Un antico
proverbio afferma che il tempo fugge inarrestabilmente: “Fugit
irreparabile tempus”. Non possiamo negare che sia così. Però, se il tempo passa, non passa così
inesorabilmente il ricordo di ciò che avviene, se ciò che avviene è qualcosa che
non è avvenuto a caso; anche se certe cose sono sembrate avvenute a caso, a caso
proprio non sono accadute. Anzi, si può dire che davvero niente avviene a caso,
ma tutto è previsto e predisposto dalla Provvidenza di Dio Amore. Lo
constateremo tutti nell’eternità. Tutti dovranno constatarlo nell’eternità.
Noi
qui, oggi, ricordiamo un fatto che ha lasciato il suo ricordo, e lo ha lasciato
anche fisicamente, direi anche strutturalmente, per l’interessamento tanto
benemerito di persone che davvero non per caso, ma per un insieme di
circostanze apparentemente, forse, casuali, ma in realtà provvidenziali, e le
ringraziamo cordialmente: Dott. Adriano Picciau e
Dott. Paolo Bullita.
Il
fatto che ricordiamo e celebriamo è
l’inizio del servizio che le Figlie di San Giuseppe resero al Seminario
arcivescovile di Cagliari per disposizione dell’allora Rettore Padre Felice
Prinetti, trovandosi nella necessità di coprire il vuoto lasciato dalle Suore Cottolenghine richiamate a Torino dai loro Superiori. Siamo
nel settembre-dicembre 1888. le Figlie di San Giuseppe erano appena ai
primissimi tempi della loro esistenza ecclesiale, essendo state fondate appena
tre mesi prima dal venerabile P. Felice Prinetti, appunto il 20 settembre 1888
precedente. Erano Eugenia Montixi di Isili e con essa Barbara Addari,
Elisa Urracci, Luigia Nieddu
e altre due presto rientrate in famiglia e sostituite da Doloretta Nuscis di Genoni, Mariangela Melis
da Guasila e certa Elisabetta da Oristano, anche
quest’ultima rientrata presto in famiglia per ragioni di salute.
Questa
piccola famiglia, cui il Venerabile P. Felice Prinetti dette il nome di “Figlie
di San Giuseppe”, ponendola sotto il di Lui patrocinio, rendevano al Seminario
un servizio che voleva essere e fu un servizio d’amore, un servizio di autentico
amore, anima del quale era una vita di più peretta imitazione di Gesù Cristo
con l’impegno di entrare, con la preghiera e con quel servizio d’amore, nelle
sacre piaghe di Gesù e farne piovere in abbondanza sulle anime il preziosissimo
Sangue del divino Crocifisso per la loro conversione e salvezza. Si esprimeva
così il Venerabile nella sua prima lettera inviata alle sue Figlie spirituali
già insediate a Genoni l’anno seguente, 1889, poco dopo l’inizio del servizio
al Seminario arcivescovile di Cagliari.
Un
servizio d’amore! Tale lo voleva il Venerabile Padre e tale lo rendevano quelle
sue primissime Figlie; e tale tutt’ora lo rendono le consorelle che sono
sopravvenute nel tempo, tale lo rendono ovunque il Signore le ha condotte,
essendo state benedette dal Signore e fatte crescere da Lui in fervore, virtù,
meriti e numero, così che oggi prestano la loro collaborazione ecclesiale non
solo qui a Cagliari e a Genoni dove iniziarono, ma anche fuori Sardegna, nella
penisola, in Europa, in Asia, in Africa, in America Latina: un servizio d’amore
di testimonianza evangelica, di evangelizzazione, di formazione sociale, di
molteplice cooperazione alla crescita del Regno di Dio in terra, mediante
quanto può giovare a che i fratelli e le sorelle vivano secondo le esigenze
dell’essere figli di Dio; un servizio d’amore, perché, insegnava il Venerabile,
il servizio d’amore è l’unico degno di Dio che è Amore infinito ed eterno, e ha
dato per amore il Figlio del suo Amore, il Signore nostro Gesù Cristo, che ci
ha rivelato l’infinito amore del Padre, rimettendo lo spirito nelle sue mani
morendo sulla croce in un oceano di dolori, vittima di amore, immolata per la
nostra redenzione.
Da
questo luogo benedetto salga a Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, l’inno di
ringraziamento e di lode a 116 anni da quel 20 dicembre 1888, giorno in cui le
primissime Figlie di San Giuseppe iniziarono il loro servizio d’amore al
Seminario arcivescovile di Cagliari con la benedizione del Venerabile P. Felice
Prinetti. Tanto più fervido sale a Dio questo ringraziamento in questo Anno
dell’Eucaristia, perché l’Eucaristia era l’anima di quel servizio d’amore, reso
ai candidati al sacerdozio, protesi all’Eucaristia, a divenire i ministri, per
assicurare alla Chiesa, all’umanità, il massimo tesoro del Signore: dunque,
vere Figlie di San Giuseppe, nonché di Maria, alla cui maternità verginale
operata dallo Spirito Santo dobbiamo Gesù, il Verbo Incarnato nel suo grembo
verginale. Esse hanno, dunque, un rapporto immediato con
la SS. Eucaristia
avendo, col loro servizio al Seminario, assicurato alla Chiesa, in
collaborazione con i formatori diocesani, i sacerdoti ministri dell’Eucaristia.
Tanto più perfettamente erano impegnate in questo servizio quanto più
fervorosamente erano guidate nella loro formazione e assistenza spirituale da
un innamorato dell’Eucaristia quale fu il Fondatore, Venerabile P. Felice
Prinetti. Per cui, oggi, noi qui, con le primissime sue Figlie che ci sorridono
dal cielo, festeggiamo Lui e, pregando per la sua glorificazione, ricordiamo al
Signore questa sua benemerenza eucaristico-ecclesiale;
e ringraziandone il Signore, ispiratore di ogni santo proposito, ne ringraziamo
pure la Mediatrice
di ogni grazia, Maria SS.ma e, con Lei, San Giuseppe, Padre, Patrono e Modello
delle sue Figlie, primo custode e adoratore, con la sua Sposa verginale, di
Nostro Signore Gesù Cristo, Verbo Incarnato per la nostra redenzione e
salvezza.