Siberiano
Non conosciamo la sua vera origine: si pensa che il Siberian Cat sia il risultato di una selezione naturale avvenuta tra il gatto di casa che alcuni coloni russi portarono assieme alle loro masserizie in Siberia, che viveva e vive tuttora una vita libera, dentro e fuori dalle fattorie sempre in lotta con la ricerca dei cibo e con le rigide condizioni climatiche per )a sopravvivenza, e il gatto selvatico che viveva nei boschi di betulla e di pino sui monti Urali e nell'altipiano della Siberia Centrale.
Esiste una prima e unica testimonianza scritta nel 1925 sul "Brehms Tierleben" dove si legge di un gatto rosso proveniente dalla Siberia, di nome ToboIsker, robusto di taglia e dal pelo lungo, citato in un gruppo di gatti di razza a pelo semilungo proveniente dal Caucaso.
Per l'Europa dell'Est, il Siberian Cat è una razza giovanissima: un primo esemplare giunse infatti in Germania nel 1989 grazie all'interessamento di Hans e Betti Schulz, titolari dell' allevamento Newskij's, che si recarono personalmente a Leningrado per reperire i migliori gatti siberiani. Oggi possiedono parecchi esemplari, molti dei quali sono diventati Gran Campioni. La storia di questa razza è perciò breve, così come sono brevi i loro pedigree se li paragoniamo ad altre razze riconosciute da più tempo. Ogni loro certificato d'origine, oltre al nome dei gatto di appartenenza, contiene genitori, nonni e bisnonni e solo alcuni i trisavoli.
Oggi, oltre che dai Club dell'Unione Sovietica, la razza è riconosciuta dal Tica, dal l'Acfa, dal Wcf e da alcune associazioni indipendenti tra cui quella italiana, la Fiaf, che pure rilasciano regolarmente i pedigree e accettano la loro partecipazione alle esposizioni con diritto di campionato. In America, nel 1988, l'allevatrice di colourpoint Elisabeth Terrel, della Louisiana, nell'ambito di un programma di scambi culturali, prese contatti con Nellie Sachuk, membro dei Kotofej Club di Leningrado, riuscendo ad effettuare uno scambio tra i suoi gatti persiani e alcuni esemplari di Siberian Cat. Fu così che importò nove gattini di 15 settimane.
Un altro americano, David Boehm, un po' di tempo prima, era riuscito, con non poche difficoltà tecniche e burocratiche, a importare dalla Russia ben 15 soggetti in una volta sola, ponendo solide basi per un allevamento nella sua casa in Hackensack, New Jersey.

Un gigante contro il freddo
Abbiamo spesso chiamato il gatto di razza Maine Coon il colosso d'America, per sottolineare la sua imponente mole che lo aveva posto nel guinness dei primati. Oggi possiamo chiamare il Siberian Cat il mammut dei gatti di casa, che ha spodestato il Maine Coon con i suoi 12 chili dii peso (addirittura 18 o 20 se castrato) se maschio, mentre le femmine sono un po' più leggerine (sei-otto chili).
Una super taglia che giustifica la sopravvivenza di un gatto in un clima così rigido: gli organi interni di un essere ridotto, cioè piccolo, sono infatti meno riparati. Il siberiano è un felino maestoso e silvestre coperto da un manto dal pelo semilungo e idrorepellente, cioè che respinge l'acqua e l'umidità, niente di meglio per vivere nei territori quasi perennemente innevati. Manca però di sottopeIo, cioè quella lanugine aderente alla pelle che fa da isolante e da protezione e che aumenta il calore corporeo. Tuttavia, ha una termoregolamentazione perfetta anche perché, a differenza degli altri felini domestici, è dotato di una più rapida circolazione sanguigna e di una cute molto più spessa e dura. Ce ne si accorge osservando il colore bluastro della pelle delle orecchie e dei cuscinetti plantari, caldi al tatto, e quando gli si deve fare un'iniezione e l'ago sente una certa resistenza.

Libero e selvaggio
Senza dubbio il Siberian Cat ha preso tutte queste caratteristiche positive dal gatto selvatico puro, che gli ha lasciato anche un po' dei suo carattere inaddomesticabile, addolcito per l'introduzione, negli accoppiamenti, dei gatto di casa. Ancora oggi il siberiano rivela un temperamento molto vìvace, sensibile ai rumori estranei e improvvisi ai quali reagisce soffiando minacciosamente senza però attaccare. Per questo motivo pare che i primi esemplari venissero usati dai coloni in difesa delle loro proprietà come gatti da guardia in sostituzione del cane, a quanto pare con ottimi risuttati.
Non dimentichiamo che il gatto è un animale che vive di notte proprio come i ladri, che vede al buio e capta i minimi rumori con le lunghe vibrisse: con queste doti e una simile taglia doveva senza dubbio incutere timore allorché metteva in evidenza la sua aggressività.
Il siberiano è quindi un gatto forte, ma anche molto agile. Gli allevatori non sono intervenuti per modificare il suo aspetto. Anzi: nel selezionarlo hanno cercato di mantenere il più possibile la sua immagine selvaggia. Hanno dovuto invece lavorare molto sul carattere, che ancora oggi non è del tutto mansueto. Soprattutto nei maschi adulti, a volte si nota una predisposizione al ritorno alla vita silvestre, un desiderio di libertà che si manifesta con il voler uscire di casa a tutti i costi, coll'andare avanti e indietro sulla linea di confine del territorio, sia esso una porta, un balcone o una rete metallica. Se ha la possibilità di uscire, si allontana di molto e a volte per lunghi periodi, correndo facilmente il rischio di non tornare più a casa.
Le femmine sono più casalinghe, ma quando partoriscono cercano un nido in un posto sicuro e nascosto e, se vengono disturbate, trasportano la prole prendendola per la collottola in luoghi ritenuti più sicuri. I gattini, appena escono dal nido, devono essere subito avvicinati all'uomo, che deve far loro capire, con carezze e piccole offerte di cibo, di essere loro amico, e pian piano deve riuscire a fargli credere di essere un micio superiore che li accudisce e li protegge. Solo così i piccoli siberiani faranno un passo avanti in domesticità che, divenuti adulti, trasmetteranno ai propri figli.