La "Via Crucis storica"

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LA VIA CRUCIS STORICA VIENE REALIZZATA TUTTI GLI ANNI, NEL GIORNO DEL VENERDI' SANTO, DALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE "SANT'ATANASIO" CHE FA CAPO ALLA OMONIMA PARROCCHIA DEL PAESE. LA MANIFESTAZIONE VIENE REALIZZATA NELLO SPIAZZO ANTISTANTE IL CASTELLO "GIARDINA" CON COSTUMI E SCENOGRAFIE PARTICOLARMENTE CURATE CHE RAPPRESENTANO PERSONAGGI, LUOGHI E COSTUMI DEL PERIODO STORICO IN CUI SI E' CONSUMATA LA PASSIONE E MORTE DI GESU' CRISTO. ALL'APPUNTAMENTO DELLA VIA "CRUCIS STORICA" DI FICARAZZI OGNI ANNO PARTECIPANO MIGLIAIA DI SPETTATORI

PREFAZIONE di Padre Passamonte

L’antichità classica conosce Tre Grandi Famose Vie che sono passate alla storia e sono diventate emblema di grandi valori.
La prima di queste Tre Vie è la Via Aurea che da Atene portava all’Acropoli ed era la via battuta dai filosofi e dagli artisti;
la seconda era la Via Sacra che dal Foro Romano portava al Campidoglio ed era la via battuta dagli imperatori reduci vittoriosi dalle conquiste.
La terza di queste Tre Vie è la Via Crucis battuta da Cristo carico del pesante legno della Croce e che dal pretorio di Pilato conduceva al Calvario.
Mentre le prime due vie sono ormai cimeli storici, la Via Crucis è quella che è sempre attuale ed è sempre battuta dai nuovi crocefissi, cioè da tutti quegli uomini e donne che come Cristo soffrono e accettano con amore tutti i sacrifici che la vita porge loro.
E’ dunque con gioia che presento questa nuova edizione della Via Crucis con i Personaggi: una gigantesca opera teatrale che ripercorre gli episodi più salienti del mistero pasquale di Cristo: dall’ultima cena fino alla gloria della Resurrezione.
Attorno a questo dramma sacro popolare che coinvolge in vario modo un centinaio di persone tra attori, tecnici ed operai, tutta Ficarazzi si mobilita quasi come una kermesse in cui si rivive l’anima profondamente religiosa e artistica dei ficarazzesi che da oltre centocinquanta tengono a questo evento che attrae l’in-teresse di tutti i residenti e dei turisti.
Un augurio formulo a tutti: cerchiamo di essere come il Cireneo, aiutiamo e consoliamo, in questo anno santo giubilare, tutti coloro che soffrono.

Sac. Giuseppe Passamonte

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Via Crucis 2000
Una recita, una preghiera…

di Gino Macchiarella

La Rappresentazione Sacra della Passione e della Morte di nostro Signore Gesù Cristo ritorna anche quest’anno per le vie del nostro paese.
Si tratta di un evento che ormai è entrato nella piccola storia di questo piccolo paese.
Quanti attori si sono succeduti in questi cento anni, quante fatiche, momenti di sconforto e di entusiasmo, ma alla fine, anche nel 2000, anche alle soglie del terzo millennio, siamo qui a rappresentare quella storia che da 2000 anni ci commuove e ci prende, quella storia che è allo stesso tempo dramma e preghiera, vicenda storica e evento Divino, affermazione della morte e trionfo della Resurrezione.
E’ la passione, la morte e la resurrezione di nostro Signore.
Si tratta di eventi che nella realtà, a partire dal tradimento di Giuda sino alla Resurrezione, accaddero in quattro giorni e che sono stati riassunti in poche ore.
Ma il senso non cambia. E’ la storia di un evento che ha cambiato radicalmente il mondo, è la storia di Dio che si rivela all’uomo facendosi egli stesso uomo, è la storia di Dio che facendosi uomo si è anche fatto carico dei suoi peccati.

 

Un secolo di tradizione.

Nei primi anni del 1900 la piccola comunità di Ficarazzi cominciò a rappresentare la morte e passione di Gesù Cristo. Era la volontà di testimoniare la propria fede che spingeva i nostri antenati, ma anche di parteciapare ad un evento emozionante.
L’opera era “ Il riscatto di Adamo” di Filippo Orioles, autore della fine del settecento. Si tratta di un opera in versi, bella e suggestiva con tratti di vera poesia, che aveva un intento teologico molto preciso : Cristo con la sua morte ha riaperto la via che conduce al Paradiso riscattando l’umanità dal peccato che Adamo commise e che Dio punì con la cacciata dal Paradiso Terrestre.
Quest’opera fu rappresentata per l’ultima volta negli anni sessanta in Via Roma ed anch’io, in quell’occasione, recitai la parte dell’angelo che offrì il calice amaro a Gesù nell’orto degli ulivi.
Era un evento per tutti, attori e spettatori, e ricordo mesi di prove e di sacrifici, ma poi, che emozione recitare davanti a tutta quella gente…, roba da fare tremare le gambe… anche al ragazzino più incosciente.

 

Una tradizione
che si rinnova, anzi  che si fa nuova.

A partire da 1978, dopo oltre dieci anni di pausa, l’abbiamo fatta grossa. Abbiamo preso un opera di Maria Valtorta, autrice contemporanea, dal titolo “Il poema dell’uomo-Dio” e l’abbiamo messa in scena.
Naturalmente addio ai versi ed alle rime, alle poesie ed alle cantilene, ma una prosa più viva e attuale. E’ stato messo l'accento su una più realistica riproduzione storica degli eventi, è stata data maggiore attenzione alle scenografie ed ai costumi, è stata inserita una colonna sonora (scomodando Mozart ed i Pink Floyd, Il Gen Rosso e Gounoud), e qualche effetto speciale.
Inoltre quest'anno vengono inserite la scena della deposizione nel Santo Sepolcro e la scena della Resurrezione, una scena tanto spettacolare quanto suggestiva.
Ma è meglio non anticipare altro per non togliere la sorpresa.
Inoltre si è voluto sottolineare che Cristo, con la sua vicenda umana, si è fatto simile all'uomo in tutto compresa la morte, ma che con la resurezione ci ha rivelato il vero volto di Dio, fatto di Amore e di Gloria.

Un sacco di gente....
Ma quanti attori partecipano, quanti tecnici, quanti collaboratori ?
Ebbene sono quarantanove attori e quindici, tra tecnici e collaboratori, che partecipano alla Via Crucis.
In tutto sessantaquattro persone che, terminate le feste natalizie, si sono date appuntamento al salone della Parrocchia S. Atanasio ed hanno cominciato ad organizzarsi e a provare.
E, per un paese che non offre quasi nulla ai nostri giovani, scusate se è poco.
Dopo ventidue anni di "fedele servizio" Modesto Lo Cascio ha passato il testimone a Luca Aurilio.
Infatti Gesù, a partire da quest'anno, non sarà interpretato da Modesto, a cui va tutto il nostro affetto e di quelli che amano la Via Crucis, ma dal giovane Luca che, pieno di buona volontà e con una buona dose di incoscenza, si è buttato a capofitto nella parte.
In bocca al lupo...!
Ma quest'anno molte altre parti importanti cambiano attori : Maria, Giovanni, Pietro, Alcuni capi del Sinedrio e tanti altri.
E' un vero e propio ricambio generazionale.
Ma è con un pizzico di orgoglio che consegnamo a loro la "nostra" Via Crucis.

Avv.Gino Macchiarella

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TUTTI GLI ATTORI DELL'ANNO 2000

Gesù Luca Aurilio - Maria Monica Martorana - Veronica Loredana Clemente - Maddalena Giusy Clemente - Pie Donne Rosalba Gueci - Francesca Rocco - M. Laura Rocco - Apostoli Giacomo Salvatore Samburgo - Bartolomeo Placido Misia - Pietro Matteo Aurilio - Giacomo Mag. Giovanni Martorana - Giovanni Giovanni Ribaudo - Giuda Taddeo Francesco La Targia - Giuda Iscariota Giuseppe Saverino - Simone Benedetto Macaluso - Tommaso Giovanni Macaluso - Filippo Giuseppe Damiano - Matteo Aldo Di Maria - Andrea Roberto Pantano - Pilato Emanuele Pileri - Barabba Salvatore Di Prato - Soldati romani Stefano Militello - Gioacchino Tralongo - Salvatore Lanno - Salvatore Martorana - Centurione Emanuele Tribuna - Flagellatori Atanasio Giallombardo - Stefano Romano - Paggi Giovanni Giallombardo - Gabriele Pileri - Manuele Licciardi - Alfieri e Porta Stendanrdi Gioacchino Megna - Francesco Carlino - Sacerdoti Kaifas Emanuele Martorana - Anna Andrea Pensante - Sadoc Giovanni Verduzzi - Ismael Luigi Bellanca - Gamaliele Pasquale Ciminiello - Nicodemo Rosario Di Bartolo - Capo Guardie Vincenzo Ferrara - Guardie del Tempio Michele Buondì - Giuseppe Marchetti - Salvatore Inzerillo - Francesco Bottalico- Salvatore D’Alba - Ladrone Buono Biagio Saverino - Ladrone Cattivo Stefano Licciardi - Popolani Giusto Carlino - Rosario Cacciatore - Domenico Bondì - Atanasio Alcamo - Elisa Bellanca - Cireneo Giovanni Cacciatore - Truccatrice Maria Teresa Licciardi - Rosalba Marsala - Loredana Marsala - Costumista Angela Martorana - Scenografie Natale Marinaro - Tecnico delle luci Mario Marchetti - Regia musicale Franco Bellanca - Aiuto regia Michele La Bianca - Regia Gino Macchiarella.
Venerdì 21 Aprile 2000 ore 20,00 Largo Castello - Ficarazzi (Pa)

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UN TOCCO DI NOSTALGIA di Giuseppe Morreale

I panni erano stesi davanti la porta.
La mamma badava alla piccola a letto con la "Russania"; papà ci aveva portato in via Roma a vedere i Personaggi, fatto strano per lui che non perdeva una giornata di lavoro. Mastro Nenè piallava tavole per le scasce da morto e piantava chiodi, i suoi occhiali erano bianchi di segatura.
U zu Cola aveva chiuso il Salone e le sue sorelle lo cercavano a punta della Cantoniera di via S. Martino.
Al Municipio, Don Atanasio, il sindaco si toccava l'orecchio mangiato e batteva il pugno sul tavolo, stava perdendo i Personaggi; alle sue spalle lo guardava con aria dubbiosa il Presidente Gronchi appeso alla parete; a Lillo caddero dei certificati e gli tremarono le gambe, anche lui, con il pensiero volò in via Roma.
La giornata era strana, una sciroccata quarusa scendeva dalla Canneta, sfondo naturale del palco conzato da qualche giorno davanti il cinema Odeon.
Si passava solo a piedi, canto canto il cunnuttu dell'Acqua da Chiana.
Un aprile dolcissimo, le campagne cacavano limoni, si zappava, i magazzini erano pieni, i vagoni partivano carichi, ma quel giorno era tutto fermo, Ficarazzi si era bloccata, solo don Pietro davanti alla privativa si passava la scimmia.
Pure don Ciro aveva fermato i bigliardi e Turiddu non tagliava capelli e non faceva lavaggi.
Padre Vitellaro aveva lavato i piedi ai fedeli, le porte della chiesa erano aperte e invitavano ad entrare, come i cherichetti che andavano per le vanelle con i scrusci-scrusci e intonavano: - "Veni veni piccaturi, ca u Signuri ti voli pirdunari!" - Mamma tv non aveva ancora fatto il pieno, Palermo sembrava lontana, tanti valori erano ancora intatti: il lavoro, la campagna, la famiglia, la fedeltà, l'amicizia e la fede per la chiesa era di granito.
Le prime rappresentazioni del "Il riscatto di Adamo" a Ficarazzi ebbero vita ai primi del 900 e teatri naturali furono il Chiano dell'Aia, lo stradone di Merlo, ma quello che colpì il popolo di Ficarazzi fu la recita attorno agli anni 60, in via Roma.
Quel giorno iniziò tutto, con un mattino caldo, le sedie erano tutte piazzate dal giorno prima, una marea di sedie, tutte le sedie di Ficarazzi, di paglia, di legno, quelle che don Agostino Falcone usava nei matrimoni; la gente arrivava a famiglie intere; si portavano da mangiare con la truscia, mappine biancorosse a quadratini, con i tiani, pistuluna, vastellona, bottiglie di vino, acqua per i picciriddi; frittate d'uova o carciofi, odore di aglio e petrosino, melenzane, pane e panelle, tra un atto e l'altro si mangiava e dietro le quinte i personaggi davano l'anima a Dio mangiando lattughe; alla fine per l'ultima cena mancavano perché se l'erano mangiate tutte.
I personaggi scivolavano sotto un magro sole, fra due ali di folla sudata, rossa in viso, una carica di passione battente; davanti stavano i diavoli, tinti con colori rosso violento, saltavano e ballavano, mettevano paura ai bambini, tra loro riconobbi mio zio Franco, era brutto!
Gesù portava la croce ed era seguito dal corteo con tutti i Personaggi del dramma; dietro, in coda, la banda, una musica triste, profonda, ritmata, l'accompagnava, annacandosi e barcollando come barcol-lava Gesù sotto il peso della croce.
La discesa del Castello assumeva toni molto drammatici; la sfilata iniziava tra i gradoni di tufo della pietra d'Aspra, letteralmente muta la gente, il silenzio era rotto dallo scalpiccio dei sandali dei soldati romani dalle gambe nude.
Arrivato sul palco iniziava il dramma il processo, la sentenza che è la nostra storia, la nostra vita, il nostro essere.
Gesù era il Professore Giallombardo che si calava nel personaggio fino a soffrirne realmente, col viso stravolto, tirato, dal pallore bianco abbracciato alla Madonna, una gentile sconosciuta, Mirella Podiani, figlia della levatrice romana che operò nel nostro paese.
Il regista Lillo Domino non si risparmiava, si sbracciava e dall'alto della sua personalità, uomo di cultura e gentiluomo di stampo antico contribuiva alla riuscita dell'impegnosa recita.
Memorabili furono e rimasero indelebili per anni nella mente di tutti le recite di Giuda, impersonato da Pietro Santospirito, il caro zù Pè, che carezzò l'onda della notorietà nella parte del Maresciallo dei Carabinieri nel famoso film di Rosi "Salvatore Giuliano". Un altro Giuda che voglio ricordare è quello dell'indimenticabile Giovanni Sirchia, in una delle ultime recite a Ficarazzi del dramma di Filippo Orioles nel 1984.
Recentemente anche Pino Aurilio ha colpito in questo ruolo la fantasia del popolo ficarazzese.
Lasciò una traccia nel tempo anche Matteo Aurilio, con un Pietro che faceva tremare l'aria ferma di via Roma.
Anche lui oggi ancora sulla breccia recitando con tanti giovani al Largo Castello le ultime via Crucis con Gesù impersonato dal bravo Modesto Lo Cascio e quest'anno vedrà il piccolo Luca Aurilio rinverdire il ruolo di suo nonno Salvatore. Una menzione anche per il caro Ciccio Cuccio, fu Anna, un sacerdote ebreo che anch'io timidamente interpretai anni fa in una recita con la regia del mitico Nino Reina; e infine anche per Nino Bellone indimenticabile Misandro.
Ritorno in via Roma, anni 60 il sole andava e veniva, coppole al vento africano, foulard colorati, veli neri a proteggere chiome mediterranee, bambini che dormono tra braccia stanche e abbronzate di mamme vestite di nero, di mamme che venivano dal dopoguerra, tempi duri che ricordiamo con rimpianto e nostalgia, quando vediamo come va il mondo oggi. Io sono costretto a chiudere, mi scuso per gli altri che non ho citato, ma ci vorrebbe un libro per descrivere i personaggi di Ficarazzi che io ricordo tra un fischio del treno che passava dietro il palco, un soldato romano che mangiava una lattuga, viso rosso rosso, un signore grosso grosso che prendeva due sedie, un lampo e un tuono e il cielo che si oscurava effetti scenici o naturali, e una grande voglia di fare pipì che mi accompagnò per tutto il pomeriggio fino alla fine, quando tutti i personaggi salirono sul palco a ringraziare quel mare di gente che per un giorno era rimasta ferma in un metro quadrato, a piangere per Gesù che andava in croce per riscattare i nostri peccati……e il mondo continua a…….
                                                                                                          Giuseppe Morreale