BRAVE NEW WORLD
ED HUNTER VIRTUAL XI
Brave news World è
uno degli album più attesi e pompati della
storia dei Maiden.
Loro stessi lo definiscono il miglior album che abbiano mai
realizzato e Dickinson ha addirittura ammesso di
amarlo più di Piece Of Mind
, il suo preferito di sempre. Ora per i fans una sola
domanda rimane aperta: Brave New World sarà all'altezza di tutto
questo hype? Beh, che il DNA sia quello maideniano e' chiaro già
dallo splendido disegno in copertina.....E una volta schiacciato
il play, un' altro po' di paura va via : gli standard maideniani
si preannunciano alti ! Il livello compositivo e il sound cattivo
ma con classe , sono degni di album come Somewhere
In Time e Seventh
Son ... Le prestazioni
tecniche della band sono come sempre superiori, impreziosite
questa volta dal ritrovato affiatamento e dall'attacco a 3
chitarre (forse gli assoli si sprecano un po', ma deve
essere difficilmente complicato gestire tre ottimi chitarristi
come questi in studio); e poi c'è Bruce
che più intenso , appassionato e bravo che mai, riesce a dare
anche ai brani meno convincenti la classica marcia in più
riconfermandosi una delle migliori ugole che il mondo del metal
abbia conosciuto negli ultimi 20 anni ! Anche
il tocco di Adrian
Smith, sia a livello
chitarristico che compositivo, ha un impatto decisivo,
specialmente quanto a gusto e a stile (quelli che
probabilmente avrebbero elevato allo status di
capolavori album di caratura purtroppo "solo potenzialmente
" grande quali Fear Of
The Dark e No Prayer For The Dying), Brave New World
è un mix di brani carichi e immediati come The Wicker Man
(grandioso singolo apripista), The
Fallen Angel e The
Mercenary , ma anche piu'
epici come The Nomad (immaginate
un brillante incrocio di To
Tame A Land e Powerslave:
bel ritornello incisivo e un'arrangiamento di chitarre di un
livello mai toccati dai Maiden!!), Blood
Brothers (semi-ballad in
continua evoluzione , figlia di Harris e un cantato di Bruce
Dickinson che riporta in
tempi molto lontani, come se fosse un antico menestrello di corte)
e l'infinita The Thin Line
Between Love
And Hate (melodia
delicata , su metal groove potentissimo). Ghost
Of The Navigator e Dream
Of Mirrors hanno invece
stampato in ogni battuta il marchio dei classici di
ferro. Ma sia chiaro che Brave
New World non e' un disco facilmente
assimilabile, da amare alla follia al primo ascolto ! Questo e' il
metal targato y2k ed esige orecchio fino e una certa apertura
mentale. D'altronde uno dei pregi dei Maiden
e' sempre stata la loro natura di pionieri....Palma d'oro anche
alla produzione ad opera di mastro
Kevin Shirley che ha
superato la grande prova facendo rivivere , con personalità e un
pizzico di modernità, il tocco storico del grande Birch: ampio
respiro ai nuovi elaborati arrangiamenti ma con il giusto risalto
al gancio pesante del Maiden
Sound anni '80
(chitarre aggressive, rullante secco , piatti brillanti e bassi in
attacco). Dunque preparatevi a digrignare i denti , in perfetto
stile Eddie,
perchè Brave New World segna
il grande ritorno degli Iron Maiden, come li abbiamo sempre amati
!! Questo è il disco che aspettavamo da tanto, troppo tempo.
Finalmente!!!! |
ED HUNTER
Un
album triplo, ma da dire, almeno per quanto riguarda la musica, c'è
pochissimo. Sì, perché come gli ultrafans di uno dei più celebrati
gruppi heavy del globo già sapranno, si tratta in pratica di un "Greatest
hits" più un videogioco su CD-ROM. La selezione dei brani che
compongono tutto il primo Cd e la prima metà del secondo Cd, tutte
le canzoni sono state scelte attraverso i voti ricevuti sul Website
ufficiale dei Maiden. La votazione è avvenuta lo scorso dicembre, e,
seppur tra qualche sorpresa ("Killers" diciottesima! Niente
“Bring your daughter to the slaughter”!), si tratta, come già detto,
di una sorta di “Greatest hits”. Si passa da “Iron Maiden (live)”,
la più gradita ai fans online, ai magici intrecci di chitarre, e le
grandi cavalcate, di “The trooper”. In mezzo c’é solo da scegliere
e godere: l’inizio fulminante di “Be quick or be dead”, le fragorose
bombarde della classicissima “Run to the hills”, e specialmente “Killers”,
potente, con incredibili stop-and-go, solos stratosferici, grande senso
della melodia heavy. Ok, va bene, simpatico compendio, gradevole
riassunto, ma ha senso scucire qualche foglio da dieci per pezzi che il
fan medio molto probabilmente già possiede? Forse no, ma in questo caso
la musica qui è quasi solo il pretesto per l’esclusivo videogame. Non
entriamo nei dettagli , però ci sentiamo di dire che il gioco è
veramente intrigante. La seconda parte del secondo Cd contiene il setup
della mostruosa avventura, mentre il terzo è il gioco vero e proprio. Si
diventa Ed Hunter, ex roadie, investigatore privato nonché giornalista
freelance, e...beh, non vogliamo rovinarvi il divertimento. Tenete
comunque presente che, per farvi spaventare a morte, avete bisogno di 32MB
di RAM. Sarete ben armati, e dunque buona caccia...Hunter.
TRACKLIST
“Iron Maiden (live)”
“The trooper”
“Number of the beast”
“Wrathchild”
“Futureal”
“Fear of the dark”
“Be quick or be dead”
“2 minutes to midnight”
”Man on the edge”
“Aces high”
“The evil that men do”
“Wasted years”
“Powerslave”
“Hallowed be thy name”
“Run to the hills”
“The clansman”
“Phantom of the opera”
“Killers”
“Stranger in a strange land”
“Tailgunner”. |
VIRTUAL XI
Beh,
visto che lo spunto ce lo dànno loro, intitolando l’undicesimo disco in
studio a un "undici" (calcistico) virtuale, partiamo proprio da
questa idea, con un’occhiata ai giocatori che i Maiden hanno scelto come
comprimari ideali. Tino Asprilla, Gazza Gascoigne, Stuart Pearce (che, per
i non calciofili, è soprannominato "Psycho"...), Ian Wright,
l’ex milanista Patrick Vieira e l’olandese Marc Overmars. Giocatori
molto glamour, ma la squadra sembra un po’ troppo fantasiosa e poco
concreta. E allora il risultato, alla fine del primo tempo (ovvero dopo
qualche giorno di ascolto) è di parità. Perché inevitabilmente
qualsiasi fan del periodo di "Piece of mind" commenterà
indignato: "Non sono più i vecchi Iron"...
E certo che no,
bella scoperta. Del resto anche quelli che tanti anni fa stravedevano per
il macilento Eddie oggi hanno messo la testa a posto e ascoltano Loreena
McKennitt... Pure, a Steve Harris va riconosciuto di aver ancora voglia di
giocare e di avere in repertorio parecchi numeri compositivi di alta
scuola, quelli che valgono il prezzo del biglietto, specie in un periodo
in cui il calcio - pardon, l’hard rock, non è più quello di una volta.
Riuscissero i Metallica (tanto per fare un nome a caso...) a credere in ciò
che fanno quanto questi vecchi ragazzi! "The angel and the gambler",
"Como estais amigos", "Futureal" occhieggiano a nuove
generazioni di ascoltatori con un po’ di mestiere, e a volte si fanno
persino orecchiabili (!); eppure gli Iron non sono in svendita: sotto la
cenere, il fuoco continua ad ardere - e lo stesso si può dire dei loro
fans di un tempo: quindi, anche le loro orecchie più esigenti non
rimarranno deluse da questo disco. Quanto ai campioni che hanno
abbandonato la squadra, è inutile menarsela: certi impasti tra voce e
chitarre non possono più essere quelli di una volta; ma brani come
"The clansman" e "When two worlds collide" mantengono
il potere evocativo di certe "ballate di vecchi marinai" che
fanno parte della piccola leggenda degli Iron Maiden.
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