|
di fatto. n tutto questo
il Sindacato si inserisce di diritto non solamente per
rappresentare e difendere gli interessi di questi
lavoratori, ma anche per avere garanzie sulla qualità dei
servizi offerti, in particolare i servizi alla persona, e
garanzie sul corretto rapporto qualità/prezzo in tutti quei
settori (e sono tanti) in cui c'è una partecipazione
della spesa pubblica. Uno degli effetti di non poco rilievo
prodotto dalla nascita dei nuovi lavori è stata una forte
accelerazione verso i contratti individuali. Il costante
tentativo da parte delle controparti di scardinare il sistema
dei contratti collettivi passa anche attraverso la
moltiplicazione dei contratti applicati in settori
sostanzialmente omogenei. La nostra tradizione ci porta a
cercare soluzioni negoziali a questo problema senza
l'intervento legislativo. Per riuscire a fare questo
bisogna che le parti siano ben definite: l'insieme azienda e
lavoratori (comprese le rappresentanze) che acquista il
prodotto da una parte, e l'insieme azienda e lavoratori
(comprese le rappresentanze) che vende il prodotto dall'altra
parte. Se il contratto collettivo di riferimento, e quindi
il complesso normativo ed economico con le dovute modulazioni,
è lo stesso, come ad esempio commercio, metalmeccanico, edile,
le rappresentanze possono essere le stesse perché gli
interessi dei lavoratori sono gli stessi. Se invece il
prodotto fornito è un servizio, all'impresa o alla persona,
bisogna fare una ulteriore distinzione : se il servizio
è pubblico (inteso come fornito da Pubblica Amministrazione) o
è privato (inteso come fornito da impresa privata anche
convenzionata, accreditata o in appalto). In questo caso non
solo i contratti collettivi di riferimento sono diversi, ma la
controparte pubblica storicamente ha adottato provvedimenti
legislativi per la definizione del diritto applicativo. La
forte diversità di interessi tra le rappresentanze dei
dipendenti pubblici, normalmente tese quantomeno a difendere
le posizioni acquisite, e le rappresentanze dei dipendenti
delle imprese private, tese invece a riequilibrare almeno le
condizioni normative, impongono in questa fase la netta
distinzione dei ruoli. ituazioni come
quelle che si sono create nell'assistenza agli anziani ed ai
disabili, dove non è raro trovare lavoratori che, pur
lavorando fianco a fianco, hanno status estremamente diversi,
il più delle volte proprio come conseguenza della concorrenza
diretta, esigono che la rappresentanza sia diversa. La
Fisascat in tutto questo ha sempre dimostrato la capacità di
organizzare e strutturare queste tipologie di
lavoratori, basti pensare all'esperienza del settore del
pulimento o delle case di riposo ANASTE e UNEBA. La Fisascat
ha anche dimostrato di sapere rappresentare quel poco di
strutturato che esiste nelle alte professionalità
polverizzate, vale a dire chi non rientra nell'ombrello
protettivo della grande industria e distribuzione, ma che si
trova ad offrire al mercato del lavoro la propria
professionalità senza alcuna protezione lobbistica se non
quella meramente teorica degli ordini professionali e
completamente digiuni di diritto del lavoro. Ad esempio la
conoscenza delle informazioni necessarie sotto il profilo
previdenziale e contributivo della prestazione
coordinata e continuativa molte volte viene offerta come
servizio aggiuntivo dalla grande e media struttura, cosa che
le piccole strutture non riescono a fare lasciando il
lavoratore nell'incognita di spiacevoli sorprese tributarie.
'attività di consiglio e supporto, quando
non una attività di vera tutela collettiva, risulta
particolarmente gradita a questi lavoratori. Quella svolta da
Progetto 2000 all'interno dell'Associazione Quadri ed Alta
Professionalità ne è la dimostrazione. Tornando alla
distinzione iniziale si è detto che se il contratto collettivo
di riferimento è lo stesso, le rappresentanze possono essere
le stesse perché gli interessi dei lavoratori sono
coincidenti. E' però anche vero che tale situazione può
essere praticabile solo se il rapporto di lavoro è
sostanzialmente costante, ovvero a tempo indeterminato. Le
agenzie di lavoro interinale usano invece normalmente il
rapporto a tempo determinato, diventando primariamente veri e
propri "affittalavoro". In effetti l'alto tasso di rinnovi,
accompagnato alla relativa lunga durata media delle
prestazioni, sembra confermare un uso del lavoro interinale
simile a quello a tempo determinato, con le stesse
caratteristiche di precarietà, impedendo così una reale
esigibilità dei propri diritti, in particolare quelli
sindacali. Esiste quindi la necessità di tutela effettiva,
anche attraverso il riconoscimento di una formazione continua
imposta alle aziende e realmente esigibile da questi
lavoratori, possibilmente prevedendo l'esclusione dal mercato
per le aziende inadempienti, e contemporaneamente promovendo
direttamente la formazione necessaria privilegiando così il
rapporto diretto sindacato-lavoratore atipico. La Fisascat,
promovendo il progetto Edunet, ha dimostrato che questo
sistema funziona con risultati soddisfa |
|