LA CONFERENZA DI OTTAWA

ED IL PROBLEMA DELLO SMINAMENTO

 

dott. Fernando TERMENTINI –

f.terme@flashnet.it

 

OTTAWA – DICEMBRE 1997

Il 1997 si è chiuso con la sottoscrizione di un importante trattato internazionale, quello di OTTAWA, ratificato da più di 100 Stati e che sanziona la proibizione della costruzione, l’esportazione e l’impiego delle mine anti uomo.

Un trattato denso di significato perchè affronta un problema dalle gigantesche proporzioni quello delle mine anti uomo che disseminate in moltissime zone del mondo, per lo più concentrate in aree depresse, provocano quotidianamente la morte ed il ferimento della popolazione civile .

L’accordo, sul piano politico internazionale rappresenta anche e soprattutto un’affermazione di intenti univoca su essenziali .

È stata, infatti, anche ratificata la volontà comune di essere :

  - determinati per porre fine alla sofferenza che la presenza delle mine anti uomo disseminate sul territorio impone alla popolazione ;

  - convinti di impegnarsi al massimo per affrontare il problema enorme di eliminare e rimuovere le mine anti uomo disseminate nel mondo ;

desiderosi di affrontare gli impegni necessari per la riabilitazione dei feriti da mina ;

  - impegnati per convincere coloro che ancora non hanno sottoscritto il trattato  ;

  - impegnati a non usare più mine anti uomo ;

ed ancora a :

  - non sviluppare e detenere mine antiuomo ;

- non assistere passivamente ad iniziative che non rispettino i contenuti del trattato.

Propositi che confermano la volontà internazionale di affrontare il 2000 determinati a garantire una convivenza di pace nel mondo e di eliminare i pericoli che ancora rappresentano i maggiori ostacoli per la ripresa sociale ed economica.

Si è arrivati ad OTTAWA attraverso moltissime ed articolate trattative che si sono succedute nel tempo a partire dal 1980, quando fu sottoscritta la Convenzione Internazionale sull’utilizzo di alcune armi convenzionali .

Un primo risultato significativo che, successivamente, poi doveva condurre ad OTTAWA, è rappresentato dalla Conferenza di GINEVRA del 3 maggio 1996 quando si è concordato l’utilizzo limitato delle mine anti uomo in caso di conflitto armato .

L’atto finale, concluso a dicembre in OTTAWA è stata la Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU, la numero 51/455, con la quale si chiedeva ai Governi di stipulare rapidamente un trattato internazionale per la totale interdizione delle mine antiuomo .

IL TRATTATO DI OTTAWA

  POSSIBILI RICADUTE SULLE OPERAZIONI MILITARI -

Una volontà quella dimostrata a OTTAWA, che si è perfezionata negli anni di pari passo con altre iniziative internazionali pressocchè seguite e volute da tutti i maggiori Stati che hanno spinto a concretizzare tutte le operazioni di "peace keeping" e "peace enforcing " che si sono succedute in questi ultimi anni .

Esiste quindi la tendenza a internazionalizzare il ruolo delle Forze Armate di tutti i Paesi estendendo i loro compiti non alla sola difesa del territorio nazionale ma anche a garantire il rispetto di accordi di pace raggiunti attraverso le mediazioni politiche e diplomatiche .

In questo contesto le decisioni prese ad OTTAWA potrebbero indurre a proporre, fra i possibili compiti degli specialisti militari in operazioni di "peace - support" anche quello di affrontare il problema delle mine .

Compito , peraltro, già affrontato dagli specialisti della bonifica che inseriti in ambito dei Contingenti Multinazionali garantiscono la sicurezza alle proprie truppe contro la minaccia delle mine, delle trappole esplosive e degli ordigni inesplosi .

Un riscontro lo abbiamo da quando è avvenuto in recenti missioni e di quanto sta avvenendo in BOSNIA ERZEGOVINA dove la NATO sta già lavorando in questa direzione .

In BOSNIA, infatti, per la prima volta si delinea la volontà di affrontare, ricorrendo anche alle Forze Armate, il problema della bonifica del territorio e non solo per scopi militari . In BOSNIA vengono preparati i bonificatori serbi e bosniaci mussulmani che successivamente operano sotto il controllo ed il coordinamento degli esperti militari .

Un lavoro significativo al quale collaborano a pieno titolo i genieri italiani specializzati BOE presso il Centro di Bonifica di Forza armata della Scuola del Genio, che hanno addestrato ed addestrano quotidianamente personale locale alla bonifica e monitorano  gli operatori durante la delicata attività operativa .

LE OPERAZIONI MILITARI "OLTRE LA GUERRA"

È presumibile che in un prossimo futuro sarà destinato ad aumentare in campo internazionale il ricorso alle Forze Armate per scopi di pace, proprio in quelle aree a rischio dove maggiore potrà essere il pericolo per la presenza di mine, di trappole esplosive e di submunizioni .

Un’ipotesi abbastanza realistica e, peraltro, confermata, dagli "intenti" sottoscritti ad OTTAWA, laddove si fa specifico riferimento all’impegno di tutti di affrontare radicalmente il problema delle mine, dalla costruzione all’assistenza di coloro che purtroppo sono coinvolti all’effetto dannoso che provocano sull’uomo .

Peraltro, quasi certamente in futuro, il maggior numero di operazioni del tipo "peace - support" saranno sviluppate in aree geografiche dove è reale l’instabilità politica e sociale innescata da interessi etnici e religiosi e dove maggiore sarà la probabilità che gruppi armati extra – statuali si siano contrapposti impiegando qualsiasi tipo di arma, anche disattendendo le convenzioni internazionali .

Quasi certamente, infatti, la NIGERIA, il SUDAN, l’ANGOLA, l’IRAQ , la stessa ALGERIA e molti altri Paesi potrebbero costituire meta di intervento internazionale e proprio in queste Nazione si ha fin da oggi un’elevata concentrazione di mine e di trappole esplosive.

Appare, quindi, estremamente probabile che il problema della bonifica costituirà uno dei maggiori impegni da affrontare e soddisfare nell’ambito della Cooperazione Civile e Militare, tipica in operazioni di "peace - support" 

IL PROBLEMA DELLE MINE NEL MONDO

Il problema delle mine che giacciono in molte parti del mondo era fino a poco tempo fà oggetto dell’interesse di pochi addetti ai lavori . Negli ultimi tempi, invece, iniziative quali quella di OTTAWA hanno richiamato sulla problematica l’attenzione anche del mondo politico ed intellettuale .

È praticamente impossibile dire quante siano le mine lasciate sui campi di battaglia dai belligeranti. Una stima recente parla di 120 milioni, ma è sicuramente una stima per difetto , in quanto non solo le mine costituiscono un pericolo duraturo negli anni per la popolazione residente ma anche e soprattutto le migliaia di trappole esplosive, le submunizioni e gli ordigni inesplosi che ogni battaglia lascia sul terreno, in particolare se condotta da organizzazioni irregolari .

In CAMBOGIA le mine sono state posate durante la guerra civile. Da una parte il governo filovietnamita di Phnom Penh nel 1979 che ha sparso sul territorio migliaia di ordigni di fabbricazione sovietica, cinese e vietnamita ; dall’altra i Kmer rossi ed altre forze filogovernative che hanno usato mine statunitensi, cinesi ed anche di ordigni realizzati a Singapore come copia di modelli occidentali .

In AFGHANISTAN l’Armata Rossa e le truppe di KABUL durante i dieci anni di invasione sovietica hanno impiegato mine di tutte le specie ed in tutte le circostanze .

In AFRICA dove da anni si susseguono conflitti areali la stima è pressocchè impossibile . In ANGOLA dal 1992 al 1997, anni in cui si sono fronteggiate l ‘Unione Nazionale per l’Indipendenza dell’Angola (UNITA) ed il Movimento popolare per la Liberazione dell’Angola (MPLA) forse sono state impiegate più di dieci milioni di mine . In MOZAMBICO durante la guerra civile i guerriglieri del Renamo hanno impiegato

Più di due milioni di mine. In SOMALIA, dove forse tra tutte le nazioni africane si è avuto un impiego minore di mine e trappole esplosive, la cifra stimata arriva a più di due milioni .

Poco distante dall’ITALIA, in CROAZIA,SERBIA e BOSNIA rimarrebbero sul suolo dopo quattro anni di guerra fratricida, piu di sei milioni di mine senza contare le decine di migliaia di trappole esplosive ed insidie di ogni genere usate, in particolare, in occasione dei combattimenti nelle zone abitate .

In KURDISTAN l’IRAQ ha impiegato milioni di mine antiuomo e decine di migliaia di trappole esplosive per contrastare le fazioni separatiste curde che rivendicano l’autonomia .

Ancora in SUDAN, in UCRAINA, in VIET NAM, in IRAQ, in CINA in IRAN, in EGITTO ed in LIBIA ci sono milioni di mine recenti e meno recenti, in alcune zone risalenti al Secondo Conflitto Mondiale e che mantengo inalterata la loro efficienza .

Questa realtà ha delle ricadute di grande dimensione, sociali ma anche economiche se si pensa ai costi che la comunità internazionale deve affrontare per la cura e la riabilitazione dei feriti per scoppio di ordigni esplosivi .

In AFGHANISTAN ed in CAMBOGIA si stima che quasi il 50% dei terreni coltivabili è stato abbandonato per la presenza di mine e trappole esplosive in quanto il 90% delle vittime e dei feriti da scoppio coinvolge la popolazione rurale e pastorale, in particolare ragazzi e bambini . Un bambino ferito da mina nell’arco di 40 - 50 anni della propria vita attiva avrà bisogno di almeno 25 applicazioni di nuove protesi per un costo di circa 3500 $ USA, rimanendo comunque minato nel fisico proprio in quei luoghi dove, invece, la prestanza fisica è il requisito principale perchè si possa espletare un’attività lavorativa .

LE TECNICHE DI SMINAMENTO IN CAMPO INTERNAZIONALE

La bonifica operativa, ossia il complesso delle attività che vengono effettuate durante la fase condotta di un atto operativo, è assicurata da mezzi meccanici che ormai quasi tutti gli Eserciti dei maggiori Stati dispongono. Sistemi meccanici o esplosivi che assicurano un grado di affidabilità del 60-70 % , risultato accettabilissimo per coloro che sviluppano un atto bellico .

Ben altra cosa è la bonifica umanitaria che deve raggiungere risultati molto vicini al 100% e che non può accettare alcun rischio residuo se non quello "dell’evento casuale".

In questo settore tutti sono in corso attività di ricerca e sviluppo per arrivare a realizzare sistemi che consentano di ottenere i migliori risultati con il minor costo possibile e con la massima sicurezza.

L’interesse maggiore è orientato verso sistemi elettronici, che consentano di individuare con la massima precisione possibile le aree minate e le zone trappolate.

L’obiettivo, comunque, non è semplice da raggiungere, molti sono i parametri in gioco che possono condizionare e per taluni aspetti inficiare i risultati, ma non per questo il problema non viene affrontato e per taluni aspetti risolto con risultati apprezzabili.

Ciò non vuol dire, però, che il problema non è risolvibile. Tutt'altro, come dimostrano le attività di bonifica in corso in tutto il mondo che sono portate avanti manualmente da specialisti del settore . Un lavoro lento, quello manuale, ma garante dei risultati di affidabilità che ognuno spera, sicuramente non inferiori al 99,6 % di successo .

Comunque, anche disponendo in futuro di sistemi di sminamento evoluti, non si potrà fare a meno dell’uomo che dovrà sempre seguire il mezzo meccanico o elettronico, e completare il lavoro, in particolare in ambienti difficili (terreni rotti, abitati ecc.) che, peraltro, costituiscono la caratteristica dominante di tutte le aree a rischio .

Questa specializzazione oggi esiste, non è necessario attendere per metterla a frutto . È costituita dalla professionalità maturata negli anni dagli specializzati militari di cui l’ITALIA è , fra l’altro, una delle maggiori detentrici , con il personale del Genio, cresciuto tramandandosi una cultura specifica che si tramanda, in maniere sempre crescente, da quasi cinquanta anni, fin dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale quando Ufficiali e Sottufficiali del Genio bonificarono il territorio nazionale.

Oggi gli eredi di costoro sono i BOE del Genio, apprezzati in tutti i contesti internazionali, che hanno già operato in AFGHANISTAN, in KURDISTAN, in KUWAIT e che oggi operano in BOSNIA con una professionalità tale da essere spesso preferiti ad altri .

LA BONIFICA UMANITARIA

Nei programmi di sminamento sono essenziali i seguenti parametri :

  - conoscenza del pericolo delle mine ;

  - demarcazione delle aree minate e trappolate ;

  - pronto soccorso e riabilitazione dei feriti ;

  - ricostruzione e sviluppo delle comunità che hanno avuto problemi con le mine ;

  - formazione di specialisti locali per mettere loro in condizione di affrontare autonomamente l’impegno della bonifica .

Lo sminamento a favore dei civili si concretizza attraverso tre diverse forme di intervento, lo sminamento strutturale, lo sminamento di programma e lo sminamento di prossimità e lo sminamento "paesano" .

Lo sminamento strutturale Déminage structurel) si occusa della bonifica delle principali infrastrutture . In particolare, nelle prime fasi dell’intervento, è peculiarmente orientato allo sminamento delle strade e può avere analogie con quella che viene chiamata "la bonifica operativa" in quanto prevede interventi finalizzati per aprire un passaggio relativamente sicuro attraverso un’area minata .

Lo sminamento di programma (Déminage de programme) che è quello che viene attuato nell’ambito di un programma di sviluppo. L’obiettivo è di facilitare la realizzazione di altri interventi tecnici (sanitari, agricoli, urbanistici, idraulici ecc.) bonificando le aree di interesse da tutte le mine, trappole esplosive ed ordigni bellici ancora attivi .

Lo sminamento di prossimità (Déminage de proximité) orientato verso lo sviluppo di una bonifica a lungo termine. Ha lo scopo di restituire alla popolazione le condizioni essenziali per ritornare alla normalità. Il primo beneficiario di questo tipo di progetto è il gruppo comunitario con la formazione di specialisti locali per la gestione dei programmi di bonifica e per gli interventi operativi . Lo sminamento di prossimità coinvolge attivamente la popolazione e la bonifica operativa è accompagnata da vere e proprie campagne di informazione sul problema delle mine .

Lo sminamento paesano (Déminage villageois) finalizzato ad interventi locali ma peculiarmente sviluppato per insegnare alla popolazione a "convivere" con le mine e le trappole esplosive difendendosi dalle stesse. Questo tipo di programma, generalmente, è sviluppato per aumentare il grado di sicurezza delle realtà locali in attesa e a premessa di interventi di bonifica su larga scala .

Il più delle volte, in questi casi, gli attori principali sono ex militari, abitanti abilitati che utilizzando mezzi rudimentali intraprendono azioni di sminamento su scala micro - locale .

In taluni casi si impiegano anche cani addestrati a riconoscere con il fiuto le sostanze esplosive. In AFGHANISTAN, per esempio, è operativo da anni il "Mine Detection Dog Centre", organizzazione non governativa afghana, che impiega cani per individuare le mine . Gli animali individuano gli ordigni con assoluta precisione seguendo con l’olfatto le tracce lasciate dall’esplosivo ed il loro impiego può risultare particolarmente utile nella fase di "certificazione" della bonifica operata, per individuare possibili ordigni sfuggiti alla ricerca degli specialisti . L’impiego dei cani, comunque, è quasi impossibile in aree boschive e dove la presenza di mine con "fili di inciampo" è predominante e in tutte le zone dove la mina è stata posata da molto tempo ed è stata soggetta ad elevati "stress termici" imposti dalle condizioni ambientali .

LO SMINAMENTO MANUALE E QUELLO MECCANICO

I procedimenti di sminamento (Mine Clearance) si articolano in tre fasi principali :

  - la localizzazione e l’individuazione dei campi minati ;

- l’individuazione precisa di ogni mina ;

  - la neutralizzazione e/o distruzione delle mine .

I mezzi sono diversi e dipendono dal tipo di bonifica da attuare, operativa o umanitaria.

Per la bonifica umanitaria non si dispone di una vasta varietà di mezzi, anche perchè la maggior parte di quelli utilizzazione per quella operativa non sono adatti per l’impatto ambientale che possono avere sulle zone di utilizzazione .

Una delle possibili tecniche, quella più comunemente applicata da tutti gli esperti, è quella che vede il ricorso al sistema del prodding che consiste di sondare il terreno utilizzando particolari aste rigide per individuare le mine sotterrate.

Il metodo è considerato il più affidabile e così è stato anche recentemente definito in un rapporto delle Nazioni Unite stilato in occasione di una Conferenza Internazionale sulla bonifica svolta a GINEVRA, dove testualmente è stato riportato "this metod is the oldest method for clearing mines and is only efficient method where the terrain makes modern plastic mines virtually undetectable" .

Il "prodding" è efficace in quasi tutti i terreni e normalmente viene integrato dall’impiego di rilevatori di mine a funzionamento elettronico, non sempre affidabili in quanto molto condizionati dalle condizioni ambientali e dalle temperature estreme .

LO STATO DELL’ARTE DEI MEZZI DI BONIFICA

Molti sono i sistemi in uso o in via di perfezionamento utilizzati per la bonifica operativa e parte dei quali in corso di trasformazione per essere adeguati anche alle esigenze della bonifica umanitaria .

Alcuni sono meccanici, altri esploisvi, tutti garantiscono risultati affidabili del 70 - 80%. Si dispone di :

  - vomeri montati su carri da combattimento ;

- veicoli attrezzati con flagelli che fresano il terreno ;

  - rulli costipatori montati davanti a semplici autocarri  o a mezzi da cantiere ;

- sistemi esplosivi .

I mezzi meccanici non sono impiegabili in qualsiasi circostanza, in particolare in terreni rotti e boschivi dove la loro affidabilità è davvero limitata. Sono invece particolarmente utili per bonificare aree pianeggianti o desertiche .

I sistemi esplosivi limitano la loro efficacia all’apertura di passaggi e non sono assolutamente impiegabili nella bonifica umanitaria per l’impatto ambientale che si ha all’atto del loro funzionamento .

I sistemi più evoluti, alcuni dei quali già realizzati altri in via di perfezionamento, comprendono sia i dispositivi di rilevamento delle mine sia quelli per la distruzione degli ordigni .

Gli USA stanno sviluppando l’ASTAMIDS , sistema finalizzato a localizzare i campi minati mediante un sensore multispettrale aerotrasportato . E’ tedesco il KEILER utilizzato per scopi militari . ISRAELE impiega lo SMCD per eliminare le mine posate sotto l’asfalto e l’AMMAD che provoca l’esplosione della mina con una spoletta magnetica .

Un mezzo meccanico efficace e già impiegato in KUWAIT ed in alcune zone dell’AFRICA è l’AARDVARK che è provvisto di un sistema ruotante con catene che fresano il terreno distruggendo o facendo brillare le mine .

Infine sistemi esplosivi come il britannico GIANT VIPER che lancia un razzo trainante una corda esplosiva. All’atto dell’esplosione il sistema apre un passaggio di 180 m largo 7 metri e come altri che utilizzano miscele gassose esplosive, le FAE (Feul Air Explosive). Questo sistema però ha forti controindicazioni in quanto l’esplosivo utilizzato è pericoloso al maneggio e difficile da conservare ed immagazzinare e, comunque, poco affidabile per una completa bonifica a causa dell’imperfetta distribuzione della nube gassosa e quindi della pressione provocata all’atto dell’esplosione .

Nel settore degli esplosivi liquido - gassosi in corso di sperimentazione buoni risultati si stanno raggiungendo con il LEXFOOM ottenuto per la miscelazione di propano liquido con additivi chimici. Uno dei vantaggi di questo esplosivo è quella di poter variare la potenza esplosiva variando la composizione chimica del liquido in funzione delle dimensioni dell’area minata e del tipo di ordigni da neutralizzare .

Infine, sono allo studio anche robot telecomandati, qualche tipo già realizzato come il DERVISH costruito in GERMANIA che opera abbastanza agevolmente in terreni però continui e con scarsa vegetazione . In questo settore in CANAD è stato realizzato un sistema molto complesso costituito da un sensore agli infrarossi, uno ad attivazione di neutroni termici, un EMI-scanner ed un radar in grado di individuare mine non metalliche sotterrate .

L’impatto ambientale di tutti questi sistemi è però molto elevato per cui tutti hanno un impiego limitato e finalizzato . Immaginiamo, infatti, quali danni ambientali può provocare un carro armato con vomeri che bonifichi una risaia della CAMBOGIA o un’area agricola del MOZAMBICO coltivata ad arance o, ancora, una "vipera esplosiva" impiegata nelle immediate vicinanze di un villaggio o di un agglomerato rurale. 

CONCLUSIONI

OTTAWA prevede anche interventi di sminamento, le Operazioni militari internazionali del futuro finalizzate a ristabilire la pace impongono l’esigenza per garantire almeno la sicurezza delle Truppe e nelle organizzazioni umanitarie (NGO) destinate ad operare nei territori oggetto di interesse.

E’ imperativo, quindi, che il problema sia affrontato nel suo complesso, senza esitazione applicando le tecniche ormai consolidate ed utilizzando gli specialisti disponibili.

Nello stesso tempo è necessario investire nella ricerca e nello sviluppo di mezzi e sistemi che nel futuro possano garantire una maggiore sicurezza agli operatori ed una maggiore rapidità ed affidabilità negli interventi di bonifica .

INIZIARE E’ FONDAMENTALE – ATTENDERE E’ DELITTUOSO .

(Alcuni riferimenti sono stati tratti dalla Tesi di Laurea "Il problema delle mine antipersona impiego, produzione, commercio e prospettive di controllo della D.ssa Serena MONTONERI)