Pag. 31

PROGETTO  TERZIARIO

di fatto.
n tutto questo il Sindacato si inserisce di diritto non solamente per rappresentare e difendere gli interessi  di questi lavoratori, ma anche per avere garanzie sulla qualità dei servizi offerti, in particolare i servizi alla persona, e garanzie sul corretto rapporto qualità/prezzo in tutti quei settori (e sono tanti)  in cui c'è una partecipazione della spesa pubblica.
Uno degli effetti di non poco rilievo prodotto dalla nascita dei nuovi lavori è stata una forte accelerazione verso i contratti individuali. Il costante tentativo da parte delle controparti di scardinare il sistema dei contratti collettivi passa anche attraverso la moltiplicazione dei contratti applicati in settori sostanzialmente omogenei. La nostra tradizione ci porta a cercare soluzioni negoziali a questo problema senza l'intervento legislativo.
Per riuscire a fare questo bisogna che le parti siano ben definite: l'insieme azienda e lavoratori (comprese le rappresentanze) che acquista il prodotto da una parte, e l'insieme azienda e lavoratori (comprese le rappresentanze) che vende il prodotto dall'altra parte.
Se il contratto collettivo di riferimento, e quindi il complesso normativo ed economico con le dovute modulazioni, è lo stesso, come ad esempio commercio, metalmeccanico, edile, le rappresentanze possono essere le stesse perché gli interessi dei lavoratori sono gli stessi. Se invece il prodotto fornito è un servizio, all'impresa o alla persona, bisogna fare una  ulteriore distinzione : se il servizio è pubblico (inteso come fornito da Pubblica Amministrazione) o è privato (inteso come fornito da impresa privata anche convenzionata, accreditata o in appalto). In questo caso non solo i contratti collettivi di riferimento sono diversi, ma la controparte pubblica storicamente ha adottato provvedimenti legislativi per la definizione del diritto applicativo. La forte diversità di interessi tra le rappresentanze dei dipendenti pubblici, normalmente tese quantomeno a difendere le posizioni acquisite, e le rappresentanze dei dipendenti delle imprese private, tese invece a riequilibrare almeno le condizioni normative, impongono in questa fase la netta distinzione dei ruoli.
ituazioni come quelle che si sono create nell'assistenza agli anziani ed ai disabili, dove non è raro trovare lavoratori che, pur  lavorando fianco a fianco, hanno status estremamente diversi, il più delle volte proprio come conseguenza della concorrenza diretta, esigono che la rappresentanza sia diversa. La Fisascat in tutto questo ha sempre dimostrato la capacità di organizzare  e strutturare queste tipologie di lavoratori, basti pensare all'esperienza del settore del pulimento o delle case di riposo ANASTE e UNEBA. La Fisascat ha anche dimostrato di sapere rappresentare quel poco di strutturato che esiste nelle alte professionalità polverizzate, vale a dire chi non rientra nell'ombrello protettivo della grande industria e distribuzione, ma che si trova ad offrire al mercato del lavoro la propria professionalità senza alcuna protezione lobbistica se non quella meramente teorica degli ordini professionali e completamente digiuni di diritto del lavoro. Ad esempio la conoscenza delle informazioni necessarie sotto il profilo previdenziale e contributivo  della prestazione coordinata e continuativa molte volte viene offerta come servizio aggiuntivo dalla grande e media struttura, cosa che le piccole strutture non riescono a fare lasciando il lavoratore nell'incognita di spiacevoli sorprese tributarie.
'attività di consiglio e supporto, quando non una attività di vera tutela collettiva, risulta particolarmente gradita a questi lavoratori. Quella svolta da Progetto 2000 all'interno dell'Associazione Quadri ed Alta Professionalità ne è la dimostrazione. Tornando alla distinzione iniziale si è detto che se il contratto collettivo di riferimento è lo stesso, le rappresentanze possono essere le stesse perché gli interessi dei lavoratori sono coincidenti.  E' però anche vero che tale situazione può essere praticabile solo se il rapporto di lavoro è sostanzialmente costante, ovvero a tempo indeterminato.
Le agenzie di lavoro interinale usano invece normalmente il rapporto a tempo determinato, diventando primariamente veri e propri "affittalavoro". In effetti l'alto tasso di rinnovi, accompagnato alla relativa lunga durata media delle prestazioni, sembra confermare un uso del lavoro interinale simile a quello a tempo determinato, con le stesse caratteristiche di precarietà, impedendo così una reale esigibilità dei propri diritti, in particolare quelli sindacali.
Esiste quindi la necessità di tutela effettiva, anche attraverso il riconoscimento di una formazione continua imposta alle aziende e realmente esigibile da questi lavoratori, possibilmente prevedendo l'esclusione dal mercato per le aziende inadempienti, e contemporaneamente promovendo direttamente la formazione necessaria privilegiando così il rapporto diretto sindacato-lavoratore atipico. La Fisascat, promovendo il progetto Edunet, ha dimostrato che questo sistema funziona con risultati soddisfa