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Durante il percorso tra
trasmettitore e ricevitore ci sono punti di connessione tra più tratti di
fibra. Ciascuna connessione contribuisce alla perdita totale di potenza da
parte del segnale. Esistono, sostanzialmente, due tipi di connessione: la
giuntura (splice), che consente una
connessione permanente tra due tratti di fibra, e l'unione tramite
connettore (giunto), tra due tratti o con
un apparato fisso alla terminazione della linea, che consente la
riutilizzazione della linea (configurabilità).
La funzione del connettore consiste in un meccanismo di accoppiamento
meccanico che attraverso l'esatto allineamento degli assi delle due fibre
cerca di minimizzare le perdite.
Bisogna, comunque, dire che per quanto riguarda il
problema delle perdite di potenza del segnale si sono fatti grandi passi
avanti se si pensa che nei primi anni di utilizzo delle fibre ottiche una
perdita di 1.5 dB era considerata accettabile; i connettori utilizzati
oggi, infatti, causano perdite di 0.3 dB ben al di sotto dei 0.75 dB degli
standard comunemente accettati.
Nel caso dei connettori usati nelle fibre monomodali occorre tenere in considerazione le riflessioni del segnale all'interfaccia. Quando due fibre sono separate dall’aria, una parte dell'energia ottica viene riflessa verso la sorgente. Queste riflessioni, dette di Fresnel, si hanno sia all'interfaccia vetro/aria quando la luce lascia la prima fibra che all'interfaccia aria/vetro quando la luce entra nella seconda fibra. La luce viene riflessa direttamente nel centro della fibra (nucleo), dove può propagare sino alla sorgente luminosa. Questa energia riflessa è presa in considerazione tramite il termine di perdita per riflessione. In un'interconnessione di fibre monomodali con terminazione piatta, questa perdita può ammontare a -11 dB, il che vuol dire che il raggio riflesso ha un'energia pari a 11 dB inferiore a quella del raggio incidente. Se, per esempio, 500 W di energia raggiungono la terminazione della fibra, 40 W saranno riflessi verso la sorgente; questo livello di energia è sufficiente per interferire con l'emissione di un diodo laser e causare errori. Arrotondando la terminazione della fibra durante la rifinitura, la perdita per riflessione può essere abbassata al di sotto di -30 dB. In questo modo infatti:
Questo
approccio è chiamato contatto fisico
o terminazione PC (Polishing
Correctness).
Nelle applicazioni principali
quattro sono tipi di connettori di interesse: ST ,
SC, FDDI, ed ESCON. La maggior parte
dei connettori hanno come base un supporto di 2.5 mm di diametro che
assicura l'allineamento ottico delle due fibre. I supporti sono
realizzati, tipicamente, in ceramica, polimero o acciaio purificato.
Quest’ultimo in particolare, offre una durata maggiore rispetto alla
ceramica ed al polimero a parità di prestazioni. connettori SC - ST
Tale tipo di connessione ovviamente, non consente il trasferimento del segnale tra diversi protocolli ma solo un diverso instradamento ed opera tipicamente a 850 nm e 1300 nm. Nelle due pagine di seguito riportiamo i fogli tecnici di due connettori SC rispettivamente simplex e duplex.
con relativo supporto metallico
I connettori FDDI (Fiber Distributed Data Interface) prendono il nome proprio dalla tipica rete su fibra che lavora 100 Mbit per secondo, tuttavia non sono utilizzati esclusivamente in tali applicazioni. Il connettore FDDI MIC, per esempio, è un dispositivo a due canali usato sia in applicazioni FDDI che non FDDI. Nella figura a lato è riportata la foto di un connettore FDDI (MIC) ed un esempio di montaggio del medesimo connettore su di un cavo duplex ( in basso). Il connettore ESCON è simile
al connettore FDDI ma ha come caratteristica un rivestimento retrattile. Convertitori Abbiamo visto in precedenza
che esistono fondamentalmente due tipi di fibra: monomodale e multimodale.
Poichè entrambi i tipi vengono utilizzati, in quanto soddisfacenti
ciascuno a diverse esigenze, si rende necessario anche poter interfacciare
i due mezzi per consentire il trasferimento dei segnali trasmessi da un
supporto all'altro e, considerando anche il fatto che su di uno stesso
supporto possono coesistere più tecniche di trasmissione è facile
immaginare che la conversione e il trasferimento dei segnali da un mezzo
ad un altro è tutt'altro che semplice. Vediamo come si possono affrontare
tali problemi. Una volta risolto il problema della interconnessione fisica dei diversi tipi di fibre e cavi, resta il problema di interfacciamento delle tecniche di trasmissione. Per questo scopo sono stati realizzati convertitori trasparenti per le maggiori tecniche di trasmissione sia su piccole che lunghe distanze. Una descrizione dettagliata dei tipi di convertitori è troppo complessa per essereaffrontata, si rimanda perciò alla letteratura specifica a alle risorse messe a disposizione da internet; in questa sede ci limitiamo a dire che i più moderni convertitori offrono molte caratteristiche rilevanti tra cui la capacità di controllo della lunghezza dei pacchetti, la rilevazione delle collisioni, il controllo della corretta connessione di un cavo ed altre. Splitter Nel campo delle telecomunicazioni ottiche si ha spesso la necessità di condividere più segnali contemporaneamente; un esempio costituisce il passaggio da una a due fibre ottiche. A tal fine esistono dispositivi capaci di separare i raggi luminosi, con la minima perdita, nel passaggio da una a due fibre oppure, nel caso opposto, a combinare i raggi nel passaggio dalla doppia fibra alla singola. Ricordiamo prima di continuare che, con il termine duplex, ci riferiamo ad un cavo contenente due fibre ottiche mentre con simplex, ad uno con una singola fibra al suo interno. I dispositivi a cui facevamo riferimento poco fa prendono il nome di spillatori (splitter). Questi dispositivi vengono utilizzati sia nel normale e corretto funzionamento della rete, sia come strumento per l'analisi del traffico e, quindi, delle prestazioni della rete stessa mediante appositi apparati di misura. Di seguito è riportato lo schema di principio di uno splitter 1 x 2.
differenziano a seconda del
tipo di collegamento da analizzare (voce, dati, video o combinazioni di
essi). Alcuni di questi apparecchi sono specifici per la ricerca di
rotture o incurvature della fibra ottica, in corrispondenza delle
giunture, ed operano a lunghezza d'onda fissa (tipicamente 650 nm per
fibre fino a 125
m).
Di questa categoria di apparati di misura fanno parte anche altri
dispositivi, anche se non strettamente connessi con la verifica del
funzionamento della connessione, come l'identificatore
di fibra ottica. Questo apparecchio serve per identificare i
segnali passanti in una fibra monomodale senza interrompere il
collegamento, o danneggiare la fibra ottica, prevenendo incisioni
accidentali durante la manutenzione, l'installazione o le riparazioni di
emergenza; consentono, inoltre, di identificare la direzione del segnale. Analizzatori di questo tipo possono esaminare fino a 8 segnali alla volta e, inoltre, hanno spesso la capacità della ridondanza che permette alla rete di operare a flusso continuo mentre l'analizzatore non è operativo. Attualmente gli analizzatori di questo tipo lavorano a 1300 nm in fibra multimodo o 1310 nm in fibra monomodo, con velocità trasmissive che giungono fino ai 155 Mbps ma presto potrebbero essere disponibili analizzatori in grado di raggiungere il Gbps.
Nei sistemi ottici, come in
tutti i sistemi di comunicazione, sono necessari dispositivi in grado di
operare una soppressione controllata dei segnali ottici; tali dispositivi
sono gli attenuatori variabili. La
funzione di questi attenuatori in un sistema ottico è simile a quella di
una resistenza variabile in un circuito elettrico ed assume il doppio
ruolo di adattatore/controllore tra due connettori. Le caratteristiche di
riflettività di un attenuatore variabile dipendono dal tipo di connettori
con cui viene utilizzato. La riflessione di siffatto attenuatore raggiunge
-60 dB massimi. variabili in linea (figura seguente). Questi attenuatori sono progettati per garantire la massima stabilità a variazioni di temperatura ed umidità e sono forniti di due basi d'appoggio ciascuna fornita di una lente ed un connettore femmina in grado di accettare i connettori disponibili in commercio, come ST e SC. L'attenuatore viene allineato per una maggiore efficienza dell'accoppiamento tramite una vite radiale usata per bloccare il raggio tra le due lenti, per cui ruotare la vite significa cambiare la posizione del raggio tra le due lenti variando, così, il livello di potenza del raggio accoppiato alla fibra del ricevitore. Di seguito viene riportata una tabella con le caratteristiche più importanti relative ad un attenuatore variabile in linea.
Tab. 8.1 - Caratteristiche tipiche di un attenuatore variabile in linea. |
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