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Panoramica del parco all'ingresso

 

 

 

 

 

 

 

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Ficus magnolides nella sua rarissima varietà microphylla impiantato a Villa Malfitano alla fine del secolo XIX

 

 

 

 

 

 

 

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Gruppo di palme di generi diversi

 

 

 

 

 

 

 

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Esemplari di Yucca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Uno splendido esemplare di Yucca

 

 

 

 

 

 

 

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Il laghetto con i cigni

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un esemplare di Sequoidendron giganteum nel parco

 

 

 

 

 

 

 

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Nel parco: una vera di pozzo

 

 

 

 

 

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Dracaena Draco - Sullo sfondo, parzialmente visibile, l'unico esemplare in Europa di Araucaria rouler

 

 

 

 

 

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Beucarnea Longifolia

(Presentazione di Aldo Scimè, presidente della Fondazione, al volume "Il Giardino di Villa Malfitano", curato da Francesco Maria Raimondo, edito dalla Fondazione "Giuseppe Whitaker" nel novembre 1995).

"Nel giardino vicino alla Marina - scriveva Goethe nel suo Italienische Reise (1787) - ho passato ore di soave quiete. E' il luogo più stupendo del mondo... ha un che di fatato." Addirittura, il grande viaggiatore pensava di trovare qui - "tra le verdi aiuole, spalliere di limoni ... e alte palizzate di oleandri... alberi esotici a noi sconosciuti ... di origine tropicale ... che si espandono in bizzarri intrecci" - la pianta primigenia.

Di giardini così belli che destarono l'ammirata meraviglia dell'autore di Faust, ce n'erano tanti, a Palermo, sul finire del XVII secolo, e ce ne erano stati di ancora più belli sin dai tempi degli Arabi. Furono i musulmani, infatti, a realizzare - dopo la conquista di Palermo - una efficiente rete di acquedotti (in parte ancora esistenti) utilizzando fiumi e sorgenti, alimentati dalle acque che scendevano, copiose, dai monti circostanti. Nacque così il parco reale o parco Genoardo che i conquistatori Normanni arricchirono di ville, peschiere, giardini, sollazzi. Il parco e le sue meraviglie destavano l'ammirazione dei viaggiatori. L'arabo Ibn Giubair descrive nel suo libro di viaggio i castelli della Zisa e di Maredolce, la Cuba, la Cubula, lo Scibene, suggestive testimonianze - ancora oggi esistenti - di una tradizione che non si spense mai.

Tra il sei e l'ottocento essa diede origine ad una nuova stagione, che arricchì Palermo, le campagne e i paesi circostanti di altri splendidi edifici e giardini. Furono architetti e capimastri, di grande talento e fantasia, a disegnare la straordinaria scenografia, che ancora oggi - pur tra scempi e rovine - abbaglia il visitatore. Sono i tempi di Paolo Amato, che firma lo scenografico Ninfeo di villa Trabia Campofiorito, Venanzio Marvuglia (che realizza i giardini attorno alla Palazzina Cinese), Giovan Battista Filippo Basile, (che progetta il giardino Inglese e la Villa Garibaldi). Vengono messe a dimora nuove piante soprattutto esotiche, secondo l'elenco fornito da Vincenzo Tineo, allora Direttore dell'Orto botanico di Palermo.

Il Parco di Villa Malfitano, creato nel 1886 ed oggi appartenente alla Fondazione Whitaker, fu voluto da Giuseppe Whitaker, contestualmente alla costruzione della palazzina progettata dall'ing. Ignazio Greco, che ebbe come modello villa Favard di Firenze.

Giuseppe Whitaker, un uomo di grande ingegno e di vasti interessi che spaziavano dall'archeologia, alla ornitologia, alla botanica, ai viaggi, alle collezioni di opere d'arte, affidò il Parco Malfitano ad uno dei più esperti giardinieri del tempo, il tedesco Emilio Kunzman. Oggi Villa Maltitano mantiene pressoché intatta l'originaria ricchezza e varietà della sua flora grazie ad una attenta e assidua cura alla quale attesero prima i Whitaker e, ora, la Fondazione voluta dall'ultima erede della famiglia, Delia Whitaker. Una intelligente intuizione che ha preservato, da una prevedibile distruzione, un tesoro d'arte e di verde nella città di Palermo.

"Il Giardino, che fa corona ad uno splendido edificio di stile neoclassico ricco di cimeli e di pregevoli opere d'arte" (così lo descrive il prof. Andrea Di Martino), "rappresenta uno dei più rari esempi di collezioni di piante esotiche, di notevole interesse scientifico esistenti oggi in Italia, e per certi aspetti esso può stare alla pari con i maggiori orti botanici. La componente floristica, prevalentemente esotica, annovera alcuni esemplari rarissimi in Europa ed altri, eccezionali per le dimensioni raggiunte, che ne fanno degli autentici monumenti della Natura. Basta a tal proposito citare il gigantesco Ficus magnolioides, secondo solo a quello dell'Orto Botanico"...

"Se il rigoglio della vegetazione è da attribuire al clima particolarmente favorevole della Conca d'oro, la scelta delle specie impiantatevi è in massima parte frutto dell'appassionato e costante impegno del fondatore, il quale nel corso dei suoi numerosi viaggi ebbe modo di introdurre ed acclimatare nella sua Villa numerose specie, alcune delle quali oggi rare negli stessi Paesi di origine. Ma all'arricchimento del patrimonio vegetale della sua Villa, il Whitaker ha anche provveduto mediante lo scambio di duplicati con le numerose ville allora esistenti in Palermo e dintorni ed in modo particolare con l'Orto Botanico dell'Università con il quale aveva instaurato una vera e propria collaborazione". Da questa rinnovata collaborazione nasce il presente volume e sortiranno - ci auguriamo - altre promettenti iniziative, destinate a sviluppare in Sicilia l'interesse - oggi appena avvertito - per le conoscenze botaniche Aldo Scimè Presidente della Fondazione Whitaker .

Il Giardino di Villa Malfitano

da "Il Giardino di Villa Malfitano", curato da Francesco Maria Raimondo, edito dalla Fondazione "Giuseppe Whitaker" nel novembre 1995).

Introduzione.

Grazie al favore del clima e alla fertilità del suolo, Palermo e le sue adiacenze ospitano numerose piante esotiche originarie delle regioni tropicali di vari continenti. Disposte in piena aria, esse riescono a fiorire e a fruttificare abbondantemente, destando la meraviglia dei forestieri in visita alla città. Infatti, talune di queste piante, che qui crescono vigorose e lussureggianti, nel continente e nel resto d'Europa vivono stentatamente e difficilmente vi fioriscono.

Sotto queste propizie condizioni sono sorti a Palermo rigogliosi giardini e magnifiche ville, di uno splendore e di una ricercatezza tali da suscitare una impressione quasi fantasmagorica dei tropici.

Villa Giulia, nel Piano di S. Erasmo in prossimità del mare, il Giardino Garibaldi a Piazza Marina, il Giardino Inglese su via della Libertà, le ville Trabia, Tasca, Niscemi, Varvaro, Sofia e molte altre disseminate nel tessuto urbano e nell'immediata periferia, anche se in parte abbandonate o addirittura smembrate, ne costituiscono gli esempi più suggestivi. Queste realtà rappresentano altresì la testimonianza più significativa di una ben diversa condizione sociale, economica e culturale della città di Palermo che, sviluppatasi nel corso dell'800 si mantenne pressocché inalterata fino all'ultimo conflitto mondiale. Frutto di queste propizie condizioni ambientali e sociali è, dunque, anche la Villa Whitaker a Malfitano. Il suo parco, oggi, può essere definito come una particolare specialità di giardino botanico, trattandosi di un vero e proprio arboreto per la natura della sua florula prevalentemente arborea. Un verde che solo in alcuni casi manifesta segni di sofferenza attribuibile non ad incuria ma alla normale evoluzione fisiologica delle piante più adulte.

Il giardino di Villa Malfitano - reso diponibile alla fruizione di un pubblico sempre più numeroso perché possa contribuire a sviluppare ulteriore attenzione attorno al verde - per sua natura caratterizzato da materiale vivente, va, dunque, goduto con atteggiamenti consoni, nel rispetto di una natura esotica, apparentemente esuberante ma lo stesso fragile.

Impianto e organizzazione del verde

La villa Whitaker, in contrada Malfitano all'Olivuzza, costituisce uno degli esempi più notevoli di quanto una famiglia di mercanti inglesi, i Whitaker, insediatasi a Palermo nella seconda metà del '800, abbia potuto realizzare, influendo sull'economia, sul decoro, sul gusto della città e, successivamente, di altri luoghi dell'Isola assumendo il ruolo di punto di riferimento non solo localmente.

L'entità di tale contributo si apprezza parzialmente identificando i Whitaker con gli archeologi che scoprirono e misero in luce Mothia, che realizzarono importanti collezioni naturalistiche, che edificarono Villa Whitaker nel centro storico, Villa Sofia e la stessa Villa Whitaker a Malfitano, realizzazioni che si ponevano fra le più belle di Palermo e d'Italia. Ciò, non solo per quanto attiene gli aspetti architettonici ed estetici, o per le mille raffinatezze e preziosità culturali degli interni, ma anche per la ricchezza floristica e la monumentalità dei giardini e dei parchi annessi.

Il terreno per l'edifícazione della villa fu acquistato nel 1885. Subito dopo iniziarono il lavori per la fabbricazione dell'edificio.

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Yucca australis

 

 

L'impianto del parco fu avviato nell'anno successivo con lo spianamento del terreno circostante la palazzina.

Della superficie totale di circa 7 ettari, oltre 5 furono destinati al complesso parco-edificio, mentre il resto del terreno continuò a essere coltivato ad agrumeto. Il solo parco occupa oggi una superficie di oltre 4 ettari.

Nella parte anteriore, che dà su via Dante, i viali furono organizzati all'inglese in modo da alternare in successione spazi aperti con cospicue masse vegetali e specchi d'acqua. Di seguito, il tratto a fianco della parte posteriore dell'edificio fu invece disegnato preminentemente all'italiana, con vialetti ed elementi vegetali disposti geometricamente e in simmetria con la distribuzione marginale delle masse maggiori', creando una corte intorno all'edificio centrale. Secondo questo criterio e per l'esigenza di mascherare le strutture di servizio, nelle aiuole e lungo i viali perimetrali furono impiantate specie arboree mentre le aiuole centrali furono prevalentemente occupate da elementi erbacei ed arbustivi e da gruppi isolati di alberi di limitato sviluppo. In continuità con il giardino all'italiana ma in

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Nolina recurvata

 

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Nolina stricta

posizione marginale e alquanto riparata, fu ricavato un angolo ricco di elementi romantici in parte tuttora esistente: una collinetta, un rigagnolo, un laghetto e perfino un piccolo labirinto sotterraneo, ricavato probabilmente, da alcune preesistenze.

Le prime piante messe a dimora furono ritirate direttamente da Giuseppe Whitaker (Pip) dalla Tunisia, da Sumatra, dall'Australia e da vari altri paesi esotici e furono messe a dimora dal primo capo giardiniere, Emilio Kunzman, di origine germanica.

Dopo l'impianto, il parco continuò a ricevere cure assidue fino alla scomparsa di Delia, l'ultima della famiglia Whitaker, avvenuta nel 1971. Oggi tutto il complesso è gestito dalla Fondazione "Giuseppe Whitaker", istituita nel 1975 in onore di Pip. In questo periodo le piante del parco ebbero modo di svilupparsi pienamente, talune raggiungendo dimensioni monumentali. Tale sviluppo non intaccò sostanzialmente la struttura della villa per effetto della felice progettazione del verde.

Attualmente in tutto il parco si manifestano i segni del tempo: non solo sintomi del deperimento fisiologico di alcuni soggetti ma, anche, accentuata vitalità di esemplari la cui esuberanza pone spesso esigenze di un loro contenimento.

In alcune parti come il giardinetto romantico, le serre e i margini della villa, il visitatore potrebbe trarre impressioni di trascuratezza; ciò può anche corrispondere ad una condizione reale, ma tutto questo potrebbe essere imputato alle difficoltà insite nella gestione di una struttura così grande e complessa, specialmente per quanto attiene le diverse esigenze di una così elevata varietà di specie. Se poi si considera il personale che ordinariamente accudisce al giardino, da 3 a 5 addetti, Villa Malfitano, a Palermo e in Sicilia, sicuramente rappresenta un'oasi felice.

La dendrollora

Il contingente floristico oggi rappresentato nel giardino di Villa Malfitano, nel complesso, esprime la qualità risalente al suo impianto. La florula si è dunque mantenuta alquanto stabile sia negli aspetti qualitativi che quantitativi. Le variazioni più sensibili sono probabilmente da riferire agli ultimi decenni, anche se in proposito non esistono documentazioni valide.

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Araucaria rulei

 

 

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Phoenix reclinata

 

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Nolina longifolia

Certamente il contingente erbaceo e fruticoso poteva anche essere più ricco e così la stessa componente arborea; risale a qualche anno la morte di un magnifico esemplare di Callitris quadrivalvis - rara cupressacea dell'Africa boreale - e di un espressivo quanto annoso cedro del Libano (Cedrus libani).

Ancora oggi, il carattere peculiare della flora ospitata nel parco,è dato dalla sua originalità. Infatti, all'accurata disposizione degli individui che contraddistingue il giardino rispetto a tutti gli altri esempi palermitani, nonostante la loro ricchezza, corrisponde una notevole ricercatezza qualitativa accentuata dal carattere monumentale di molte piante e dalla rarità di alcune di esse.

Tra gli individui degni di menzione si ricorda un'elegante e rara forma di Ficus magnolioides, un isolato e rarissimo individuo di Araucaria rulei - specie originaria della Nuova Caledonia e finora non espressamente segnalata nella flora dei giardini d'Europa - nonché un notevole esemplare di Yucca australis, agavacea originaria del Messico che assieme ad un altro individuo presente a Villa Sofia, documenta, sicuramente, la prima introduzione di questa specie nel continente europeo. L'unico esemplare presente all'Orto botanico dell'Università, molto più giovane rispetto ai predetti, proviene verosimilmente dai giardini dei Whitaker. Unico è anche l'esemplare di Butia yatai che si ammira fra le palme insediate in prossimità del viale che dall'ingresso conduce alla palazzina.

Ma a Villa Malfitano di rilievo è anche la presenza di Jubaea spectabilis - il "palmizio coquito" del Cile mediterraneo, molto raro negli altri giardini palermitani - di Phoenix reclinata, di Nolina longifolia e N. stricta rispettivamente dell'America centrale e meridionale, di Dioon edule, rappresentato anche con un maturo esemplare maschile, e di numerose altre cicadacee. Sono altresì rappresentate bellissime dracene tra cui frequente è il "sangue di drago" delle Isole Canarie, dall'espressivo e caratteristico habitus conferito dalle dicotomiche ramificazioni. Considerevoli sono anche alcune conifere fra cui Thuja gigantea, Pinus banksiana e Sequoia sempervirens.

Nell'insieme la flora del parco ospita circa 250 specie, in massima parte originarie dei paesi tropicali e subtropicali. Non vi mancano tuttavia specie dell'elemento mediterraneo come il leccio (Quercus ilex), il tino (Fliburnum tinus) e colonie di palma nana (Chamaerops humilis). Le più rappresentative di esse, catalogate recentemente, si attribuiscono a poco più di 170 specie appartenenti a 120 generi di 61 famiglie. All'interno del parco palme, yucche e dracene, con la loro frequenza e distribuzione pressocché capillare, intessono la trama del suo verde; altre agavaccae, come le puntuali ed espressive noline, contribuiscono ad impreziosirla.

Ma l'elemento che rende inconfondibile questo parco, resta sempre lo straordinario Ficus, espressione della flora di quel piccolo Continente immerso fra le acque del Pacifico. Per il carattere tropicale dei più comuni costituenti della flora ivi rappresentata, nonché per alcune sue peculiarità, il parco di Villa Malfitano ricorre tra i più interessanti giardini siciliani e, certamente, anche italiani, venendo a configurarsi come un arboreto di interesse scientifico che affianca e completa, nella sua spaziosa configurazione, l'Orto botanico della nostra Università con il quale ha, da sempre, intrattenuto e intrattiene attive relazioni.

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Ficus Magnolioides