Somalo


Negli anni Quaranta, da coppie di abissini regolarmente iscritti a Libro Origini, nascono inspiegabilmente abissini con il pelo lungo: alcuni allevatori preferiscono ignorarli, altri li sterilizzano trovandoli molto piacevoli ma, purtroppo, non meritevoli di pedigree.  Evidentemente, nella genealogia dei riproduttori, molti anni prima, doveva essere avvenuto un accoppiamento, probabilmente indesiderato, con gatti a pelo lungo, e ciò che l'uomo aveva ormai dimenticato, madre natura l'aveva gelosamente conservato per ripresentarlo al momento giusto.
Solo alla fine degni anni Sessanta, però, qualcuno pensa di fissare l'abissino a pelo lungo con il nome di "somalo".  I primi a riconoscere questa nuova razza sono gli Stati Uniti: un esemplare viene presentato a un'esposizione felina nel 1965.
Anche in Europa, in Australia e in particolare in Nuova Zelanda, dove ne erano nati tanti, un buon gruppo di allevatori incomincia ad apprezarlo e valorizzarlo, impegnandosi quindi a predisporre, e  a fissare uno standard definito. Un allevatore tedesco, nel 1977, importa dagli Stati Uniti un somalo con tanto di pedigree e, nell'arco di una decina di anni, la maggior parte delle associazioni feline mondiali lo riconosce inserendolo nel gruppo dei gatti a pelo semilungo.Otto sono i colori riconosciuti; il classico lepre, il blu, il rosso, il crema e il silver nero, blu, rosso e crema.  Caratteristica comune a tutte le varietà e tipica del pelo è il ticking determinato dal fatto che ogni singolo pelo ha una o più bande di colore con l' estremità scura.  Il somalo ha ereditato dall'abissino il gene Ta e il fattore A (agouti), cioè il colore selvatico.

Chi è
Si stenta a credere che faccia parte dei felini domestici: di primo acchito il suo aspetto ricorda l'Africa, ha di selvaggio. E' eccezionalmente bello, di una bellezza vispa, elegante, armoniosa: sembra di vedere una piccola volpe del deserto.  Il suo carattere, invece, è docile e affettuoso, però con una rapidità e una resistenza al movimento eccezionali, con una furbizia altera e provocante e con un istinto di indipendenza esteso al massimo.  La sua intelligenza non si esplica tra lui e l'uomo, bensì tra lui e il territorio.  Dal suo progenitore abissino deve aver ereditato un forte istinto a cacciare: sveglio, attento, furbo, ladro, non ascolta molto i rimproveri o le proibizioni del suo padrone.  Vive sì bene con l'uomo, ma è consapevole di poterne fare anche a meno.  Le sue effusioni sono ricche e imprevedibili: nell'elargire affetto, pur privilegiando un solo componente della famiglia, lo distribuisce a tutti, soprattutto a chi ama giocare con lui. L'educazione alla convivenza con il padrone non si impartisce solo con il cibo, ma anche con il gioco, che fa sempre con grande impegno e che è per lui una componente insostituibile.

I suoi cuccioli
I gattini più piccoli, giocando, mimano attacchi ad altri esemplari della loro specie o agli animali da preda: questo è il fondamento dei loro giochi irruenti, ma divertenti da osservare.  A sole quattro settimane i piccoli somali fanno baruffa con i fratellini: è una lotta corpo a corpo ancora un po' goffa ma già seria, e non si fanno male anche se sferrano potenti calci con le zampe posteriori. Dopo le sei settimane, il gioco diventa più elaborato: si nascondono, si accucciano, strisciano verso un oggetto in movimento, che di solito è la coda di mamma gatta, che li osserva appartata e che accetta di fare da preda solo per poco, perché poi reagisce partecipando alla lotta senza complimenti e con aggressività.  A questo punto, il cucciolo intuisce che "marca male" e abbandona il gioco, ma ha assimilato una tecnica difensiva che gli sarà utilissima da grande con una vera preda, e che userà giocando col padrone.  Nessun gatto, infatti, gioca per scherzo: non usa cioè accorgimenti particolarmente attenuati, e quando è preso dalla foga agisce con convinzione tirando fuori unghie e denti.  Non per cattiveria, ma perché è pur sempre e soltanto un gatto.

Un instancabile birbone
Il somalo è molto generoso quando restituisce le attenzioni e fa le fusa, anzi, bisogna stare attenti a non esagerare con le carezze, soprattutto se è maschio, perché se sono troppo prolungate hanno il potere di eccitarlo oltre i limiti, tanto da fargli perdere il controllo.  In questo caso è indispensabile interrompere immediatamente le espansività, magari anche gridando "basta!".Sin da piccolo la sua maschera facciale rivela quanto sia birbone: gli occhi vivi e penetranti hanno un'espressione di sfida e di sufficienza.  Da giovane, convive anche con gattini di altre razze, ma già evidenze la sua estrema vivacità, la sua insaziabile sete di giochi.Quando gli altri micetti desistono dal  correre perché ormai stanchi, lui continua ancora buttandosi con grinta su tutto ciò che si muove.  Da grande ha una spiccata personalità ne fa un vincente sia con i suoi simili sia con l'uorno.  Alla casa preferisce il giardino, dove può cacciare lucertole e rincorrere farfalle, e non sa resistere alla tentazione di un'improvvisa, velocissima corsa che ha per meta la cima di un albero: quando è lassù, è inutile cercare di farlo scendere, o stare in pensiero per lui, perché sa bene come comportarsi e quando scendere.Se è costretto a vivere in un appartamento, risente della mancanza di spazio pur dimostrando di apprezzare moltissimo la vicinanza del padrone, che deve accettarlo così com'è.  Si dedicherà allora molto spesso alla caccia ritualizzata, facendo restare a bocca aperta chi lo vede in quel momento per l'irruenza e l'impeto dei suoi movimenti e delle sue corse pazze che, almeno per noi, non hanno granché di razionale.

Basta qualche spazzolata
Già da piccoli, i somali dimostrano una forte e sana costituzione: non richiedono molte cure o attenzioni durante la crescita, e tanto meno dopo.  Per quanto riguarda la toelettatura, poiché hanno un pelo un po' irsuto, richiedono una buona spazzolatura due o tre volte la settimana, facendo molta attenzione alla gorgiera e alla coda.  Con un pettine più piccolo, delicatamente, si pettinano quei ciuffetti alle orecchie che gli donano un aspetto ancor più selvaggio e che sono molto apprezzati in caso di giudizio.