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B A N C A R I

Crescono gli sportelli bancari
In Abruzzo è quasi record

Erano 351 nel 1993.  Cinque anni dopo il  loro numero è salito a 482 con un incremento del 37,32%: è la cavalcata  degli  sportelli bancari in Abruzzo dove gli istituti di credito sono aumentati in maniera vertiginosa ponendo la nostra regione all'ottavo posto in Italia quanto a ritmo di crescita.
Meglio  dell'Abruzzo solo  Veneto, Emilia Romagna, Puglia, Marche, Calabria, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Fanalino di coda il Molise con un misero più 18,28%.
I dati, pubblicati dalla rivista "Bancaria", testimoniano  una straordinaria vivacità non solo del settore del credito, ma dello  stesso sistema economico  abruzzese.Dalla  presenza  capillare delle  banche locali  (Casse di Risparmio e di Credito Cooperativo) si è passati al massiccio ingresso di colossi bancari con particolare interesse per la piazza pescarese.
Anzi proprio le quattro Casse sono state oggetto di acquisizioni di quote da parte di istituti del nord, dopo che  è ripetutamente fallito qualsiasi  tentativo di unificazione delle quattro banche locali abruzzesi.
Ma, nonostante questo proliferare di sportelli bancari, il costo del denaro nella nostra regione continua ad essere ancora troppo caro con la conseguenza che le imprese abruzzesi soffrono di questo "gap" rispetto a quelle del centro-nord.
In questa direzione (lo chiedono a gran voce imprenditori e sindacalisti) è necessario intervenire per ridurre i tassi di interesse e facilitare l'accesso al credito, come pure  appare opportuno migliorare  il rapporto  impieghi-depositi ancora  insoddisfacente.
Per quanto diguarda l'abbattimento del costo del denaro un ruolo importante hanno svolto le cooperative di garanzia e alcuni interventi di enti sub regionali come la Fira (Finanziaria abruzzese a prevalente capitale pubblico), ma è ovvio che per facilitare lo sviluppo deve migliorare proprio il rapporto diretto banche-
imprese.
In merito agli impieghi è appena il caso di sottolineare che buona parte del danaro drenato dalle banche dovrebbe essere destinato allo sviluppo locale anzichè prendere altre strade.
(fonte: Francesco Di Miero "Il Messaggero")

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