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FISACABRUZZO

B A N C A R I

 

FABI FALCRI FEDEDIRIGENTICREDITO FIBA/CISL FISAC/CGIL SINFUB UILCA/UIL
Segreterie Nazionali

7 GENNAIO 2002
SCIOPERO GENERALE DEI
BANCARI
(DIPENDENTI DALLE AZIENDE ABI)

Il 7 gennaio, per tutta la giornata, è stato indetto lo SCIOPERO NAZIONALE di tutte le lavoratrici ed i lavoratori (aree professionali, quadri direttivi, dirigenti) delle aziende associate ad ABI.

Dopo 2 mesi di confronto con ABI le Organizzazioni Sindacali hanno rotto le trattative a causa della assoluta insufficienza delle risposte e dei reiterati tentativi di dilazionare i tempi per giungere ad una positiva conclusione della vertenza.

Il Sindacato ha proposto alle Aziende un "percorso propedeutico" al rinnovo del Contratto di lavoro delle aree professionali e quadri direttivi, l’adeguamento economico per i Dirigenti per il biennio 2002/03 e una intesa per l’avvio dell’Euro.

Il sindacato ha inoltre denunciato alcuni comportamenti gravi messi in atto in alcune aziende (Banca Carime e Credem) come elementi importanti per valutare la coerenza tra gli impegni che si sottoscrivono al centro e quanto invece accade in periferia.

Riassumiamo le proposte sindacali con le (mancate) risposte di ABI.

Percorso contrattuale

Verbale d’accordo

La richiesta sindacale riguarda:

la conferma della politica di relazioni concertative, con previsione di momenti di incontro nei prossimi tre mesi, per dare soluzione ad alcuni problemi sorti nella gestione del contratto; si chiede altresì di confermare le decorrenze del CCNL (2002/05) ipotizzando la preparazione della piattaforma e l’avvio della trattativa del nuovo CCNL dopo il 31 marzo 2002.

la valorizzazione del ruolo svolto dai lavoratori e dal sindacato per il superamento della crisi di sistema e per l’ingresso in Europa.

In questo ambito il Sindacato ha proposto la sottoscrizione di un protocollo sull’andamento del sistema bancario, che fosse di supporto al rinnovo del contratto.

La proposta parte da una valutazione comune positiva, sia dell’andamento del sistema bancario italiano e del superamento degli obiettivi che ci eravamo dati per quanto attiene al rapporto tra il Costo del Lavoro ed il Margine di Intermediazione al 31 dicembre 2001 da allineare a livello europeo, sia del contributo dato dai lavoratori al superamento delle crisi in alcune grandi aziende.

La risposta dell’Abi, nonostante i numerosi incontri avviati sin dal mese di ottobre, è stata una mera elencazione di date: un’agenda di appuntamenti nei quali venivano indicate alcune delle materie del confronto, senza nessuna valutazione sui problemi.

Abi riconosce il contributo dei lavoratori negli anni scorsi, ma, secondo il Dott. Sella ""…non è sufficiente! Siamo ancora in difficoltà, i parametri raggiunti non bastano, i risultati non sono in linea con le aspettative, il ROE sarà sotto il 10%, ecc…"" Abi tende pertanto a spostare sull’incertezza per il futuro il confronto, che dovrà riguardare anche le prossime contrattazioni integrative aziendali.

Il Presidente dell’ABI ha concluso il suo intervento parlando ovviamente ancora di esuberi e di costo del lavoro…ogni commento è superfluo!

Nei fatti Abi, nonostante le rassicurazioni verbali, si allinea – con tale suo comportamento - alle posizioni più intransigenti e retrive della Confindustria.

Parte economica:

Le OOSS hanno chiesto di garantire ai lavoratori l’effettivo potere di acquisto delle retribuzioni: in pratica di adeguare le retribuzioni rispetto alla inflazione reale intervenuta nel biennio 2000 e 2001 in quanto gli aumenti concordati erano collegati alla inflazione programmata dal Governo.

Il differenziale inflattivo è di circa 3 punti (i dati definitivi saranno noti alla fine di gennaio) e ciò comporta una maggiorazione delle tabelle retributive dall’1.1.2002.

Le retribuzioni dovranno inoltre aumentare per effetto della inflazione programmata per il prossimo biennio: 1,7% nel 2002 e 1,3% nel 2003.

La nostra categoria infatti ha contribuito al riassetto del sistema bancario italiano, dando una soluzione negoziata al problema degli esuberi e rinunciando all’adeguamento del salario per il biennio 1998-99. Per queste ragioni oggi ci compete per intero il differenziale di inflazione anche alla luce dei risultati raggiunti a tutto il 2001.

Abi ha invece proposto una formulazione che recuperava solo nella forma, ma non nella sostanza l’accordo tra il Governo e le Parti sociali del luglio 1993 e rinviava il confronto a gennaio non garantendo la reale salvaguardia del potere di acquisto delle retribuzioni contrattuali della categoria.

La controparte non intende adeguare realmente i salari, rispettando il recupero del potere d’acquisto, ma togliere dagli aumenti l’1,1%, per effetto della cosiddetta "inflazione importata".

Criticità del contratto 11 luglio 1999 (aree professionali e quadri direttivi)

Il sindacato aveva l’obiettivo di sgombrare preventivamente il campo del confronto per il rinnovo del CCNL, da alcune questioni sulle quali il comportamento delle Aziende ha negato la "esigibilità" di norme fondamentali e che, pertanto, andavano propedeuticamente affrontate e correttamente risolte.

Quadri direttivi

Le Aziende disattendendo quanto previsto dagli accordi, hanno nei fatti impedito che i Q.D. potessero gestirsi la prestazione lavorativa, ostacolando l’applicazione della normativa (autogestione e autocertificazione); al momento di erogare il corrispettivo hanno proposto soluzioni penalizzanti e spesso ne hanno condizionato l’erogazione al raggiungimento di obiettivi e di risultati, mistificando le norme sulla prestazione oraria con il salario "incentivante".

Inoltre il confronto in sede aziendale sui "ruoli chiave" si è tradotto nella introduzione, spesso non contrattata, del riconoscimento di un assegno di funzione anziché di effettivo inquadramento.

Sistema incentivante

Il contratto del 1999 introduce un confronto in azienda sul sistema incentivante.

La parte di retribuzione che le Banche erogano in misura discrezionale è progressivamente aumentata in maniera esponenziale, senza che sia stato possibile concordare programmi, obiettivi, trasparenza e controllo della sua distribuzione.

Il Sindacato rivendica inoltre il diritto di riaprire un contraddittorio in sede aziendale anche per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che vengono sollecitati alla commercializzazione di prodotti senza concreti approfondimenti sulle reali necessità della clientela.

Il CCNL prevede il riconoscimento dei risultati a tutti i lavoratori che ""in relazione alle mansioni svolte, forniscono contributi indiretti al raggiungimento degli obiettivi specifici assegnati.."". Questa previsione contrattuale è stata di fatto disapplicata nella stragande maggioranza delle aziende.

 

Formazione, sviluppo professionale e valutazione

Anche la gestione complessiva del rapporto di lavoro rappresenta un elemento qualificante del contratto del luglio 1999. Gli incontri in sede aziendale, sono invece stati sviliti a semplice "informativa", spesso inconcludente.

Abbiamo proposto di riavviare i confronti dopo aver condotto una seria analisi su un campione di banche.

Banca delle ore

Con l’introduzione di questo meccanismo si intendeva garantire ai lavoratori una flessibilità nell’orario di lavoro con recupero certo degli straordinari.

Troppi colleghi lamentano invece accumuli di ore che non riescono a recuperare.

In sostanza l’orario di fatto sta aumentando a scapito della qualità della vita di lavoratrici e lavoratori.

Parti rinviate del CCNL

Il sindacato chiede di concludere alcune partite ancora aperte del vecchio contratto:

Previdenza ed assistenza complementare
Azionariato dei dipendenti
Promotori finanziari
Agibilità sindacali
Part time
Parametri pre crisi
Contratti Complementari
Congedi parentali
Contratti di Apprendistato
Inquadramento del personale
Legge 626

Abi si è limitata a dichiarare la disponibilità a calendarizzare gli argomenti, senza assumere alcun impegno circa la reale volontà di trovare soluzioni in tempi brevi.

Contratto dirigenti

La Organizzazioni Sindacali, secondo le previsioni contrattuali, hanno presentato, entro il termine di scadenza del primo biennio di valenza contrattuale, la richiesta di adeguamento del trattamento economico al potere di acquisto, come d’altro canto richiesto per gli altri colleghi.

Il rinnovo del CCNL era infatti stato collegato alla inflazione programmata che è risultata discostata di circa 3 punti percentuali rispetto al dato reale; oltre ciò è necessario aumentare le tabelle per il 2002 e 2003 del tasso programmato per tale biennio.

Abi non ha ancora formalmente risposto, ma – considerate le premesse - la posizione va collegata a quella espressa sulla parte economica degli altri lavoratori.

EURO

La richiesta del sindacato riguardava alcune ricadute che i lavoratori stanno subendo nella fase di avvio della moneta unica europea (dal 15 dicembre al 28 febbraio 2002).

Abi ha continuato a sottovalutare il problema trincerandosi dietro le normative del contratto che - a suo dire – sono sufficienti ad affrontare tale evento straordinario.

Si è limitata a chiedere una moratoria sugli scioperi nel settore per quasi tre mesi: richiesta respinta al mittente e ritirata il 20 dicembre con l’avvio della procedura per lo sciopero del 7 gennaio.

Le richieste

Prestazione oraria

Si trattava di considerare il maggior impegno dei colleghi, incrementando la remunerazione degli straordinari per le aree professionali, garantendo certezza di recupero e di remunerazione per i Quadri direttivi e la dirigenza.

La risposta di ABI invece è stata di garantire riposi compensativi (oltre al pagamento degli straordinari) in caso di prestazioni che superassero le 2 ore giornaliere (fino al 15 gennaio) o le 10 ore medie settimanali (fino al 28 febbraio); mentre per i Q.D. le aziende avrebbero semplicemente ""valutato la possibilità …""

Il dovere di lavorare di più era chiaro, la remunerazione alquanto incerta.

Formazione - sicurezza

La richiesta riguardava il diritto ad un confronto su questi argomenti in sede aziendale, specialmente nella fase di avvio caratterizzata da molta liquidità negli sportelli e dalla novità della moneta unica.

La risposta di ABI è stata sconfortante: la sicurezza è un impegno del Governo e la formazione un problema che azienda per azienda sarà risolta.

Inoltre a fronte della denuncia relativa all’aumento dell’adibizione allo sportello dei singoli addetti, Abi si è limitata all’auspicio che le Banche avrebbero in qualche modo cercato di "aiutare gli addetti".

Manleva per i falsi

Le OOSS hanno chiesto di considerare il periodo fino al 28 febbraio come un momento eccezionale nel quale vengono aumentati a dismisura i rischi per le banconote false a causa della novità delle banconote e dell’aumento del circolante.

Anche in questo caso la risposta di ABI è stata di grande impegno: ""le aziende valuteranno con la massima comprensione…"" (una mozione degli affetti)

In conclusione

Il sindacato ha unitariamente deciso di mobilitare la categoria contro l’atteggiamento di ABI che ripropone un copione che ritenevamo superato: si richiama al senso di responsabilità del sindacato e dei lavoratori quando è in difficoltà e poi ne disconosce il ruolo ed il contributo, quando i risultati sono invece straordinari.

Per quanto possibile, dati i tempi ristretti, verranno indette assemblee sui luoghi di lavoro per coinvolgere le lavoratrici ed i lavoratori.

Sarà indetta una tornata di assemblee, successivamente allo sciopero, per costruire una piattaforma di rinnovo contrattuale con la più ampia partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

E’ stato inoltre indetto lo sciopero del lavoro straordinario dal 7 gennaio al 3 febbraio, rispettando le franchigie previste dall’accordo 23 gennaio 2001, per dimostrare come l’avvento dell’Euro non sia un fatto ordinario.

Le lavoratrici ed i lavoratori del settore credito, con la massiccia partecipazione alle agitazioni, sapranno dare una compatta e convinta risposta ad ABI ed alle Aziende di credito.

Roma 27 dicembre 2002

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