CONGREGAZIONE FIGLIE DI SAN GIUSEPPE DI GENONI

horizontal rule

 

Ricordando Madre Maria Cristina Sanna

 

Il nostro pensiero va a tutte le sorelle che ci hanno preceduto, nel chiudere la parabola della loro esistenza, chiamate all’eternità.

 

Ma, in particolare, sento il dovere di scrivere personalmente su Madre Maria Cristina per ciò che è stata e ha fatto per la nostra Famiglia religiosa.

 

Tutte noi che l’abbiamo conosciuta, apprezzata, stimata e amata, anche se a diverso titolo, per la relazione che la vita, l’età e il servizio ci ha offerto, unanimemente le riconosciamo la verità di quanto lei stessa esprimeva nell’assumere il servizio di prima responsabile dell’Istituto nel dicembre del 1968.

 

Guardando a San Giuseppe scriveva:

 

 “Egli modifica il progetto di sua vita conformandolo completamente al servizio di Gesù e di Maria, in umiltà, obbedienza e silenzio, con amore indiviso e nel lavoro indefesso. Gesù, Maria, la Chiesa sono da servire nella Congregazione. Essa è la santa famiglia Giuseppina affidatami dal Signore in prima responsabilità. Per essa anche il sacrificio della vita. Amen”.  

 

Ella ha vissuto ed operato con questo amore per l’Istituto in tutte le tappe della sua esistenza terrena, nei suoi sessant’anni di vita religiosa, nell’arco degli ottantaquattro che il Signore le ha concesso di vivere.

 

Era nata, infatti, ad Oristano il 26 settembre del 1922 ed entrò in comunità il 31 ottobre del 1943, facendovi la prima professione nel 1946 e la professione perpetua nel 1951.

 

Il servizio che l’obbedienza le chiese, tolte alcune brevi tappe a Cagliari, Orune e Gavoi, la volle quasi sempre ad Oristano e in Casa generalizia nella formazione, in collaborazione con Madre Maria Corrias, prima, e come Maestra delle novizie dal 15 agosto del 1959 fino al 1962; in seguito il Capitolo Generale del 1963 la elesse Segretaria generale, e Superiora generale il Capitolo speciale del 1968, rieletta poi, per un secondo e terzo sessennio, esercitò il suo ufficio di Madre fino al Capitolo del 1986.

 

La conoscenza che aveva delle suore e della realtà dell’Istituto, le rese possibile dare un’impronta particolare, quella del servizio, nell’esercizio dell’autorità, come il Concilio Vaticano II, attraverso i suoi documenti basilari per la Vita religiosa: Lumen Gentium, Perfectae Caritatis e il Motu Proprio di Paolo VI, Renovationis Causam, richiedeva in aggiornamento della vita religiosa, auspicandone soprattutto il ritorno alle Fonti, quelle del proprio Carisma, e alla riscoperta della spiritualità dei propri Fondatori.

 

Quest’opera Madre Maria Cristina la compì con zelo, con competenza, con amore.

 

Ha animato e sostenuto la ricerca appena iniziata degli scritti del Venerabile Fondatore, adoperandosi, anche in prima persona, attraverso il lavoro di Mons. Giovanni M. Cossu e la collaborazione di Suor Paola Guiso, da lei incaricata, di curare l’Archivio storico.

 

Con ciò ha portato l’Istituto non solo all’importante tappa dell’introduzione della Causa di Beatificazione del Servo di Dio, Padre Felice Prinetti (Pisa 1980), ma di avviare in esso un vero rinnovamento spirituale, mai pienamente attuato, ma sempre perseguito e cercato,  attingendo alle sorgenti della sua spiritualità, con una più profonda conoscenza, delle proprie origini carismatiche, perché l’Istituto fosse consapevole della missione specifica che il Signore, attraverso il Fondatore, gli affidava, della sua identità spirituale e del suo posto nella Chiesa.

 

Il richiamo costante ai suoi scritti, il lavoro di pubblicazione dei medesimi, ci ha arricchito spiritualmente e ci ha permesso di vedere, con maggior chiarezza, la ricchezza carismatica come Figlie di San Giuseppe, nella spiritualità di Padre Prinetti.

 

Troppo lungo sarebbe l’elenco delle pubblicazioni curate durante il suo governo: l’impegno per l’aggiornamento delle Costituzioni voluto dalla Chiesa; l’Introduzione della Causa di Beatificazione del Servo di Dio, come lavoro straordinario, che accompagnava quello ordinario del seguire la vita delle comunità e delle consorelle, nello sviluppo di opere e nel necessario conseguente ridimensionamento.

 

Ricordiamo in particolare l’apertura della prima Casa in India, l’accoglienza delle prime vocazioni in Africa, il soffrire per la crisi generale che investì la vita religiosa del post-concilio di cui non fu immune neppure la nostra famiglia religiosa.

 

La Madre vera, in quanto tale, gioisce delle gioie dei propri figli e soffre con essi, anche quando fa difficoltà a comprenderne tutte le dinamiche interiori e le scelte fatte non sempre secondo l’oggettiva sapienza spirituale.

 

Sofferenza e gioia accompagnano il compito di una Madre, ed hanno accompagnato anche la vita di Madre Maria Cristina.

 

Chiedeva al Signore di divenire: “Silenziosa come la pace, vigile come una sentinella, aperta e disponibile come una madre”, e le diamo atto che così visse.

 

La sofferenza e la croce accompagnarono anche il suo servizio e, come il seme che per dar frutto deve morire, pensiamo che la maturità che l’Istituto ha raggiunto è grazie al suo servizio e a quello delle Madri che l’hanno preceduta, che ha richiesto tanta abnegazione e dedizione amorosa.

 

A conclusione del suo mandato di Superiora generale, forse per questa esperienza di croce, poteva scrivere:

 

“Il Signore a un certo punto della vita ci distacca da tutto e da tutti. Dalle persone in cui avevamo confidato, anche se in giusta misura avevamo confidato e per ragionevoli motivi, spesso anche per dovere, proprio così! Egli ci distacca permettendo che noi troviamo quello che nelle creature c’è: il limite o anche i difetti. Tutte vorremmo essere sante, ma non lo siamo ancora; siamo solo in viaggio verso quella terra promessa; durante il tragitto, ci si ritrova quello che si è naturalmente … l’operazione del distacco che il Signore opera è dolorosa ma è un’azione salvifica e dobbiamo ringraziare perché è a vantaggio del nostro spirito. In ogni caso, compatire le persone, restituire bene per male: ne riceveremo un gran bene”.

 

            Madre Maria Cristina ci ha lasciato l’esempio della obbedienza e dell’umile e grato rispetto sempre verso chi l’ha seguita nella responsabilità dell’Istituto. Anch’io personalmente ho sempre sentito la sua stima e l’affetto dimostrati con la sua fraterna e materna comprensione in ogni circostanza, perché accoglieva con spirito di fede, anche se forse non tutto poteva condividere, tutto ciò che le Responsabili facevano o decidevano, se pure non mancava, in tutta libertà, di esprimere un suo parere diverso o un suo consiglio, giudizio o proposta.

 

Credeva in ciò che si decideva perché riteneva le Madri sostenute dalla grazia di stato e dalla luce dello Spirito che non viene a mancare per il bene di tutte.

 

Prendendo in mano il lavoro della Causa del venerabile Padre Prinetti nel 1986, proseguì il lavoro di ricerca e di studio seguendo le indicazioni del nuovo Postulatore Mons. Luigi Porsi, per arrivare alla stampa della Positio presentata alla Congregazione dei Santi nel 1990.

 

Fu motivo di sofferenza il ritardo della sua discussione e l’inconveniente di essere stata considerata causa storica, contrariamente a quanto si prevedeva, cosa che ha obbligato ad ulteriori e più approfondite ricerche e un lavoro di sintesi fatto da Mons. Giovanni M. Cossu, ma seguito da lei, sotto le indicazioni del Relatore Padre Yvon Beaudoin, che ha prodotto un nuovo Summarium addizionale di documenti per rispondere alle obiezioni dei Consultori storici; lavoro che ha permesso il procedere della Causa fino alla felice tappa del riconoscimento dell’eroicità delle virtù e della conseguente dichiarazione di Venerabilità del Servo di Dio, avvenuta il 30 settembre del 2003, con promulgazione ufficiale del Decreto, il 19 aprile del 2004.

 

Il giorno, a San Pietro, ai piedi di Giovanni Paolo II, Madre Maria Cristina raccoglieva anche il merito delle sue fatiche e certamente esprimeva la sua gratitudine al Signore per aver visto il compimento di una tappa così importante.

 

Il rammarico del giudizio non positivo del presunto miracolo attribuito al Servo di Dio, dopo aver tanto lavorato per la produzione della documentazione necessaria, segnò questi ultimi tempi della sua vita, così pure la richiesta che ultimamente si è fatta più pressante da parte degli Oblati di volere che la salma del Venerato Padre si riporti alla Chiesa di San Jacopo, in quanto il trasferimento fu richiesto, provvisoriamente, a motivo della ristrutturazione della Chiesa ora ultimata.   

 

Non possiamo dimenticare il suo impegno nell’adoperarsi a trovare le vie per rendere possibile il restauro del luogo (ora memoria storica) dove si trovava la Cappella domestica della prima comunità di Cagliari, presso l’Università agli Studi, culla della nostra Famiglia religiosa.

 

Queste ed altre cose ha seguito con impegno e dedizione Madre Maria Cristina, soprattutto con amore, adoperandosi instancabilmente per la diffusione della conoscenza e devozione del venerabile Fondatore.

 

Per tutto le siamo grate, ma soprattutto per esserci stata madre, sorella e maestra.

 

Stiamo celebrando il Natale del Signore, ebbene c’è una pagina particolarmente cara a Madre Maria Cristina degli eventi dell’infanzia del Signore, ed è quella della Presentazione di Gesù al Tempio.

 

Lei, in un incontro comunitario di lectio divina, si illuminava pensando alla figura di Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser, perché non si allontanava mai dal tempio ed era giunta ad ottantaquattro anni, servendo Dio, giorno e notte, attendendo l’incontro con il Signore.

 

Così è stato della sua vita.

 

Soprattutto in questi ultimi mesi, la fatica anche del fare alcuni passi per raggiungere la Cappella, faceva presentire in lei la vicinanza dell’incontro con il Signore, col quale avrebbe portato a compimento la sua consacrazione col Cristo, il Consacrato del Padre, offerto per le mani di Maria e di san Giuseppe, anche lei, come Anna, a ottantaquattro anni, nel servizio diuturno nella casa del Signore, nella nostra amata famiglia religiosa.

 

Grazie, Signore, per il dono di Madre Maria Cristina!

      

horizontal rule

CASA GENERALIZIA

 Via Carmine, 34 - 09170 Oristano

TEL.: 0783 78357 -  0783 72763 - FAX: 0783 303091

Email: segreteriagiuseppina@tiscali.it