THAI

La storia

Accanto ai Signori del Siam

Le prime notizie storiche riguardanti il Thai narrano della raffinata esistenza di questo gatto, dal fascinoso corpo colore avorio ornato da punte scure e dai profondi occhi azzurri, nel suo Paese d’origine, l’antico Regno del Siam, sito nella penisola indocinese.
Qui esso viveva nei sontuosi palazzi della nobiltà, che lo teneva in grande considerazione e gli donava amore, nutrimento e protezione da ogni pericolo.
Era severamente proibito farlo uscire dalla sua patria senza un’apposita autorizzazione del Re.

Le prime Esposizioni in Inghilterra

Nel 1870 Rama quinto, illuminato sovrano del Siam particolarmente attirato dal mondo occidentale, per rinforzare i vincoli internazionali donò una coppia di gatti tipici della sua terra al console inglese a Bangkok.
I due mici furono fatti sfilare nel 1871 all’Esposizione Felina di Londra, al Christal Palace.
Non piacquero al pubblico inglese, abituato a mici dalla più massiccia struttura e dal mantello di colore uniforme.
Pochi anni dopo, però, il console Owen Gould ritentò l’impresa portando da Bangkok una coppia di gatti del Siam alla sorella rimasta a  Londra.
I mici, chiamati Pho e Mia, furono presentati ad una nuova Esposizione Felina nella capitale inglese. A differenza dei loro predecessori, suscitarono interesse tra il pubblico, che espresse un notevole apprezzamento nei loro confronti.

Un amico di razza per europei ed americani

Ottenuto il riconoscimento ufficiale, Pho e Mia diventarono i capostipiti del ramo europeo della razza che, a ricordo della terra di provenienza, venne denominata Siamese.
In Inghilterra fu fondato il Cat Club della razza e dall’Oriente giunsero altri gatti.
La razza andò diffondendosi dapprima negli altri stati europei e poi negli Stati Uniti d’America.
Il Siamese divenne il felino preferito da molti e conobbe momenti di auge soprattutto negli Anni Venti e, dopo il difficile periodo dovuto al Secondo Conflitto Mondiale, negli Anni Cinquanta quando, tra i gatti di razza, fece non poca concorrenza nelle mostre al più tradizionale Persiano.

Un impareggiabile gatto di casa

Per rispondere appunto alle esigenze dei concorsi di bellezza ed anche contagiati dal desiderio di rinnovamento tipico dell’epoca, negli Anni Sessanta gli allevatori iniziarono una selezione tendente ad accentuare alcune caratteristiche del Siamese.
Ottennero così un gatto caratterizzato da una linea slanciatissima, nella quale spiccano il corpo quasi tubolare, le zampe alte e sottili e la piccola testa triangolare.
Il Siamese originario, ossia quello più arrotondato, non fu più annoverato tra i gatti di razza, restò senza pedigree e senza allevatori interessati alla sua selezione. Pur conservando un buon numero di ammiratori, diventò in pratica un gatto di casa.

La nuova razza thai

Proprio un gruppo di suoi ammiratori, Soci del Club Amatori del Gatto di Ceylon, si fece promotore della riscossa di questo splendido gatto.
Con la collaborazione della FIAF organizzò un vasto censimento del Siamese di vecchio stampo, allo scopo di salvaguardarlo.
Sulla scia di importanti Federazioni Feline straniere, nel 1998 in Italia la FIAF lo riconobbe nuovamente come gatto di razza.
Non era, però, più possibile chiamarlo Siamese, nome ormai assegnato ad un micio ben diverso. La scelta  del nuovo appellativo cadde su Thai, sempre in onore della sua patria d’origine, quel Regno del Siam oggi diventato Thailandia.

L’aspetto

Come i rustici mici dei nostri avi il Thai è un gatto di medie proporzioni dal corpo vigoroso, seppure elegante e la sua struttura appare nel complesso arrotondata.
Più in particolare il Thai presenta le seguenti caratteristiche:
 
 
Testa la sua testa ci ricorda la mela, per la forma tendente al rotondo e, vista di profilo, mostra una sottile curva ad arco.
Orecchie poste quasi ai lati della testa e di medie dimensioni, le sue orecchie si presentano abbondanti all’estremità inferiore e graziosamente arrotondate all’estremità superiore.
Occhi i suoi occhi assomigliano nella forma ad un minuscolo limone e guardando il loro colore par di vedere un angolo di cielo luminoso.
Collo di media lunghezza, il suo collo si presenta piacevolmente robusto.
Coda né lunga né corta, la sua appendice caudale, in proporzione col corpo, parte da una base allargata e va riducendosi fino a terminare a punta.
Zampe di media altezza, le sue zampe sono di robusta muscolatura e di solida struttura.
Piedi di forma leggermente arrotondata, i suoi piedi sono di resistente struttura.
Pelo il suo corto mantello vanta una fitta tessitura aderente, leggermente ruvida al tatto.

Ciò che più affascina nel Thai, oltre agli occhi blu, è proprio il mantello dalle colorate punte (per punte si intendono il muso, le orecchie, le zampe e la coda), caratteristiche che derivano entrambe dal gene himalaiano.
La colorazione più conosciuta della razza è quella detta seal, nella quale le punte marrone scuro ornano un mantello crema.
Il Thai tuttavia può essere blu (punte bluastre, mantello crema), chocolate (punte color cioccolato al latte, mantello avorio), lilac (punte grigio/rosate, mantello bianco ghiaccio), red (punte rosse, mantello bianco crema), créme (punte crema, mantello bianco) e tortie (punte a squama di tartaruga, mantello chiaro).
In tutte le varietà, inoltre, le punte possono presentarsi disegnate a righe anziché in tinta unita ed in questo caso il colore è detto tabby point.

Il temperamento

Affettuoso ed amante delle coccole, il Thai è un gatto espansivo che adora partecipare alla vita domestica.
Se il proprietario gironzola per casa, il Thai gli balza volentieri sulle spalle per farsi trasportare, se il proprietario sta comodamente seduto in poltrona, il Thai gli si acciambella in grembo per farsi accarezzare, se il proprietario rientra coi sacchetti della spesa il Thai si precipita a verificarne il contenuto, essendo un gran curioso e se il proprietario si dedica alle pulizie il Thai corre ad afferrare la chioma della scopa, essendo un giocherellone anche in età adulta.
Si diverte in particolare a rincorrere e ad acchiappare palline di gomma e piccoli oggetti, che riporta con abilità.
E’ un gatto chiacchierone, che sa intrattenere gli umani con un’estesa serie di miagolii, di differenti toni e intensità.
Tende a legare in particolare con uno dei componenti della famiglia in cui vive, al quale dona un’assidua devozione, senza trascurare tuttavia l’affetto e le attenzioni degli altri.
Il Thai segue volentieri gli uomini anche fuori casa, affrontando senza problemi lunghi viaggi in automobile e, se abituato fin sa piccolo, non rifiutando il guinzaglio per qualche breve passeggiata in luoghi tranquilli.
Pur non disdegnando la disponibilità di uno spazio esterno, il Thai è comunque un gatto tranquillo, che ben si adatta alla vita d’appartamento.
Gioioso ed estroverso, esso accetta inoltre accanto a sé altri animali, siano essi gatti, coi quali gioca spensieratamente, siano essi conigli, furetti o cani, coi quali ultimi in particolare tende a stringere amicizia.

La cura

Il Thai è un micio longevo, tanto che diversi esemplari della razza arrivano a festeggiare il 18° o addirittura il 20° compleanno e gode in genere di buona salute, che ovviamente va preservata con le opportune vaccinazioni.
Le anomalie ereditarie possibili sono il “nodo” alla coda e lo strabismo che, pur non influendo sulla salute del gatto, annullano la possibilità di partecipare alle esposizioni. Si tratta di anomalie comunque sempre più raramente presenti in quanto si sta cercando di eliminarle tramite un’accurata selezione.
La femmina Thai va in amore abbastanza spesso e, in questa circostanza, tende a miagolare intensamente. Non abbisogna di assistenza particolare al momento della nascita dei cuccioli e si dimostra per natura una brava mamma.
Essendo a pelo corto, il Thai non necessita di una speciale toelettatura.
E’ ad ogni modo consigliabile sia spazzolarlo ogni tanto, sia usare la spazzola con maggior frequenza nei periodi della muta (marzo e settembre).
Il Thai non è un felino goloso, benché sovente dimostri di gradire soprattutto il pesce. E’ possibile scegliere un’alimentazione di tipo misto, ossia a base di cibo fresco e confezionato, oppure un’alimentazione a base di soli cibi umidi confezionati, oppure un’alimentazione a base di soli cibi secchi confezionati oppure un’alimentazione a base di soli cibi casalinghi tenendo presente che in quest’ultima ipotesi, però, diventa più difficile la valutazione dei tipi e delle dosi di cibo necessari a garantire al gatto il giusto fabbisogno energetico.
Occorre naturalmente evitare gli alimenti che potrebbero rivelarsi dannosi, tipo la carne cruda e i dolci e in particolare è preferibile non somministrare al Thai latte vaccino: in genere i gatti di questa razza si dimostrano intolleranti verso tale alimento.
Essendo il Thai particolarmente atletico e curioso appare anche consigliabile, come del resto è consigliabile in ogni caso si conviva con un gatto, prendere tutte le precauzioni possibili per la sua sicurezza, ad esempio sistemando fuori dalla sua portata le piante che potrebbero essergli nocive e posando una rete di protezione al balcone, se il micio può accedervi.

A chi si addice

Il Thai è un gatto capace di adattarsi ad ogni ambiente, dal monolocale alla villa e ad ogni gruppo familiare, dalla persona sola alla coppia con numerosi bambini.
Condividendo con attiva partecipazione la vita degli uomini che gli stanno vicini, esso appare particolarmente adatto ai single ed alle persone non più giovani, delle quali può colmare l’eventuale solitudine.
Il Thai è comunque adatto anche a chi lavora, in quanto non soffre restando solo in casa per qualche ora purché al rientro gli venga dedicato un po’ di tempo.
Il Thai è sicuramente apprezzato, per il suo corto pelo, da chi non ama o non può dedicare lungo tempo alla toelettatura del proprio felino.
Può essere altresì apprezzato, per la sua capacità di convivere con altri animali, da chi desidera accogliere pressò di sé, oltre al gatto, magari un coniglio, un furetto o un cane.
Ed ancora è apprezzato, per la sua adattabilità ai viaggi, da chi usa trascorrere tanti week end fuori casa.
Insomma, il Thai è un gatto un po’ per tutti, sconsigliabile soltanto a chi, pur apprezzandone magari l’elegante bellezza, può innervosirsi per le sue doti di interlocutore e a chi, desiderando accanto a sé un gatto sempre quieto e pacifico, non riesce ad ammirarne l’atletico ed estroverso comportamento.