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Approvata alla Camera la legge quadro
sull'elettrosmog
Elettrosmog: un neologismo chiaro per indicare uninsidia contemporanea, quella
rappresentata dallinquinamento da campi elettromagnetici. Le sorgenti di questo smog
invisibile sono sostanzialmente costituite dalle emissioni derivanti da impianti per le
trasmissioni radiotelevisive e la telefonia mobile e da quelle degli elettrodotti ad alta
e media tensione e delle relative cabine di trasformazione. I siti interessati sono decine
di migliaia: oltre al pericolo per gli abitanti, nellinstallazione e manutenzione
delle apparecchiature operano migliaia di lavoratori, dipendenti e autonomi, che sono
quotidianamente esposti a rischio professionale da campi elettromagnetici (denominati
anche Cem), a volte anche dalta intensità. Date le caratteristiche di questi
rischi, i lavoratori dovrebbero essere sempre informati sulle modalità operative corrette
per ridurre al minimo le esposizioni quando operano direttamente su impianti attivi. Oltre
a questo, si dovrebbe dar luogo alla sorveglianza sanitaria e al monitoraggio
epidemiologico, che però solo pochissime grandi imprese svolgono.
Per difendersi dalle insidie dellelettrosmog è arrivato ora un nuovo strumento, la
"legge quadro" approvata definitivamente dalla Camera il 14 febbraio scorso, con
cui sono dettati princìpi fondamentali. Triplice la finalità: a) assicurare la tutela
della salute dei lavoratori e della popolazione dagli effetti dellesposizione a
determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici nel rispetto della
tutela costituzionale della salute; b) promuovere la ricerca scientifica per la
valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela, da adottare in
applicazione del principio di precauzione affermato nel trattato istitutivo della
Comunità europea; c) assicurare la tutela dellambiente e del paesaggio e promuovere
linnovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare
lintensità e gli effetti dei Cem, secondo le migliori tecnologie disponibili. In
base alla legge, saranno sottoposti a verifica tutti gli impianti e le apparecchiature per
usi civili, militari e di polizia: gli elettrodotti e gli impianti radioelettrici,
compresi quelli per la telefonia mobile, i radar e le antenne per la radiodiffusione. Il
provvedimento delega al governo il compito di stabilire (di concerto con le Regioni) i
"limiti di esposizione", per la tutela della salute dagli effetti acuti, che non
devono mai essere superati in alcuna condizione desposizione della popolazione e dei
lavoratori, i "valori di attenzione", che non devono essere superati in case,
scuole e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate, quali misure di cautela per la
protezione da possibili effetti a lungo termine.
La "legge quadro" prevede anche lindividuazione degli "obiettivi di
qualità": standard urbanistici, prescrizioni e incentivi per migliori tecnologie e
per la localizzazione degli impianti. Circa limpatto ambientale, sarà messo a punto
un regolamento sulle caratteristiche tecniche degli impianti e sulla localizzazione dei
tracciati. I gestori delle stazioni radioelettriche avranno due anni di tempo per
adeguarsi alla nuova normativa. Stima dei costi: tra i 42.000 e i 57.000 miliardi. A tale
scopo, verrà istituito il "catasto nazionale" delle sorgenti fisse e mobili dei
Cem. Le sanzioni sono severe: da 2 a 600 milioni, la sospensione o la revoca della
licenza. Anche gli elettrodomestici dovranno riportare le informazioni sui livelli
desposizione, i criteri di sicurezza e la distanza da rispettare per il loro uso. È
prevista anche una campagna informativa, destinata ai cittadini, volta a chiarire i rischi
da inquinamento elettromagnetico e a fornire indicazioni sulle eventuali precauzioni.
Diego Alhaique
(tratto da "Rassegna Sindacale", n. 7, 27 febbraio 2001)
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