La nostra presa di posizione a
favore della libertà di espressione in rete, prendeva spunto
dalla prima delle tante notizie di cronaca che, da oltre un anno,
stanno accomunando, nell'immaginario collettivo, pedofilia più o
meno organizzata ed INTERNET. Lo scopo, nemmeno tanto velato, di
questa campagna, è introdurre forme di censura su questo nuovo e
"anarchico" mezzo di comunicaziione sociale.
D'altronde, cosa di meglio di personaggi odiosi come i pedofili
per convincere la gente a istituire una sana commissione centrale
di censura sui contenuti che girano in rete? Ah, questi pedofili,
se non esistessero, bisognerebbe inventarli... o qualcuno l'ha
già fatto? Gustatevi un po' la polemica intercorsa tra Lucio
Bragagnolo di Internet Magazine (rivista peraltro non
particolarmente impegnata a favore del free speech on line)
e Claudio Gerino e Maurizio Marrazzi di Repubblica,
coautori, sul numero del 23 ottobre 1996 del loro giornale,
dell'ennesima inchiesta sui rapporti tra pedofilia ed INTERNET.
Indignato, con buone ragioni, delle bufale scritte nell'articolo
di Repubblica, Lucio Bragagnolo replica a Gerino e
Marrazzi con un articolo dal titolo "Il supermercato dei
gonzi" (Internet Magazine dicembre 1996).
Nuovi eroi. Claudio Gerino
e Maurizio Marrazzi, su Repubblica del 23 ottobre. Una pagina
intera: "Su Internet supermercato dei pedofili - Proposta on
line di vendita per corrispondenza di materiali a luci rosse con
protagonisti minorenni - 'comprate la mia collezione' dice il
messaggio arrivato in Italia". Finalmente una denuncia
coraggiosa ed articolata. "Immagini e prezzi: ecco tutte le
offerte via computer - bambini seviziati anche con lo
sconto". Disumano. Grazie al cielo c'è chi porta alla luce
il turpe traffico. (...) Peccato che sia aria fritta. Il
"messaggio arrivato in Italia" dagli Usa (...) [è
solo] uno scherzo disgustoso e atroce oppure un'esca per attirare
i pedofili (i più scemi) nelle braccia della polizia. Come ho
fatto a scoprirlo? Sono un sempliciotto. L'ho letto. Prezzi
stracciati (la pornografia costa). Riferimento a Michael Jackson.
Indirizzo fisico e nome in chiaro, cioé FBI alle calcagna nel
giro di mezz'ora. Alla richiesta di numeri di carte di credito
non abboccherebbe neanche un bambino (appunto). (...) Si risponde
per posta ordinaria. Il supermercato pedofilo "su
Internet" funziona a suon di carta, busta e francobollo. Il
vero mostro è il postino. Troisi? Mostri di bravura sono invece
Gerino e Guarrazzi. Approfondimento zero. Verifica delle fonti
zero. Faciloneria dieci e lode. Sì, perché inventano pure. La
polizia americana avrebbe aperto un'inchiesta perché
"avvertita da quella italiana". Ma ripigliatevi. Il
presunto criminale, Steve Barnard, sarebbe un "nome noto
alla polizia Usa" già indagato per pedofilia. Più che
altro è un nome finto. (...) mi da fastidio chi specula sullo
scandalo della pedofilia. Gente impreparata e incompetente. O
forse semplicemente falsa e cinica. Scommetto che i quotidiani
pagano molto bene una pagina piena di rivelazioni su un argomento
alla moda. (...)
Marrazzi e Gerino replicano in
questi termini (Internet Magazine, febbraio 1997)...
(...) Approfondimento:
alcuni giorni di ricerche e verifiche fatte qui e negli Usa prima
di pubblicare la notizia sono per il collega Bragagnolo
"zero". Fonti dirette degli investigatori italiani,
olandesi e americani (ricordiamo che la prima segnalazione su
quel messaggio venuto da Oltreoceano è stata fatta dalla polizia
olandese) che confermavano l'attendibilità del documento e la
conseguente apertura di indagini sono lo stesso "zero".
Invenzioni, per Bragagnolo, le segnalazioni della polizia
italiana al "Custom Service" statunitense. Peccato che
esistano documenti ufficiali (riportati, tra l'altro, dalla
stampa americana) che confermano la dinamica dei fatti. E
peccato, per Bragagnolo, che l'FBI abbia aperto una sua inchiesta
sul caso. (...)
... esponendosi, sempre nello
stesso numero di Internet Magazine, alla facile ironia
di Bragagnolo:
(...) Capita anche a me
di sbagliare, o di essere criticabile (...) Comunque non
qualificherei mai gli olandesi come popolo d'Oltreoceano, (...)
Speravo, per la voglia insopprimibile che ho di imparare, di
essere sputtanato. (...) [invece] niente. Niente fatti, niente
indirizzi, niente notizie, niente date, niente aggiornamenti.
Sono passate sei settimane. E l'FBI? E La PolTel? Se domani
scrivo che spaccio origano tagliato con chiodi di garofano e
spedisco il tutto a cinquantamila caselle postali elettroniche
(qualsiasi deficiente può farlo), aprono un'inchiesta anche se
il mio è solo uno scherzo cretino. Come il supermercato
pedofilo. Riassumo il messaggio: salve, sono un pedofilo. Se vuoi
ti vendo materiale pornografico perdendoci, basta che tu scrivi
una lettera di carta a un fermoposta e soprattutto che mi mandi
sulla fiducia i dati della tua carta di credito. La città è
Jackson Heights. Jackson, come Michael Jackson. Si parla di
pedofili. Gente, se io vendessi una crema per la virilità
esortando ad inviare numeri di carte di credito ad un fermoposta
di Trepalle (bellissima frazione di Livigno, SO), il paese si
fermerebbe. Dal ridere. Intanto a Trepalle mi aspetterebbe un
battaglione di finanzieri. É questo che mi dà fastidio. Io ho
letto il messaggio ed ho passato una notte per verificare che
fosse la stupidaggine che sospettavo. Lo era. Marazzi e Gerino ci
hanno confezionato sopra una pagina-scandalo per un milione di
lettori. (...) Gerino e Marazzi hanno inviato un fax. Neanche uno
straccio di taglia e incolla in posta elettronica. Mi sono dovuto
ribattere l'intero messaggio. (...) Forse non volevano sporcarsi
le mani con Internet, piena com'è di pedofili.
Non c'è molto da aggiungere, in verità, ad una vicenda che si commenta da sola, se non la memoria di quei due giornalisti inglesi della BBC che, dovendo fare la classica inchiesta sulla sporca e lurida città del Sud Italia, e trovandola sostanzialmente pulita, pagarono alcuni ragazzi del luogo per sporcarne un piccolo angolo ad uso e consumo delle loro telecamere e delle aspettative del pubblico televisivo. Vennero scoperti e la cosa suscitò un mezzo incidente diplomatico. In effetti, gestire un sito WEB di marketing della pedofilia o dei trapianti d'organo non è proprio la cosa più igienica del mondo, visto che, per quante attenzioni ci si possa mettere nel confondere le acque, un'indagine poliziesca svolta con un minimo, ma davvero un minimo, di mezzi e di competenze può giungere, alla lunga, a tracciare l'identità del suo curatore. Ci viene quasi il dubbio che tali siti, come la sporcizia mancante nelle strade della cittadina pugliese, vengano fatti ad uso e consumo non dei pedofili o dei malati con pochi scrupoli, ma delle telecamere dei giornalisti...
Post scriptum (novembre 1999). D'altronde, non ci risulta che ci siano in giro per la rete siti dove si vende eroina, o dove un killer professionista offre i suoi servizi (magari con tanto di curriculum professionale)! E perchè mai dovrebbero esistere siti di pedofili o di venditori d'organi? Sono forse più cretini o incredibilmente più furbi degli spacciatori o dei killer? O forse quelli che vediamo in televisione non sono altro che i siti delle polizie internazionali per far abboccare i gonzi? E sì, perché varie leggi internazionali (tra cui quella italiana) permettono alle polizie di costruire siti-trappola... Insomma, il paradosso è questo: prima i siti sunnominati non esistevano, se non nelle fantasie di chi vedeva nella rete delle reti un pericoloso (per loro sicuramente) spazio di libertà individuale e collettiva. Ora esistono: li hanno costruiti proprio quelli che avevano inventato la leggenda metropolitana della loro esistenza: gli stati e, in generale, i poteri economici, politici e culturali. Se ne incontrate uno, e siete stati abbastanza masochisti da andarvelo a cercare, non dimenticate di lasciare i vostri saluti al brigadiere o all'agente dell F.B.I. che ne è il webmaster...