Leggenda

 

 

 

Per quanto riguarda la prima leggenda del ritrovamento del Crocifisso ci ha riferito la signora Giuseppa Di Giorgi che a suo tempo ha avuto raccontato da una propria ava che la statua lignea che si venera nella Chiesa Madre di Ribera non è quella appartenuta alla panettiera signora Domenica Calì, come tutti credevano, bensì è appartenuta ad un'altra panettiera, il cui nome non ci è pervenuto.  La signora Di Giorgi aggiunge, inoltre, che la detta panettiera era solita recarsi a dorso d'asino in località Seccagrande per far legna per il proprio forno e che un giorno proprio a Seccagrande, rinvenne, con grande meraviglia , il simulacro del Crocifisso. Con molta fede lo caricava sull'asino e lo portava nella sua abitazione a Ribera.  La domenica seguente, la panettiera, dopo aver messo l'impasto per il pane a lievitare, si recava nella Chiesa Madre per assistere alla santa Messa, e al ritorno a casa, con grande sorpresa, trovava il pane già sfornato e fumante, al chè la signora gridava al miracolo attribuendo l'accaduto alla presenza del Crocifisso nella propria abitazione. Correva, quindi in chiesa a raccontare quanto le era successo all'arciprete dell'epoca, il quale disse alla donna che sarebbe stato meglio portare il simulacro in chiesa. Questa acconsentiva e così, portatolo nella Matrice una prima volta, la statua, il giorno dopo, veniva ritrovata miracolosamente nella casa della panettiera. Vi si provò una seconda volta, ma successe la stessa cosa. La terza volta, però, un fedele per devozione pensò di applicare al costato del Cristo una placca in argento, che tuttora si vede, e finalmente, il Crocifisso rimase in chiesa. Si racconta, inoltre, che quando il simulacro veniva portato in spalla e la processione passava davanti la casa dove era stato prelevato, la statua si appesantiva come se volesse sostare in quel punto e forse rimanervi. Oggi, a ricordo di questa leggenda, il fercolo, passando davanti a quella casa, viene fatto sostare e per tre volte si fa avanti e indietro.