Il mio cuore
Il mio cuore è una rossa
macchia di sangue dove
io bagno senza possa
la penna, a dolci prove
eternamente mossa.
E la penna si muove
e la carta s'arrossa
sempre a passioni nove.
Giorno verrà: lo so
che questo sangue ardente
a un tratto mancherà,
che la mia penna avrà
uno schianto stridente...
... e allora morirò.
Invito
Anima pura come un'alba pura,
anima triste per i suoi destini,
anima prigioniera nei confini
come una bara nella sepoltura,
anima, dolce buona creatura,
rassegnata nei tristi occhi divini,
non più rifioriranno i tuoi giardini
in questa vana primavera oscura.
Luce degli occhi, cuore del mio cuore,
tenerezza, sorella nel dolore
rondine affranta nel mio stesso cielo,
giglio fiorito a pena su lo stelo
e morto, vieni, ho spasimato anch'io,
vieni, sorella, il tuo martirio è il mio.
Rime del cuore morto
O piccolo cuor mio, tu fosti immenso
come il cuore di Cristo, ora sei morto;
t'accoglie non so più qual triste orto
odorato di mammole e d'incenso.
Uomini, io venni al mondo per amare
e tutti ho amato! Ho pianto tutti i pianti
vostri e ho cantato tutti i vostri canti!
Io fui lo specchio immenso come il mare.
Ma l'amor onde il cuor morto si gela,
fu vano e ignoto sempre, ignoto e vano!
Come un'antenna fu il mio cuore umano,
antenna che non seppe mai la vela.
Fu come un sole immenso, senza cielo
e senza terra e senza mare, acceso
solo per sé, solo per sé sospeso
nello spazio. Bruciava e parve gelo.
Fu come una pupilla aperta e pure
velata da una palpebra latente;
fu come un'ostia enorme, incandescente,
alta nei cieli fra due dita pure,
ostia che si spezzò prima d'avere
tocche le labbra del sacrificante,
ostia le cui piccole parti infrante
non trovarono un cuore ove giacere.
Sonetto d'autunno
Foglie e speranze senza tregua, foglie
e speranze; non hanno rami e cuori
cadute eguali allor che i primi ori
Autunno triste su la terra accoglie?
L'anima poi che nell'audaci voglie
si disfece con gli ultimi rossori
della sua giovinezza, in foglie e fiori
malinconicamente si discioglie.
E resta il cuore e resta il ramo: soli
sospiranti in un intimo richiamo
la rossa estate e il suo vivere corto.
Ma se tornino i buoni e dolci soli
primaverili, rinverranno il ramo
pien di speranza e il cuore, invece, morto.
L'anima
a Guido W. Sbordoni
Tu sai: l'anima invano si martòra
di sogni; al mar non più le fragorose
acque dei fiumi giungon desiose
di confondere lor voce sonora
con quella che sì forte le innamora
da farle di ogni immagine obliose,
ma van per l'onda petali di rose
come se Ofelia vi dormisse ancora.
Tu sai: l'anima ben vide cadere
tutte le foglie e in ogni foglia un puro
desiderïo, fin che, in suo tormento,
le parve dolce figurarsi in nere
vesti, per sempre crocifissa al muro
di un lontano antichissimo convento.
Sonetto della desolazione
Anima, come oggi nessuno arriva,
non tendere le pallide tue mani
a i cieli, troppo noi siamo lontani
e troppo melanconica è la riva.
Dici: domani... Oh, non sperar domani
più! La speranza è nel tuo cuore viva
così che l'abbandono la ravviva
con i suoi tristi addii quotidiani?!
Ben ora è che di tutto si disperi
e che il rosario dei futuri giorni
ci conduca al più puro dei misteri
in queste solitudini malate,
vedove di partenze e di ritorni,
simili a stazioni abbandonate.