IL PROBLEMA DELLE MINE E

DEI CAMPI MINATI NEL MONDO

 

- dott. Fernando TERMENTINI -

(f.terme@flashnet.it)

PREMESSA

Il testo che segue è tratto da una conferenza tenuta dall'autore presso la sede della Croce Rossa Italiana , Comitato provinciale di TORINO, il 2° giugno 1998.

L'intervento ha il solo scopo di informare, cercando di far comprendere la complessità del problema della presenza di mine non esplose in molte regioni del mondo e per sottolineare l’esigenza di doversi impegnare per affrontatarlo e risolverlo globalmente ed urgentemente .

Si tenterà di raggiungere lo scopo senza la presunzione di voler insegnare qualcosa, ma unicamente travasando quanto appreso come Ufficiale del Genio dell’Esercito italiano specializzato nella Bonifica di campi minati lavorando negli anni in aree a rischio per la presenza di ordigni letali , come l'AFGHANISTAN, il KUWAIT, la SOMALIA, il MOZANBICO e la BOSNIA .

Una sola precisazione . Tutte le affermazioni che seguiranno devono essere intese unicamente come il pensiero personale e non come il pronunciamento ufficiale di un militare in servizio attivo ne’, tantomeno, come il pensiero della Forza Armata .

LA MINA

L’ordigno mina e’, concettualmente, uno degli strumenti bellici più antichi.

La sua presenza, seppur sotto forme diverse e legate al periodo storico di impiego, ha rappresentato sempre uno degli elementi che maggiormente poteva condizionare la manovra degli schieramenti e dei dispositivi .

La semplice buca mascherata, con sul fondo pali appuntiti, posta di fronte a linee o apprestamenti difensivi, può essere considerata come la progenitrice della mina, intesa come un qualcosa che lasciato sul terreno è difficile da individuare ed e’ pronto a creare danno all’avversario .

Nel tempo, il progresso, la disponibilità di nuovi materiali e l’acume professionale dei belligeranti, hanno sempre di più esaltato i criteri costruttivi dell’ordigno e spinto i tecnici del settore a realizzare mezzi che, seppure semplici, avessero un’elevata efficacia .

Le mine sono mutate nel tempo ma alcune loro caratteristiche fondamentali sono rimaste uguali e sempre tali da rendere l’ordigno poco costoso ma di grande efficacia operativa .

Tutte le mine sono caratterizzate da :

- costi di fabbricazione e di gestione piuttosto contenuti ;

- difficoltà di rilevamento ed eliminazione ;

- minimo costo e massima efficacia ;

- forma, dimensioni e caratteristiche tali da creare nel combattente un elevato senso di insicurezza.

La mina e’, perciò , un ordigno semplice, che può essere costruito anche artigianalmente da chi abbia una minima conoscenza di esplosivi ed una modesta disponibilità di materie prime elementari .

I TIPI DI MINE

Un cenno ai vari tipi di mine .

Le mine possono essere a/c ed a/u . Le prime pensate per distruggere o danneggiare irrimediabilmente un carro da combattimento, le seconde con lo scopo di provocare danni fisici all’uomo, tali da ridurne l’operatività.

Criteri di base, questi, importantissimi e che se rispettati limitano molto l’efficacia dell’ordigno e quindi i danni che esso può provocare . Non tutte le Nazioni, pero’, si sono attenute, almeno nel passato, a questi dettami ed ora ci troviamo alla presenza di due tipologie di "parchi" .

Uno occidentale costituito da mine a/c ed a/u realizzate nell’assoluto rispetto delle caratteristiche appena accennate e l’altro dell’ex Patto di Varsavia con mine, invece, a cui non e’ semplice assegnare la categoria di a/c ed a/u, perchè costruite senza tenere conto dei vincoli appena detti . Qualche dettaglio sulle mine .

Quelle anti uomo possono essere :

  • ad effetto locale
  • ad azione estesa . Queste possono colpire in un raggio di 360° ed ad una distanza letale di 25 - 30 m .

A fattor comune degli ordigni anti carro ed anti uomo un ultimo elemento di fondamentale importanza e’ l’accenditore che costituisce " il cuore " dell’ordigno e da cui parte l’impulso destinato a far funzionare la mina .

Gli accenditori possono essere del tipo :

  • meccanico ;
  • elettrico ;
  • pneumatico ;
  • misto ;
  • ad effetto istantaneo o ritardato .

Funzionano se sottoposti a diversi carichi di funzionamento, dell’ordine di :

  • 180 - 200 kg se impiegati in mine a/c
  • qualche kilogrammo se invece realizzati per equipaggiare mine a/u .

I valori suddetti non sempre vengono applicati e rispettati nonostante siano ratificati in accordi internazionali e riportati su tutti i documenti di standardizzazione .

Infatti, negli arsenali di tutte le Nazioni dell’ex Patto di Varsavia si trovano mine a/c che funzionano se sottoposte ad un carico di qualche chilogrammo e mine anti - uomo che esplodono se oggetto di pressioni di qualche centinaio di grammi.

Il non rispetto dei valori dei carichi di funzionamento può costituire un grave pericolo e può influire negativamente a danno dell’uomo in situazioni operative e qualora si intervenga per la bonifica .

I TIPI DI MINE PIU’ DIFFUSE

La maggior parte delle mine che oggi giacciono in moltissime aree del mondo, nonostante quanto in piu’ di un’occasione e’ stato affermato e divulgato dai mezzi di informazione, sono del tipo di quelle in uso dall’ex Patto di Varsavia o da esse derivate . Una percentuale che si aggira intorno allo 85 - 90% a fronte del modesto numero di mine di fabbricazione occidentale, di cui solo il 3% sono italiane e parte delle quali, peraltro, non costruite in ITALIA ma copiate da industrie del Medio Oriente .

Solo in KUWAIT sono state impiegate dagli iracheni molte mine italiane, ma, in buona parte, copiate e fabbricate da industrie a basso profilo tecnologico, gravitanti nell’area dei Paesi del Terzo Mondo . Le sigle che contraddistinguono queste mine dicono chiaramente quale è la loro provenienza, ormai esse sono riportate su tutte le riviste specializzate e quindi permettono di risalire immediatamente ed inequivocabilmente alla loro origine .

Mine anti - uomo :

Le mine anti - carro più diffuse :

LE TRAPPOLE ESPLOSIVE

Le trappole esplosive sono ordigni molto più pericolosi delle mine, assimilabili alle mine di circostanza e devono sempre essere tenute in debita considerazione ed attentamente valutate in stretta connessione con il problema delle mine . Infatti, non solo le mine sono state impiegate in tutti i recenti conflitti ma anche e soprattutto trappole esplosive, poste sul terreno da sole o per incrementare l’efficacia delle mine quando le parti in conflitto volevano perseguire scopi terroristici piuttosto che militari .

Parlare dei possibili tipi di trappole esplosive non ha significato, in quanto la loro costruzione non e’ suggerita da regole progettuali, ma solo affidata unicamente alla fantasia di chi la pensa e realizza. Le trappole esplosive costituiscono un serio pericolo per i combattenti, in particolare e soprattutto per la popolazione civile se impiegate - come avviene il più delle volte - nei centri abitati o nelle aree immediatamente adiacenti ad essi . Sull’argomento non darò notizie particolari perchè la materia riveste un intuibile grado di riservatezza, sottolineo soltanto che qualsiasi oggetto può celare una trappola esplosiva , come ad esempio :

  • un pacco dono ;
  • una valigetta ;
  • un registratore ;
  • una semplice caffettiera ;
  • una macchina da scrivere ;
  • un giocattolo ,

e quanto altro la fantasia umana può inventare.

 LA VALENZA MILITARE DELLE MINE NEL TEMPO

La mina ha da sempre rappresentato un dispositivo bellico caratterizzato da un elevato rapporto di costo / efficacia. Infatti, una mina seppur sofisticata che ha un prezzo massimo di 2 milioni riesce a distruggere un carro armato che invece ha un prezzo di qualche decina di miliardi . Nel tempo l’ordigno ha costituito un elemento fondamentale per incrementare il valore dell’ostacolo, elemento essenziale insieme al fuoco per favorire la manovra amica ed ostacolare la progressione avversaria .

In questo quadro la mina anti – uomo ha rappresentato qualcosa di indispensabile per garantire l’efficacia complessiva dell’ostacolo minato contro carro. Infatti tutti gli eserciti, che definirò evoluti, hanno sempre impiegato l’ordigno anti – uomo per difendere la mina anti – carro da eventuali azioni di sminamento da parte delle Truppe nemiche . Questi eserciti nell’usare gli ordigni hanno sempre rispettato le Convenzioni internazionali che prevedevano e tuttora prevedano la registrazione dell’ostacolo, la sua segnalazione e recinzione.

Per contro tutte le organizzazioni substatuali che nel tempo hanno usato le armi per imporre interessi etnici e tribali, hanno utilizzato la mina anti – carro per meri scopi terroristici, disattendendo il più elementare rispetto del diritto internazionale ed umanitario, considerando l’ordigno piuttosto una trappola esplosiva e non uno degli elementi fondamentali per la difesa del territorio .

La cultura moderna ha portato ad OTTAWA dove sono stati ricordati e riaffermati basilari principi di diritto umanitario e la tecnologia moderna consentirà sicuramente di individuare e realizzare soluzioni alternative alla mina anti – uomo, non letali e sicuramente non dannose per la popolazione nel post evento bellico, dispositivi caratterizzati da elevata tecnologia ed in grado di garantire nel futuro ad elementi indispensabili per la difesa del territorio e che appartengano alla categoria delle "armi non letali" . Sistemi della fattispecie, però, avranno quasi certamente un costo elevato per cui sorge spontaneo il dubbio che le organizzazioni substatuali che intendono sviluppare una guerra locale e per affermare interessi settoriali, possano rinunciare alla modesta e semplice mina anti - uomo, puranche costruita "in casa" con soluzioni artigianali .Questa ultima eventualità deve spingere a meditare e sollecitare le coscienze internazionali ad affrontare il "dopo OTTAWA" con iniziative che colpiscano anche gli ordigni che seppure non costruiti industrialmente potranno costituire un pericolo reale ed immanente . Disattendere o ritardare queste iniziative potrebbe ingenerare convinzioni molto pericolose per la incolumità dei popoli e per la stabilità internazionale .

LA BONIFICA

Un problema, quello della bonifica, che in un recente passato non e’ stato mai approfondito dai normali canali di informazione almeno apparentemente più interessati a trattare le problematiche connesse con la fabbricazione, la vendita e l’esportazione delle mine . Solo qualche cenno e’ stato fatto nel tempo in momenti particolari, ricorrendo ad immagini sicuramente di effetto, ma senza esplicitare in maniera esaustiva il problema specifico e le possibili soluzioni . Oggi, finalmente, si comincia a parlare di bonifica in modo incisivo, ma l’approccio e’ ancora sfumato e spesso non approfondito e si preferisce lamentare la carenza di mezzi idonei allo scopo. Lamentele spesso non motivate e che talvolta assumono connotati di un alibi dai contorni sfumati e, peraltro, pericolosi in quanto allontanano nel tempo i possibili interventi, aspettando i " toccasana " auspicati mentre nel mondo ogni venti muniti si ha una vittima per lo scoppio di mine e di trappole esplosive . Un’attesa che lascia, anche, perplessi gli specialisti che, invece, sono convinti che per cominciare non e’ necessario disporre di mezzi particolari . L’esperienza personale mi spinge a concordare con questo parere e ad affermare che per iniziare a bonificare e’ sufficiente disporre di :

  • preparazione dell'uomo ;
  • un'asta di sondaggio ;
  • un'affidabile rilevatore di mine ;
  • utensili vari "da giardinaggio" ;
  • picchetti ,

CORAGGIO E PROFESSIONALITA' DELL'OPERATORE

Altri, invece, invocano la disponibilità di mezzi meccanici ed elettronici adeguati .Dal punto di vista concettuale l'aspettativa è valida in quanto il mezzo meccanico e tecnologico aiuterà ad affrontare i problemi di bonifica, ma cade di contenuto quando si vuol tentare di dimostrare che solo questo tipo di mezzi risolverà il problema .Infatti qualsiasi mezzo meccanico non sarà in grado di garantire le percentuali di affidabilità che si intende e si deve raggiungere in caso di bonifica umanitaria ed in quanto non potranno essere utilizzati in aree urbane o rurali . A tale riguardo uno studio internazionale permette di constatare che i mezzi meccanici sono affidabili sono in un numero bassimo di interventi di bonifica umanitaria. Taluni mezzi, invece, risultano affidabili per quella che viene chiamata "l'area redaction" e per il Controllo di Qualità finale Ne consegue che non si deve generalizzare e, piuttosto, è opportuno non dimenticare mai di differenziare gli interventi operativi per esigenze militari , da quelli umanitari.

La bonifica operativa viene attuata a favore di dispositivi militari che devono compiere una determinata missione e tende a conseguire risultati del 70 - 80 %, ritenuti sufficienti, in quanto garanti di un tasso di rischio ritenuto accettabile per chi sta sviluppando un’azione militare. Per la bonifica operativa sono disponibili materiali in grado di ottenere i risultati appena detti, sono già stati impiegati durante la Guerra del Golfo e nella stessa BOSNIA, dove sono risultati affidabili. Qualcuno di questi potrebbe essere, in taluni casi, essere anche impiegato per la bonifica umanitaria, ma solo su zone particolari come strade, aeroporti, aree industriali ecc. .

Sicuramente non saranno utili in aree urbanizzate .

Ben altra cosa è la bonifica umanitaria che deve, invece, garantire l’assoluta incolumità per la popolazione. A tale riguardo gli standard internazionali impongono un grado di affidabilità pari al 99,6 % ove il rischio del 0,4 % è riferito solo all’evento casuale che, comunque non potrà essere previsto ed eliminato a priori . I risultati imposti devono essere assolutamente raggiunti in caso di bonifica umanitaria, in quanto nessun civile percorrerebbe una strada o un terreno la cui bonifica è stata garantita solo all’ 80 - 90% e sicuramente nessun padre consentirebbe ai propri figli di recarsi a scuola percorrendo strade in cui la probabilità residua di incontrare una mina attiva è ancora del 10 – 20 % .Con assoluta certezza nessun mezzo sarà in grado di operare autonomamente fra le macerie di una città dove è passata una guerra e questa è la realtà ricorrente in tutti i Paesi dove sono stati sviluppati atti bellici, questa è la realtà bellica moderna , la realtà bellica di KABUL, di KUWAIT CITY , della BOSNIA e del KOSOVO. In queste situazioni, invece, solo un sistema è affidabile e sicuro, l’uomo che preparato e ben equipaggiato opera manualmente cercando ed eliminando ogni insidia . Un unica conclusione, quindi, la bonifica umanitaria può essere sviluppata solo con l’intervento dell’uomo che potrà avvalersi di quanto la moderna tecnologia può, offrire ma sicuramente non potrà essere sostituito da nessun mezzo meccanico seppur sofisticato .

Contro questa opinione molti , però, affermano che la bonifica manuale impone oneri economici elevatissimi ed è molto lenta . Non si può negare la validità di queste affermazioni, ma non bisogna dimenticare che è altrettanto vero che ogni ritardo in possibili interventi incrementa in modo esponenziale l’enorme sforzo che la comunità internazionale deve affrontare per fronteggiare i danni provocati sulle persone dallo scoppio di mine. Cercare di riconsegnare, infatti, alla vita attiva un ferito da mina, in particolare se adolescente ha un costo elevatissimo . Una protesi applicata ad un fanciullo ha un costo iniziale di circa 200 dollari. Il ferito è destinato a crescere per cui nel corso degli anni l’apparecchio ortopedico deve essere cambiato ed adeguato alla struttura fisica per cui una volta che il ragazzo diventa adulto si saranno spesi non meno di 5000 dollari. Nel mondo è stimato che ogni venti minuti si ha un mutilato per lo scoppio di ordigni per cui è lecito affermare che ogni giorno, solo per le protesi, si spendono più di cinquantamila dollari .Ebbene, forse sarebbe meglio investire subito questo ed altro danaro in seri programmi di bonifica che, laddove avviati ed in corso, dimostrano la loro piena validità. Investendo risorse economiche sia per la ricerca ma anche e soprattutto per avviare altri programmi di bonifica , nel breve tempo con molta probabilità si raggiungerebbe un rapporto di costo - efficacia positivo e, comunque, si riudrebbe drasticamente il numero dei feriti .Tecnicamente questo è possibile, perché nel mondo esistono gli esperti in grado di operare ed affrontare programmi operativi di bonifica che, se integrati da campagne informative finalizzate ad insegnare alla popolazione a convivere con il pericolo specifico e a difendersi da questo, potrebbero conseguire quei risultati che tutti noi ci auspichiamo . Trascorse esperienze in questo campo e quanto avviene in questo momento in BOSNIA ed in ANGOLA dimostrano che questa mia affermazione non è immotivata e solo ottimistica, ma si basa su dati concreti che dovrebbero spingere ad iniziare . Forse non tutti sanno che in AFGHANISTAN già dal 1989 oltre ad insegnare e a dirigere le operazioni di bonifica gli specializzati del Genio militare italiano andavano di villaggio in villaggio per svolgere programmi informativi nei confronti della popolazione. Questa attività è proseguita in ANGOLA ed in BOSNIA dove dopo un anno si stanno raggiungendo risultati veramente significativi . In particolare in BOSNIA sono in atto programmi di bonifica implementati da corsi di informazione a favore della popolazione locale adulta ed in età scolare . Quanto in atto ha preso spunto da un’iniziativa degli specialisti del Genio italiano che fin da due anni fà hanno avviato una capillare campagna di istruzione a favore delle scolaresche di SARAJEVO o di PEJA / PEC in KOSOVO.

Forse un maggiore impegno dei mezzi di informazione

aiuterebbe a sollecitare le coscienze