RIDATECI I NOSTRI SOGNI

(dal numero 46 –3 marzo 2002 – del settimanale Ficarazzi Controcorrente)

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Scrivo su Ficarazzi, continuo a scrivere su Ficarazzi, una Ficarazzi che muore, che è morta, la Ficarazzi antica,  del passato, un passato prossimo, con i suoi personaggi che svaniscono ad un ad uno, senza che nessuno li rimpiazzi. Ficarazzi con i suoi quartieri antichi: Via Mare, sopra a Funtana, Chiano dell’Aia, ormai abitati da anziani indifferenti, vedove in nero, bambini e tanta gente nuova, la nuova Ficarazzi. Una nuova Ficarazzi che tarda ad integrarsi con la vecchia, che ancora tutti stentiamo ad indossare, una nuova Ficarazzi che ci fa dimenticare un passato fatto di tranquillità, di porte aperte, di campagne senza filo spinato, di passeggiate serene, al fresco, un gelato e via, un passato fatto di domeniche allegre, di chiacchiere davanti ai bar, tra una grande inter rimpianta e un Palermo che non “pacchiana” mai. Un passato fatto di risate nei barbieri tra battute e sfottò, puliti senza offendere, tra un cicciuzzu mai dimenticato ed un Andrea vero palermitano\ficarazzoto! Ficarazzi dal cielo blu, dalle spiagge con le pietre che rotolavano tra la schiuma bianca delle onde (non dei detersivi), Ficarazzi dai mulina rossi stesi sul marciapiedi, dalle madide con l’astratto di pomodoro che riempivano le vanelle tra colori ed odori. Ficarazzi dall’odore inebriante delle nespole e delle pesche che scendeva dalla cannita al piano del mare, dall’odore frizzante dei sempreterni limoni e mandarini. Ficarazzi dei carretti dei “scecchi” e dei vaccai.Ficarazzi delle biciclette del Sig. Martorana, delle albe velate, fredde, nello stradone bagnato pieno di lavoratori che “aggrizzavano” per i ciaculli o per la montagna di Villabate, per la palma o a “vuorica”. Ficarazzi del polpo di Gino, delle panelle du zu pippino, i fichidindia di Carru, i biliardi di Don Ciro, l’ora di ossi ossi, il triciclo del gelato di Caisella. Ridateci di nostri ricordi! Ficarazzi mangiata da Palermo, incorpata a Palermo, usata da Palermo!Valloneria e Corsari un tempo lontane ora sono attaccate alla catena. Ridateci i sogni perduti, riprendetevi il vostro caos, riprendetevi i vostri urani impoveriti, le vostre mucche pazze, noi ci teniamo quelle di Mimì! Ridateci la mucca carolina, ridateci le albe silenziose, poche sirene, niente elicotteri ! Ridateci Totò e Pappatone, carosello e la brillantina dei nostri padri. Ridateci i sogni ed il blu dipinto di rosso, le nostre campagne senza “malisiccu”, formicola argentina, non abbandoniamole, amore caro amore bello, Battisti e Celentano. Ridateci le risate di Andrea, lo sguardo innocente di Cicciuzzu, la voce di Turiddu, la confusione del “trema trema”, gli occhi di Franco, il cuore di Josè, la voglia di vivere di Enzo e Giuseppe, riprendetevi le angosce e le vostre carte di credito, noi ci riprendiamo la putia della Signora Rosa, l’allegria di Totuccio, l’astuzia di Carruzzu. Voi tenetevi i vostri campi di papaveri, le vostre Chernobyl e le leucemie che ci avete regalato, noi ci teniamo i nostri campi di Pesche, il nostro viso cotto dal sole. Riprendetevi i padri che ammazzano i figli e viceversa e i figli che non diventeranno mai padri. Noi ci teniamo i nostri padri pieni di rispetto a cui davamo del lei e che con una “taliata” ci dicevano tutto. Ridateci i sogni, continuate a darci il sorriso dei ragazzi sulla spiaggia della “crocicchia”, i falò che non siano ultimi fuochi, ma fuochi per bruciare tutte le brutture che per noi avete creato in questi ultimi 30 anni. Ridateci i sogni di Marcello Mastroianni, Bogart e Casablanca, il Papa e Piazza Polite-ama, Sciascia e Pirandello, Falcone e Borsellino, riprendetevi le vostre (tante) liste elettorali, le vostre falci ed i vostri scudi, le promesse che puntualmente non manterrete, riprendetevi le vostre antenne paraboliche (radioactive) e le vostre televisioni piene di pubblicità e di minchiate, riprendetevi i vostri Del Piero, Totti e Vieri che non sanno nemmeno cantare “fratelli d’Italia” e vogliono solo piccioli, piccioli, piccioli. Noi ci teniamo Rivera e Mazzola, Facchetti e Scirea, Si-vori e Pelè. Rprendetevi il “Prozam” ed i vostri antidepressivi, noi ci prendiamo la malva ed il “ciuri” di ficodindia. Ridateci i sogni, Nicola Sardina e the group per le vie di Ficarazzi d’inverno, come tanti Alain Delon per le vie di Rimini d’inverno. Ridateci la “passione di Cristo”, i personaggi in sfilata, in silenzio senza traffico e senza jmmy hendrix!. Ridateci il nostro calcio, il nostro vecchio Ficarazzi, a Pietro Celicola e Ino Clemente, a Enzo Pedone e Michele Morsicato. Dateci un campo, solo un campo, le nostre trasferte a Travia, San Giu-seppe, Vergine Maria e Papireto, Cas-telbuono e Gangi. Ridateci i nuovi Marsala, Rammacca, Cannizzaro, Angileri, ridateci un sogno, una speranza per i giovani che crescono ! Riprendetevi lo scudo spaziale, qui manco cadono le stelle la notte di San Lorenzo. Ridateci la nostra scuola, i nostri grembiuli, le bacchette, le cartelle, il Professore Pu-taggio ed il Professore Priola. Riprendetevi la corsa agli armamenti ed i buco dell’ozono, tutto il marcio e la melma  nella quale ci vorreste far nuotare. Nel vostro mare non ci tuffiamo, piuttosto affoghiamo nel nostro se permettete. Ridateci i sogni, Tex Miller e Giuliano Gemma, Capitan Miki e Pecos Bill, Al Pacino e Black Macigno, per favore!!Perché se non ce li darete, ce li riprenderemo per Dio, che ci crediate o meno sarà così e amen.

 

Ps Dedicato a Padre Salvatore Napoleone