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DIRTY DEEDS

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Dalle ceneri degli Outland e dei British Lion, nascono i Dirty Deeds. Il tutto accade nel 1985, sotto l’influenza degli AC DC, dei Queensryche e dei primi Van Halen. Dopo una lunga gavetta nei club, è nel 1993 che vengono notati  da Steve Harris – allora in cerca di un nuovo cantante per i Maiden – il quale offre loro la possibilità di usufruire di uno studio di registrazione. La proposta musicale del gruppo, però, non incontra l’interesse delle etichette discografiche, completamente diversa dal thrash, dal black e dal giunge che in quegli anni garantivano contratti come se piovesse. La situazione  si ripercuote sugli umori della band che subisce diversi cambi di line up, rimanendo senza un batterista fisso.

Fortunatamente, dopo diverse audizioni, è  Dave Cavill che affianca Peter Franklin (voce e chitarra ritmica), Tony Newton (basso) e  Barry Fitzgibbon (chitarra solista). Dave è la nuova chiave del suono  e dona  freschezza e spontaneità all’economia della band: è lui l’uomo giusto per le pelli dei Dirty Deeds! E’ ormai il 1995 quando Harris li chiama come band di supporto per il tour di ‘The X Factor’. Durante il giro di concerti, la reazione del pubblico è ottima tanto che la Sanctuary, management storico degli Iron Maiden, propone loro un contratto discografico.

 ‘Danger Of Infection’ è la prima uscita della neonata Beast Records, etichetta  di Harris e Rod Smallwood che  rappresenta per i Dirty Deeds la prima vera occasione di proporsi al mondo, il traguardo di dieci anni di concerti nei club e di musica suonata  per passione. Grandi consensi per quanto proposto dal combo, arrivano in particolare dal pubblico e dalla critica del Paese del Sol Levante.

Al loro rientro in Europa vengono contattati dagli UFO (forti del loro ‘Walk On Water’) per un altro giro di concerti come gruppo spalla prima di dividere nuovamente il palco con i Maiden e gli Helloween per il tour di ‘Virtual XI’. Proprio quest’ occasione, nella parte americana del tour,  frutta un contratto con la BMG per la distribuzione di ‘Danger Of Infection’ negli Stati Uniti, ma la cancellazione del tour a causa dei problemi ben noti avuti da Blaze Bailey alla voce sono l’ennesima occasione mancata.

Al termine del Virtual XI tour (continuato in Europa dopo la pausa forzata statunitense), i Dirty Deeds non riposano: è tempo di studio e di nuove canzoni, che diventano il secondo loro album intitolato ‘Real World’. Nuovamente è tempo di calcare i palchi, ancora una volta al fianco di Steve Harris, dopo l’annullamento della tournee europea che li avrebbe visti con i Dokken ed i Great White all’inizio dell’anno (e non andiamo a  parlare di sfortuna, eh?), nel tour maideniano forse più atteso dai metallers di tutto il mondo.

Discografia:

Danger Of Infection (1996)

Danger of infection

Una live attitude da rock band ai massimi livelli, diretta e tagliente quanto basta per essere notata. Fuori moda? Forse, ma alla fine tirato e potente hard and roll! “Promised land” su tutte.

Real World (1999)

Real world

Più tagliente sulle chitarre e con un pizzico di personalità in più, la seconda prova dei britannici risulta maggiormente convincente. Canzoni come ‘Nightmare’,  ‘Judgement Day’ o la title track sono esempi di live music da non sottovalutare.

 

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