FRATELLI FELTRINELLI  SPA

dal 1846 

 

Nella prima metà dell’800, per l’esattezza nel 1846, mentre Pio IX saliva al pontificato ed il Lombardo Veneto - integrato nell’impero asburgico - sperava in una Italia federata, nel Comune di Gargnano veniva fondata la Fratelli Feltrinelli fu Faustino, avendo come scopo l’attività forestale, la lavorazione ed il commercio dei legnami.

A Gargnano, che affaccia sul lago di Garda, affluivano - in carovane di carri - dai boschi del Trentino e della Pusteria i tronchi che, dopo la prima trasformazione, raggiungevano i magazzini di vendita di Desenzano e di Milano.

Quest’ultimo, realizzato nel 1857, assumeva, negli anni successivi, una importanza sempre crescente.

Contemporaneamente alla progressiva realizzazione dell’unità d’Italia la Fratelli Feltrinelli, estendeva la sua rete di filiali installandosi a Genova, Venezia, Verona, Mantova, Roma, Napoli e Messina. Sul lago di Garda, naturale via d’acqua fra l’Italia e l’Austria che allora, ancor più di oggi, rappresentava una fonte insostituibile di approvvigionamento, la Società si consolidava e poneva le premesse di un suo ulteriore sviluppo.

L’intensità dell’attività nelle zone di produzione austriaca era tale che fin nel 1884 i Feltrinelli provvidero ad installare una dipendenza di produzione  austriaca a Villach, località oggi molto vicina al nostro confine, ma in quel tempo praticamente nel cuore del territorio austriaco.

L’iniziativa imprenditoriale, in Italia ed in Austria, di dimensioni eccezionali per l’epoca, va attribuita prevalentemente a Giacomo Feltrinelli, uomo di grande rilievo, che ha altresì legato il suo nome ad attività finanziarie con la fondazione di una Banca Feltrinelli, ad opere immobiliari, nonché ad iniziative industriali, risultando fra l’altro fra i fondatori della Società EDISON.

Nella industria e nel commercio dei legnami le dimensioni della Società erano notevoli.

L’ESPANSIONE DELLA F.LLI FELTRINELLI IN ITALIA E SUI PRINCIPALI MERCATI DI APPROVVIGIONAMENTO

 La “Fratelli Feltrinelli”, trasformatasi nel frattempo in Società in nome collettivo, espandeva ulteriormente la sua attività creando nuovi stabilimenti per la segagione nel Trentino, nella Pusteria, nel Cadore, nella Carinzia e nella Stiria, estendendo fino alla Slovenia ed alla Bosnia Erzegovina le sue fonti d'approvvigionamento.

Nel 1906 veniva costruita a Fiume (oggi Rijeka) la S.p.A. italo - ungherese per l’industria forestale, che prese poi la denominazione di “Società Forestale Feltrinelli”, la cui prevalente attività era esercitata a Sibiu, in Transilvania.

Con le costruzioni di strade, ferrovie, teleferiche, impianti industriali e grandi opere d'urbanizzazione, questo centro subì una così gran trasformazione che, dopo la seconda guerra mondiale, quando il governo rumeno nazionalizzò l’industria privata, molte opere di pubblico interesse potevano essere ascritte al merito di quest'iniziativa imprenditoriale.

L’attività del gruppo nei vari settori era di tali dimensioni da occupare, in alcuni periodi dell’anno gran parte della forza lavoro del centro di Sibiu.

 NEL 1911 DECEDEVA GIANGIACOMO FELTRINELLI, FONDATORE DELLA SOCIETÀ

 Nel 1911 decedeva Giangiacomo Feltrinelli, fondatore della Società, ed a lui succedeva nella conduzione aziendale il nipote Carlo, forte personalità che svolse una parte di primo piano nelle vicende economiche ed industriali della nazione, ricoprendo fra l’altro le cariche di presidente di Edison e del Credito Italiano.

Nel 1913 Carlo Feltrinelli assunse a suo carico l’onere della Scuola Industriale Milanese (che prese poi il nome, tuttora conservato, di Scuola Industriale Giacomo Feltrinelli), promovendo lo sviluppo tanto da assurgere ben presto a fama internazionale per il prestigio dei docenti, la serietà dei corsi e la preparazione degli allievi (alla morte di Carlo, nel 1935, gli eredi donarono allo Stato il complesso dei beni che costituivano la scuola, rifiutando ogni riconoscimento anche onorifico).

Negli anni della prima guerra mondiale la Società fornì alla Nazione un significativo contributo. Il legno aveva grande importanza in tutte le opere di ingegneria militare e fu possibile sopperire alle esigenze belliche grazie ad un'efficiente organizzazione aziendale nonché agli impianti, attrezzature e magazzini che, anteriormente al conflitto, erano stati installati nelle regioni che divennero teatro della guerra.

Alla fine del conflitto, nel 1919, contestualmente alla liquidazione della S.n.c., i fratelli Carlo e Antonio Feltrinelli costituivano, con lo zio Francesco, la “Società anonima per la industria ed il commercio dei legnami”, con filiali e depositi a Milano, Venezia, Verona, Mantova, Desenzano, Brescia, Genova, Livorno e Roma.

 

IL GOVERNO SOVIETICO CONCEDE NEL 1932 ALLA F.LLI FELTRINELLI LA DISTRIBUZIONE - IN ESCLUSIVA - DEL LEGNAME RUSSO PER LA CLIENTELA ITALIANA

 Questo evento che ebbe non pochi riflessi sulla economia nazionale, comportò la necessità di una ulteriore estensione della rete di vendita. Da qui l’istituzione dei depositi di Marghera, Arquata Scrivia, Civitavecchia, Savona, Bari, Salerno, Manfredonia, Brindisi, Vibo Valentia e della nuova filiale di Napoli.

 

LA PRESENZA DELLA F.LLI FELTRINELLI FUORI DAL TERRITORIO NAZIONALE, E L’ESPANSIONE IN ITALIA

 Nel 1935 troviamo la Fratelli Feltrinelli impegnata in Africa Orientale dove aveva stabilito i propri depositi e magazzini a Decameré, Asmara, Assab, Gibuti, Addis Abeba, Dessié, Harar, Dire Daua, Merca, Cisimaio, Gondar e a Gimma, nel cuore della boscosa e vergine terra di Galla e Sidamo.

Allorchè si rese difficile l’approvvigionamento delle dipendenze africane con segato proveniente da oltre mare, la Società iniziò la utilizzazione di risorse forestali in Eritrea ed in Etiopia, e furono installate segherie a Gimma e ad Adabba, mentre era in fase avanzata di studio un progetto per la produzione di cellulosa.

La presenza della Fratelli Feltrinelli nell’Africa orientale interessa anche le attività edili e d'urbanizzazione primaria e secondaria con la Società Impresao e Silosao, le cui opere testimoniano, ancor oggi l'intensità dell’impegno. Alla fine degli anni 30, la Fratelli Feltrinelli era altresì presente in Libia (a Tripoli e Bengasi) ed in Albania (a Durazzo e Coritza). Sul territorio nazionale aveva impiantato nuove segherie a Caoria (Trento), a Coritenza di Bisterza (allora in provincia di Fiume) a Catanzaro Marina, Villa San Giovanni, Camigliatello, Gambarie, Rossano, San Giovanni in Fiore, Tirano, Edolo, Bagolino, Lavone, Stenico e Pinzolo.

L'intensificazione dell'attività forestale e di segagione era stata necessitata dalle difficoltà d'importazione manifestatesi durante il periodo delle sanzioni, difficoltà di cui poteva presagirsi l’aggravarsi a fronte dell’evento bellico che si preannunciava.

 

IL GRUPPO PERDE GRAN PARTE DEL SUO PATRIMONIO A SEGUITO DEGLI EVENTI BELLICI

 La fine della guerra segnò la perdita di tutte le attività in Africa, Albania, ex Iugoslavia, Romania: perdita al patrimonio aziendale, ma non certo alle risorse di quei Paesi che, avendo nazionalizzato le opere e le installazioni, ne continuarono l'utilizzazione; per cui non può dirsi disperso il risultato di una così estesa iniziativa, il cui nome “Feltrinelli” conserva ancora presso le popolazioni di quelle località, l'antico prestigio.

Anche in Italia, sia per le distruzioni conseguenti alle operazioni militari durante il secondo conflitto, sia per le requisizioni dei belligeranti stranieri, gran parte del patrimonio immobiliare destinato all'attività sociale subì gravi danni, mentre le scorte furono per lo più sottratte e disperse.

Il quadro che risulta dal lungo elenco delle distruzioni fa sembrare impossibile, ala valutazione storica degli eventi, la ripresa aziendale nel dopoguerra.

 

L’OPERA DI RICOSTRUZIONE 

La Sede provvisoria della Direzione centrale - perché l’antica sede di Via Romagnosi nel cuore della Vecchia Milano era andata anch’essa distrutta dai bombardamenti - rappresentò il punto di convergenza di tutti i dirigenti e dipendenti che rientravano dai loro centri operativi distrutti. La loro rinnovata volontà di collaborazione incoraggiò la Fratelli Feltrinelli, sorda ad ogni lusinga d'altre iniziative che oltre a tutto non avrebbero richiesto un impegno esteso a tutto il territorio nazionale, ad intraprendere l’opera di ricostruzione delle filiali e dei magazzini distrutti.

A quella data era già deceduto anche Antonio Feltrinelli, quindi sia lo slancio di ripresa, sia l'attuazione dei nuovi programmi d'investimento erano il frutto della consapevole maturità e dell’impegno di un apparato dirigente che seppe sopperire al gran vuoto lasciato dalla scomparsa di Carlo ed Antonio Feltrinelli.

articolo apparso su "IL SECOLO ILLUSTRATO" del 3 marzo 1901    

foto storica del deposito Feltrinelli di Brescia