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Ode al nastro telato americano

(Attacca poco ma dappertutto, se si toglie si può rimettere, si strappa con le mani, ma è terribilmente tenace)

"Bisogna comprarne un altro rotolo, di quel nastro". Questo, fra il serio ed il faceto, il commento di Flora quando, ritornati dalle vacanze, stavamo osservando lo stand della ferramenta-fai da te di un ipermercato,

Quest'anno siamo partiti con due rotoli quasi interi ed uno l'abbiamo terminato. Forse ho esagetato: 15 metri sono sufficienti per incerottare tutto il gommone! Il fatto è che da tempo ho scoperto l'infinità dei suoi impieghi. Alcuni:

- per riparare alla meglio strappi della tenda da campeggio, soprattutto per evitare che lo strappo si propaghi: buon risultato;
- per sigillare barattoli col coperchio di plastica, come quello del caffè: risultato ottimo:
- per evitare che sfregamenti ripetuti sul tessuto gommato lo rovinino: risultato ottimo;
- per evitare che sfregamenti ripetuti sulla vtreoresina la rovinino: risultato ottimo;
- per coprire dadi, bulloni, cerniere sporgenti e ridurre i graffi e le escoriazioni: risultato ottimo;
- per riparare alla meglio tagli e scuciture su sedili e cuscini del prendisole: risultato mediocre.
- per proteggere da possibili infiltrazioni d'acqua strumenti, lampade, prese, etc.: risultato buono.

Secondo Flora, che non può negarne l'utilità, l'estetica non ne guadagna. Il nostro gommone, ampiamente infiocchettato col nastro grigio metallico, secondo lei, non è il massimo dell'eleganza. Replico, poco convinto, che così assume un'aria più vera, più "vissuta". Alle corde, minaccio di toglierlo dai bulloni sporgenti del roll-bar...

Beh, devo ammettere che non è sempre risolutivo a lungo termine. Quando si toglie poi lascia macchiate di colla le parti e le macchie sono antipatiche da togliere e fastiosamente appiccicose. Ma chi è perfetto?

Gabriele Orsini ©