KOVENANT
Inizia
tutto nel 1992. Nagash e
Blackheart compongono materiale insieme e ne costituiscono parte di
demos realizzati a basso costo, i quali finiranno per diventare la parte
principale del loro debutto, intitolato
‘In Times Before Light’ del 1995.
La
musica proposta inizia a prendere le distanze da un certo black metal
stereotipato, aggiungendo le atmosfere melodiche al classico furioso
muro di suono. Nonostante la produzione mediocre, l’esordio lascia
intuire il grande potenziale di uno sviluppo nuovo all’interno
del black metal norvegese.
L’album
però rimane nel cassetto sino al 1997 ed allora pubblicato da una
piccolissima etichetta inglese, la Mordgrimm.
I
due avvertono l’urgenza di continuare quel cammino intrapreso, e
reclutano tre nuovi membri per formare una vera e propria band. Entrano
quindi nei Covenant Hellhammer (batterista dei Mayhem), Astennu
(chitarrista dei Dimmu Borgir ed ex Carpe Tenebrum) e Sverd (tastierista
degli Arcturus). La band si completa con Sara Jezebel Deva (già con
Therion e Cradle of Filth) che assicura la voce femminile.
Il
risultato del lavoro del six piece è ‘Nexxus Polaris’, un disco
spartiacque, che nel 1998 pone nuovi confini per il black metal
infarcendolo di spunti progressivi ed atmosfere space rock. Un disco che
raffigura il dolore intenso di una supernova che sta per spegnersi, ai
confini di un punto di non ritorno che sarà l’unica meta inseguita
dai Covenant. Il grande successo di pubblico e critica garantisce alla
band uno special sulla tv norvegese reativo al tour di supporto per
l’album.
Problemi
personali e divergenze musicali, vedono l’uscita di Sverd dalla
formazione, sostituito da un session man per quanto concerne le attività
live estive che vedono i Covenant apparire in importanti festival open
air, fra i quali ricoprono il ruolo di headliners in Finlandia.
Nagash
decide di lasciare i Dimmu Borgir e di abbracciare come band principale
questo progetto, gettandosi a capofitto nella realizzazione di nuovo
materiale. Nel frattempo, la band viene candidata ai Grammy norvegesi
nella categoria di miglior album hard rock ed in questa occasione
sbaraglia i pretendenti aggiudicandosi il titolo. I Covenant sono la
prima band di metal estremo a vincere un Grammy
A
causa dell’omonimia con una band svedese occupata nei territori della
musica elettronica, i nostri si vedono costretti a cambiare il monicker.
Viene sostituita la C con la K, e l’occasione per i “nuovi”
Kovenant è quella della rifondazione.
Astennu
rientra a tempo pieno nei Dimmu Borgir, Sara viene estromessa
dall’economia del sound della band (ma viene reclutata una cantante
d’opera professionista) nello stesso modo in cui vengono tolte le
tastiere. Cambiano anche gli pseudonimi dei componenti, così Nagash
diventa Lex Icon, Blackheart si reincarna in Psy Coma e Hellhammer
rinasce come Von Blomberg.
I
tre lavorano al nuovo episodio, preventivamente intitolato ‘Prophecies
Of Fire’. Diventerà ‘Animatornic’ nel suo titolo definitivo,
pronto per il confronto con il mondo nell’Ottobre del 1999.
Ecco
che lo space rock si tinge di industrial, imparata la lezione dei Nine
Inch Nails, filtrata attraverso le deviazioni di ‘Nexxus Polaris’,
una voce assassina, un deragliamento sonico figlio di un incubo, un
altro passo in direzione ignota, un look cyborg, una musica pressante,
disperata, atroce, un’occasione da non perdere perché la
contaminazione non sappiamo dove ci porterà domani, persi nello spazio
infinito in compagnia di tre tipi davvero molto poco raccomandabili.
Sicuramente
non sappiamo dove saremo diretti con il prossimo lavoro della band, ma
un concentrato della loro musica, sul palco del Gods non può che
tingersi di esperienza.
Discografia:
In
Times Before Light
(1995)
Dei
tre album sino ad oggi pubblicati dal gruppo, sicuramente quello
trascurabile. In pratica, la realizzazione su cd di nastri demo.
Nexxus
Polaris
(1998)
Doveste
imbattervi in questo disco, partite da ‘Bringer Of The Sixth Sun’,
non ve ne pentirete. Il dolore, l’angoscia e la disperazione
abbracciano territori inesplorati da musicisti black e risultano ben
bilanciati all’interno di tutto il lavoro.
Animatronic
(2000)
Techno,
Nine Inch Nails, furia, attitudine cyber. Moderni, inquietanti ed
assassini, trasformisti e inguaribili bastardi. Come al solito, non c’è
spazio per la speranza, nemmeno nelle macchine, nemmeno nelle forme in
mutamento degli Animatronics.
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