Castello di Rivoli

MUSEI PER UN NUOVO MILLENNIO

Realizzata dal Centro d'Arte di Basilea e già presentata alla Hessenhuis di Anversa, la mostra Musei per un nuovo millennio viene proposta al Castello di Rivoli (dal 30 maggio al 26 agosto) in un tour internazionale che proseguirà successivamente negli Stati Uniti e in Giapppone. La mostra, progettata e diretta da Suzanne Greub, a cura di Vittorio Magnago Lampugnani e Angeli Sachs (docenti del Politecnico di Zurigo), presenta una panoramica varia di disegni, fotografie, planimetrie e modelli, delle strutture museali più significative progettate e costruite nel corso dell'ultimo decennio o in fase di costruzione. La selezione è concentrata su venticinque musei tra i più emblematici e rappresentativi del complesso panorama della storia dell'architettura museale: dal Carré d'Art di Norman Foster a Nimes, al progetto decostruttivista di Zaha Hadid per il Centro d'Arte Contemporanea di Cincinnati. Tra questi estremi , vi sono i progetti come il Centro Galiziano di Alvaro Siza Vieira a Santiago di Compostela, l'imponente progetto di Rem Koolhaas per Karlsruhe, l'edificio della Fondazione Beyeler di Renzo Piano a Riehen, la ristrutturazione di Herzog & Meuron della nuova sede della Tate Modern a Londra. Catalogo Prestel Verlag, Monaco.


Roma

LE TRIBU' DELL'ARTE

Galleria Comunale d'arte

A cura di Achille Bonito Oliva, viene proposta una singolare mostra con un panorama di opere storiche dal dopoguerra alle attuali, identificate in gruppi o "tribù" di artisti che, attraverso una poetica collettiva ma con una produzione individuale, sono approdate a forme linguistiche avanzate sul piano formale, tanto da influire sulla ricerca artistica con una fertilità di cui è possibile constatare gli effetti anche sulla produzione delle ultime generazioni. La mostra, divisa in due parti e due momenti inaugurali (dal 24 aprile al 24 giugno, dal 6 luglio al 7 ottobre) riunisce opere "di tribù storiche" del Lettrismo, Situazionismo, Gutai, Fluxus edEvents, Happening, Mono-Ha, Factory, Azionismo, Techne-Tribù, e Capi Tribù senza Tribù. La rassegna, coordinata da Gino Di Maggio, è articolata attraverso i contribuiti critici di uno o più curatori internazionali e da giovani curatori che hanno cercato nelle opere di autori delle ultime generazioni alcune continuità espressive negli sviluppi attuali. Per il Lettrismo (a cura di Sylvain Monsegu ) viene sottolineato il ruolo provocatorio e di opposizione alla seconda generazione dei surrealisti in Francia, nelmovimento fondato nel 1946 da Isidore Isou. Il Situazionismo (a cura di Mirella Bandini) raccoglie un percorso di materiali salienti che partendo dal lettrismo e dal movimento Cobra, sottolinea la prassi rivoluzionaria dei quattro grandi protagonisti del movimento: Debord, Jorn, Constant, Pinot Gallizio. La continuità e gli sviluppi di tale prassi, sono analizzati a cura di Lorenzo Benedetti e Alessandra Galletta che hanno individuato queeste qualità nelle opere di Bojan Sarcevic, Atelier Van Lieshout, De Geuzen (Olanda), Sisley Xhafa (Albania), Stalker, Ora Locale, Eredi Brancusi, (Italia), Dormice, Johan Grimonprez , Tim Rollins & Kos (Usa). La sezione del Gutai (a cura di Koichi Kawasaki) delina la storia e l'evoluzione di questo movimento giapponese attraverso le opere di Kazuo Shiraga, Sadamasa Motonaga, Akira Kanayama, Shozo Shimamoto, Atsuko Tanaka, e la fitta interconnessione con l'happening e le esperienze performative americane ed europee.Una ulteriore attenzione è dedicata all'attività del gruppo giapponese Mono-Ha (a cura di Ysayuki Nakai) operante nell'immediato dopoguerra e facente capo a Lee U Fan. La continuità e gli sviluppi sono a cura di Ada Lombardi che ha individuato nelle opere recenti di alcuni giovani giapponesi affinità di movimento. Il movimento Fluxus (a cura di Biljana Tomic , Michel Giroud e Francesco Conz) è una delle sezioni più spettacolari, assieme alla storia dell'Happening (a cura di Jean Jacques Lebel) sia per la presenza di opere originali che per la ricca documentazione storica. La continuità e gli sviluppi (a cura di Cecilia Casorati e Victor Misiano) sono affidate alle azioni di Olan Kulik, Myriam Laplante, gruppo Irwin, Spencer Tunick, e alle opere di Donatella Landi, Alberto Sorbelli, Edicola Notte, Gruppo Oreste, Vadim Fishkin, Schie 2.0. La sezione Factory (a cura di Alessandra Bergero) si articola intorno a materiali inerenti alla attività fondata da Andy Warhol. Accanto ad un'unica opera su tela di Warhol e alla proiezione di film da lui diretti, vengono esposte fotografie di Billy Name, Gerard Malanga, Chris Makos. L'Azionismo (a cura di Lorand Hegyi e documentazione storica di Beppe Morra) è rappresentato dal Wienr Aktingrppe di Gunther Brus, Otto Muehl, Hermann Nitsch, Rudolf Schwarzkogler con referenti remoti e immediati. La continuità e gli sviluppi (a cura di Dobrila Denegri) sono proposti nelle opere di Franz Kepfer, Elke Krystufek, Cheryl Donegan, Via Lewandowsky. La sezione Techne-Tribù (a cura di Tommaso Trini) è focalizzata sul concetto che arte è la tecnologia per antonomasia con l'esposizione di opere significative di alcuni episodi fondamentali delle relazioni tra arte e tecno-scienze, tra le quali quelle di Rauschenberg, Billy Kluver, Mario Merz, Nam June Paik, Piero Fogliati, Studio Azzurro, Art & Language. La continuità e gli sviluppi (a cura di Giulio Alessandri e Manuela Gandini) è stata individuata nelle opere di Apsoluto, Maja Bajevic, Olivo Barbieri, Diamante Faraldo, Innocente, Mark Kostabi, Raffaella Nappo, Alma Sulievic, Undo-Net. Infine I Capi Tribù senza Tribù (a cura di Danilo Echher) è la sezione dedicata a quelle figure isolate ed emblematiche, (Beuys, Basquiat, Boetti, Boltanski, Bourgeois, Broodthaers, Clemente, Gilbert & George, Klein, Kounellis, Manzoni, Morris, Pascali, Pistoletto, Schifano, Tapies), il cui forte carisma, ha influenzato e ispirato molti artisti.


Botto & Bruno, Shadows city 2000

Venezia

49° BIENNALE

Giardini e Arsenale

Presentata ufficialmente la 49 ma edizione della Biennale di Venezia. Gli inviti diramati da Harald Szeemann , dopo gli esiti di un lungo peregrinarein giro per il mondo (circa 200 biglietti aereii) sono stati rivolti agli artisti che guardano il mondo e raccontano le molteplici dimensioni dell'uomo contemporaneo: una platea dell'umanità e del pensiero che osserva e raccoglie sentimenti e narrazioni su temi sociali ed ecologici, ma anche su nuove tecnologie, lavoro, sport, felicità e tragedie. Questi gli artisti chiamati: Chantal Akerman (Belgio), Francis Alys (Belgio), Gustavo Artigas (Messico), Vanessa Beecroft (Italia), Joseph Beuys (Germania), Richard Billingham (Gran Bretagna), Emery Blagdon (Usa), Botto&Bruno (Italia), TaniaBruguera (Cuba), Chris Burden(Usa), Maurizio Cattelan (Italia), Com & Com (J.Hedinger- M.Gossolt, Svizzera), Cracking Art Group (Omar Ronda, Renzo Nucara, Marco Veronese,Alex Angi, Carlo Rizzetti, Kikko, Alessandro Pianca - Italia), Chris Cunningham (Gran Bretagna), Josef Dabernig (Austria), Lucinda Devlin (Usa), Stan Douglas (Canada), Atom Egoyan (Egitto) - Juliao Sarmento (Portogallo), Helmut Federle (Austria), Regina Galindo ( Costa Rica), Yervant Gianikian & Angela Ricci Lucchi (Italia), Luis Gonzales Palma (Guatemala), Paul Graham (Gran Bretagna), Veli Grano (Finlandia), Federico Herrero (Costa Rica), Gary Hill (Usa), Laura Horelli (Finlandia), Yishai Jusidman (Messico), Ilya e Emilia Kabakov (Ucraina), Marin Karmitz (Francia), Abbas Kiarostami (Iran), Jeff Koons (Usa), Marko Lehanka (Germania), David Lynch (Usa), Tuomo Manninen (Finlandia), Eva Marisaldi (Italia), Viktor Maruschtschenko (Ucraina), Barry McGee, Stephen Powers, James Todd (Usa), Marisa Merz (Italia), Priscilla Monge (Costa Rica), Ron Mueck (Gran Bretagna), Marco Neri (Italia), Ernesto Neto (Brasile), Carsten Nicolai (Germania), Olaf Nicolai (Germania), Arnold Odermatt (Svizzera), Joao Onofre (Portogallo), Tatsumo Ostoojic (Slovenia),Manfred Pernice (Germania), Paul Pfeiffer (Usa), John Pilson (Usa), Neo Rauch (Germania), Heli Rekula (Finlandia), Gerhard Richter (Germania), Gerd Rohling (Germania), Alexander Roitburd (Ucraina), Tracey Rose (Sud Africa), Mimmo Rotella (Italia), Anri Sala (Albania), Charles Sandison (Finlandia), Sarenco (Italia), Ene-Liis Semper (Estonia), Richard Serra (Usa), SantiagoSierra (Spagna), Lars Siltberg (Svezia), Nedko Solakov (Bulgaria), Eliezer Sonnenschein (Israele), Georgina Starr (Gran Bretagna), Do-Ho-Suh (Corea), Javier Téllez (Venezuela), Alessandra Tesi (Italia), Jaime David Tischler (Costa Rica), Niele Toroni (Svizzera), Richard Tuttle (Usa), Cy Twombly (Usa), Salla Tykka (Finlandia), Keith Tyson (Gran Bretagna), Eulalia Valldosera (Spagna), Minnette Vàri (Sud Africa), Francesco Vezzoli (Italia), Bill Viola (Usa), Massimo Vitali (Italia), Jeff Wall (Canada), Magnus Wallin (Svezia), Nick Waplington (Gran Bretagna), Maaria Wirkkala (Finlandia), Zhen Xu (Cina), Vladimir Zacharov (Russia), Heino Zobernig (Austria), Sunday Jack Akpan (Nigeria), Erich Bodeker (Germania), Gilberto De La Nuerz (Cuba), John Goba (Sierra Leone), Engdaget Legesse (Etiopa), Hans Schmitt (Germania), Marco Nereo Rotelli (Italia, coordinatore della sezione poesia).

Le partecipazioni nazionali degli artisti sono state così determinate (tra parentesi commissari e curatori). ARGENTINA Leandro Erlich, Graciela Sacco (Teresa de Anchrorena, Irma Arestizàbal). AUSTRALIA Lyndai Jones (L.Parooissien, John Barrett-Lennard). AUSTRIA Gelatin, Granular=Synthesis (Elisabeth Schweeger). BELGIO Luc Tuymans (Jan Hoet). BOSNIA ERZEGOVINA Clara Bleibtreu BRASILE (Carlos Bratke, Edemar Cid Ferreira). CANADA George Bures Miller, Janet Cardiff (Wayne Baerwaldt, Jon Tupper). CILE Juan Downey (A. Arévalo, Marilys Belt de Downey). CROAZIA Juliije Knifer (Zvonko Makovic, Dean Jukanovic Toumin). DANIMARCA Henning Christiansen, Ursula Reuter Christiansen (Danish Contemporary Art Foundation) EGITTO Mostafa Ramzi (Ahmed Fouad Selim) ESTONIA Marko Laimre, Ene-Liis Semper (Sirje Helme) FRANCIA Pierre Huyghe (Centro d'Arte "Le Consortium") FIROM ex JUGOSL. MACEDONIA Jovan Sciumkovski (Viktorja Vaseva Dimeska) GERMANIA Gregor Schneider (Udo Kittelmann) GIAPPONE Yukio Fujimoto, Naoya Hatakeyama, Masato Nakamura (Eriko Osaka, Masato Furuya, Haruhisa Sunami) GRAN BRETAGNA Mark Wallinger (Andrea Rose, Ann Gallagher, Brendan Griggs) GRECIA Nikos Navridis, Ilias Papailiakis, Chryssa Romanos (Lina Tsikouta) IRLANDA SiobhanHapaska, Grace Weir (Patrick Murphy) ISLANDA Finnbogi Pétursson (Hrafnhildur Schram, Gudny Magnusdottir) ISRAELE Uri Katzenstein (Yigal Zalmona) ITALIA (Artisti scelti da unaCommissione Ministeriale) GIAMAICA Albert Chong, Keith Morrison, Arthur Simms (Margaret Bernal, Paolo De Grandis) LITUANIA (Kestutis Kuizinas) LUSSEMBURGO Doris Drescher (Marie-Claude Beaud) NUOVA ZELANA Jacqueline Fraser, Peter Robinson (Jenny Gibbs, Gregory Burke) OLANDA Rob Johannesma, Job Koelewijn, Mark Mandders, Liza May Post, Aernout Mik, Michael Raedecker, Frank van der Salm, Mike Tyler, Marijke van Warmerdam, Edwin Zwakman (Jaap Guldemond, Marente Bloemheuvel, Monique Verhulst) FINLANDIA, NORVEGIA, SVEZIA Tommi Gronlund, Petteri Nisunen, Anders Tomren, Leif Elggren, Carl Michael von Hausswolff (Marketta Seppala, Timo Valjakka) POLONIA Leon Tarasewicz (Anda Rottenberg, Aneta Prasal) PORTOGALLO Joao Penalva (Pedro Lapa) REPUBBLICA CECA-SLOVACCA Ilona Németh, Jiri Suruvka KatarinaRusnakova REPUBBLICA di ARMENIA Sona Abgarian, Nariné Aramian, Mher Azatian, Nora Badalian, Diana Hagobian, Ara Hovsepian, Hamlet Hovsepian, David Kareyan, Tigran Khachatrian, Hovhannes Margarian, Kariné Matsakian, Tatev Mnatsakanian, Samuel Saghatelian, Harutyun Simonian, Arpiné Tokmajian (Edward Balassanian, J.A.Quinn) REPUBBLICA di CIPRO Andreas Karayian (Eleni S.Nikita) REPUBBLICA di COREA Do-Ho Suh, Michael Joo (Kyung-Mee Park) REPUBBLICA di LETTONIA Ilmars Blumbergs, Viesturs Kairiss, Laila Pakalnina (Helena Demakova) REPUBBLICA di SINGAPORE Salleh Japar, Chen Kezhan, Matthew Ngui, Suzann Victor (Kwok Kian Chow, Paivi Tirkkonen) REPUBBLICA di SLOVENIA Vuk Cosic, Tadej Pogacar (Aurora Fonda, Lidija Sircelj) REPUBBLICA F.JUGOISLAVIA Oleg Kulik, Milija Pavicevic (Peter Cukovic, Dobrila Denegri, Svetlana Racanovic) ROMANIA Alexandru Patatics, Ghe.Rosovszky (Ruxandra Balaci, Alexandru Patatics) RUSSIA (Leonid Bazhanov) SPAGNA Ana Laura Alàez, Javier Pérez (Estrellade Diego) STATI UNITI Robert Gober (James Rondeau, Olga M.Viso) SVIZZERA Andy Guhl, Urs Luthi, Norbert Moslang (Urs Staub, Pierre André Lienhard) TURCHIA Guven Incirlioglu, Murat Morova, Butch Morris, Ahmet Oktem, Sermin Sherif (Beral Madra) UCRAINA Valentin Rayevsky, Arsen Savadov, Oleg Tistol, Yuri Solomko, Olga Melentiy, Sergey Panich, Victor Sidorenko (Alexander Fedoruk, Valentin Rayevsky, Paolo De Grandis) UNGHERIA Tamàs Komoròczky, Antal Lakner (Julia Fabényi, Barnabàs Bencsik) URUGUAY (non ancora comunicati) VENEZUELA Victor Hugo Irazàbal (Luis A. Duque, Myriam Castellanos) ISTITUTI LATINO AMERICANO (curatoriLouis-Philippe Dalembert, Alessandra Bonanni) BOLIVIA Raul Lara, Hortensia Montenegro, Chrystal Ostermann Stumpf, Ricardo Pérez Alcalà, Gastòn Ugalde.COLOMBIA Nadin Ospina. COSTA RICA RafaFernàndez, Villacruz. CUBA Luis Gòmez Armenteros, Hibraim Miranda Ramos. ECUADOR José AntonioCauja, Alfredo Eguiguren. EL SALVADOR Renà Chacòn, Vladimir Montufar. HAITI Mario Benjamin, Guerdy Préval. HONDURAS Regina Aguilar. NICARAGUA Hugo Pala Ibarra. PANAMA Alessandra I.Rosas, Aristides Urena Ramos. PARAGUAY Christian Ceuppens, Adriana Gonzàles Brun, Lucy Yegros. PERU' Meliton Rivera. REPUBBLICA DOMENICANA, GUATEMALA, MESSICO (da definire) Partecipano inoltre: CINA-HONG KONG Siu-Kee Ho, Chi-wo Leung, Ellen Pau (Hong Kong Arts Development Council). TAIWAN Chien-Chi Chang, Michael Ming-Hong Lin, Shu-Min Lin, Shih-Fen Lin, Wen-Chih Wang (Taipei Fine Arts Museum).


PLATEA DELL'UMANITA'

(dalla conferenza stampa di Harald Szeemann).

Nessun tema determina la scelta degli artisti, anzi sono questi con le loro opere a rappresentare una dimensione: dopo dAPERTutto quindi, approdiamo a una platea dell'umanità. Il termine platea contiene in sé molte accezioni: è piano sopraelevato, è base e fondamenta, è piattaforma. La Biennale d'Arti Visive come piattaforma dell'umanità. Questa è la pretesa. Negli anni Cinquanta ha fatto il giro del mondo una mostra dal titolo Family of Man. A questa vogliamo ricollegarci all'inizio del nuovo millennio, ma le possibilità che tutti gli individui possano costituir e una famiglia non sono promettenti, nonostante la fiducia nella globalizzazione e nell'abbattimento di muri di qualsivoglia natura. Ogni giorno nascono nuovi conflitti - per ragioni etniche, religiose, di supremazia politica - che danno luogo a guerre. Gli artisti oggi reagiscono in modo ancora diverso rispetto a una decina di anni fa: non si richiede più una affermazione spasmodica della propria identità, ma si fa appello a ciò che di eterno c'è nell'uomo, sulla base del radicamento locale, l'unico a poter dare peso, a legittimare questo appello. E la lotta centenaria tra astrazione e figurazione sembra passata definitivamente agli atti. La cognizione del tempo e spazio, e di spazio che si fa tempo, è diventata patrimonio comune, tanto che alcuni artisti impegnati si sono già potuti liberare di nuovo del potere dell'autonomia, per trovare la strada verso comportamenti, modi di vedere e desideri comuni all'umanità. Questo processo può accadere sommessamente o con turbolenza, può avere una pretesa estetica o una smascherante. L'esposizione di quest'anno vuole offrire questa connotazione verificabile di libertà. E all'inizio presenta un'opera chiave di Joseph Beuys, La fine del XX secolo. E' stato soprattutto lui a verbalizzare senza posa il concetto di libertà, formulando in modo plastico-assertivo come un campo di energia: capitale=creatività. Aveva sperato che alla fine dello scorso secolo e all'inizio del nuovo, il nostro calore sarebbe stato in grado di far rivivere ciò che è inorganico. Questo è il messaggio suggerito dalle pietre di lava con occhi tondeggianti che giacciono sul pavimento come pesci preistorici che sembrano attendere di venire liberati. E, a parte Beuys, diamo ad alcuni artisti del XX secolo la possibilità di mostrare i loro contributi eccezionali: Cy Twombly che riattualizza i miti con gesti generosi; Richard Serra creatore di un nuovo concetto di monumentalità; Niele Toroni fautore della traccia pittorica. Per continuare poi con una schiera di contemporanei che si dedicano alla figura umana come Ron Mueck ad altri ancora inclusi nella lista provvissoria degli artisti.


Museo Correr / Venezia

FABRIZIO PLESSI

Dal 7 giugno al 5 agosto, PLESSI WATER FIRE è la spettacolare mostra organizzata dai Musei Civici di Venezia (curata da Carl Haenlein e allestimento di Daniela Ferretti) quale omaggio della città al singolare artista emiliano. L'acqua e il fuoco trasformano l'Ala Napoleonica del Museo Correr in una inedita gigantesca installazione: su tutte le finestre alte quattro metri e lunghe complessivamente cinquantotto sono montati led displays, schermi ultrapiatti che proiettano il mutarsi continuo di acqua in fuoco e del fuoco in acqua. All'interno, un intenso percorso abbina i due elementi a un'altra materia fondamentale, il legno. Lo Scalone d'onore del Museo ospita "La Foresta Sospesa", enormi tronchi verticali capaci di far scorrere dalle proprie estremità una pioggia artificiale azzurra e fragorosa; il Salone da Ballo diventa lo spazio dell' "Enigma degli Addii": qui giganteschi tronchi si tramutano in barbariche canoe scavate dal flusso elettronico di un mare in continuo movimento. La Galleria canoviana diventa "Le Stanze del fuoco": spazio drammatico per grandi sculture composte da elementi modulari in ferro a sostegno di tronchi nel cui interno, come in un'anima, divampano fuochi elettronici. Le Salette neoclassiche presentano infine filmati di grandi realizzazioni e una serie di lavori su carta della raccolta "progetti del mondo". Si tratta senza dubbio della più grande mostra dedicata al maestro in Italia. Acqua e fuoco sono elementi dominanti anche nell'installazione "Venezia, Movimenti dell'anima" promossa dal Caffè Florian in omaggio a Fabrizio Plessi. L'aqcua e il fuoco, sono da tempo al centro dell'attenzione e della ricerca di Fabrizio Plessi, straordinario interprete del connubio possibile tra espressione artistica ed alta tecnologia. Attraverso l'uso sapiente delle nuove tecnologie caricate come di consueto di contenuti umanistici, Plessi riesce a dar senso anche all'incomprensibile.


Milano / Museo del Presente

EUROPA 2000

ESPERIENZE A CONFRONTO

Padiglione PAC & Triennale

In attesa della conclusione dei lavori di recupero della struttura dei gasometri della Bovisa che ospiteranno il Museo del Presente, anteprima dal 19 maggio al 16 settembre al PAC e alla Triennale, della mostra evento che farà il punto sullo stato dell'arte in Europa alla fine del ventesimo secolo. Realizzata dal Comune di Milano su progetto di Giorgio de Marchis e coordinata da Alessandra Mottola Molfino e Lucia Matino, la mostra indaga lo stato dell'arte in venti paesi europei: Austria(curatore Edelbert Kob), Belgio (Bart Cassiman e Catherine De Croes), Danimarca (Gavin Jantjes), Finlandia (Maria Hirvi), Francia (Dominique Stella), Germania (Ulrich Krempel), Gran Bretagna Jonathan Watkins), Islanda (Thorgeir Olafsson), Norvegia (Gavin Jantjes), Olanda(Kees van Twist), Polonia (Olga Malà), Portogallo (Alexandre Melo), Repubblica Ceca (Olga Malà), Russia (Leonid Bazhanov), Spagna (Santiago Olmo), Svezia (Gavin Jantjes), Svizzera (Michelle Nicol), Ungheria (Gyorgy Szucs), Ex Yugoslavia (Zdnka Badovinac). Curatrice della sezione italiana è Sandra Pinto. Dopo alcuni incontri i curatori hanno selezionato circa 120 artisti nati dopo il 1950 tra i più rappresentativi dei loro Paesi, con opere prodotte dopo il 1980.". Questi gli artisti selezionati: Mario Airò, Pawel Althamer, Birgir Andrésson, Hedevig Anker, Emanuelle Antille, Siegrun Appelt, Stefano Arienti, Art Protects you (Jochen Traar), Halldòr Asgeirsson, Atelier van Lieshout, Brigitte Aubignac, Maja Bajevic, Miroslaw Balka, Joel Bartolomeo, Rolf Bier, Richard Billingham, Olaf Breuning, Alexander Brodsky, Veronika Bromovà, Marie José Burki, Gerardo Burmester, Pedro Cabrita Reis, Catarina Campino, Eugenio Cano, Ulf Verner Carlsson, Monica Carocci, Filipa César, Rui Chafes, GorChahal, Hervé Charles, Olga Chemyscheva, Attila Csorgo, Jonas Dahlberg, Federico Diaz, Milena Dopitovà, Vladislav Efimov e Aristarkh Tchernychev, Paula Ervamaa, Bruna Esposito, Sylvie Fleury, Ceal Floyer, Michel François, Michel Frére, Jòzsef Gaàl, Rainer Ganahl, KatharinaGrosse, Graham Gussin, FabriceGygi, Jenas Haaning, Nic Hess, Heli Hiltunen, Edgar Honetschlàger, Mariann Imre, gruppo Irwin, Frans Jacobi, Lidy Jacobs, Henrik Plenge Jakobsen, Ann Veronica Janssens, Johnny Jensen, Ivan Kafka, Andràs Kapitàny, Pertti Kekarainen, Anna Kleberg, Paco Knòller, Peter Kogler, Laila Kongevold, Elke Krystufek, Mischa Kuball, Luisa Lambri, Andrea Lange, Fabien Lerat, Jenò Lévay, Isabelle Levenez, Zbigniew Libera, Anna Lindal, Jenny Magnusson, Vlado Martek, Pierre Lionel Matte, Bas Meerman, Jean Luc Mouléne, Johan Muyle, Irina Nakhova, Kristoffer Nilson, Hans-Ulrich Obrist, Anton Olschvang, Joao Onofre, Julian Opie, Ana Teresa Ortega, Cornelia Parker, Marko Peljhan, Paul Michael Perry, Cristiano Pintaldi, Jaume Plensa,Bernard Quesniaux, Heli Rekula, Lois Renner, Christian Riebe, Guia Rigvava, Francisco Ruiz de Infante, Ikka Sariola, Hrafnkell Sigurdsson, Antoni Socias, Rickard Sollman, ThorvaldurThorsteinsson, The Icelandic Love Corporation, Grazia Toderi, Milica Tomic, Patrick Tosani, PedroTudela, Javier Vallhonrat, Jan Van Imschoot, Gyula Vàrnai, Angel Vergara, Gert Verhoeven, Gitte Villesen, KaterinaVincourovà, Tamas Waliczky, Gillian Wearing, Vadim Zakharov, Alicja Zebrowska, Artur Zmijewski. Con un primo stanziamento di 200.000 Euro da parte del Comune di Milano, saranno acquistate le prime opere destinate alla collezione permanente del museo. Secondo Giorgio de Marchis, "un dato di fatto che si presenta all'osservazione immediata è la compresenza simultanea di una varietà di generi, di tipologie, di linguaggi, di tecniche artistiche. L'attualità si presenta nel suo insieme come una congerie di frammenti non riducibili a sistema, frammenti come di uno specchio infranto. Sembra quasi che - precisa de Marchis - di fronte alla narcosi dei consumi omologati e alla mistificazione della comunicazione visiva globale offerta senza scampo dalla tecnologia, la volontà artistica si volga a privilegiare l'irriducibile frammento di verità particolare e individuale, comunicabile da solo a solo in modi e con procedimenti di caso in caso diversi e particolari...Dunque l'esperienza artistica come esperienza singolare ed eccezionale." Sorprende tuttavia, dagli inviti, la totale mancanza di artisti greci!


COPENHAGEN

MIRROR'S EDGE

"IL BORDO DELLO SPECCHIO"

Prosegue il tour della mostra Mirror's Edge. Il bordo dello specchio (già presentata al Castello di Rivoli, dopo l'anteprima al BildMuseet di Umeà e al Vancouver Art Gallery). Dal 20 giugno al 26 agosto viene proposta in Danimarca nello Charlottenborg Udstillingsbygning di Copenhagen, proveniente dal Tramway di Glasgow. La rassegna, che offre un'approfondita riflessione su come gli artisti delle ultime tendenze, provenienti da diverse culture, affrontino la tematica della realtà e della finzione. é curata da Okwui Enwezor (direttore dell'XI edizione di Documenta a Kassel nel prossimo 2002), che propone di mettere in luce forme espressive che si muovono ai limiti dell'immagine, e talvolta oltre, per giungere a linguaggi altri che reinventano il reale con opere già presentate o create appositamente da: Franz Ackermann, Francis Alys, Beth Coleman &Howard Goldkrand, Thomas Demand, Cecilia Edefalk, Ceal Floyer, Meschac Gaba, Carlos Garaicoa, Thomas Hirschhorn, Herik Hakansson, Arthur Jafa, Rei Kawakubo, Bodys Hisec Kingelez, Bill Lundberg, Stive McQueen, il gruppo svedese N55 (composto da Ingvil Aarbakke, Jon Sorvin, Cecilia Wendt, Rikke Luther), Olu Oguibe, Raimond Pettibon, Liisa Roberts, Joachim Schonfeldt, Ynka Shonibare, Peter Spaans, Thomas Struth, Hiroshi Sugimoto, Pascale Marthine Tayou, Sophie Tottie. Nel catalogo edito dal Bild Museet svedese di Umeà, si intende suggerire al visitatore e al lettore una pluralità di percorsi attraverso i quali avvicinarsi al gioco di relazioni che intercorrono tra realtà e finzione. I contributi critici sono di Okwui Enwezor, Meena Alexander, Carlos Basualdo, Jan-Erik Lundstrom, Matthew DeBord, John Peter Nilsson, Jean Fisher.


PARIGI

DENISE RENE

"L'INTREPIDA"

Il Centre Pompidou rende omaggio ad un percorso esemplare, ma anche alla fedeltà militante della Galleria Denise René e ai suoi artisti. I momenti più forti di questa storia vengono rintracciati attraverso la scelta di un gruppo di opere maggiori presentate dalla galleria durante la sua attività ed attraverso numerosi documenti d'archivio (testi, fotografie, films) spesso inediti, divenuti parte integrante della storia dell'arte del XX secolo. Dal 1944, Denise René ha diretto la sua galleria con una tenacia eccezionale mettendola al servizio dell'arte contemporanea e in particolare dell'astrazione. Questa avventura senza pari, fondata sulla presentazione dei pionieri dell'astrazione (Mondrian, Malevitch, Herbin, Arp..) sulla difesa dei più grandi artisti dell'arte geometrica e cinetica del dopoguerra, ed infine, su un'apertura internazionale (verso la Scandinavia, l'Europa Centrale, gli Stati Uniti, l'America Latina, l'Estremo Oriente...) ha fatto di questa galleria la più conosciuta a livello mondiale tra le gallerie francesi. Il percorso della mostra (fino al 4 giugno 2001) si articola in quattro sale: la "Salle de l'art construit" corrispondente al periodo 1945-1965 (Albers, Arp, Herbin, Mondrian...) e la giovane avanguardia astratta degli anni '50 e '60 (Dewasne, Jacobsen, Mortensen, Vasarely...); la "Salle cinétique", che riunisce le opere di Agam, Bury, Calder, Duchamp, Soto, Tinguely, Vasarely per ricordare la mostra organizzata dalla galleria nel '55 ("Le Mouvement") come prima presentazione mondiale dell'arte cinetica; la "Salle noire", riservata alle opere lumino-cinetiche (Boto, Demarco, Gertsner, Le Parc, Schoffer, ecc.), che caratterizzano la fine degli anni Sessanta; l'ultima sala, infine, presenta le opere, modificabili o trasformabili da parte dello spettatore, realizzate a partire dal 1961 dagli artisti del gruppo di ricerca d'arte visiva (Garcia-Rossi, Le Parc, Sobrino, Morellet, Yvaral...) ma anche da Agam, Cruz-Diez, Soto ecc., negli anni '70. Con più di 120 opere e multipli, provenienti da collezioni pubbliche francesi, collezioni private e dalla stessa galleria Denise René, la rassegna offre la possibilità di misurare l'importanza di un'arte divenuta storica, ma le cui innovazioni concettuali e formali sono divenute "le chiavi" dell'arte d'oggi.