Risoluzione consigliata 1024 x 768

 

 

Storia

E' nel 1981 quando Ross "The Boss" Funiciello, (veterano della saga punk-glam dei Dictators) e Joey DeMaio (tecnico di palco dei Black Sabbath) decidono di formare una band. Entrambi sono appassionati di fantasy e, sull'onda del rinato successo dei film di ispirazione mitologica, pensano sia venuto il momento di creare il definitivo gruppo "barbaro" di Heavy Metal. I due si sono incontrati durante il "Black'N'Blue" Tour, che vedeva insieme Blue Oyster Cult, Black Sabbath e Shakin' Street, la band francese in cui Ross militava all'epoca. Decisivo per il successo del primo disco del gruppo, "battle Hymns" è l'inserimento di Eric Adams, un culturista dall'ugola d'oro che darà una nota del tutto particolare all'heavy strutturato e potente dei Manowar. "Battle Hymns" è un successo immediato: molta delle critica europea (e italiana!) vede nella band i nuovi messia del metallo.

 

Il gruppo è pesantemente influenzato dalla tradizione metallica inglese, ma non disegna un certo stile americano, che ricorda i Kiss. E' dal vivo però che i Manowar sfoderano il loro asso nella manica. La band si presenta sul palco in completo costume alla Conan e ancora più strabiliante è la convinzione con cui portano avanti la parte. Chi conosce bene Joey giura che il tutto è una burla, ma la band pretende di accamparsi di fronte alle sale da concerti con una replica completa di un castello, maltratta i giornalisti e litiga più o meno con tutti i discografici, sempre in nome del "vero metallo". I Manowar mantengono un volume di suono spaventoso, e finiscono persino nel Guinnes dei primati come il gruppo rock più rumoroso del mondo! Questo particolare carattere spinge i Manowar ad accasarsi con la megaforce di Ron Zazula, ed ecco "Into Glory Ride" (il baffuto Scott Columbus ha preso il posto di Donnie Hamzicka alla batteria), e (per la musica "For Nations") "Hail to England" (1984). La Band continua ad essere un culto assoluto, ma Ross e Joey hanno altri programmi (leggi: vogliono il successo di massa) e il successivo "Sign Of The Hammer" (1984) mostra una produzione assai migliore dei dischi precedenti. "Sign" non scala le classifiche, e devono passare tre anni (e una nuova casa discografica) perchè esca "Fighting The World" (1987). 

 

Dovrebbe essere per i Manowar quello che "Destroyer" fù per i Kiss, ma molti dei vecchi fans sono inorriditi dagli arrangiamenti commerciali che la band ha adottato. Solo "Defender" si salva, ma per il momento critico. I Manowar corrono ai ripari, ed ecco "Kings Of Metal" non ha successo che si potrebbe aspettare. Ross, ormai stanco, attacca le mutande di peluche al chiodo, e ritorna con i Dictators. Poi se ne va pure Scott Columbus, e sembrerebbe la fine. No: "Triumph Of Steel" è uno dei loro migliori lavori di sempre, e i fans ritornano a frotte, in cerca forse di certezze. Il successivo "The Hell Of Steel" è una raccolta, ma vende lo stesso moltissimo, anche perchè la band, saggiamennte, centellina le sue esibizioni live. Amati, odiati, glorificati e disprezzati: scommettiamo che i Manowar saranno ancora qui per un bel pò di tempo?

 

 

Vai alle sezioni

Web Master : Alessandro Spiga   alex.as@tiscalinet.it