Nella realizzazione di collegamenti in fibra ottica si pone (soprattutto per lunghe distanze) il problema della connesione fra fibre; è facile comprendere che tale processo non sia di facile realizzazioe date le esigue dimensioni delle fibre stesse.
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il modo più semplice prevede che i loro estremi vengano terminati in connettori
e questi vengono inseriti in apposite prese per fibre; i connettori determinano
una perdita di circa il 10-20% della luce ma semplificano molto la
riconfigurazione del sistema qualora ce ne fosse la necessità.
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In alternativa le fibre possono essere unite meccanicamente: le giunzioni
meccaniche consistono nel poggiare le due estremità una vicina all’altra in
una manica speciale e nello stringerle insieme. Facendo passare la luce
attraverso la giunzione e eseguendo piccoli aggiustamenti dell’alineamento, si
ottengono perdite di luce abbastanza ridotte.
All’atto pratico è più difficile connettizzare le fibre che giuntarle per cui molto spesso la connettorizzazione viene effettuata esclusivamente in laboratorio, mentre invece in campo ci si limita ad effettuare giunture con apposite macchine giuntatrici.
Data
la difficolta di effettuare giunzioni e connettorizzazioni tra fibre, nelle reti
locali si privilegia l’adozione delle fibre multomodali.
L’alto costo di connetorizzazione limita inoltre l’impiego delle fibre ottiche alla realizzazione delle dorsali di rete, mentre per collegare il singolo posto di lavoro il doppino di rame ha un migior rapporto prestazione/prezzo. Per superare tali limiti sono allo studio fibre plastiche con diametro di 1mm, che dovrebbero avere un basso costo di connettorizzazione e risultare competitive con i cavi in rame per il cablaggio dei posti di lavoro.