RINALDO

                    Però prima d'accorrere
alla guerra, regina, ti darò
la gemma apportatrice dell'amore.

FERRAÙ

La gemma? pure se io giungessi dopo
di te, farei alla regina un doppio
presente: quella gemma ed il tuo cuore!

RINALDO 

(alzandosi)

Ed io ti dico che vo' farle dono
subito della tua lingua!

ANGELICA

                                    Ma no!
ma no! non voglio alcun dono da voi!

FERRAÙ

Prenditi questa!

(dà a Rinaldo un colpo di conocchia)

RINALDO 

(lo colpisce col telaio)

                            Para questo colpo!

TRUFFALDINO

Che sventole! adesso mi si massacrano prima del tempo.

(si tira in disparte. Ferraù e Rinaldo 
continuano a colpirsi. Un rimbombo di grancassa 
interno accompagna ogni loro colpo. Astolfo 
suona la cetra ridendo. Angelica fugge 
dalla destra dietro la tenda.
)

FERRAÙ

Galletto!

RINALDO

                Bue!

FERRAÙ

                            Pulce!

RINALDO

                                        Elefante!

FERRAÙ

                                                        Toh!

RINALDO

                                                                    Toh!

(a due colpi più forti, cascano a 
gambe levate l'uno e l'altro.
)

ORLANDO 

(riappare, severo, e si pone 
dinnanzi alle tende da cui
s'è involata Angelica.
)

Siri, voi siete ospiti del castello
di Carlo imperatore, ove i quartieri
delle dame son sacri. E c'è una legge
d'onore che condanna l'insolenza
contro una donna!

RINALDO 

(irritato)

                            Ed a voi chi concede
di sorger sempre innanzi ai passi miei?

ORLANDO

La buona sorte che vi vuole degno
di portare un gran nome di guerriero.

FERRAÙ  

(furibondo)

Spero trovarti a fronte su terreno
libero, senza più propizi schermi,
per finirla!

ORLANDO

                    Sei messo del tuo re:
inviolabil sei. Ritorna semplice
guerriero, Ferraù: la finiremo.

(Rinaldo e Ferraù escono gesticolando, 
l'uno dal fondo, l'altro da sinistra.
)

ASTOLFO  

(ridendo)

Tu vinci anche i giganti, senza guerra.

(segue Ferraù. Truffaldino rannicchiato 
a sinistra, presso il boccascena. Orlando 
fa per uscire; ma il cortinaggio a destra si 
rialza e riappare Angelica, che si sofferma 
tra le tende.
)

ANGELICA

Ancora mi fuggite, conte Orlando?

ORLANDO

(tranquillo)

No, resto.

TRUFFALDINO 

(a parte)

E ora stiamo a sentire come fanno all'amore personaggi.

ANGELICA

                    Ò udito dietro il cortinaggio
la vostra voce limpida e sonante
come la vostra spada Durendala,
fermate i due guerrieri oltracotanti.
Oh, come forte, Orlando, e come grande
siete!

ORLANDO

            Regina, ancora vuoi restare
ad Aquisgrana? Troppi qui ti bramano,
ed io dovrò perfino contestarti
ai miei congiunti.

ANGELICA

                            Te ne duoli, Orlando?

ORLANDO

Si; le contese sotto gli occhi di Alda
— lo sai — mia fidanzata, non mi dànno
onore.

ANGELICA

                Ma prima di lei amasti
me. E ancora e sempre tuo malgrado m'ami.
Non dirmi che non è vero: l'inganno
a te stesso ed a me repugna all'anima
tua eroica, alla pura nobiltà
tua. M'ami, dunque, come onori ed ami
la vergine Alda.

ORLANDO

                        No, non accoppiare
il tuo nome e il suo nome dentro l'anima
mia, dove si risveglia l'uragano
che il ritorno del mio senno non valse
a placare. Non t'amo. Chi ti dà
così l'orgoglio di crederti amata
sempre da me?

ANGELICA

                            Quando ti fui lontana,
io sentii il terribile richiamo
della follia che avevo suscitata
in te!

ORLANDO

            Follia... follia che ò superata!
Sì, quando seppi che tu t'involavi
con quello sciocco paggio, io sprofondai
in un abisso di vergogna. Errai
come una belva dietro le tue tracce,
ma solo per gridarti che t'odiavo,
perché già non t'amavo più... Tu stavi,
sì, ancora nel mio cuore dilatato,
ma più non eri che angoscia... Tu stavi,
nel mio cervello, sì, ma come un fascio
di rovi, ed io cercavo di strappartene
con le mie unghie!... E alfine liberato
fui, lieve, aereo, solo innamorato
di purità che mi faceva quasi
un Dio! Perché torni ora a tormentarmi?

ANGELICA

Sire, se da Medoro io san fuggita,
è solo perché non ti rassomiglia.
La sua bellezza più nulla mi disse
ben presto, ed il mio cuore ti rivide,
te pianse, te invocò nell'infinito
spasimo. Oh, tu eri l'eroe, l'ambito
cavaliere, tu solo! E son partita
follemente per te, per rinvenire
le tue orme gagliarde sulle vie
ardue che dietro i passi tuoi fioriscono.
E mi lasciai portare dal bandito
che mi aveva sorpresa nel cammino,
né piansi, né invocai, perché sentivo
di accorrere più presto al tuo delirio!
Oh, la mia gioia quando tu m'ài vista
ignuda, che t'ò fatto impallidire!
La mia gioia che m'ài di te vestita!

ORLANDO

Tanto tu sei mutata che così
mi parli?

ANGELICA

                T'amo!

ORLANDO

                            Fosti del tuo sire
biondo, Medoro, che m'ài preferito!

ANGELICA

Per amar te come ora t'amo, mio
signore.

ORLANDO

Ma a lui, a lui solo offristi
la purità di cui ti cercai cinta!

TRUFFALDINO

  (a parte)

Ora ne vien fuori una che non passa per la porta!

ANGELICA

Sire, io sarò per te di nuovo pura
ed intatta! Odi, ti dirò un oscuro
mistero che la mia vita racchiude.
Dopo ogni bacio che me l'à distrutta,
la mia verginità si riproduce!

TRUFFALDINO  

(a parte)

Mi farò dare la ricetta.

ORLANDO

Angelica!…

ANGELICA

                    Ne sei felice? Tutta
nuova per te ritorno. Sarò tua
ogni giorno la prima volta.

ORLANDO

                                        Tu
allora cosa sei? Tu sei venuta
dall'Erebo per trarmi nel tuo buio
gorgo di male?

ANGELICA

                        Io vengo dalla luce!

ORLANDO

No, no: la purità tu l'ài perduta
per sempre, pure se si riproduce
nel fiore delle carni. Nella tua
anima, al primo bacio, l'hai perduta!

ANGELICA

Non ti basta che t'amo più di tutto?

ORLANDO

Amasti anche Rinaldo...

ANGELICA

                                    Fu un inganno
fatale.

ORLANDO

            E Ferraù? lo lusingasti
un giorno...

ANGELICA

                    Solo perchè mi salvasse.

ORLANDO

E Sacripante ? e mille altri ?… ove passi
tu, gli uomini ad un tratto ebbri, si scagliano
l'un contro l'altro!

ANGELICA

                            Sì, per preparare
l'amor tuo! Perché sorga più gigante
la passione che dovrà legarci!

TRUFFALDINO 

(a parte)

Ah! ah! il mio sangue si eccita a guardare fregole di eroi e di dee!

ORLANDO

Che dici? io sono d'Alda!

ANGELICA

                                        Io son d'Orlando!

ORLANDO

Ma perché? ma perché? ma non ti bastano
tutte le folle d'uomini che schianti,
solo a fasciarli co' tuoi occhi larghi
come vortici? Vieni, ch'io ti guardi
dentro i tuoi occhi pieni di barbagli
d'astri, e non tremi Vedi, ecco, mi abbàcini,
ma non mi vinci

ANGELICA

                        Tu, m'ài vinta!

ORLANDO

                                                Fatta
sei d'armonie sottili come canti
d'uccelli e d'armonie come valanghe
di folgori… ed io t'odo. La mia carne
t'ascolta! Quando tu cammini, e i fianchi
t'ondeggian molli e lievi, come un'arpa
vibri, e i tuoi piedi, come in una danza
involontaria, infondono una grazia
inattesa ove premono… E le carni
mie ti vedono! Ed a traverso carni
e precordi, tu picchi sopra l'anima
mia come su la porta rimbombante
d'un abisso!

TRUFFALDINO 

(a parte)

Quante chiacchiere dinanzi a tanta grazia di Dio!

ANGELICA

                    Io ti dico: Orlando, salvami!

ORLANDO 

(quasi con ira)

Ancora? tu mi perdi!

ANGELICA

                                Orlando! Orlando!
ma non intendi che io sono fragile,
che solo la tua forza mi può fare
sovrana, ove non sono che una schiava?

ORLANDO

Fragile? Oh, questa tua fragilità
dominatrice! Se con la mia spada
potessi, d'un sol taglio, separarti
l'anima dalle carni, e dentro l'anima
guardarti per conoscerti e sfatarti!

ANGELICA

L'anima mia è simile a uno specchio
che non s'appanna, che traccia non serba
delle fuggenti immagini riflesse
e che ora è di te solo, di te pieno!
Orlando! Orlando! sono qui per te,
sono nata per te solo! e tu prendimi!
Non ti respingerò se di Alda sei
lo sposo, non vorrò sottrarti a lei!
Ma fammi pure tua, fammi per sempre
spietatamente tua, perché non vengano
altri amanti ch'io non bramo e mi prendano
fuori delle tue braccia, in una cieca
foia, a contaminarmi, come preda
senza un'anima! Orlando, la bellezza
mia che t'ambascia è solamente degna
di te! Eroe, cuore del mondo, prendimi!

ORLANDO

Sì, ritornata mia follia! Sì, piegami
le ginocchia! Al tuo turbine io mi atterro!
Durendala gli cade al suolo. Angelica gitta il
mantello d'Orlando e seminuda e fiammeggiante lo
trae le braccia e si abbandona al suo bacio,
chiudendosi con lui nel manto rosso.

TRUFFALDINO

E l'eroe è bello e fritto!




SCENA II.

È come la prima. Ma, ora, sorge il mattino che indora già la città lontana nei suoi fastigi. Una fiaccola agonizza in un torchio attaccato a una parete.

Truffaldino è sull'arco di fondo a guardare di qua e di là, quando arriva dalla destra della piattaforma Rinaldo.

RINALDO

Che c'è, brutta figura ? il tempo scorre
e nulla avviene.

TRUFFALDINO 

(pianissimo)

Ssst! pazienza, bollente eroe; anche per fare una frittata occorre prima batterla.

RINALDO

                            Che vuoi dirmi, insomma?

TRUFFALDINO

Manterrò fa mia promessa di consegnarle la regina Angelica, di nascosto e senza compromettere la sua bella fama di cavaliere, subito forse, Bisogna però che vostra eccellenza mi provveda di un cavallo che non tema inseguimenti.

RINALDO

Baiardo?

TRUFFALDINO

Bene. Vossignoria lo tenga fuori della scuderia, gli insegni a non polverizzarmi coi suoi calci, e io fra breve spero sbrigare la faccenda. Poi ci ritroveremo nella foresta delle Ardenne.

RINALDO

                        Se tradisci, ohè, ti scuoio.  

(Esce)

TRUFFALDINO 

(fregandosi le mani)

Prima che un fanfarone come te mi pigli, ce ne vuole! A quest'altro adesso.

(Arriva dalla sinistra della 
piattaforma Ferraù, cupo.
)

FERRAU'

Falso guerriero, che cos'ài da dirmi?

TRUFFALDINO  

(pianissimo)

Ssst! rumorosissima maestà, domini il tuono della sua voce e mi ascolti! Tutto è fatto e il resto sarà fatto pure. Dica ai suoi uomini di tenersi a mia disposizione; io domani, senza compromettere il suo onore, nella foresta delle Ardenne, le consegnerò le tre cose che più le fanno gola: il cavallo Baiardo, l'elmo di Mambrino e la bella Angelica, calda calda.

FERRAU'

E sia! Non so quale malvagio spirito
d'inferno mi costringa ad avvilirmi
dietro di te. Ma se pensi tradirmi,
bada, verme, di te farò poltiglia!

(con un dito lo spinge, lo manda 
a ruzzolare lontano ed esce
.)

TRUFFALDINO

E due! Costui ha certi gesti un po' vivaci, che per fortuna non si trovano spesso fra gli uomini veri...

(mentre fa per rialzarsi mette una mano 
su Durendala, caduta dalle mani di Orlando 
nella scena precedente e rimasta al suolo; 
la raccatta
)

Ohè! ohè! Se i miei occhi smiccicano bene, questo dovrebbe essere l'arnese famoso. Durendala! La spada dell'onore e della giustizia! È bastato il bacio della bella per farla cadere di mano all'eroe incorruttibile. Ah! Ah! io l'avrei allora conquistata a buon prezzo, con una facilità che non era in programma? Potrei, magari, svignarmela. Ma c'è il resto, che pure mi preme e non vorrei rinunziarvi. Continuiamo a ballare. Piuttosto, sarà prudente metterla subito in salvo.

(scinge la sua spada e la butta dove prima 
era Durendala, che invece infila netta cintura, 
e fugge. Si ode un grido dalle camera di Angelica: 
è la voce di Orlando.
)

ORLANDO

No, ti dico che non mi puoi fermare
più oltre! Attendi… Sento che una mano
predace si posò sulla mia spada!

(appare stravolto — accorre ove vede la spada 
— riconosce che è non sua — la spezza 
come un fuscello, ruggendo.
)

Chi à osato involarmi Durendala?

(esce da sinistra — le sue grida si 
ripercuotono per tutto il castello.
)

Tutte le armi del mondo io voglio infrangere!
tutto il ferro di Francia e d'Alemagna!…

(dopo un tratto, fra il tumulto interno, 
appare dal fondo Truffaldino, camminando 
a ritroso, incalzato da Alda e Bramimonda,
 fiera e rigida quella, quest'altra smarrita 
e anelante.
)

TRUFFALDINO  

(malsicuro)

Ma insomma, che cosa vogliono queste due bacchettone? Ma pare che facciano un po' troppo sul serio...

 (inciampa nel telaio e si ferma.)

ALDA 

(tendendo la mano)

Rendi la spada?

TRUFFALDINO

Quale spada? Questa è la mia.

BRAMIMONDA

                                            No, tu l'ài rapita!

ALDA

Non vedi ch'essa è l'unica scintilla
su dite? tutto opaco sei, Ti chini
sotto il suo peso. Tu non la puoi cingere!
Rendi La spada!

TRUFFALDINO 

(tentando ribellarsi)

Questa è bella! State a vedere che credono anche loro, le bambole, di mettermi paura. Lasciatemi andare...

ALDA 

(aprendo le braccia dinanzi a lui)

                                Falso paladino,
io basterò da sola ad impedirti
la via!

TRUFFALDINO 

(facendo per slanciarsi verso la ribalta)

Eh, mia cara, io ò altre strade.

ALDA 

(precipitandoglisi dinanzi)

Sei qui, sei prigioniero mio,
e devi render Durendala! Vibrala,
se vuoi ferirmi, e resterà confitta
e ferma nel mio cuore!

BRAMIMONDA

                                Aita! aita!

TRUFFALDINO 

(furibondo e spaurito)

Chi muove, insomma, i fili di queste odiose pupe innamorate?

BRADAMANTE  

(sopravvenendo ansante e formidabile)

È costui che involò l'arma d'Orlando?

TRUFFALDINO

Eccola qua, eccola qua, non esageriamo!

(porge la spada che Alda si affretta 
a riprendere e poi esce seguita 
Bramimonda. Bradamante stringe alla 
gola Truffaldino e lo atterra picchiandolo.
)

Ahi! ahi! dev'essere d'acero la donna coi calzoni!

(Bradamante lo lascia, egli si 
rialza mezzo soffocato
.)

Con un accidente simile per alleata, io farei molta strada. Bradamante, tu sei sempre generosa col signor Orlando ed egli tira a farti le fusa torte.

BRADAMANTE

Che vuoi dire?

TRUFFALDINO

Qualche ora fa, qui stesso, e ancora pochi momenti or sono, forse, di là, Orlando e Angelica ànno fatto il pasticcio.

BRADAMANTE 

(abbrancandolo)

                        La lebbra ti dilanii,
tu menti!

TRUFFALDINO

Non ricominciamo. Va a vederla, e la troverai nel gineceo, come una chioccia, tepida dei baci di tuo cugino.

(Bradamante va ad affacciarsi 
fra le tende, guarda e vacilla
.)

Ai visto? E voi tre ingenue gli state alle calcagna, sottomesse, invece di provvedere a far cessare questo scandalo e a vendicarvi per benino.

BRADAMANTE

                Voglio, in quello stesso infame
letto, strapparle il cuore dalle carni
invereconde!

(fa per andare sguainando il pugnale.)

TRUFFALDINO

Macché! queste non sono vendette. Lui se ne accorgerà, urlerà, se la prenderà con te, ti odierà... A qual pro? Aiutami piuttosto a portarla via: tu, agli occhi di tutti, non ne avrai colpa; io la trascinerò lontano, la consegnerò a Ferraù o l'abbandonerò alle belve.

BRADAMANTE

                        Meglio divorata
dalle fiere! Sì… Ch'essa non rimanga
fra gli eroi, passa per far male.
Vattene, e attendi con un buon cavallo:
io te la porterò oltre il fossato.

(entra nella camera di Angelica.)

TRUFFALDINO

Ecco che la commedia si sviluppa.

(esce di corsa dal fondo. 
Si ode un grido soffocato d'Angelica; 
poi Bradamante riappare 
trascinando la rivale
.)

BRADAMANTE

Taci dunque, se non vuoi, maledetta,
ch'io ti stronchi ora stesso, ed a giacere
ti abbandoni per sempre nel tuo letto
caldo ancora del lurido piacere
ch'egli trasse dal tuo grembo!

ANGELICA

                                            Perché
così mi parli come una megera,
Bradamante? che t'ò fatto, vergine
tremenda? di che vuoi farmi colpevole?

BRADAMANTE

Di che t'ama? di che t'amano, belva
soffice e sorridente? Dei capelli
vivi come tentacoli? dei denti
luccicanti? degli occhi che àn l'inferno
nel fondo? della bocca acre? dei seni
erti e irritanti? della bianca pelle
odiosa? Ma anch'io son bella!

ANGELICA

                                            Sei
bella tu pure, ma egli ama me.

BRADAMANTE

No… t'amerà per poco ancora. Vieni!
ti condurrò ad altri uomini che attendono…
farò passare su di te un esercito
in foia… Ma lui non devi goderlol

ANGELICA

Io griderò...

(tenta fuggire)

BRADAMANTE

 (le si slancia addosso, Le avvolge 
il capo nel suo
stesso manto e la trascina.
)

                    La cerva è presa! è presa!

(la porta via per il fondo, verso sinistra. 
Dopo una pausa, per il fondo entrando da destra,
 si cominciano a vedere sfilare, preceduti da 
suoni di corni e di trombe, i Cavalieri e i Soldati 
di Carlomagno che partono per la guerra. 
Ritorna Orlando stravolto, e va verso la tenda
.)

ORLANDO

Angelica!

(entra nella camera d'Angelica. 
Appaiono dal fondo, armati di tutto punto, 
Oliviero, Astolfo, Anselmo
.)

OLIVIERO

                Ove corre il nostro sire?
Non sa che sono in armi i paladini
e aspettano lui solo per partire?

ORLANDO  

(ritorna)

Ov'è Angelica? Chi me l'à rapita?

LA VOCE D'ANGELICA 

(di dentro)

Accorri, Orlando! Orlando, aiuta! aiuta!

ORLANDO

Ella mi chiama! ed io qui sono, inutile
ed inerme... La mia spada perduta!

OLIVIERO

Conte di Blaia, un'altra volta è muto
il tuo senno che non ascolti più
i suoni della guerra?

ORLANDO

                                Io non rifiuto
impresa dopo impresa. Ora mi punge
quella voce che me chiama in aiuto.
A me corazza e scudo e una qualunque
spada!

ALDA

                No, sire: a te, solo la tua
spada.

(gli porge Durendala.)

ORLANDO 

(ricevendola in ginocchio 
con commozione profonda.
)

            Alda!

ANGELICA 

(lontanissimo)

                    Orlando, accorri! aiuta! aiuta!

ORLANDO 

(si leva, smarrito, e fa per 
slanciarsi pel fondo, da cui
continua a stilare l'esercito.
)

OLIVIERO 

(a gran voce, parandoglisi 
dinanzi e offrendo il petto
.)

No, conte: tu non puoi passare su
l'esercito del tuo signore!

ORLANDO 

(indietreggia fuori di sé)

                                        È giusto.
E del resto quella strada è più lunga.
Farò più presto!

(si slancia contro la muraglia e con 
un fendente di Durendala la spacca: 
dalla larga fenditura si vede la campagna 
lontana e Baiardo, cavalcato da Truffaldino, 
con Angelica in groppa, che sparisce 
all'orizzonte.)

BRADAMANTE

                            Non andare; è inutile!
Io l'ò rapita e l'ò montata su
Baiardo che stretti alla coda à pungoli
che gli dàn l'ali. Non potrai raggiungerla.

ORLANDO

Non sei donna né uomo: un'armatura
vivente sei! Ma pari all'odio tuo
è la mia volontà.

(a gran voce, dall'apertura, ad Angelica:)

                        Fa cuore, io giungo!
A me, scudieri, Brigliadoro.

BRAMIMONDA 

(cadendo in ginocchio)

                                        È chiuso
il suo cuore per noi..

ASTOLFO

                            Andrò con lui.

ORLANDO 

(fa per slanciarsi giù dall'apertura; 
ma si volge a guardare il vario dolore 
delle tre donne e à un istante 
d'intenerimento
.)

Fidanzate del sogno, io vi saluto!

(e parte. L'esercito sfila fra canti 
di guerra e suoni marziali. Bradamante à 
un moto e va dietro Astolfo che 
à seguito Orlando
.)

ALDA 

(balza alla fenditura, si erge sui 
rottami, e accampata nella luce 
grida con voce che non à avuta mai:
)

Salvala, Orlando, e vinci! Ma per lei
non morire... I compagni ti precedono
in Ispagna Ed io qui resto, e t'attendo,
Orlando… e t'amo più che non t'ò detto!

LA VOCE DI CARLOMAGNO 

(di dentro)

Conte Orlando d'Anglante, dove sei?

E s'abbassa il velario

 

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