Uno stralcio da:  il TIRRENO del 25 aprile 2004

Suonare nella filarmonica?
A Buti è un gioco da ragazzi

L'età. Il più piccolo, Daniele, ha otto anni e suona il tamburo
Le vittorie. Nella gara di San Miniato un trionfo contro i veterani
Le divise. Sono costate 12 mila euro e le ha pagate la  gente del paese

Greta, sax soprano, 11 anni. Federico, tromba, 11 anni. Silvia, flauto, 13 anni. Daniele, tamburo, 8 anni. La banda di Buti sono loro, e tanti altri bambini. Il bello della filarmonica "Andrea Bernardini" si riassume in un numero. Dodici, come l'età media dei musicisti. Straordinario. Una banda junior, con l'argento vivo addosso, orgoglio dì un intero paese. Sì, perché i ragazzi della filarmonica non sono solo giovani, ma anche bravi. Sette giorni fa hanno spopolato, al raduno di San Miniato: fra tante filarmoniche di tre province, la giuria ha scelto loro per il premio speciale, l'ambitissima grancassa.
Fa impressione vedere questa banda schierata sulla piazza di Buti: con la divisa ufficiale, con gli strumenti sottobraccio. Fa impressione perché manda in frantumi gli stereotipi. I soliti luoghi comuni che vogliono la banda del paese appannaggio dei veterani, dei suonatori anziani, gli unici che sanno ancora appassionarsi a quelle musiche antiche; magari affiancati da qualcuno di mezza età, ma pochissimi ragazzi, meno che mai bambini. Ebbene, la filarmonica Bernardini è l'esatto contrario: su 40 elementi, di anziani ne sono rimasti una manciata. Gli adulti si contano sulle dita di una mano. Quasi stonano, sopraffatti da tanta gioventù.
E pensare che la banda di Buti non è affatto l'ultima arrivata. Nacque nel lontano 1842: per tradizione è seconda a poche filarmoniche a livello regionale. Questi bambini sono gli eredi di generazioni e generazioni di musicisti. «A Buti la banda è sempre stata un'istituzione - tiene a sottolineare l'attuale presidente, Anna Baroni - ha più anni la filarmonica del comune». Sei anni fa però la gloriosa banda stava per morire. I vecchi musicisti abbandonavano uno dopo l'altro, e non c'era nessuno che andasse a rimpiazzarli. Alla fine degli anni 90 erano rimasti in pochissimi, la banda non aveva più le risorse (e la dignità) per uscire a esibirsi. Per salvarla ci voleva una svolta, una scommessa. Determinante fu l'intraprendenza di due donne: la presidente Anna Baroni, e una giovane insegnante di musica, Katia Barneschi

         di Tommaso Giani

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