La “ Triplice Alleanza” fu un patto stipulato
tra Germania, Austria e Italia nel 1882. Dopo il Congresso di Berlino
(1878) Bismarck aveva concluso un trattato di alleanza con l'Austria (7
ottobre 1879) e al principio del regno di Alessandro III era riuscito ad
attirare nuovamente a sé la Russia (1881) ricreando l'accordo dei Tre
imperatori. In Italia gli ambienti di corte, preoccupati dall'opposizione
socialista e clericale e dall'isolamento diplomatico, si orientarono verso
un'alleanza con la Germania. Bismarck però non voleva trattative che
escludessero l'Austria e nemmeno un patto che assumesse un senso troppo
antifrancese, per cui si giunse alla stipulazione di una triplice alleanza
tra Italia, Austria e Germania a carattere segreto e puramente difensivo.
Firmata a Vienna il 20 maggio 1882 stabiliva: l'intervento tedesco a
favore dell'Italia o quello italiano a favore della Germania in caso di
attacco francese; l'intervento delle parti contraenti in caso di attacco
di due o più grandi potenze a uno degli Stati firmatari; la benevola
neutralità degli alleati nel caso che uno di essi si fosse trovato
impegnato in una guerra in condizioni diverse da quelle sopra descritte.
Al testo seguiva poi una dichiarazione di ispirazione italiana (caduta nel
1896) in cui si precisava che il trattato non avrebbe dovuto mai essere
rivolto contro l'Inghilterra. Negoziata in condizioni assai sfavorevoli,
l'alleanza non era molto vantaggiosa per l'Italia e nei successivi rinnovi
(1887, 1891, 1896, 1902, 1907, 1912) furono perciò introdotti notevoli
emendamenti che la resero più conforme ai nostri interessi. Scoppiata la
I guerra mondiale, l'Italia dichiarò la propria neutralità in base
all'articolo 3 del trattato che imponeva l'aiuto reciproco solo in caso di
aggressione di un alleato da parte di due potenze e il 3 maggio 1915
denunciò il patto accusando l'Austria di non aver osservato le clausole
che le imponevano consultazioni e compensi nei confronti dell'Italia in
caso di mutamento dello statu quo nei Balcani. |