BURMESE

 

Il Burmese è un gatto di antichissime e nobili origini.Storia e leggenda ,quando si parla di gatti,spesso sconfinano e questo è proprio il caso del Burmese.

Infatti,in un libro di poesie risalente al periodo di Ayudhya,antica capitale del Siam,è possibile vedere raffigurato,accanto ad un Siamese, un gatto del tutto simile al nostro Burmese attuale ,allora conosciuto e chiamato Supalak o Thong Daeng.

Di lui in effetti,non si sa più nulla fino al 1930,anno in cui fu casualmente riscoperto in Birmania.

Dove la storia si perde,ecco, però, che,a sostenere il nostro gatto , interviene la leggenda:il Burmese era ritenuto sacro, aveva l’onore di vivere accanto ai monaci birmani,ieratico e dotato di un fascino misterioso era il gatto che vegliava sui monasteri e per la sua spiritualità era adirittura chiamato a dialogare con gli dei.

Di fatto,tralasciando ovviamente tutte le leggende sempre molto fantasiose e romanzate,possiamo sostenere che tutti i nostri Burmesi risalgono ad un unico capostipite,una gatta marrone chiaro chiamata Wong Mau che nel 1930 da Rangon,capitale della Birmania,venne importata negli Stati Uniti da un medico della Marina Americana ,il dottor Joseph Thompson.

Dopo i primi accoppiamenti ci si rese subito conto che al particolare colore di questa gatta era legata una precisa ‘identità genetica’,infatti accoppiata con un Siamese produceva cuccioli Siamesi,cucccioli identici a lei e piccoli di un caldo colore marrone scuro chiamati in seguito Burmesi.

Questo perchè Wong Mau era un ibrido e cioè un gatto con un patrimonio genetico ‘ cbcs’ e quindi con caratteristiche intermedie tra il Siamese (cscs) e il Burmese (cbcb).

Oggi i gatti come Wong Mau e cioè i gatti più scuri del Siamese ma più chiari del Burmese e con anche tutte le altre caratteristiche intermedie tra le due razze vengono chiamati Tonkinesi.

Il CFA,una delle più importanti associazioni feline americane,ha riconosciuto la razza Burmese ed ha ammesso questi gatti a concorrere per il campionato nel 1953 ma solo nel colore originale,quel marrone scuro chiamato Zibellino,perchè ricorda appunto questo piccolo roditore della Siberia molto simile alla martora.

In Gran Bretagna i primi Burmesi sono stati importati nel 1947 e mentre gli allevatori americani lavoravano sul tipo dedicandosi alla ‘costruzione’ di un Burmese più raccolto e pesante con il muso corto,rotondeggiante e con lo stop marcato,proprio per ben differenziarlo dal Siamese sottile e longilineo e dal Tonkinese,gli inglesi hanno giocato con i colori ottenendo non solo i colori di base e i diluiti ma anche i rossi e i crema e tutte le squame di tartaruga in tutte le varietà e sfumature di colore.

 

GENETICA

Le acquisizioni odierne di carattere genetico ci hanno permesso di svelare la vera identità del Burmese ed hanno rivelato la sua strettissima parentela con il Siamese.

Il Siamese ha nel suo genotipo il gene ‘cs’ mentre il Burmese il gene ‘cb’.

Entrambi questi geni fanno parte della serie degli ‘alleli albino’ cioè di una serie di geni che altro non sono che alleli mutanti di un unico gene.

Il gene originario in questione è il gene C (Coulored) responsabile del colore pieno,cioè del colore uniformemente distribuito su tutto il corpo.

In condizioni normali un gene si trasforma in due alleli ,uno per cromosoma,in questo caso invece ‘C’ ha dato origine a più alleli.Vengono tutti indicati con la stessa lettera ‘c’ perchè si trovano nello stesso ‘locus’ del cromosoma e questa lettera è minuscola perchè sono tutti recessivi nei confronti del gene originario ‘C’.

Hanno però tuttti una desinenza diversa e cioè hanno l’iniziale della razza in cui svolgono il loro ruolo primario.

Gli alleli della ‘serie albino’ agiscono diminuendo progressivamente la pigmentazione e quindi il colore del mantello e degli occhi.

Un gatto può avere ovviamente solo due alleli della serie per cui se possiede entrambi gli alleli cb (cbcb) presenterà la tipica colorazione burmese.In questo caso vedremo che il colore nero e gli occhi arancio tipici dei gatti che posseggono nel genotipo il colore pieno (C) verranno decolorati e il nero assumerà il classico color zibellino(un caldo colore marrone scuro chiamato anche seal o seppia) e gli occhi da arancione diventeranno ambrati.

Se invece avrà nel genotipo entrambi gli alleli siamese(cscs) avremo che il colore diventerà seal (seppia)e sarà relegato alle punte e il mantello avrà un colore tra il beige e il bianco ghiaccio e gli occhi ,parzialmete depigmentati ,saranno azzurri.

Esiste la possibilità che cb e cs siano presenti nello stesso individuo.Si assiste in questo caso ad un fenomeno di dominanza incompleta per cui il soggetto che nel suo genotipo presenta cbcs,chiamato tonkinese,avrà caratteristiche intermedie tra Burmese e Siamese:più chiaro e con più accentuata la differenza tra colore del mantello ed estremità rispetto al Burmese ma decisamente più scuro del Siamese.Anche gli occhi presentano caratteristiche intermedie,variano infatti tra il blu e il verde assumendo una magnifica colorazione acquamarina.

 

ASPETTO

La sua stretta parentela con il Siamese viene rivelata anche dall’aspetto fisico.

Come il suo stretto cugino ha un corpo muscoloso,atletico anche se è più massiccio e più sodo e con il petto più largo.

Non è un gatto di grossa taglia ma è compatto e ,rispetto alla mole ridotta,è incredibilmente pesante ma conserva nello stesso tempo grazia ed eleganza.Le sue zampe sono sottili,i piedi piccoli e ovali,ma ,nonostante questo è tutt’altro che esile o gracile.Il mantello è molto corto e brillante e deve apparire sempre lucido come la seta.

La testa non è così a cuneo come quella del Siamese,anzi tende ad essere più tondeggiante e ‘smussata’.

Nell’iride è rigorosamente bandito il verde,gli occhi sono gialli e sono ammesse tutte le tonalità di giallo fino all’ambra.

 

CARATTERE

Anche per quanto riguarda il carattere ci sono notevoli analogie tra Burmese e Siamese.E’ un gatto intraprendente e curioso,attento e vigile e proprio come il Siamese si affeziona molto al suo padrone,a volte anche in maniera un po’ troppo morbosa ed appiccicosa.Lo seguono dappertutto e lo accompagnano ovunque senza problemi non scomponendosi neppure di fronte a lunghi viaggi in treno o in aereo.

Anche il Burmese ‘si fa sentire’,ha una voce molto potente che per fortuna è meno rauca ed insistente di quella del siamese anche se quando è innamorato ama abbandonarsi a gorgheggi ,vocalizzi di varia natura,concerti...

 

COLORE

Il colore del mantello del Burmese per le sue particolarità genetiche è leggermente più intenso sulle punte (estremità) che sulle altre parti del corpo e questa differente colorazione è ancor più evidente nei cuccioli rispetto agli adulti.Indipendentemente dal colore del mantello a dall’età dell’animale,la parte inferiore del corpo(addome,gola e fianchi) è sempre più chiara rispetto al dorso.

Non sono invece ammessse tigrature di qualsiasi tipo,solo nel cucciolo sono tollerate piccole striature chiamate marche fantasma,le tigrature di questa natura scompaiono poi in età adulta.

Per quel che riguarda il colore vero e proprio alcuni ritengono che l’unico vero colore sia quello originale e cioè lo zibellino,un caldo colore marrone scuro che con la luce incidente assume la sfumatura della seta color castagna.

I sostenitori di questa varietà, e sono in molti,si rifiutano sistematicamente di ‘lavorare’ con tutte le altre varietà di recente selezione .Bisogna pensare ,a questo proposito, che il CFA,(una dele più importanti associazioni feline americane) fino a non molto tempo fa ,riconosceva solo il colore zibellino.

Soltanto nel 1984 ha ammesso a concorrere come burmesi anche i gatti di colore blu, chocolate (o champagne),lilac (o frost o platinum).Tutte le altre varietà sono raggruppate e giudicate separatamente dai Burmesi perchè considerati appartenenti alla razza Malajana,ufficialmente riconosciuta e ammessa a partecipare ai concorsi solo nel 1980.

In Europa i colori ammmessi ,oltre ai colori di base e alle loro diluizioni ,sono il rosso e il crema e tutte le combinazioni delle squame di tartaruga.Questi nuovi colori sono stati inizialmente selezionati in Gran Bretagna a partire dal 1960 da iniziali ibridazioni con i gatti rossi e con i Siamesi red point.

In Australia alcuni selezionatori all’avanguardia stanno attualmente ottenendo Burmesi tigrati ma questi colori non sono ammessi a concorrere nè nelle esposizioni americane nè in quelle europee,le resistenze opposte dai vari clubs sono,infatti, difficili da sfondare per cui occorre lavorare ancora molto in questa direzione.

L’ALLEVAMENTO OGGI

Oggi esistono due tendenze d’allevamento,gli allevatori che amano il tipo inglese e quelli che prediligono il tipo estremo americano.

La struttura corporea è più arrotondata,compatta,pesante,potente e muscolosa per gli americani (anche se sono di taglia leggermente più piccola rispetto agli inglesi),slanciata ed elegante per gli inglesi ma questo non è l’unico punto in cui gli standards differiscono.

L’accento maggiore è posto sulla morfologia della testa:rotondeggiante in ogni sua parte con muso corto e stop marcato ed inscrivibile in un cerchio per gli allevatori d’oltreoceano,più affusolata a formare un triangolo equilitatero con gli angoli smussati per gli Europei (Burmese tradizionale).

Anche la forma degli occhi presenta delle differenze,è rotondeggiante quella degli americani,(e questo ne modifica l’espressione),ha la palpebra superiore obliqua per gli europei.

Nonostante queste differenze nella morfologia esistono molti punti in comune,(trattandosi ovviamente della medesima razza),in cui i due standards sono perfettamente sovrapponibili.Per quanto riguarda il colore degli occhi,infatti,in ambedue le tendenze è rigorosament bandito il verde o qualsiasi cerchio verde nell’iride.I colori ammessi sono il giallo e tutte le sue sfumature fino

all’ambra anche se nei gatti con il mantello diluito non è sempre facile ottenere un colore degli occhi puro e limpido.

Per quanto riguarda il colore gli standard differiscono soltanto nel numero delle varietà ammesse:zibellino,blu,chocolate e lilac per gli americani,tutte le varietà per gli inglesi.

Per quanto riguarda la tonalità,invece, non esistono differenze circa le sfumature e l’intensità richieste.In riferimento alla tessitura del mantello,sono tutti concordi nell’affermare che il mantello deve essere corto,setoso,brillante e lucido come la seta.

Alcuni allevatori inoltre sostengono che i gatti americani sono leggermente più tranquilli ed affettuosi rispetto al tipo tradizionale,ma questa è solo una sfumatura.

 

L’ALLEVAMENTO IN ITALIA

Purtroppo l’allevamento del Burmese in Italia non è ancora molto diffuso e questo ne limita la presenza in esposizione.

Indubbiamente la scarsa presenza di soggetti negli show è un grosso fattore limitante la sua diffusione e la sua conoscenza presso il grande pubblico.

Le esposizioni hanno,infatti, il grande pregio di mostrare gli animali ,fare in modo che tutti li possano apprezzare da vicino,che il loro mantello possa essere ammirato e la tonicità della loro muscolatura e la solidità del loro corpo possa essere valutata nella giusta misura.E’ necessario ,quindi,che la razza venga aiutata e la sua diffusione promossa,che il pubblico faccia riferimento alle associazioni a al club che raggruppa tutti gli appassionati catofili :più persone si appassionano alla razza selezionandola,più soggetti saranno presenti in esposizione ,più il gatto sarà conosciuto presso il grande pubblico,più sarà favorita la sua popolarità...

 

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