Gatto di Ceylon



Se il gatto di Ceylon non avesse incontrato la ‘fortuna’ sul suo cammino,oggi, probabilmente sarebbe un emerito sconosciuto. Ora,non solo si è guadagnato la popolarità e un ’posto al sole’ ma ha anche conquistato a pieno titolo il primato di primo gatto ‘scoperto’, portato alla ribalta e al riconoscimento da un italiano.
E tutte italiane sono la lunga trafila e le battaglie,come pure l’accanimento,la tenacia e la caparbietà del dottor Paolo Pellegatta, il suo scopritore.
Grazie a lui,il gatto di Ceylon ha ottenuto il riconoscimento ufficiale,può partecipare alle esposizioni,concorrere per il Campionato e soprattutto ha permesso al grande pubblico,di poterlo conoscere ed apprezzare.

RICERCA E PRIMA SELEZIONE DEI SOGGETTI
Quello tra il dottor pellegatta e i suoi gatti è stato un amore aprima vista,mai aveva visto gatti così cordiali e così golosi al punto da non sapere più se la loro gentilezza era del tutto genuina o se era ‘viziata’ dall’igordigia per la polpa del cocco che il dottore era soloto offrirgli.
Di fatto,a fine gennaio ‘84,portò con sè alcuni soggetti con la gentile collaborazione del dottor Mehemaduma,direttore dello zoo di Colombo, e della squisita gentilezza del personale della Swiss Air.
Nonostante la loro esotica provenienza ben si adattarono alla nuova temperatura,anche se,ad onor del vero,per rendere meno traumatico l’impatto con il diverso clima,venne loro approntato,nella nuova casa,un apposito locale che riproduceva condizioni di temperatura ed umidità simili a quelle che avevano appena lasciato.
Dopo la presentazione ufficiale nell’expo di Erba nel maggio ‘84 e dopo la decisione di intraprendere un serio programma di allevamento,cominciò,per così dire,la ‘ricerca’ di nuovi soggetti al fine di allargare il pool genetico,di ‘importare’le caratteristiche desiderate ed eliminare gli eventuali spiacevoli effetti della consanguineità eccessiva.
Ma la ricerca di nuovi soggetti presentava non pochi problemi.
In effetti,racconta il dottor Pellegatta,i gatti vivono in casa o nei cortili delle case,difficilmente girano liberi per le strade.Come si può ben immaginare non è stata impresa da poco entrare nelle case,chiedere se c’era un gatto,pregarli di andarlo a cercare,di fartelo vedere,di fare una foto di gruppo e poi di lasciare un’pensierino’in segno di ringraziamento.
Solo se il gatto rispondeva alle caratteristiche prefissate si poteva pensare al suo acquisto e quindi iniziare le trattative e ‘mercanteggiare’il prezzo.
Si può ben capire quanto l’impresa fosse,a dir poco,estenuante,senza contare che ,poi,appena si diffuse la voce nei villaggi vicini,già al mattino ,di fronte all’hotel,c’erano le persone in fila con il loro gatto in braccio.
Per snellire la ricerca il dottor pellegatta pensò di ‘arrupolare dei veri’cats scouts’,che in cambio di una ricompensa avevano il compito di snellire la ricerca,segnalando la presenza di gatti con le caratteristiche richieste(nonostante questo i viaggi a vuoto,da un villlaggio all’altro,in bicicletta,furono innumerevoli).
a 1° selezione il dottor Pellegatta la opera già sull’isola,ponendo subito in evidenza gli elementi fondamentali che vuole conservare.
Primo fra tutti il carattere,per questo la scelta coinvolge solo soggetti docili e mansueti,disposti a farsi coccolare e vezzeggiare.Di fondamentale importanza è il tipo di mantello che deve presentare il ‘ticking’ di fondo e delle evidenti tigrature sulle zampe,coda,fianchi,muso e collo senza contare gli’spotted’sull’addome e il ‘cobra’ sulla fronte.Non ultimo il colore:solitamente viene preferito il colore naturale,quello che gli indigeni chiamano ‘alu pata’ e che è stato battezzato ‘manilla’.

DATE DA RICORDARE
Gennaio  1984 a fine gennaio ‘84,il dottor Pellegatta,al ritorno da un viaggio in Oriente,porta con sè i primi soggetti.
Maggio  1984 1°apparizione in pubblico all’esposizione di Erba.
Maggio  1988 meeting annuale FIFe tenutasi a villa Olmo(Como).Il dottor Pellegatta ha già ottenuto 5 generazioni e,davanti ai maggiori rappresentanti della felinofilia ufficiale,presenta una bellissima relazione ricca di filmati,diapositive,documenti e soprattutto una sfilata dei migliori soggetti ottenuti. Tra il plauso generale fu invitato a presentare i gatti alla esposizione di Milano dell’ottobre ‘88.
Ottobre  1988 i soggetti più omogenei vengono valutati da una apposita commissione di giudici.Il gatrto di Ceylon viene ritenuto dotato di caratteristiche originali,viene valutata positivamente l’uniformità morfologica e quindi idoneo ad essere considerato una nuova razza. A fine mostra viene stilato il 1° standard.
Gennaio  1993 il gatto di Ceylon entra ufficialmente nel Libro Origini FFI.
Novembre 1993 Durante l’esposizione di Milano del 16-17 ottobre’93,il gatto di Ceylon ottiene il riconoscimento ufficiale Fiaf e WCF,come nuova razza.

CLUB
Fondamentale,di vitale importanza,fonte di idee e di energie è,per una razza nuove o consolidata che sia,la presenza di un club,cioè di un gruppo di persone che lavorano insieme con un unico scopo:quello di incrementare e salvaguardare la razza.
E il gatto di Ceylon ha avuto una fortuna davvero enorme:il suo fan’s club è davvero attivissimo!
E’ composto da una equipe affiatatissima,abilmente diretta dal dottor Pellegatta,suo animatore ed ideatore.
Il club instancabile:incontri regolari,scambi di idee,risultati,emozioni.......mostre internazionali in Italia e all’estero.meeting,convegni ma anche feste e raduni.
Ma quali sono gli scopi del club?
Prima di tutto sia il socio che ogni singolo proprietario,ritengono necessario porre l’accento sulla naturalità della razza ed hanno il preciso desiderio di allevare e selezionare soggetti dalle caratteristiche somatiche e comportamentali del tutto sovrapponibili a quelle della media dei gatti presenti nell’isola di Sri Lanka.
E questo,i membri del club,lo hanno dimostrato anche nella stesura dello standard,infatti,non hanno fatto altro che descrivere un gatto come appare nella media della popolazione e non un ideale modello che si erano prefissati di ottenere.
Per selezionare ed allevare nel massimo rispetto di queste regole,si raccomanda di introdurre,ogni 4-5 generazioni,un soggetto originale,opportunamente fornito di certificato di origine ed autenticità fornito dal club stesso.
Ma il club non si occupa solo di bellezza,carattere o mostre.Uno degli obiettivi è salvaguardare la salute ed allevare soggetti sani,in grado di riprodursi autonomamente ed esenti da tare genetiche ereditarie.Per questo è stata istituita una commissione tecnico scientifica che non solo affianca il lavoro del club ma assiste ed aiuta anche ogni singolo proprietario.
A questo proposito è doverosa un’altra nota di merito.
Quando nel 1991 fu riscontrata in alcuni gatti l’atrofia progressiva della retina,vennero subito esaminati tutti i soggetti e dopo un attento esame venne individuata la linea di sangue che probabilmente era portatrice di questo difetto.
La linea venne,per così dire,congelata,cioè vennnero sterilizzati i gatti coinvolti e,in accordo con il Libro Origini Fiaf,venne apposta,sul pedigree dei gatti che in genealogia presentavano il sospetto portatore,una nota in cui il soggetto veniva definito non adatto alla riproduzione.
Da allora tutti i cuccioli vengono sottoposti all’esame del fondo dell’occhio e non si è mai più verificato nessun caso.Sarà stato forse un allarmismo eccessivo(un gatto era stato trovato affetto da una atrofia della retina di origine carenziale e non ereditaria),di fatto,lavorare seriamente significa anche questo:di fronte ad un prolema che coinvolge la salute i sacrifici,la fatica e gli anni di lavoro e selezione che vengono persi,devono essere posti in secondo piano.
E di lavoro e studio ne è proprio stato fatto molto.Basta pensare a quanto impegno nella scelta dei capostipiti,codificarne il poool genetico e dimostrare con la progenie che i soggetti ottenuti erano non solo omogenei ma con le stesse caratteristiche dei gatti liberi.E non è poco!La difficoltà maggiore nell’allevare una razza naturale è quella di ‘non farsi prendere la mano’,di non cedere alla tentazione di intervenire e di lasciare le cose così come madre natura le ha create.

E’ UNA RAZZA NATURALE
Il Ceylom deve essere annoverato a pieno titolo tra le razze naturali,quelle che hanno conservato la loro originaria identità perchè non hanno subito pressioni da parte dell’uomo.
E che è stato trovato sontaneamente in natura e che non è stato manipolato lo dimostrano anche gli ultimi gatti nati.Paragonando ,infatti,i primi gatti importati e la loro progenie con gli ultimi arrivati non si notano praticamente differenze,tenendo sempre presente che la 1° selezione il dottor Pellegatta la sempre fatta sul posto.

CODICI DI IDENTIFICAZIONE
Il Club Amatori del Gatto di Ceylon suggerisce,alle diverse associazioni feline,di utilizzare il seguente codice di identificazione.
Il codice è stato approvato ed è attualmente in uso in Fiaf.
Il codice consta di tre elementi: razza, colore del mantello e disegno e viene utilizzato su documenti, cataloghi o pedigree per riconoscere ed identificare subito il gatto in esame.
 
RAZZA CEY CEYLON
COLORE DEL
MANTELLO
B
nero (manilla)
Bd blu
O rosso
Od crema
SQ squama rosso-nero
SQd blucrema
DISEGNO BEN bentota (ticked tabby TaT) Con questo termine vengono identificati quei gatti che il dottor Pellegatta ha trovato in SriLanka vicino al villaggio di Bentota.Il ticked è uniforme su tutto il corpo,le tigrature sono evidenti sulle zampe,sul muso,sul collo e sui fianchi.Sono indispensabili gli anelli sulla coda,gli spots sull’addome e il’ cobra ‘sulla fronte.
CHAU chaus (wild ticked TaTa) Questo mantello è molto simile a quello del Felis Chaus,un piccolo felino selvatico.
Il ticked è uniforme e presenta rare righe sulle zampe.
CON continental (tabby TT) E’ il tipico disegnodel mantello dei gatti che vivono in Europa e nel continente Asiatico,il tabby è uniformemete distribuito su tutto il corpo.

Ad esempio un gatto di Ceylon con mantello bentota e color suama di tartaruga verrà così abbreviato:CEY-SQ-BEN e così via.

COLORE
Essendo una razza spontanea vengono allevati e selezionati solo i colori che la natura offre.
Sono quindi banditi i mantelli con macchie bianche o quelli a motivo ‘siamese’,ovviamente il ticking è di rigore ma si può ‘sbizzarire’ in diverse sfumature.
Classico è il mantello a ticking nero meglio conosciuto come ‘manilla’:tenue color albicocca e sfumatura dal riflesso dorato come base,in contrasto con le bande scure del ticking e la punta nera del pelo.
La sua diluizione è il blu,un colore tenue ma decisamente più freddo:beige chiaro la base,blu acciaio la punta.
Magnifico è anche il rosso che a differenza dell’abissino è vero rosso genetico(nell’abissino quello che erroneamente chiamiamo rosso,altro non è che cinnamon).
Delicato è il crema,la sua diluizione:bande chiare e scure si alternano per dare un colore dolce e delicato nell’insieme.
Quando rosso e nero si ‘sposano’ecco le squame di tartaruga.L’effetto è decisamente accattivante,sul ticking nero compaiono macchiette rosse armonicamente disposte che giocano con le righe del muso,del collare delle zampe e della coda.
Più tenue e delicato ma non meno bello è la squama diluita,il nero diventa blu,il rosso crema che si fondono e si mescolano con una meravigliosa armonia.

TICKING
Quando si parla di gatto di Ceylon e delle sue sfumature non si può non parlare del ticking,anzi è questa forse la sua nota distintiva più eclatante.
Il Ceylon condivide questa particolarità del mantello solo con altre due razze di gatti:l’Abissino e il Singapura.Il loro mantello presenta una particolare colorazione di fondo che viene chiamata agouti.Agouti è una parola di origine indiana che sta ad indicare il colore del mantello di alcuni roditori selvatici,della lepre e del coniglio.
In genetica agouti sta ad indicare che ogni singolo pelo non è di un unico colore ma è diviso in bande di colore in cui chiaro e scuro si alternano.La parte più chiara è alla base vicino alla cute,quella più scura sulla punta del pelo e questo conferisce al mantello il tipico aspetto ticchettato.
Più il pelo è attraversato dall’alternanza di bande chiare e scure,più il mantello è bello ed apprezzato.
Gli esperti,quando esaminano un cucciolo,sanno già prevedere come sarà il loro mantello definitivo;per il profano è addirittura impossibile immaginare come il pelo un po’ grigiastro e lanuginoso del cucciolo possa trasformarsi,come nelle favole,in un mantello lucido,setoso,brillante e con il ticking perfetto.
Ecco che nel manilla(mantello geneticamente nero,quello che è chiamato color lepre nell’abissino) avremo bande nere su una base albicocca o nel rosso,ad esempio,le bande arancio ed albicocca si alternano armoniosamente tra di loro creando un gioco di colori molto caldo.
Il Ceylon ‘ad hoc’ (è quello che corrisponde al mantello Bentota) deve presentare delle tigrature sovrapposte a questo colore di base,righe abilmente disegnate sul muso e sul collare,anelli sulle zampe e sulla coda e soprattutto non deve mancare il ‘cobra’sacro sulla fronte.

COBRA
Il gatto di Ceylon presenta sulla fronte e tra le orecchie un disegno caratteristico chiamato dai cingalesi ‘cobra’.
Per gli abitanti dell’isola questo è un segno di buon auspicio per la famiglia che ospita il gatto.
Il cobra è un animale sacro a Budda,è il serpente sacro che si erge sulla sua testa ,gli fa scudo e lo protegge dalla calura del sole.

DREAMY LOOK
E’ facile perdersi quando si contemplano occhi come questi!
Grandi,aperti,vivi,intelligenti ma non solo,questi occhi hanno una marcia in più.
Non è il colore che giallo,verde oppure verdastro è comunque affascinante,non è neppure la forma particolare data dalla palpebra superiore a mandorla e da quella inferiore arrotondata.
Quello che è veramente straordinario è lo sguardo,sognante e un po’ malinconico,come se custodisse chissà quali pensieri o inconfessabili segreti.
Colpisce talmente chi lo osserva che questo suo ‘dreamy look’ è diventato una delle sue note distintive,quel qualcosa di misterioso che,anche solo per un attimo,apre le braccia alla fantasia e al sogno e che ci fa volare con lui,in una ‘isola splendente’,lontano paradiso dove sorrisi,gentilezza e cortesia si mesolano a profumi di spezie ed aromi........

IL CEYLON VISTO DA VICINO
Guardando un gatto di Ceylon da vicino possiamo subito notare che è un gatto di taglia media con il corpo leggermente corto e basso sulle zampe.
E’ un gatto fine ed elegante con ossatura sottile.
La sua estrema agiltà è sostenuta ed assicurata da una buona muscolatura.
La testa è caratteristica e molto particolare grazie alle guance arrotondate e agli zigomi sporgenti.La zona delle vibrisse è evidenziata da una scissura alla base che la rende leggermente sporgente in avanti.
Caratteristico è anche il piccolo naso con una leggera depressione e il tartufo mattone con un ‘orlo’più scuro.
Sulla fronte,leggermente appiattita,si ergono due importanti orecchie:grandi e larghe alla base e soprattutto piazzate alte sul cranio.
Quel che più colpisce nella testa sono gli incredibili occhi ‘sognanti’,persi in mille pensieri e in chissà quali ricordi.Grandi,aperti con il bordo inferiore arrotondato e la palpebra superiore a mandorla,possono avere tonalità che vanno dal giallo al verde,
Le palpebre hanno il bordo nero e il pelo che ne segue il contorno chiaro.Questa particolarità fa in modo che gli occhi sembrino ‘truccati’.
Il collo forte e muscoloso ma non lungo o snello,viene portato un po’ ripiegato in avanti a mo’ di cigno.
I piedi sono piccoli e arrotondato e anche la coda non è troppo lunga.
Come molti gatti orientali il Ceylon non ha o ha poco sottopelo,questo fa in modo che il pelo di protezione e quello intermedio fine e setoso non siano sollevati,anzi siano aderenti al corpo.

ORIGINI
Data la somiglianza si ipotizza che il Felis Chaus,un piccolo felino selvatico molto diffuso nell’area di Kandy,sia il suo probabile antenato.Il Felis Chaus ha un peso medio di 5.7 kg.ed è particolarmente diffuso nell’area del Basso Egitto,nel Medio Oriente fino all’India,Pakistan,Thailandia e Malesia.
In realtà non esistono prove certe che il gatto di Ceylon discenda dal gatto dei Templi(così è chiamato il Felis Chaus in SriLanka) ma la somiglianza è davvero sorprendente:hanno lo stesso agouti uniformemente diffuso su tutto il mantello e rare tigrature sulle zampe
Analizzando il colore del mantello del gatto di Ceylon possiamo notare che la sua uniforme ticchiettatura sabbia-ocra è condivisa da altri due gatti che nascono nel bacino dell’oceano Indiano:l’Abissino e il Singapura.
Il mantello del Ceylon ha però subito delle variazioni rispetto a quello selvatico originario e questo potrebbe essere dovuto agli accoppiamenti con i gatti tigrati che normalmente viaggiavano a bordo delle navi dei commerccianti provenienti dal vecchio continente.
Ovviamente nell’isola,proprio per la spontaneità degli accoppiamenti,sono presenti altri colori come bi e tricolori,bianchi,a pelo semilungo...con una media di distribuzione uniforme nelle varie zone.Questo studio(condotto presso il Primate Research Institute,Kioto University,Inuyama,Faculty of Agriculture Nagoya University,da Ken Nozawa,Takao Nabikawa e Yuji Tsubota)sottolinea,inoltre,l’identità originaria di questo gatto.Nel ‘Coat colour in polymorfism in the Cats of SriLanka’si rileva che,tra il 1980 e il 1984, nei gatti di Sri Lanka il gene più frequente è il gene Ta o gene abissino,e che questo è decisamente più frequente in quest’isola piuttosto che in Indonesia o in Malesia.

CARATTERE
Non si può disgiungere il gatto di Ceylon da Sri Lanka,non si può parlare del carattere di questo gatto senza ritornare con il pensiero al sorriso e alla gentilezza degli abitanti dell’isola spendente,un popolo dolce e cortese,accogliente e sempre ben disposto nei confronti degli estranei.
Forse tanta gentilezza nei gatti,tanta ben‘disposizione’nei confronti dei nuovi venuti è da ricercare lontana nel tempo,nel rispetto che,da sempre,questo popolo(la maggior parte della popolazione crede nella reincarnazione)ha nei confronti degli animali.Non ci sono state nè streghe nè roghi a incutere e a tramandare la paura.
L’uomo è cortese ed amico,il loro gatto è dolce e mansueto,discreta presenza e partecipazione attiva nelle ‘affettuosità’di tutti i giorni,pronto a condividere non solo la loro storia quotidiana ma anche gli amori,gli umori,i pensieri....

A CHI SI ADDICE


ALLEVAMETO E CURE