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NEW WAVE OF BRITHIS HEAVY METAL
Pochi
sono i generi musicali che sollevano opinioni contrastanti come l’heavy metal.
Pronunciate soltanto queste due temutissime parole - che peraltro rappresentano
un’accurata, per quanto assai sgradevole descrizione del genere stesso - e
vedrete i critici musicali farsi prendere da collasso, i fan del pop correre in
cerca di tappi per le orecchie e i pusillanimi crollare privi di sensi al suolo.
L’heavy metal è una musica rozza, da selvaggi, i testi delle sue canzoni sono
privi di qualsiasi contenuto socioculturale, le celebrità che si dicono suoi
fan si possono contare sulle dita di una mano e le top model ne hanno
semplicemente orrore. Raramente brani heavy metal vengono passati per radio
durante il giorno, e i video dei gruppi metal vengono mandati in onda non prima
delle tre di notte, per non turbare la mente della povera gioventù indifesa.
L’heavy metal, infine, ispira film «birboni» come This Is SpInaI Tap e
libri nei quali si cerca di analizzare il suo malefico influsso sui giovani,
spinti al suicidio, all’adorazione del Maligno o allo sterminio dei parenti da
orrendi messaggi subliminali nascosti tra i solchi dei dischi delle band che lo
suonano.
Eppure,
ogniqualvolta l’industria discografica si viene a trovare in uno dei suoi
ricorrenti periodi di vacche magre (dei quali sovente essa stessa è causa!),
sono proprio le tanto vituperate band heavy metal che, immancabilmente, la
tirano fuori dai guai; com’è possibile? È semplice: perché l’heavy metal
è sempre là, solido come una fortezza in mezzo alla marea delle varie mode e
tendenze. Di cosiddetti revival del rock ‘n roll ne abbiamo avuti a bizzeffe,
e tutti sono durati, come si suoI dire, da Natale a Santo Stefano; il grunge è
venuto e se n’è andato (e francamente non è che se ne senta troppo la
mancanza); a dispetto di quanto troviamo scritto qua e là sui muri, il punk è
morto e sepolto; i New Romantics ci hanno fortunatamente sbarazzato della loro
rileccata presenza; l’heavy metal, invece, è sempre là, saldo e solido
all’orizzonte. Le band e i fan heavy metal vivono in una immaginaria terra ben
al di là dei confini dell’industria della moda, e formano una specie di
sottocultura autarchica, che per sopravvivere non ha bisogno di null’altro che
di sé stessa; nessun altro genere musicale può vantare un seguito di
appassionati tanto leali e fedeli, perché la terra dove dimorano le band e i
fan heavy metal è una terra di lealtà tribali:
se
proprio volessimo fare un paragone potremmo dire che i fan heavy metal sono
attaccati alla propria band e alla propria musica preferita come un accanito
tifoso di calcio è fedele alla propria squadra del cuore (infatti, non a caso
molti «heavy metal kids» sono abituali frequentatori degli stadi).
Ovviamente,
tutto questo ha un lato negativo, consistente nel fatto che alcune band
veramente repellenti sono state in grado di guadagnarsi di che vivere (e anche
bene, diciamolo) proponendo del metal scadente e privo di qualsiasi merito
artistico; inevitabilmente, però, i dati di vendita dei loro dischi, per quanto
pur sempre consistenti, sono risultati essere inferiori a quelli delle grandi
band del genere. Altri gruppi, e in particolar modo quelli dei primi Anni
Settanta, hanno invece tradito la lealtà e la fiducia dei propri fan, e in
conseguenza di ciò hanno visto il proprio seguito assottigliarsi
progressivamente fin quasi a scomparire del tutto; per esempio, i Deep Purple -
nelle loro numerose incarnazioni - non si sono mai fatti notare per essere un
gruppo che aveva riguardo per i propri fan, e infatti, mentre varie dispute
intestine ne provocavano la progressiva disintegrazione, sono stati relegati
sempre più ai margini, e anche quando, recentemente, sono risorti dalle proprie
ceneri, non sono riusciti ad arrivare neanche in vista di quelle vette di
popolarità che erano riusciti a raggiungere nei loro giorni di gloria (e chi vi
parla è uno che ritiene In Rock, FirebaII e Machlne Head dei gran bei
dischi di hard rock ed è andato più volte fuori di testa ascoltando Highway
Star e Mandrake
Roots!).
Negli
ultimi tempi, le band hanno cominciato a comprendere quanto sia importante avere
un nutrito seguito di affezionati sostenitori e si sono pertanto date molto da
fare per far sentire questi ultimi parte del proprio successo; intraprendere
vere e proprie tournée anziché
tenere un paio di concerti ogni tanto è diventato fondamentale per quasi
tutte le band più importanti, le quali fanno anche di tutto per dimostrare
di essere ancora in contatto con le proprie radici e con il proprio pubblico.
Questa tendenza, della quale all’inizio degli Anni Ottanta gli iron Maiden si sono
fatti accesi sostenitori, è diventata ancor più marcata in conseguenza del
successo ottenuto dalle band americane di soft metal; sono in molti a pensare
che questi «miliardari tatuati» abbiano screditato
ignobilmente l’heavy metal con i loro capelli ossigenati, le loro mosse, i
loro abiti da finti «guerrieri della strada» e la loro musica, pezzi alla
Michael Bolton sparati a dieci di volume. Steve Harris e compagni, invece, col
dichiararsi apertamente dei (tipi qualunque), altro non hanno fatto se non
rendersi più cari a un pubblico il cui disprezzo per i fronzoli e gli inutili
orpelli è pressoché leggendario.
Ora,
con questo non si vuoi dire che l’immagine personale presentata dagli lron
Maiden sia una posa. Anche se la vendita dei loro dischi li ha resi ricchi a
dismisura e ha consentito loro di abbandonare per sempre i pub dell’East End
dove hanno appreso e affinato la propria arte, gli lron Maiden si sono
allontanati da quelle origini solo fisicamente, non culturalmente; Steve Harris
e Dave Murray sono ancora gli stessi tipi semplici e alla buona che erano
vent’anni fa, e gli lron Maiden insistono a intraprendere ogni anno
massacranti tournée sul suolo natio, il che è in linea con lo stesso genere
musicale da loro eseguito: infatti, sebbene sia una forma di subcultura,
l’heavy metal non è affatto progressista, anzi, pochi stili musicali sono più
“conservatori» Da quando, circa trent’anni fa, i Black Sabbath misero su
disco i loro primi, lugubri accordi, i riferimenti delle band metal sono
cambiati di pochissimo, e sebbene nel corso degli anni siano venuti fuori vari
sottogeneri delI’heavy metal, come per esempio il thrash, il death metal e il
già citato soft metal, i cosiddetti puristi guardano ancora ai cari, vecchi
Black Sabbath, ai Deep Purple e - ovviamente! - ai Led Zeppelin come ai «padri
fondatori)) dello stile. Gli lron Maiden hanno seguito il sentiero tracciato da
queste band con caparbia determinazione, con ostinazione, si potrebbe dire, e
che questo sia o meno un atteggiamento lodevole è solamente una questione di
opinioni personali; gli lron Maiden ben di rado hanno affrontato nei testi delle
proprie canzoni argomenti politici o sociali, mantenendosi invece fedeli a una
tradizione di «escapismo lirico)) caratterizzata da canzoni che parlano della
lotta del Bene contro il Male abbellite da potenti accordi di chitarra e da
ruggenti parti vocali. Da un punto di vista musicale, gli lron Maiden hanno
prodotto un catalogo di canzoni che i loro fan ameranno e ascolteranno per molti
anni ancora, ma più in là di così non si sono mai avventurati, perché il
loro non è un genere dove la sperimentazione viene particolarmente
apprezzata; I heavy metal cosiddetto «d ‘avanguardia)) non ha ancora
ottenuto successo dal punto di vista commerciale, e gli Iron Maiden non hanno
mai dato sentore di volervisi cimentare.
In
effetti, sono in molti a ritenere che proprio questo conservatorismo, questa
scarsa disponibilità all’azzardo e alla sperimentazione, siano il difetto più
grande degli Iron Maiden e di tutte le altre band heavy metal. La critica che
viene generalmente mossa loro è che, avendo trovata una formula efficace, non
fanno niente per stimolare l’attenzione e l’intelligenza dei propri fan;
d’altra parte, quale band che abbia ottenuto gli stessi strepitosi dati di
vendita ottenuti dagli lron Maiden nel corso degli anni sarebbe tanto folle da
alterare tale formula? Sebbene, ovviamente, le considerazioni di ordine
commerciale non siano l’unico metro col quale valutare i meriti artistici - se
fosse così, le Spice Girls sarebbero migliori dei Beatles! - nondimeno gli
ottimi risultati raggiunti dagli lron Maiden in termini di dati di vendita e di
piazzamenti in classifica sono indicative del fatto che, evidentemente, essi
danno ai propri ascoltatori qualcosa che a loro piace e che rende la loro vita
più divertente da vivere e a volte persino meno dura da sopportare. Insomma,
per dirla semplicemente, quando si parla dell’ heavy metal tutte le regole
vanno prese e buttate nella pattumiera; ti può piacere o fare letteralmente
schifo, ma per comprenderlo devi prenderlo per quello che è, accettare i suoi
eccessi, i suoi scherzi (magari anche quelli di cattivo gusto) e lo strano
piacere che sembra trarre dalla propria impopolarità - tutti elementi
essenziali di quell’efficace meccanismo che risponde al nome di lron Maiden.
Ovviamente,
gli lron Maiden hanno fatto molto di più che non semplicemente sfruttare una
forma musicale; gran parte del loro successo è da attribuire al fatto che essi
credono in quello che fanno, sentono quello che fanno, sono quello che
fanno:
non si
sentono in colpa per avere scelto la carriera da loro intrapresa, ma al
contrario si godono appieno tutte le opportunità che essa offre, si godono i
frutti del proprio successo e, soprattutto, amano la musica che suonano. Certo,
questa frase l’avrete già sentita dire chissà quante altre volte, perché in
effetti è un abusato luogo comune del mondo del music business, ma nel loro
caso è assolutamente vera - gli lron Maiden sono amati dai propri fan perché
essi stessi sono degli «heavy metal kids», ai quali il Destino ha voluto fare
il dono del talento musicale. Essi sono in grado di dare al proprio pubblico
esattamente quello che desidera - una bella serata di divertimento, un bel
rockaccio al ritmo del quale scatenarsi, un senso di identità personale e
collettiva - perché esattamente questo era quello che anche loro desideravano
avere quando si misero assieme: in fondo, si tratta di una verità che non hanno
perso di vista.
Per
il mondo che si stende al di là dei confini della «Heavy Metal Land» il fatto
che gruppi universalmente esecrati come gli lron Maiden e i Metallica ottengano
un successo tanto incredibile risulta essere assolutamente incomprensibile;
per i metallari di tutto il mondo, la musica di band come gli lron Maiden e i
Metallica rappresenta invece sia una fonte di piacere (e a volte di conforto)
che una giustificazione delle loro convinzioni. Musicisti appartenenti ad altri
generi musicali molto differenti dall’heavy metal predicano spesso i valori
della pace, della comprensione, della tolleranza, auspicano l’avvento di una
grande famiglia universale, del cosiddetto «villaggio globale», nel quale
tutti dipenderemo dal comportamento del nostro prossimo, e affermano che tutto
andrà nel migliore dei modi se saremo buoni gli uni con gli altri (la scoperta
dell’acqua calda!). Parole belle, parole che lasciano il segno, parole che
trovano tutti d’accordo - parole che vengono immediatamente dimenticate non
appena il concerto è finito, gli spettatori tornano alle proprie auto e si
incazzano come rinoceronti perché qualche idiota ha provocato un ingorgo, si
sta facendo tardi e il giorno dopo devono alzarsi presto per andare in ufficio!
Vedete, il fatto è che, a coloro che vanno a quei concerti delle persone che
hanno accanto non potrebbe fregare di meno: il buonismo e il mondialismo vanno
di moda, e riempirsenela bocca fa molto à la page, ma per quanto riguarda
consentire a qualcuno di influire in qualche modo sul proprio ben ordinato stile
di vita, ufficio-casa-famiglia, una cannetta ogni tanto e la scopatina del
Sabato sera... lasciamo perdere. Andate a un concerto degli lron Maiden, e vi
ritroverete ad ascoltare canzoni i cui testi farebbero rizzare i capelli a
qualsiasi abituale frequentatore di chiese e parrocchie varie, e sia sul palco
che in platea vedrete personaggi dall’aspetto apparentemente inquietante e il
cui comportamento vi sembrerà improntato alla più feroce aggressività; in
realtà, se vi prenderete il disturbo di analizzare la cosa più da vicino,
scoprirete anche un grande senso di cameratismo e di appartenenza a una vera,
grande famiglia metallica - in certi casi, purtroppo, l’unica famiglia.
Forse,
proprio questo spiega perché molte delle cose migliori dell' heavy metal sono
fatte dello stesso materiale con il quale sono fatte le avversità. Il genere è
perenne-mente fatto oggetto di derisione, in ogni suo aspetto, dai testi
all’abbigliamento di chi lo suona e di chi Io ascolta; se si vuole essere un
metallaro, bisogna essere pronti a sentirsi prendere per i fondelli a non finire
e a subire attacchi da ogni parte, e quando mai ci fu maggior bisogno di
determinazione per essere un «heavy metal kid» che alla fine degli Anni
Settanta, quando sembrò che il leviatano del rock fosse stato colpito a morte
dalle unità d’assalto del punk guidate da Johnny Rotten? Nell’Estate del
1977, quando il punk catturò e tenne in una salda presa la coscienza musicale
dapprima inglese e quindi del resto del mondo (più o meno) civilizzato,
affermare di essere un appassionato di heavy metal era la stessa cosa che
ammettere di soffrire di gravi disturbi psichici; il leviatano rock era vissuto
troppo a lungo, al punto che molti videro nella furia iconoclastica del punk una
sorta di opera di «pulizia etnica» lungamente attesa e finalmente messa in
atto, e in chiunque vi si opponesse una sorta di pazzo pericoloso. Le cose
peggiorarono ulteriormente con l’avvento della new wave, quando qualunque
imbecille, bastava fosse vestito da becchino e avesse una faccia quale potrebbe
avere uno che abbia appena finito di vomitare la cena, era automaticamente
ritenuto un intellettuale: allora, anche solo pensare di formare una band di
heavy metal e trovare degli ingaggi veniva considerato sintomo di una forma
incurabile di demenza. Nondimeno, questo fu esattamente quanto cercarono di
fare gli lron Maiden nella loro prima incarnazione, e forse furono proprio le
delusioni alle quali andarono incontro in quegli anni a dare loro la tenacia e
la determinazione necessarie per continuare a tenere duro fin tanto che non
fossero riusciti a sfondare. |