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Fuoribordo: le mie indecisioni

Dunque, oggi si deve scegliere. Siamo in uno dei momenti di transizione in cui nuove proposte si affiancano alle vecchie, i prezzi ballano e, soprattutto, ancora non si sa come andrà a finire.

In sintesi, per chi debba scegliere, le opzioni sono tre:

- rimanere fedele al vecchio 2 tempi, magari in versione iniezione e con tutti gli ammenicoli elettronici (EFI);

- buttarsi sui 2 tempi di nuova generazione, ad iniezione diretta (DFI), che rispettano le nuove norme antinquinamento e consumano meno;

- passare ad un 4 tempi, collaudato ed affidabile perché di derivazione automobilistica, che consuma parecchio di meno, rispetta le norme antinquinamento e, però, pesa.

Devo ammettere che ancora non ho ancora assunto una posizione netta. L'unica cosa che so è che la prima opzione ha poco futuro. Non vale la pena di contestare i motivi, di fare presente che sull'inquinamento dei mari la nautica da diporto ha lo stesso peso del fumo delle sigarette sull'effetto serra. I giochi sono fatti e poi è un dovere sociale: rottamiamo e compriamo il nuovo!

Ragionier Rossi, non si vergogna ad usare ancora il Johnson 521 del 74? Che significa: "ha solo duecentocinquanta ore di moto!" Buttare!

La perentoria voce in rosso mi fa capire che è inutile lottare, come lo fu per marmitta catalitica, benzina verde. Accuse infamanti e slogan da crociata - Deus vult - seppellirono ogni voce critica. Scusate tanto, ma credete che il problema del benzene sia stato scoperto solo dopo?

Se ci si limitasse ad obbligare che i nuovi motori rispettino le nuove norme, tutto sommato, penso che mi orienterei ancora, oggi, finché possibile, su un vecchio 2 tempi, Con la coscienza perfettamente a posto, ma, siccome temo che diventeranno inutilizzabili nel futuro o saranno fortemente condizionati (tipo non potranno essere usati nei mercoledì), abbandono l'idea.

Epitaffio del 2 tempi classico

· il suo costo ridotto compensava i suoi consumi elevati;
· era leggero (assetto!);
· era semplice ed affidabile.

Amen

Rimanendo le altre due possibilità, vantaggi e svantaggi sono, al momento, bilanciati. Causa-effetto, la tecnologia che avrà il sopravvento sarà quella da preferire, proprio perché più diffusa (più facile trovare i pezzi di ricambio e meccanici che sanno riparare il motore).

Si è detto che i 4 tempi domineranno nel campo delle piccole e medie potenze, i DFI in quello delle medio-grandi. Probabile, ma l'area di confine è fra i 90 e i 150 CV, proprio quello che mi interessa.

Scusatemi se sono confuso.

Gabriele Orsini ©

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