Memoria
E' la memoria una distesa
di campi assopiti
e i ricordi in essa
chiomati di nebbia e di sole.
Respira
una pianura
rotta solo
da eguali ciuffi di sterpi:
in essa
unico albero verde
la mia serenitā.
O giorni miei...
Solo a sera m'č dato
assistere alla deposizione
della luce, quando
la vita, ormai
senza rimedio, č perduta.
Mio convoglio funebre
di ogni notte: emigrazione
di sensi, accorgimenti
delle ore tradite, intanto
che lo spirito č rapito
sotto l'acutissimo arco
dell'esistenza: l'accompagna
una musica di indicibile
silenzio.
Invece dovere
ogni mattina risorgere
sognare sempre
impossibili itinerari.
Mia natura
Mia natura č di essere
presente: amare
la realtā che sento: toccare,
divenire queste morenti cose
salvarle nel mio gesto
di pietā. Mia tristissima
gioia di questi possedimenti
sempre dispersi: di queste
inesistenze: amore di case
che debbo lasciare; di questa
mia perita cittā.
Vicenda
Finalmente ho disturbato
la quiete di questo convento
altrove devo fuggire
a rompere altre paci.
Incontro alla Luce
Con angoscia ti fuggo,
o Luce, ma sulla stessa
via sempre t'incontro.
Via Crucis
La bocca rotta dalla pena
i denti legati
dal dolore.
Intanto la luna si alza
e una musica arriva
sul selciato delle case
a morire.
Io non ho mani
Io non ho mani
che mi accarezzino il volto,
(duro č l'ufficio
di queste parole
che non conoscono amori)
non so le dolcezze
dei vostri abbandoni:
ho dovuto essere
custode
della vostra solitudine:
sono
salvatore
di ore perdute.
Lume di povertā
Signore, non ti chiedo di avere
quello che gli altri hanno;
essi non sanno
il caldo
lume di questa povertā.
Nulla č il loro possesso
di fronte alla nostra
pena d'essere spogli.
Vivi di noi
Vivi di noi.
Sei
la veritā che non ragiona.
Un Dio che pena
nel cuore dell'uomo.
Vita di Caino
Aderire alla terra, Caino,
questa la tua sorte;
udirne il lamento da sotto
le tue orme violente;
cercare fuggendo l'Ombra
che ti incombe;
amare, odiando, invocare
tu, vivo cadavere, la morte.
Senza ritorno
Oggi mi son detto addio
spero, per sempre,
come un nauta che ha i remi spezzati.
Spezzati i remi
lacerata la vela
contro l'onda contraria del sangue.
E poi
E poi la pelle bianca della notte nera
che appena copre il nostro vero volto:
morte, unica certezza
la nostra condizione!
E i torturati
E i torturati
in grumi neri
inutilmente
urlano.
Non dite mai
Non dite mai cosa sia la vita:
un pozzo d'acqua sorgiva
nel deserto,
la ghirlanda di colori
intorno al collo dei colombi in amore
un raggio di luce nel buio di una cella
o il silenzio dell'alba
quando sorge la luce...