La preistoria del calcio a Terni
Le prime notizie riguardanti
il gioco del football a Terni risalgono al 1898, ma prima di poter registrare
la nascita di una società a tutti gli effetti occorre aspettare
il 1° maggio 1915 data in cui fu creato l' "Interamna Football Club"
che però avrà vita breve a causa del primo conflitto mondiale.
Nel 1918, subito al termine della guerra, si ricostituisce la squadra
di calcio cittadina denominata "Unione Calcistica Ternana", formata da
alcuni pionieri del calcio che due anni più tardi fondano il "Terni
Foot Ball Club" che adotta per la prima volta i colori rossoverdi.
Il primo campionato
ufficiale venne giocato dalla società denominata "Terni F.C." nel
1925; si trattava per la precisione del campiopnato di III divisione,
al termine del quale i rossoverdi furono promossi in II divisione (l'attuale
serie C). Sempre nel 1925 venne costruito dalla Società "Terni"
il mitico Stadio di Viale Brin con la collaborazione dei propri dipendenti
ai quali veniva trattenuta una cifra sulla busta paga per recuperare il
denaro anticipato per la realizzazione dell'impianto. Dalla fusione dei
due gruppi nacque l' Unione Sportiva Terni che adottò i colori giallo-azzurro
(i colori della provincia) e che nel 1927 vinse il campionato di II divisione
dopo un tiratissimo spareggio con il Savoia di Torre Annunziata. L'anno
successivo viene addirittura sfiorata la promozione in serie A ma alla
fine avrà la meglio la Fiorentina anche se per la differenza di
un solo goal. Alla delusione seguì lo scioglimento dell' Unione
Sportiva Terni rilevata prontamente dai fratelli Bosco che cambiano il
nome del sodalizio in Unione Sportiva Ternana ed aggiungono alle maglie
giallo-azzurre il "Thyrus" l'ormai noto draghetto simbolo della squadra.
Dal campionato 1929-'30 a quello del 1932-'33 la socità cambierà
più volte denominazione a causa dei continui avvicendamenti dirigenziali
che finirono inevitabilmente con il fallimento e costrinsero la squadra
a disputare solo alcune amichevoli nelle stagioni 1933-'34 e 1934-'35.
Nel 1935-'36 si ricomincia con il nome di "Polisportiva Mario Umberto Borzacchini"
in onore del pilota ternano scomparso a Monza e l'anno successivo si torna
all'antico look con maglietta rossoverde che non verrà più
cambiata. Nel campionato 1937-'38 c'è la gradita sorpresa della
promozione in serie C che conserveremo sino al campionato 1941-'42 interrotto
a causa della guerra.
Di questo periodo
è obbligatorio ricordare il mitico tecnico Guido Gianfardoni che
morì a soli 39 anni e la vittoria in amichevole per 3 a 1 contro
la Roma proprio nell'anno in cui vinse il primo scudetto della sua storia.
Passano tre anni d'inferno
prima che a Terni (colpita da 108 bombardamenti) si riaffacci l'interesse
per il calcio e così nell'estate del 1945 nasce la "Società
Sportiva Ternana" che alla fine del campionato 1945-'46 viene promossa
in serie B. Dopo due promozioni mancate per pochissimo a favore di Palermo
e Salernitana nel 1948-'49 si ritorna in serie C a cui segue una seconda
retrocessione in quarta serie. Ma il fondo viene toccato nel 1951-'52 quando
la squadra conosce l'onta della retrocessione in Promozione Regionale.
Dopo due anni d'inferno nel 1953-'54 la squadra domina il campionato e
torna in quarta serie. Bisogna però attendere il 1961-'62 perchè
avvenga la svolta decisiva per la storia del calcio a Terni con la nomina
a presidente dell'avvocato ternano Renzo Nicolini che nel 1963-'64 porta
in serie C le "FERE" (come da questo momento in poi verranno battezzati
i giocatori rossoverdi tutti accomunati dal soprannome affibiato al giocatore
simbolo dell'epoca: Tonini, chiamato appunto la "fera" che in dialetto
ternano vuol dire fiera, belva). Poichè la situazione finanziaria
della società era sempre ai limiti della sopravvivenza occorreva
cercare una svolta decisiva perchè non era possibile tirare avanti
con i soli aiuti degli enti e con gli incassi dello stadio; così
in questi anni nasce una soluzione che cambierà radicalmente il
volto del calcio ternano: la "Finanziaria Rossoverde" creata e presieduta
da Fernando Creonti. Proprio grazie a questa iniziativa nel 1963-'64 la
squadra allestita è di tutto riguardo ma bisognerà attendere
proprio l'ultima partita in casa, al Viale Brin, contro la Jesina risolta
a due minuti dalla fine con un'incornata di Perli per poter festeggiare
la promozione.
Nella stagione 1967-'68
approda alla corte rossoverde il giovane tecnico Corrado Viciani reduce
da una buona stagione con il Prato e che lascerà un ricordo indelebile
nel cuore di tutti gli sportivi rossoverdi. Il campionato di serie C viene
dominato da cima a fondo davanti alle più quotate compagini del
sud, girone nel quale la Ternana fu inserita contro la sua volontà,
e con la promozione in B torna grande entusiasmo attorno a squadra e società.
Per regolamento il 25 giugno 1968 la Ternana diventa una Società
per Azioni che vanno letteralmente a ruba presso le banche cittadine ridando
nuova linfa alle casse rossoverdi. In questo periodo il presidente Giovanni
Manini si avvaleva della collaborazione di un certo Giorgio Taddei che
lascierà un'impronta indelebile in seno alla dirigenza rossoverde.
Con la squadra, il tecnico e la Società per la prima volta impegnati
in serie B (quella conquistata nell'immediato dopoguerra non è certo
paragonobile a quella conquistata ora dalle fere) il decimo posto finale
del campionato 1968-'69 è da considerarsi quasi una vittoria e tra
la fine del I° campionato di B ed il successivo c'è da registrare
l'inaugurazione del nuovo stadio intestato all'ex campione del mondo di
motociclismo Libero Liberati, vanto per molti anni della città intera
anche perchè molti campioni giudicarono il suo manto erboso eccellente.
L'inaugurazione fu siglata dall'amichevole con il Palmeiras che ovviamente
fece valere la classe superiore vincendo per 3 a 1.
Intnato Viciani passò
alla guida dell'Atalanta e dopo un settimo posto nel 1969-'70 l'anno
successivo la squadra fu affidata a Luis Vinicius De Menezes meglio conosciuto
come Vinicio ex grande goleador del Napoli alla guida del quale, però
la Ternana rischiò la retrocessione. Nella stagione successiva torna
a Terni Viciani che rinnova la rosa restringendola a 18 unità
e porta con lui, in qualità di secondo, Giovanni Meregalli detto
il "professore". Dal punto di vista dirigenziale cambia la guida al timone
rossoverde che vede in qualità di presidente Giorgio Taddei e consiglieri
Gianfranco Tiberi e Mario Luccioni. La Ternana comincia il lungo campionato
di serie B con il piede giusto e all'ottava giornata si trova in testa
in solitudine; da questo momento in poi il campionato si trasforma in una
cavalcata trionfale che giunge all'apoteosi nella partita interna con il
Novara quando una folla straboccante tinge di rossoverde il Libero Liberatiper
il trionfo di una città intera. Per la prima volta da quando esiste
il campionato di calcio l'Umbria è in serie A e a portarcela è
stata la TERNANA. Era il giusto premio alla bontà di un nuovo modo
di stare in campo ideato proprio da Viciani ribattezzato dagli addetti
ai lavori "gioco corto" in un certo senso un modulo antesignano del "calcio
totale" olandese e dell'attuale "zona". Purtroppo una campagna acquisti
all'insegna dell'austerità non consentirà alla matricola
rossoverde di evitare la retrocessione, ma rimarrà la soddisfazione
(purtroppo soltanto morale) di aver lasciato un ottima impressione in quanto
a gioco. L'anno successivo la guida della squadra viene affidata a Enzo
Riccomini che dopo una serrata lotta con Ascoli Varese e Como riporterà
in A le fere.Il Campionato 1973-'74 verrà ricordato oltre che per
l'esplosione del giovane Garritano, soprattutto per la calata di quasi
10.000 tifosi ternani per l'incontro sul campo neutro di Firenze proprio
contro il Como, svolto in Toscana in seguito agli incidenti (e relativa
squalifica del campo) nella partita interna con la Spal.
Mi sembra giusto ricordare
la "rosa" della Ternana in occasione dei due massimi campionati a cui hanno
partecipato le FERE:
Ternana 1972/'73:
Agretti, Alessandrelli, Beatrice, Benatti, Brutto, Cardillo, De Luca, Ferrario,
Geromel, Grossetti, Jacolino, Luchitta, Marinai, Mastropasqua, Pandrin,
Selvaggi, Tancredi, Traini, Valle.
Ternana 1974/'75:
Benatti, Biagini, Crispino, Crivelli, De Luca, Dolci, Donati, Garritano,
Gritti, Maisello, Nardin, Panizza, Petrini, Platto, Rosa, Selvaggi (ceduto
al Taranto ad ottobre) Traini, Valà, Valle.
Il campionato 1974/'75
finisce con il penultimo posto a fronte di sole 4 vittorie e così
la Ternana dice addio alla serie A dove non avrà più occasione
di risalire. I successivi campionati di serie B nel 1975/'76 e 1976/'77
sono assai sofferti nonostante sulla panchina rossoverde approdino, tra
gli altri, Edmondo Fabbri e Cesare Maldini (entrambi esonerati prima della
fine della stagione). Addirittura il sostituto del "Cesarone Nazionale",
Omero Andreani, riuscirà in un vero e proprio miracolo salvando
la squadra dalla retrocessione, quando a 3 giornate dalla fine, con cinque
punti di svantaggio dal Catania (allora se ne assegnavano 2 per la vittoria)
riuscì a vincere lo scontro diretto al Cibali e a sfruttare al meglio
il doppio turno interno sopravanzando di un solo punto i siciliani nella
classifica finale. L'anno successivo una rivoluzione tecnica porta a Terni
giocatori come De Rosa, La Torre, Mascella, Pagliari, Passalacqua, Ratti
e Volpi e sulla panchina approda un certo Rino Marchesi che concluderà
il campionato al 4° posto a due soli punti dalla zona promozione. Nel
1978/'79, ultimo anno della gestione Tiberi, ancora un nuovo allenatore,
si tratta di Renzo Ulivieri, che porterà i rossoverdi al decimo
posto finale. Nel 1979/'80 comincia il lento declino della compagine rossoverde
in una stagione a dir poco contraddittoria: infatti, le FERE alla fine
del campionato retrocederanno in serie C, ma ironia della sorte ben 6 giocatori
saranno venduti a società di serie A grazie anche agli ottimi risultati
ottenuti in Coppa Italia dove, dopo aver vinto il girone eliminatorio superando
Fiorentina, Avellino, Como e Verona ed aver eliminato ai quarti il Napoli,
solo la Roma di Lidholm riesce a sbarrare la via della finale ai rossoverdi.
I tre campionati successivi sono tutt'altro che esaltanti e nel 1982/'83
la Ternana raggiunge la salvezza più risicata della sua storia,
arrivata solo grazie alla classifica avulsa nei confronti di Reggina e
Livorno. L'anno successivo la musica non cambia nonostante il ritorno di
Taddei alla presidenza e alla fine un solo punto dividerà le FERE
dalla zona retrocessione così come nel 1984/'85 nel campionato della
"famosa lattina" di Bari che colpisce Ratti e regala due preziosissimi
punti a tavolino; per la cronaca in quell'anno la guida era stata affidata
a Gaetano Salvemini. Nel 1985/'86 arriva la disgraziata retrocessione nell'anonimato
della C2 che nemmeno un doppio esonero (Mari per Toneatto e Masiello per
Mari) riesce ad evitare. E' uno dei periodi più brutti per il calcio
a Terni: la società è allo sbando e anche i tifosi sembrano
caduti nell'indifferenza a causa della cocente delusione. L'arrivo dell'imprenditore
Domenico Migliucci, però restituisce un pò di linfa vitale
ne è testimone la rosa della squadra che avrebbe affrontato il campionato
1986/'87 dove figuravano tra gli altri Di Canio, Di carlo e addirittura
Vincenzo D'amico. La formazione di Mario Foti parte bene ma la pesante
sconfitta (0-3) alla penultima di campionato contro la bestia nera Pesaro
rimanda il discorso promozione alla stagione successiva. La stagione successiva
(1987/'88) è l'anno del quarto ritorno di Corrado Viciani, ma sulla
panchina rossoverde si siederanno (tutti con scarsa fortuna) anche Facco,
Volpi e Di Giacomo e verranno impiegati ben 28 giocatori; risultato: salvezza
matematica solo alla penultima giornata grazie alla vittoria sul Matera.
E' una delle stagioni più travagliate, macchiata anche da una lite
tra Volpi e Migliucci all'interno di un noto hotel cittadino e quest'ultimo
abbandonerà la società sul lastrico. Il fallimento è
datato ufficialmente 12/12/1987 e le cause sono dovute soprattutto ad un
governo basato su inganni, promesse e iniziative di facciata come l'organizzazione
di un pranzo allo stadio prima di un incontro e l'istituzione di un servizio
di nursery per le mamme tifose. Il campionato viene portato a termine grazie
ad Alfiero Vagnarelli, sportivo ternano, a cui viene affidata la cura fallimentare,
ma stavolta si rischia davvero grosso. Per fortuna arriva a Terni Ernesto
Bronzetti che porta con sè Gaspare Gambino già presidente
del Palermo e che salva la Ternana dalla radiazione e non solo, mette nelle
mani del tecnico Tobia una rosa di tutto rispetto. Il campionato 1988/'89
è dominato da tre formazioni: Andria, Chieti e Ternana che finiscono
tutte a 48 punti ma mentre l'Andria è subito promossa grazie alla
classifica avulsa Ternana e Chieti devono ricorrere allo spareggio che
si disputerà a Cesena l' 11 maggio 1989. Data storica questa perchè
vede lo "sbarco" in Romagna di oltre 13.000 tifosi ternani. E' un evento
incredibile per uno spareggio che vale solo la C1 ma i tifosi ternanai
vengono ripagati con la vittoria (seppure ai rigori) e la possibilità
di gioire per una nuova promozione.
L'anno successivo ancora
brividi per i sostenitori delle FERE: l'iscrizione al campionato avviene
proprio sul filo di lana grazie ai soldi degli sponsor e dopo un'ottima
partenza che vede la Ternana lottare per la promozione il giocattolo si
rompe e alla fine il risultato sarà un ottavo posto. Il 1990/'91
comincia con una sofferta riconferma di Tobia alla guida tecnica che però
costa l'allontanamento di Bronzetti dalla carica di direttore sportivo.
La rosa è di tutto rispetto e la Ternana è data favorita
per la vittoria finale e in effetti la partenza è molto buona e
alla settima giornata siamo secondi a due punti dalla vetta. In piena corsa
per la B, vengono prima messi fuori rosa Doto e Sciannimanico con una scusa
sicuramente ben lontana dalla verità, poi Tobia viene sostitutito
con Orazi e la stessa tifoseria si spacca. Nonostante tutto alla ventisettesima
giornata i rossoverdi sono ancora in corsa avendo due soli punti di distacco
dalle prime, ma le ultime giornate sono da dimenticare come il punteggio
tennistico dell'ultima partita casalinga contro la Casertana che
ci batte per 1 - 6 e il risultato è un mediocre settimo posto finale.
Nel 1991/'92 Gambino
passa la mano a Rinaldo Gelfusa che allora si diceva fosse stato addirittura
in lizza con Ciarrapico per rilevare la Roma dalla famiglia Viola. Gelfusa
è entusiasta dell' ambiente e non bada a spese, così il direttore
sportivo Vittorio Galigani è in grado di allestire un ottima squadra
per "mister" Clagluna. L'allenatore è di quelli vecchio stampo e
fa del pragmatismo il suo credo e in effetti il gioco della Ternana non
è dei più spettacolari, ma la compagine rossoverde prende
subito la testa della classifica e non la mollerà più fino
alla fine. Sembra incredibile ma solo in occasione delle partite interne
con Andria e Barletta le punte vanno a segno per due volte; nelle altre
33 partite le FERE segneranno al massimo un goal. C'è però
da registrare la grande soddisfazione della vittoria in entrambi i derby
col Perugia partite che vengono disputate di fronte ad un folto pubblico
impensabile per una categoria come la C1. Comunque alla fine è festa
grande, la promozione in serie B con due giornate d'anticipo e la contemporanea
debacle dei perugini, superati sul filo di lana dall'Andria, fanno esplodere
di gioia la città intera. Bisogna ricordare che facevano parte della
rosa di questa Ternana giocatori che si distingueranno sia in serie B che
in A come il portiere Di Sarno, i difensori Atzori e Farris, i centrocampisti
Consonni e Canzian e gli attaccanti Fanesi e Negri (fresco vincitore del
titolo di capocannoniere con il Glasgow Rangers in Scozia). Il campionato
1992/'93 comincia sulle ali dell'entusiamo per la promozione appena ottenuta
e Gelfusa su indicazioni di Clagluna appronta una campagna acquisti piena
di nomi altisonanti: Taglialatela, Evangelisti, Tovalieri ecc. atleti che
dovrebbero garantire un campionato di vertice; ma al momento del pagamento
dei contratti mancano incredibilmente i soldi e così molti dei neo-acquisti
vengono rispediti al mittente. Ci si ritrova con una squadra incompleta
e impoverita dalle cessioni ed oltretutto il bilancio societario è
in rosso. La tifoseria si sente tradita ed il campionato 1992/'93 viene
affrontato con l'idea di essere già sconfitti in partenza. A nulla
servono gli avvicendamenti sulla panchina tra Clagluna e Liguori: alla
fine la Ternana è ultima in "un anno da dimenticare" come recita
un adesivo dei Freak Brothers, che però seguiranno la squadra in
giro per l'Italia fino alla fine, senza perdere la dignità. Le disgrazie
però, non arrivano mai sole, oltre all'immediata retrocessione in
C1 arriva anche il fallimento (si parla di circa otto miliardi di debiti)
e questa volta non c'è nessuno che salva i rossoverdi dalla radiazione
dal calcio professionistico: l'anno successivo si ricomincerà dai
dilettanti !!!
Con la morte nel cuore,
i tifosi rossoverdi non credono ai loro occhi, dopo aver assaporato la
serie B dopo ben 13 anni passati nell'anonimato della C ora la loro squadra
del cuore sprofonda, in un sol colpo, nel Campionato Nazionale Dilettanti.
Ci prova l'industriale ternano, Sandro Allegreti (a capo di una cordata)
a restituire a Terni almeno la C2 e si affida alla guida tecnica di Claudio
Tobia consegnandogli una una rosa di tutto rispetto, tanto che le FERE
vengono date per grandi favorite del torneo. L'inizio è brillante
e la Ternana parte subito forte, anche se il gioco espresso lascia, a volte,
a desiderare. Preoccupa solo il Teramo che riesce a tenere il ritmo dei
rossoverdi e così si arriva allo scontro diretto al Liberati con
solo due punti di ritardo dalla compagine abruzzese. Il 02/01/1994 assistono
alla partita circa 10.000 persone (impensabile per il C.N.D.) ma a gioire
saranno i 500 teramani giunti al seguito della squadra che vince e balza
in testa. La Ternana dovrebbe reagire da grande squadra, in fondo è
ancora tutto possibile, ed invece risultati e gioco latitano e a nulla
serve il cambio di allenatore con Paolo Ammoniaci a sostituire Tobia, anzi
nelle ultime 6 giornate raccogliamo solo 4 pareggi, 1 vittoria ed 1 sconfitta
contro la Viterbese, e alla fine anche la Narnese ci precederà
nella classifica finale relegandoci al 3° posto. Nel campionato 1994/95
Allegretti passa la mano a Franco Fedeli, che conferma la fiducia ad Ammoniaci,
ma sembra ripetersi la storia dell'anno precedente: questa volta è
la Viterbese a mettere il bastone tra le ruote ai rossoverdi ed anche in
questo caso l'avvicendamento alla guida tecnica, con il conseguente arrivo
di Leonardo Acori, non dà i frutti sperati. Arriviamo secondi, ma
questa volta è la giustizia sportiva a tenderci una mano e così
arriva il ripescaggio in C2. La stagione 1995/'96 vede sedersi sulla panchina
rossoverde Massimo silva alla guida di una buona squadra, che però
risulta alquanto discontinua. Sicuramente, la doppia sostituzione dell'allenatore
con Spinosi al posto di Silva e Pierini a richiamare quest'ultimo, non
giova al rendimento delle FERE e così succede di tutto: riusciamo
a vincere ad Imola per 5 a 0 per poi perdere con la stessa compagine emiliana
in casa per 3 a 0; battiamo il Livorno (favorita del torneo) sia in casa
(1-0) che in Toscana (3-2), ma perdiamo entrambe le partite con la nostra
bestia nera Pesaro e rimediamo anche una delle sconfitte più pesanti
della storia a San Donà di Piave dove finisce 6 a 2 per i locali.
Alla fine il campionato lo vince il Treviso, autentica rivelazione, (con
cui avevamo pareggiato sia l'andata che il ritorno) e la Ternana finisce
quarta raggiungendo i play-off. Ci tocca la Fermana che avevamo battuto
proprio qualche settimana prima, ma la musica questa volta è diversa:
ad Ancona (dove si è giocato per consentire ai tifosi rossoverdi
di seguire la squadra) rimediamo un secco 2 a 0. Il ritorno al Liberati,
vede stringersi la città attorno alla squadra, che sospinta da un
gran tifo, riesce ad uguagliare il risultato di 7 giorni prima e quando
ormai la finale sembra affare fatto (grazie alla miglior posizione in classifica
alla fine del campionato regolare) durante un interminabile recupero (5
minuti), prendiamo gol su calcio d'angolo (il 7° consecutivo). Il sogno
svanisce e comunque la "modesta" Fermana alla fine uscirà vincitrice
anche dalla finale con il Livorno (altra delusa del campionato). Il campionato
1996/'97 parte con una rivoluzione in ambito societario: Fedeli passa la
mano ad un triumvirato che vede coinvolti Aurelio Merlo, Egidio Ballerin
(ex arbitro) e Alberto Gianni. I tre portano a Terni nuovo entusiamo, un
serio piano di rilancio e soprattutto nuovi fondi e affidano al d.s. Osti
la costruzione della squadra. In panchina arriva Luigi Del Neri reduce
da un ottimo campionato di C1 con la Nocerina e richiesto da molte altre
squadre anche di categoria superiore. La squadra viene profondamente rinnovata
e, tra gli altri, approdano alla corte rossoverde, Bellotto, Modica, Mayer,
Stellini, Silvestri, Rossi e Zanin. Fin dall'inizio si profila uno scontro
a due tra le FERE ed il Livorno (in pratica le deluse del campionato precedente)
e alla quarta di campionato rimediamo una sonora sconfitta (5-3) proprio
in casa dei toscani. La Ternana reagisce alla grande ed infila 13 risultati
utili consecutivi tra cui spiccano il 4 a 1 alla Maceratese ed il 4 a 3
col Fano; Livorno raggiunto e superato e c'è da recuperare la partita
con il fanalino di coda Forlì. Il 22/01/'97 si recupera la partita
non disputata a causa della neve, ma forse peccando di troppa sufficienza,
rimediamo una rotonda sconfitta per 2 a 0 e si ritorna coi piedi per terra.
Il testa a testa con il Livorno è sempre più emozionante,
riusciamo a battere i toscani di misura, il 9 febbraio al Liberati e quando
ormai sembra che le FERE abbiano lanciato la volata finale arriva un'incredibile
sconfitta a Macerata (3-2) dopo una partita a dir poco rocambolesca. La
Ternana che ha assimilato tenacia e combattività dal suo allenatore,
da questa sconfitta sembra trovare nuova linfa vitale e ribatte colpo su
colpo ai toscani che nel frattempo ci hanno raggiunto in classifica. Mancano
8 giornate alla fine e le due squadre si presentano il 15/05/1997, all'ultima
partita di campionato, con un solo punto di distacco in seguito al pareggio
nel derby toscano tra Pisa e Livorno e alla concomitante vittoria della
Ternana contro l'Iperzola. In realtà i rossoverdi hanno vinto tutte
e 7 le partite schiacciando gli avversari come rulli compressori.
La Ternana riesce
a vincere anche l'ultima partita col Fano mentre il Livorno viene bloccato
ad Arezzo e per i tifosi rossoverdi è finalmente ora di festeggiare.
E siamo giunti così
alla cronaca dell'ultimo campionato, quello che ha visto il ritorno delle
FERE in serie B. Durante la stagione 1997/'98 abbiamo assistito ad un rimpasto
societario fino alla definitiva nomina di Luigi Agarini a presidente (ora
il suo gruppo TAD Energia detiene il 100% delle azioni societarie) e il
conseguente abbandono di Alberto Gianni (e di Merlo e Ballerini) che tanto
ha dato alla Ternana nel preiodo della sua presidenza. Nonostante il cambiamento
in corsa, la squadra non ne ha risentito e sotto la guida di un grande
tecnico come Del Neri è riuscita a rimanere concentrata sul campionato.
Nonostante le dichiarazioni iniziali parlassero di una salvezza tranquilla,
in realtà le ambizioni erano ben altre ed anche se nessuno ne parlava,
società, tecnico, giocatori e tifosi speravano di poter ripetere
l'impresa dell'anno precedente, anche perchè su un intelaiatura
ben collaudata sono stati inseriti pochi elementi ma con ottime referenze
come Arcadio, Bini, Borgobello, Brevi, Guatteo, Tiberi e Rizzolo che potevano
garantire un campionato di vertice. La partenza è stata più
che buona, anche se "sporcata" da qualche pareggio di troppo dovuto ad
una certa difficoltà nel trovare la via della rete. Ecco allora
che la società si muove e porta alla corte di Del Neri Giovanni
Cornacchini segno che la promozione non era poi solo un sogno. Ridendo
e scherzando la Ternana è l'unica a tenere il passo del Cosenza
e del Gualdo ed inanella la bellezza di 31 partite senza sconfitte (che
unite alle 8 vittorie nelle ultime giornate del campionato precedente fanno
39: un vero e proprio record). Pian piano anche i cugini di Gualdo Tadino
perdono il passo e si profila un finale di campionato segnato dal duello
a distanza con il Cosenza molto simile a quello di 12 mesi prima con il
Livorno. Proprio la sconfitta del 03/05/1998 contro l'Atletico Catania,
che interrompe l'ncredibile striscia positiva, non ci permette di giocarci
tutto al fotofinish vanificando anche le belle vittorie con Savoia e Lodigiani
negli ultimi due incontri. Ma non c'è tempo per rammaricarsi perchè
ci attendono i play-off e la precedente amara esperienza insegna che è
meglio non fidarsi neanche di squadre distaccate di oltre 15 punti alla
fine della stagione regolare, tanto più che, per uno scherzo del
destino, nel primo turno ci aspetta proprio l'unica squadra che è
stata in grado di battere i rossoverdi: l'Atletico Catania. Nonostante
le numerose polemiche dei siciliani, nell'arco delle due partite la Ternana
dimostra di valere la differenza in classifica, ben oltre il risultato
del campo (0-0 al Cibali e 1-0 al Liberati). E si arriva allo spareggio
di Ancona dove troviamo la Nocerina che nel frattempo ha vinto la concorrenza
del Gualdo. In un atmosfera incredibile (i tifosi rossoverdi hanno esaurito
i biglietti, messi a disposizione dalla lega per l'incontro, in tre giorni)
i giocatori rossoverdi dominano in lungo e in largo, mantenendo costantemente
il comando del gioco, nonostante il pareggio sia sufficiente per la promozione
in B. In difesa non rischiamo quasi mai, ma la sfortuna e l'imprecisione
in fase conclusiva ci portano fino ai supplementari, quando all'ennesimo
assalto alla porta rossonera, Arcadio riesce a ribadire in rete per l'esplosione
di gioia degli 11.000 rossoverdi presenti. E' l'apoteosi, i festeggiamenti
iniziano dopo il triplice fischio finale e continuano per giorni.
Siamo di nuovo in
serie B.